mercoledì 25 settembre 2019

“Prova d’innocenza” di James Patterson con Andrew Gross



Ned Kelly si chiama come il fuorilegge australiano che, nell’Ottocento, tenne col fiato sospeso la colonia britannica di Victoria durante una ribellione, ma in realtà è un bravo ragazzo e ha ben poco a che vedere col suo turbolento omonimo d’oltreoceano.
Infatti Ned, protagonista del nuovo thriller di James Patterson, “Prova d’innocenza”, scritto a quattro mani col collaudato coautore Andrew Gross ed edito da Tre60, è cresciuto a Brockton e ha un passato costellato di cattive amicizie, ma ha cercato di riscattarsi in ogni modo nella vita e, da quando lavora in un lussuoso resort di Palm Beach come tuttofare e bagnino, ha deciso di rigare dritto.
Tuttavia, quando a Ned si presenta l’occasione di mettere a segno il cosiddetto “colpo perfetto”, assieme ai vecchi compagni di merende, non riesce proprio a dire di no, perché da quando ha conosciuto la raffinata e bellissima australiana Tess, e ha ceduto alla passione, vuole che tutto sia perfetto e che la vita continui a sorridergli, anche dal punto di vista economico. Ma quante probabilità ci sono che, proprio nello stesso giorno, il colpo della vita vada storto, tutti gli amici e complici vengano fatti fuori e la donna amata venga assassinata nella vasca da bagno da un brutto ceffo? Ned non può credere a quanto gli sta accadendo: dalle stelle alle stalle in una manciata di ore. Mentre tutto sembra essere contro di lui e l’FBI gli sta alle costole come unico potenziale colpevole, Ned è costretto a ricorrere all’aiuto di Ellie Shurtleff, uno scricciolo di un metro e sessanta con spesse lenti di tartaruga che tutto sembra, fuorché un agente scelto dell’FBI, ma in realtà ha la mira di un cecchino ed è l’unica disposta a credergli e a infrangere qualche regola per aiutarlo.
La capacità di James Patterson, e di tutti i suoi coautori, di teletrasportare letteralmente il lettore nelle città degli U.S.A. in cui ambienta le proprie storie è unica al mondo. Basta leggere l’incipit per sentire il cuore a stelle e strisce. Non a caso è il più venduto di tutti. Coi suoi capitoli brevissimi e lo stile veloce e diretto, quasi come si trattasse di una sceneggiatura, ma anche in grado di digressioni narrative puntuali e mai banali, Patterson riesce a dare vita a personaggi ai quali è facile affezionarsi immediatamente, come quando si guarda un film o una serie Tv. La sua abilità nel focalizzarsi su un genere, senza mai perdere di vista la propria impronta stilistica sempre frizzante e la commistione necessaria a dare corpo alle varie vicende, lo rendono non solo un maestro del thriller, ma anche un autore in grado di spaziare tra molteplici generi, come ha dimostrato dedicandosi alternativamente al rosa e alla letteratura per ragazzi con grandissimo successo su scala mondiale.
L’azione e la tensione, anche erotica, che si innesca tra i due protagonisti, rende la risoluzione del mistero e la ricerca della verità non solo emozionante, ma anche divertente, in una miscela esplosiva che vede bene e male mischiarsi continuamente, fino a cambiare per sempre la vita di Ned ed Ellie.


mercoledì 11 settembre 2019

Tre buone ragioni per… annoiarsi una volta ogni tanto



In un mondo sempre più frenetico, nel quale chi non è continuamente “connesso”, impegnato e, possibilmente, felice ed euforico, rischia di sentirsi isolato e messo da parte, quello di annoiarsi sta diventando quasi un lusso senza prezzo.
Molti esperti, soprattutto per quanto riguarda il mondo dell’infanzia, lo definiscono “diritto alla noia”, affermando che in quel “niente da fare” è celata, in realtà, la scoperta di noi stessi, grandi e piccini, sottratti all’iperstimolo della tecnologia. La “noia”, inoltre, incoraggia la fantasia, la creatività, l’introspezione e, perfino, il problem solving.
Ecco, dunque, le nostre tre buone ragioni per annoiarsi una volta ogni tanto.

1.      Noia come solitudine. Stare soli è difficile e spesso spaventa tutti per i “vuoti emotivi” che rischia di aprire. Ma cerchiamo di guardare il lato positivo: la solitudine è tempo totalmente dedicato a noi stessi e può significare riposo, relax, ma anche stimolo all’autonomia, all’indipendenza e alla capacità di reinventarsi quando necessario.
2.      Noia come fantasia. Nulla come la noia ci permette di vivere il “qui e ora”, lasciandoci trasportare dalla fantasia, senza perdere niente della realtà del presente. E, si sa, l’immaginazione è portatrice di creatività, di nuove idee e di nuovi obiettivi, oltre che di desiderio di infrangere i propri limiti, uscendo dalla propria comfort zone.
3.      Noia come leadership. Chi pensa che annoiarsi sia da sfigati, si prepari a cambiare idea. La prima regola per essere un buon leader è la capacità di saper prendere decisioni e chi è in grado di “mettersi in moto dopo essere stato fermo”, esercitando il proprio libero arbitrio senza timore, sarà più pronto e più coraggioso nel fare altrettanto in contesti di gruppo in cui prendere decisioni significa anche assumersi responsabilità per il benessere altrui.