Un presunto serial killer, spaventosamente
violento, terrorizza Düsseldorf. Georg Stadler, commissario di grande
esperienza, è deciso a catturarlo e, contro il parere dei superiori, chiede l’aiuto
di Elisabeth Montario, giovane psicologa criminale, nota per aver risolto,
grazie ai suoi profili, una serie di omicidi in cui la polizia brancolava nel
buio. Tra i due nasce un rapporto di forte complicità che li condurrà
nell’abisso della mente di un killer che sembra non volersi fermare davanti a
nulla. Inizia così “Muori con me”,
edito da Giunti, un thriller di Karen Sander.
Quando il doloroso passato di Elisabeth Montario
tornerà a galla, mettendo in pericolo le indagini e la sua stessa vita, Georg Stadler
dovrà mantenere tutta la lucidità necessaria per risolvere un caso che lo metterà
profondamente in discussione, in un crescendo di tensione e colpi di scena.
“Muori con me” è il primo di una serie di romanzi
che ha per protagonisti la coppia Stadler-Montario e che sta entusiasmando il
pubblico tedesco e non solo. Scorrevole, emozionante e coinvolgente, il romanzo
è molto ben costruito, sia per quel che riguarda il mistero da risolvere, sia per
il rapporto tra i protagonisti, profondo e mai banale. Lo stile di Karen Sander
è pulito e semplice, lasciando al lettore lo spazio necessario per entrare in
empatia coi protagonisti, che mostrano un aspetto umano interessante tanto
quanto la soluzione dei delitti. Al contrario di tanti personaggi solitamente
presenti nei thriller, così perfetti da sembrare invincibili, Georg ed
Elisabeth subiscono profonde trasformazioni all’interno della narrazione:
commettono errori, prendono abbagli e si mettono in dubbio, dimostrando che
sono talento, intuito e passione a fare la differenza anche nel loro duro
lavoro.
In attesa che, anche in Italia, vengano tradotti
tutti i successivi libri della serie, non si fatica a immaginare che un romanzo
così avvincente potrebbe facilmente essere adattato per il cinema o per la tv,
con grande soddisfazione di noi lettori che, dopo aver letto i libri, amiamo anche
vedere sullo schermo le storie che ci hanno fatto emozionare.
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