Architetto,
grafico e pittore di grande talento: secondo Teodoro Quarto, giovane artista romano,
ogni opera racchiude in sé una storia, capace di trasportare lo spettatore in
realtà parallele tutte da scoprire. E come dargli torto: basta osservare i suoi
quadri per sentirsi parte di fiabe fantastiche dal finale tutto da scrivere!
Appassionato di disegno, ma anche attento studioso del colore e esperto di
grafica multimediale, fa di questa versatilità nell’uso delle tecniche una
caratteristica vincente del suo stile, senza mai dimenticare che la perfezione
non sta nel raggiungimento di un traguardo, ma nella ricchezza del cammino
intrapreso.
Osservando le tue opere
sembra quasi di entrare in un mondo fantastico, popolato di personaggi mitici
che vivono in luoghi dalla grande potenza evocativa. Che artista sei? Da cosa
nasce l’esigenza di dipingere?
In
realtà la mia passione per la pittura è nata da poco tempo: sono, infatti, circa tre anni che dipingo ed è stata
una scoperta che è maturata poco a poco. Tutto ha inizio con il disegno, sin da
bambino trascorrevo le giornate a disegnare con le matite in grafite, cercando
sempre di perfezionarmi rappresentando su carta quello che avevo in mente, con
l’intento di riuscire a farlo nel modo più dettagliato e realistico che fosse
possibile. Non c’erano colori, ma solo chiaroscuri, e questo non mi dispiaceva
affatto perché in tal modo mi sentivo più libero di disegnare ciò che volevo;
l’idea di dover colorare, in un certo senso, mi preoccupava, perché immaginavo
fosse davvero complicato. Con il passare degli anni, però, ho voluto provare a
dare un po’ di colore ai miei disegni utilizzando i pastelli ad olio, raggiungendo
risultati soddisfacenti. L’approdo definitivo alla pittura su tela è avvenuto,
però, dopo molto tempo di inattività “artistica” coincisa con il periodo degli
studi universitari, dove ho incominciato ad utilizzare il PC, prima per il
disegno tecnico architettonico, poi per diletto mi sono avvicinato alla pittura
digitale, che mi ha consentito anche di acquisire esperienza come grafico. Da
qui nasce la mia esigenza di dipingere, cioè riportare su tela quello che riuscivo
a fare al computer, avevo voglia di riprendere la mia vecchia passione per il
disegno a mano libera ed incominciare a dedicarmi alla pittura tradizionale,
così un giorno mi sono deciso a comprare i colori ad olio ed una tela e vedere
cosa usciva fuori. È stato, quindi, un percorso evolutivo, dove però sono
cambiate solamente le tecniche di rappresentazione, ma non lo spirito, le
sensazioni e i temi trattati. Il mondo Fantasy
e il surreale mi hanno sempre affascinato, attraverso la lettura di libri, la
visione di film, ma soprattutto l’osservazione attenta dei lavori dei grandi
illustratori contemporanei, sono diventati i soggetti principali dei miei
quadri. Amo dipingere di fantasia, in piena libertà cercando di imprimere al
quadro un certo effetto “scenografico” dato dai forti contrasti dei colori,
della luce e delle ombre, senza però scostarmi troppo dal realismo. Darmi una
definizione come artista mi rimane un po’ difficile, sono in continua ricerca e
sperimentazione per trovare il mio personale “stile”, potrei dire che il
disegno e la pittura sono la mia attitudine naturale, dove riesco ad esprimere meglio
le mie emozioni e cerco di trasmetterle a chi guarda i miei lavori.
Eroine leggendarie e
paesaggi dai colori brillanti, ma non solo: che messaggio vuoi esprimere nei
tuoi quadri? A che tipo di fruitore ti rivolgi principalmente?
La
caratteristica principale che tento di imprimere nei miei quadri, già nella
fase di studio, è quella di suscitare curiosità, sorpresa ed interesse
attraverso la rappresentazione di un qualcosa di particolare, insolito, che
potrebbe essere anche un dettaglio in un paesaggio o in un figurativo. Il modo
di accostare i colori e la scelta del soggetto, infine, creano la scena, cercando
sempre di ricreare un’atmosfera onirica, misteriosa e a volte quasi mistica. Mi
sono reso conto, e ne ero consapevole ancora prima di incominciare ad esporre
le mie opere, che queste non sono apprezzate da tutti, proprio per il genere di
raffigurazione non collocabile tra i classici generi pittorici che conosciamo e
che la maggior parte delle persone è abituata a vedere nelle mostre o ad avere
appese sulle loro pareti di casa, come per esempio i paesaggi naturali in stile
classico, i figurativi, gli astratti o l’Impressionismo. Il mio è un pubblico
un po’ di nicchia, trasversale: quella varietà di persone, soprattutto giovane,
che amano il Fantasy o provengono da un genere di cultura legata al mondo dei
fumetti o delle graphic novel, per
cui o piace o non piace, al di là della tecnica. Questo può rappresentare un
limite per le mie aspettative attuali e future nell’ambito dell’attività
artistica, ma è anche un qualcosa che riesce a farmi distinguere in qualche
modo dai dipinti canonici.
Non utilizzi solo matita e
pennelli: dopo una Laurea in Architettura e una certa esperienza come grafico,
come riesci a unire tante tecniche diverse? E quale prediligi?
Mi
è sempre piaciuto molto sperimentare nuove tecniche legate al disegno o alla
pittura. Ad oggi i tre grandi “campi” in cui opero sono: il disegno in
chiaroscuro con le matite, la pittura ad olio o acrilico e la pittura digitale
al PC, cercando di portarli avanti tutti e tre di pari passo. Come dicevo prima,
tutto nasce dalla mia passione per il disegno, la tecnica che prediligo, che
poi si è arricchita di nuovi strumenti e l’utilizzo di questi dipende dal tipo
di soggetto che intendo rappresentare, da come vorrei che fosse una volta
finito, ma anche dalla complessità del progetto che è legata alle mie capacità
di esecuzione. Ad esempio, se volessi fare qualcosa di molto complicato e
impegnativo, lo svilupperei attraverso il disegno nel modo più dettagliato
possibile, dopodiché lo passerei al computer per la colorazione digitale e
realizzerei, così, un’illustrazione di grande effetto che non riuscirei a
raggiungere dipingendo direttamente su tela. Non avendo mai seguito dei corsi o
frequentato scuole d’arte, sono un autodidatta che cerca di migliorarsi giorno
dopo giorno, e non posso ritenermi ancora bravo nel padroneggiare le diverse
tecniche pittoriche, anche perché ho poca esperienza, ma grazie ad una buona manualità,
a tanto esercizio e alle possibilità che Internet ci mette a disposizione tra
video guide e tutorial si possono superare quelle difficoltà, soprattutto
iniziali, che si trovano nell’ esecuzione di un buon dipinto.
Cosa ti ispira
maggiormente quando hai di fronte la tela bianca? Ci sono dei movimenti
artistici del passato ai quali ti rifai nelle tue opere?
La
mia principale fonte di ispirazione si trova nell’attenta osservazione di tutto
ciò che mi incuriosisce e suscita emozioni particolari. Sin da bambino sono
stato attratto in modo particolare dal genere Fantasy, dalla fantascienza e in modo più ampio da tutte quelle
forme di rappresentazione della realtà fatte in chiave diversa, immagini capaci
di darmi qualcosa in più di un’emozione: la possibilità di viverle con la
fantasia, esplorare mondi irreali cercando di immaginare quale storia ci possa
essere dietro, come se fosse un film, da qui nasce il mio studio e la
reinterpretazione di tali immagini. Tra gli artisti che preferisco e di grande
ispirazione posso citare Luis Royo, Boris Vallejo, Frank Frazetta e gli
Italiani Paolo Barbieri e Lucio Parrillo, eccellenti illustratori fantasy contemporanei. Per quanto
riguarda il panorama artistico del passato verso cui attingo le mie idee,
sicuramente rivolgo il mio interesse al Realismo, in particolar modo all’
Hudson River School, un movimento artistico americano sviluppato nella metà del
XIX secolo da un gruppo di paesaggisti. Questo è sicuramente un tema più
classico ma ricco di pathos ed io ne sono stato rapito al primo sguardo tanto
che potrei dire di aver incominciato a dipingere dopo aver visto alcuni quadri
di quei grandi pittori del passato.
Ci si può ancora definire
artisti di professione al giorno
d’oggi? Chi sono stati i tuoi maestri e quali i maggiori ostacoli che hai
dovuto superare nel tuo percorso da artista? Raccontaci quali sono i tuoi
progetti per il futuro.
Credo
che il desiderio più grande in ambito lavorativo, non solo per me, ma per
chiunque, sia quello di poter far diventare la propria passione una professione,
dedicarsi a tempo pieno e dare un senso più concreto a ciò che si ama fare. Non
sempre purtroppo è possibile, nel campo artistico e in particolare modo
nell’arte figurativa, pittura e scultura, al giorno d’oggi non ci si possono
aspettare grandi profitti, tali da poter pensare di iniziare un’attività in tal
senso. Io non nascondo la volontà di provarci ancora, dopo una laurea in
architettura e varie esperienze lavorative nel campo architettonico e nella
grafica come freelance, non ho
trovato soddisfazioni e appagamento, così decisi di ricominciare a fare quello
che mi rende felice sognando di poter entrare nel modo dell’arte come
professionista e magari illustratore. I risultati purtroppo tardano ad arrivare,
credo che poche persone oggi siano disposte ad investire dei soldi in quadri,
disegni o sculture di autori sconosciuti ed emergenti. Penso anche che ci sia
poco interesse verso questo settore che possa andare al di là della semplice
visita ad una mostra. I più fortunati che riescono a raggiungere l’obiettivo di
“crearsi” un lavoro grazie alla propria arte devono avere un background di
studi e di preparazione molto forti, aver incominciato da molto giovani e
magari la fortuna di aver avuto come mentore un maestro d’arte conosciuto.
Questi sono i prerequisiti di valore, ma non essenziali, ci vogliono poi la
predisposizione, la ricerca di un proprio stile, tanta dedizione e costanza, ma
anche una buona dose di fortuna per entrare nel giusto “giro”. Le difficoltà
quindi ci sono e parecchie, per esperienza personale potrei parlare tra l’altro
dei galleristi, mercanti d’arte o presunti tali che a volte a fronte di grossi
investimenti creano illusioni di ogni tipo a chi tenta di emergere, per poi
frantumarle dopo poche mostre. Cosa dire poi di quei concorsi dove si mettono
in palio dei ricchi premi in denaro, con una giuria selezionata ad hoc per la
vittoria finale dei soliti noti, tutto programmato a tavolino, ingolosendo e
facendo maturare inutili speranze a chi è alle prime esperienze. Ovviamente non
voglio generalizzare, il mio disappunto è rivolto ad alcune realtà spiacevoli
che fanno parte del mondo dell’arte e che traggono la loro esistenza dal numero
sempre crescente di persone che si cimentano come pittori o scultori. Io non ho
avuto nessun maestro, come ho detto sono autodidatta. Certo mi sarebbe piaciuto
averne uno, perché penso sia una fonte inestinguibile di consigli e ricchezze artistiche maturate con
l’esperienza. Per il futuro non ho progetti definiti, ad oggi sto
intraprendendo una strada diversa da quella artistica che mi piace e spero mi
porti fortuna, ma non smetterò mai di dipingere e disegnare, cercherò di
portare avanti parallelamente questa mia passione finché sarò in grado di
farlo, sempre con la speranza nel cuore di poterla rendere, un giorno, una
professione o “semplicemente” farla rimanere un piacevole momento a cui
dedicarmi.