mercoledì 9 ottobre 2019

Imma Tataranni non è Montalbano (al femminile)


Dopo un’intera estate di promo che ce l’hanno mostrata appollaiata sul suo galleggiante gonfiabile a forma di ananas nel mezzo di un mare calmo e turchese, lo scorso 22 settembre ha fatto il suo esordio Imma Tataranni – Sostituto Procuratore, la nuova fiction targata Rai Uno che ha ufficialmente aperto l’autunno delle prime serate del servizio pubblico dedicate alla serialità nostrana.
Sarà stata la recente scomparsa di Andrea Camilleri, seguita, poco dopo, da quella di Alberto Sironi, fatto sta che, neanche erano finiti i titoli di testa della prima puntata, gran parte della critica e dei telespettatori hanno sentito il bisogno di accostare la rossa dal tacco dodici al commissario più amato dagli italiani (ma un po’ meno da certi Direttori).
Prima di farci un’idea tutta nostra, abbiamo voluto seguire le avventure della Tataranni televisiva per qualche settimana e, soffermandoci unicamente sulle trasposizioni Tv, siamo giunti alla conclusione che la Tataranni non è un Montalbano al femminile, né, tantomeno, femminista. E, probabilmente, sia Camilleri, sia Sironi, se potessero, si farebbero una bella risata su tutta questa faccenda.


Che per affezionare e affezionarsi sia utile fare accostamenti di cuore e di pancia, ne siamo abbastanza certi, ma, almeno in seconda battuta, è bene fare riflessioni più profonde. Innanzitutto la Tataranni è donna. E non è una semplice evidenza, ma una piacevole novità anche per la rete ammiraglia della Rai che, nella sua fiction degli ultimi anni, non ha donne per protagoniste (se escludiamo quelle col velo e i voti perpetui), ma sono come comprimarie, spalle o gregarie atte al lancio di ruoli maschili. La Tataranni è donna, lavoratrice (e che lavoratrice!), moglie, madre e… faticosamente nuora. Tutti ruoli che spiccano a trecentosessanta gradi, alternandosi tra i ritmi della narrazione, che passa piacevolmente dal mistero da risolvere, alle esilaranti peripezie della vita quotidiana. Montalbano non solo è un uomo, ma è interamente circondato da una squadra di collaboratori uomini. Inoltre, come accade generalmente, in molte storie del Maestro le donne hanno ruoli e personalità quasi favolistiche, dalla femme fatale che mette tutti al tappeto, alla giovane innocente siciliana di una volta, col vestitino a fiori e i boccoli neri. Imma, dal canto suo, è moderna, testarda, meticolosa, con una memoria di ferro e un’abilità unica nel seguire e far seguire le regole, senza mai abbassare il capo di fronte alle gerarchie e ai potenti. Mariolina Venezia, la sua mamma letteraria, che, dopo i romanzi, ha contribuito a scrivere anche la sceneggiatura della fiction, si è battuta affinché la trasposizione televisiva della sua Tataranni non la trasformasse in una macchietta, più isteria che intelletto e ci è riuscita alla grande, perché la Tataranni tiene incollati allo schermo. Fa ridere, fa commuovere, fa riflettere. E se te ne perdi qualche dettaglio, hai persino voglia di riguardarla in streaming, perché quel sottile filo conduttore che lega ogni episodio al successivo, praticamente impercettibile in Montalbano, è intrigante e stimolante. Tra un caso e l’altro, Imma sa di essere una madre ingombrante, ma ciò non le impedisce di restare se stessa, invadente, ma anche protettiva. E le occhiate che riserva al giovane e bel carabiniere Calogiuri sono spassose tanto quanto la tenera sintonia che la lega a quel tesoro di marito che ha, Pietro, sempre pronto a mettere pace e freno, ma solo quando serve, alla sua esuberanza.


Imma Tataranni – Sostituto Procuratore è un raffinato e divertente gioco di equilibri, sullo sfondo di una Matera scintillante e cupa nello stesso tempo, e, a coronare questo gran lavoro di fino, c’è il talento di Vanessa Scalera, un volto poco noto sul piccolo schermo Rai che ha decisamente bisogno di facce nuove in questo senso.
Se c’è una cosa che accomuna Salvo Montalbano e Immacolata Tataranni è il senso del dovere e dello Stato, che si può e si deve trasmettere a chi guarda la Tv, anche attraverso le narrazioni di fantasia, e la capacità di entrambi questi personaggi, prestati dalla carta, di aprire uno spaccato sulla complessa e complicata giustizia italiana.

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