È
il 2 settembre 2008. Ad Alba Adriatica, sulla Statale, in provincia di Teramo,
un’auto compie una pericolosa inversione nei pressi di un incrocio e travolge
uno scooter che procede a velocità moderata, mantenendo la destra. Il motorino
prova a frenare in ogni modo, ma l’impatto è inevitabile e violento.
L’intervento dei soccorritori del 118 e la corsa in ospedale sono vane:
nonostante il casco, correttamente indossato, il giovane sulle due ruote perde
la vita per emorragia cerebrale e frattura alla base del cranio, come accerterà
il medico legale successivamente. In sede di ricostruzione della dinamica,
anche grazie a un’utile testimonianza, si accerta la pericolosità delle manovre
del conducente dell’auto che, dopo l’incidente, ha perfino spostato il veicolo
e ha lasciato che un testimone, che aveva assistito all’accaduto, chiamasse i
soccorsi al suo posto, non collaborando in modo leale e trasparente con gli
inquirenti e non pagando quindi, di fronte alla Legge, quanto avrebbe dovuto
per il crimine commesso.
Il
giovane che, sette anni fa, ha perduto la vita in questo tragico incidente è Luigi Edoardo Capriotti, detto Gigi, un
ragazzo brillante di non ancora vent’anni, che studiava teatro e amava la
pittura, ma, soprattutto, che seguiva le regole del Codice della Strada, anche
se la sua correttezza alla guida non è bastata a salvargli la vita. Gigi era figlio unico e i suoi genitori, Ermanno Capriotti e Pasqua Gina D’Ambrosio, Docente di
Diritto, da quel tragico 2 settembre combattono una battaglia senza tregua,
affinché la morte di Gigi non sia stata inutile e le pene per chi commette
questo tipo di crimini sulle strade diventino più certe e severe,
nell’interesse dell’intera Comunità.
Quello
dell’Omicidio Stradale, infatti, è un fenomeno la cui crescita non può
più lasciarci indifferenti. Con la prima approvazione in Senato, il 10 giugno
scorso, del Disegno di Legge che introduce un nuovo reato per chi uccide alla
guida, con sanzioni più rigide, qualcosa sembra muoversi. Ma quanto ci vorrà
ancora perché la Legge in merito completi il suo corso e la giustizia risponda
alle richieste di tutti i familiari delle vittime innocenti, che hanno perso la
vita sulle nostre strade? Gigi, infatti, è solo un nome in un elenco che, se il
Legislatore non si affretterà a prendere seri provvedimenti, è destinato ad
allungarsi sempre più.
Ecco
cosa ci ha raccontato in merito al percorso del Disegno di Legge la stessa
Pasqua Gina D’Ambrosio, confidandoci tutte le sue perplessità in merito, non solo
come madre, ma anche come Giurista:
“Il Disegno di Legge
sull’Omicidio Stradale è passato al Senato e questa potrebbe sembrare una
vittoria, ma la realtà è che il testo è stato tagliato in molti punti e questo
umilia tutti noi che ci siamo tanto battuti per avere giustizia. In sostanza
l’attuale Disegno di Legge prevede solo due casi in cui si può essere accusati
di Omicidio Stradale: la guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto
di droghe e il procedere ad una velocità di molto superiore ai limiti previsti.
Sono stati, quindi, esclusi i casi di incidente provocato passando con il
semaforo rosso, sorpassando in corrispondenza delle strisce pedonali o per
un'inversione di marcia. Queste sono carenze gravi che si aggiungono alla grave
esclusione della distrazione consapevole dovuta all’uso non consentito di
cellulari e apparecchi elettronici.
Parlare di un
provvedimento depotenziato non rende bene l’idea del danno che queste
esclusioni potranno arrecare. Mi sento di dichiarare che siamo di fronte ad una
sostanziale legittimazione di comportamenti irresponsabili adottati con piena
consapevolezza e che determinano la morte di persone innocenti.
Adesso il Disegno di
Legge passa alla Camera. Vogliamo credere che sia ancora possibile modificarlo
per correggere questi errori e ci si impegni per ottenere una Legge che dia
un'interpretazione estensiva del reato di Omicidio Stradale, includendo questi
comportamenti irresponsabili che sono la maggiore causa di morti sulle strade.
Non dobbiamo aspettare le prossime vittime di questi incoscienti. Agiamo
adesso! Non fermiamoci e chiediamo alla Camera dei Deputati ed al Governo,
tutti insieme, di rimediare a questo scempio del Disegno di Legge sull'Omicidio
Stradale fatto dal Senato! Staremo comunque in allerta per una grande
manifestazione di protesta, se si renderà necessario. Per il rispetto di tante
vite spezzate e per i loro familiari saremo tutti uniti a Roma davanti al
Quirinale!”
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