lunedì 16 luglio 2018

“L’avvocato canaglia” di John Grisham. Il lato oscuro della Giustizia



Sebastian Rudd, di professione avvocato, è un’autentica canaglia. Difende i peggiori criminali che si siano mai visti e non solo: tutti i casi disperati, dai quali qualsiasi avvocato che voglia una carriera decente si tiene alla larga, finiscono nel suo ufficio. O meglio, all’interno del furgone, blindato e dotato di ogni comfort, che Rudd usa come ufficio, sempre accompagnato dal suo fedele confidente e guardia del corpo, una specie di gigante buono, che ha ribattezzato “Partner”. In effetti, nessun avvocato più di lui ha bisogno di qualcuno che lo difenda, dato che, avendo a che fare con una certa clientela, rischia la pelle ogni giorno. Tuttavia Rudd spesso si domanda chi, oltre ai suoi stessi clienti, potrebbe sentire la sua mancanza. Di certo non la sua ex moglie, che non smette mai di creargli guai, né il figlio piccolo, che vede e conosce ben poco. Sebastian Rudd è un solitario che fa il lavoro sporco: odia le ingiustizie e ritiene che chiunque abbia diritto a un giusto processo, quindi non si preoccupa di sporcarsi le mani, pur di seguire il suo istinto e le sue intuizioni, a costo di schierarsi apertamente contro il sistema.
In questo romanzo di John Grisham, dal titolo “L’avvocato canaglia”, edito da Mondadori, a parlare in prima persona è lo stesso protagonista, che racconta, con grande estro, alcuni tra i più controversi casi dei quali si è occupato. “La strada della giustizia è disseminata di ostacoli e mine, molti dei quali piazzati dagli stessi uomini e donne che affermano di voler perseguire la giustizia”, afferma Grisham attraverso il suo personaggio, Sebastian Rudd che è, senza dubbio, uno dei più riusciti della sua carriera letteraria. Graffiante, spregiudicato, scaltro, Rudd è un vero anticonformista nella vita privata e nel lavoro, che non si trincera dietro a nessuna convenzione sociale dei nostri tempi. Nella costruzione dei casi che impegnano il suo avvocato canaglia, Grisham attinge a piene mani tanto dal cinema, quanto dalla cronaca, ma non si sottrae dall’esprimere anche il suo punto di vista, cogliendo l’occasione per fare un’analisi lucida e a tratti spietata della nostra società e del sistema giudiziario statunitense, spesso approssimativo e gestito da amministratori mediocri.
Lo stile è fluido, scorrevole e incisivo, come già l’autore, maestro del legal thriller, ci ha abituati, romanzo dopo romanzo, ma la struttura, che, in questo libro, prevede, in ogni capitolo, il vero e proprio racconto di un caso diverso, è interessante e insolita, rendendo la narrazione meno incalzante, ma ugualmente coinvolgente. Un thriller da divorare e da regalare a tutti gli appassionati del genere e non solo!


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