mercoledì 12 febbraio 2020

“Castigliego e i tormenti del Papa” di Alessandro Maurizi



Non è Dan Brown, ma, per chi ama i gialli ambientati in Vaticano, è perfino meglio. Si tratta dell’ultimo romanzo di Alessandro Maurizi, “Castigliego e i tormenti del Papa”, Fratelli Frilli Editori, una nuova indagine del commissario italo-spagnolo nato dalla penna dell’autore viterbese.
Dopo il successo di “Roma e figli delmale”, la prima indagine di Castigliego che si dipanava in ambienti ecclesiastici sporchi e corrotti, Alessandro Maurizi è salito di livello e ha catapultato il suo affascinante e irriverente commissario direttamente ai piani alti della gerarchia ecclesiastica.
È proprio con gli ambienti pontifici che Castigliego si ritrova ad avere a che fare questa volta, nel cuore pulsante del Vaticano, durante un conclave segnato da omicidi e fatti di sangue che elegge un pontefice terrorizzato da quanto sta accadendo e che prende il nome di Celestino VI. Probabilmente un omaggio a Dante, per chi ricorda il Celestino V collocato tra gli ignavi infernali dal Sommo Poeta, a causa del cosiddetto gran rifiuto. Celestino VI si ritroverà invischiato nell’avvelenamento di un cardinale durante il conclave, un misterioso incidente che solo Castigliego potrà risolvere.
Il commissario inizierà la sua indagine partendo dalla morte di Freitas, una giornalista indipendente che, grazie a un appunto inquietante trovato tra le sue carte, lo metterà inconsapevolmente sulla strada giusta. Si tratta di una sola misteriosa parola: Sheol. Nell’Antico Testamento, come spiegherà a Castigliego l’amico arcivescovo Delfo Furesi, Sheol è il luogo terrificante e oscuro in cui Dio minaccia di imprigionare gli uomini, senza distinzione alcuna per le loro azioni, buone o cattive.
Un omicidio dopo l’altro, il commissario Castigliego, sempre seguito dalla sua squadra e da un nuovo istrionico aiutante, ma fondamentalmente solo e solitario, si inoltrerà in un’indagine ancora più complessa della precedente, destinata a scoperchiare porte che danno sull’abisso più oscuro, sul quale nessuno vorrebbe affacciarsi.
Alessandro Maurizi è tornato a deliziare i lettori con una nuova avventura del commissario Castigliego che lo candida, sempre più, a essere potenziale protagonista del piccolo schermo, magari con una serie proprio a lui dedicata. Alcuni capitoli e alcune pagine di questo nuovo noir, che strizza sempre più l’occhio al thriller, sembrano scritte apposta per diventare le scene di una sceneggiatura. Lo stesso Castigliego, protagonista indiscusso, ma non invadente sulla solidità della storia in sé, ha decisamente il phisique du role per diventare un grande commissario televisivo: ribelle, ma anche rigoroso. Lasciando da parte queste considerazioni, Alessandro Maurizi ha la capacità di intrecciare reti di personaggi e situazioni in modo magistrale e originale nello stesso tempo, incontrando i gusti di più tipi di lettori e rendendo vividi e verosimili ambienti che hanno fatto grandi altri autori, spesso meno ferrati di lui. Per chi conosce Roma, il Vaticano, la storia e la cronaca di questi luoghi, è quasi come sentirsi a casa. Mentre, per chi è lontano da questi ambienti, è come entrare dalla porta di servizio e diventare protagonisti assoluti della scena, semplicemente leggendo.
Il vero mistero, adesso, è dove si svolgerà la prossima indagine di Castigliego? L’immancabile gatto Salgado, muto testimone di tutte le avventure del commissario dal sangue ispanico e suo unico vero amico, cosa ne penserà? Ma soprattutto, quanto durerà l’attesa per noi lettori, ormai strettamente dipendenti?