Bellano,
proprio sulle rive dell’ormai
letterariamente noto lago di Como, Anemio Agrati conduce un’esistenza
tranquilla, trasportando sul battello turisti e compaesani da una parte
all’altra di quello specchio d’acqua che conosce alla perfezione. Solo un’insana
passione, però, lo anima da sempre: costruire bare. Inizia così “Parola di cadavere”, un racconto lungo
di Andrea Vitali edito,
esclusivamente in formato e-book, da Garzanti.
Dopo
aver abbandonato ben presto l’idea di fare concorrenza alla locale ditta di
pompe funebri, si è rassegnato al fatto che il suo rimarrà per sempre un
alquanto bizzarro hobby, che tuttavia non abbandonerà mai, fino all’ultimo
respiro.
Ovviamente
tutti in paese non mancano di prendersi gioco di lui per tutta la faccenda e a
farne le spese sono la moglie Morosina Cargamucchi, soprannominata Polifema, e
il figlio, detto appunto “Il cadavere”, anche a causa dell’aspetto pallido ed
emaciato che ha sin da bambino.
Sembra
infatti che lo si incontri solo al cimitero, durante la ricorrenza dei defunti,
stanco, magro, sempre afflitto e perennemente avvolto da strane ombre e cattivi
presagi, il che, oltre alle strane tendenze del padre, lo rende il bersaglio
preferito per ogni scherzo.
A
raccontarci la storia del cadavere,
dalla fanciullezza all’età adulta, sono voci di paese e chiacchiere di piazza,
riportate da un coetaneo incuriosito dalle vicende che lo riguardano a tal
punto, da chiedere continuamente in giro circa le sorti del redivivo, fino a un
epilogo tragicomico.
Un
racconto lungo da leggere tutto d’un fiato, edito da Garzanti e disponibile
solo in versione e-book su tutte le piattaforme.
Non
fatevi ingannare dal titolo: non si tratta affatto di un giallo, ma
semplicemente di una storia spassosa e drammatica allo stesso tempo, che
riconferma il talento di Vitali nel dipingere un’Italia che ci sembra lontana,
ma che in realtà è sempre lì, freneticamente immobile in un sottobosco di
provincia dal quale molti fuggono a gambe levate e che invece sembra essere,
per l’assai prolifico Vitali, motivo di continua ispirazione.
Una
storia delicata e grottesca, talmente scorrevole che, invece di leggerla,
sembra di sentirla raccontare dall’autore stesso, in un turbinio irresistibile
di personaggi indimenticabili ed episodi curiosi, come chiunque di noi avrà
sentito riferire, almeno una volta nella vita dal matto del villaggio, seduti
al fresco di qualche uscio, in un vicoletto di paese.
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