venerdì 27 luglio 2018

“Nightcrawler. Lo sciacallo” Quali sono i confini dell’informazione?



Lo smilzo e caparbio Lou è in cerca di una professione che gli dia il massimo successo, col minimo sforzo: se lo ripete tutte le mattine, mentre si guarda allo specchio del bagno del suo appartamento. Una notte, mentre sta commettendo uno dei suoi piccoli furti, assiste a un incidente stradale e osserva il lavoro di un operatore che riprende tutto con la sua telecamera e fornisce le immagini al notiziario del mattino. Colpito dalle potenzialità di quell’insolito mestiere, Lou acquista una telecamera e una radio sintonizzata sulle frequenze della polizia e inizia a intercettarne le comunicazioni e a recarsi sui luoghi delle rapine e dei delitti per riprendere le scene del crimine e vendere i servizi a caro prezzo ai vari Network televisivi, facendo spietata concorrenza agli altri operatori. Le sue immagini crude e sempre in prima linea sono le più richieste, tanto che Lou può perfino permettersi di assumere un dipendente non troppo portato per il mestiere e stringe una burrascosa relazione con Nina, la responsabile del notiziario di un’importante emittente televisiva.


Ma fino a che punto sarà disposto a spingersi Lou pur di fare affari sul dolore e sulla brutalità altrui? Qual è il confine tra informazione e manipolazione? È proprio quando sembra che tutto stia per precipitare che lo sciacallo inizia ad annusare la preda ferita e aspetta il momento di agire correndo meno rischi possibile…
A vestire i panni di Lou nel film “Nightcrawler. Lo sciacallo” è Jake Gyllenhaal, uno degli attori più amati del momento, dimagrito oltre dieci chili per l’occasione e acclamato da pubblico e critica per la grinta con cui ha affrontato questo ruolo complesso. Il volto inquietante, il tono di voce mellifluo e il comportamento senza scrupoli fanno di Lou uno dei personaggi più riusciti e emblematici degli ultimi anni, immagine di un’informazione deviata e soggiogata da interessi che hanno poco a che vedere col senso civico e la deontologia professionale.


Il senso di straniamento e di disgusto verso le azioni del protagonista, antagonista di se stesso, sono tali, che lo spettatore cova un profondo desiderio di rivalsa fino alle ultime scene, sentendosi esso stesso vittima di un sistema corrotto dal quale non c’è via di fuga. Il ritmo incalzante e i dialoghi taglienti di questa pellicola di grande qualità, prima prova di scrittura per Dan Gilroy, hanno portato al regista statunitense una meritata Nomination all’Oscar per la Migliore Sceneggiatura Originale. Una storia imperdibile per chiunque si domandi qual è il limite tra vero e verosimile


giovedì 26 luglio 2018

“Christmas in Paris” di Viola Spring. Un imperdibile Pink Books



Sarà il cocktail che ha appena bevuto, o le turbolenze che stanno facendo traballare tutto l’abitacolo, ma Charlotte Blake, una giovane illustratrice di libri per bambini, la cui carriera è stata stroncata da un critico nient’affatto obiettivo, si sente parecchio confusa. Il volo che, da New York, la sta portando a Parigi per passare il Natale con la zia Georgie, la quale ha appena rilevato una piccola libreria a Montmartre, si sta rivelando più difficile del previsto. E come si permette quell’invadente, ma affascinante vicino di posto di prendersi tanta confidenza, dichiarandole che quella di fare una sorpresa a Pierre, il fidanzato che non vede da mesi, non si è rivelerà un’idea così brillante? Charlotte è davvero indispettita, soprattutto perché lo sconosciuto ha detto che il suo nome gli suona stranamente familiare…
Inizia così “Christmas in Paris” di Viola Spring, una travolgente commedia romantica caratterizzata dalla delicata atmosfera natalizia imperdibile per tutti coloro che, anche d’estate, non possono fare a meno di pensare alle Feste, e ambientata in una Parigi da favola, dove davvero tutto può succedere. Si tratta del primo racconto lungo che ha inaugurato una nuova serie only digital: i Pink Books, storie divertenti, tenere e brillanti targate Pink Magazine Italia che hanno tinto di rosa le letture di molti negli ultimi anni.
Col suo stile scorrevole e veloce, Viola Spring ci regala una storia che ha le carte in regola per essere letta tutta d’un fiato non solo sotto l’albero di Natale, grazie ai dialoghi serrati e alle descrizioni coinvolgenti. Un racconto delizioso che vi farà innamorare sin dalle prime pagine!


mercoledì 25 luglio 2018

“Terra ferma” di Matilde Asensi. Il romanzo storico secondo l’autrice spagnola



Catilina Solìs è una giovane assennata e coraggiosa che, dopo essere rimasta orfana e unica discendente di una ricca famiglia ormai in decadenza nella Spagna del Cinquecento, viene fatta imbarcare per le Americhe per raggiungere il suo novello sposo, un uomo ritardato e deforme che le è stato fatto sposare per procura solo per garantire ai suoi nuovi parenti una stirpe sana. Durante la traversata del Mar dei Caraibi, tuttavia, la nave in cui si trova Catilina viene assaltata dai pirati inglesi e la giovane, travestitasi da uomo, riesce a salvarsi miracolosamente, approdando su un’isola deserta. Dopo molti giorni di solitudine, certa che il suo destino sia ormai segnato, Catilina viene messa in salvo dal Capitano Esteban che guida una ricca fregata e si rende conto immediatamente che, sotto alle vesti maschili che la nascondono, si cela una fanciulla. Esteban, che conosce sia la famiglia di origine di Catilina, sia il suo sposo, per sottrarla a un futuro difficile, le propone di mantenere il travestimento e di presentarsi come il suo figlio illegittimo sotto il nome di Martin Navares, per conquistarsi la propria indipendenza. È così che Catilina, costretta a rinunciare alla propria femminilità, assume una nuova identità che l’accompagnerà per molto tempo, un’avventura dopo l’altra.
Se avete amato “L’ultimo Catone”, non potete perdere “Terra Ferma”, BUR Rizzoli, il primo romanzo di una fortunata trilogia dell’autrice spagnola Matilde Asensi, che ha per protagonista Catilina, una giovane eroina costretta a vestire i panni maschili di Martin nel ricordo del fratello perduto, per andare incontro al proprio destino. Ciò che colpisce dello stile impeccabile di Matilde Asensi, scrittrice molto amata da tutti gli appassionati di romanzo storico, è la delicatezza e la meticolosità con la quale entra nei sentimenti dei personaggi, senza mai essere banale, mantenendo un registro elegante e ricercato, ma anche leggero e piacevole. Il personaggio di Catilina, costretta a rinunciare alla propria femminilità per seguire i propri valori, ricorda l’indomito coraggio de “La Papessa” di Donna Woolfolk Cross, romanzo dal quale è stato tratto l’omonimo film per il cinema, ma anche la fragilità di molte protagoniste della letteratura per ragazzi del secolo scorso che hanno celato dietro maschere e travestimenti la propria vera personalità.
Un romanzo scorrevole e coinvolgente, adatto a tutte le età e imperdibile per tutti coloro che amano viaggiare per i sette mari, nel tempo e nello spazio, tra pirati e battaglie sul filo delle lame insanguinate.


martedì 24 luglio 2018

“Loro chi?”. Fino a che punto è disposto a spingersi un aspirante scrittore?



David ha trentasei anni e sembra ormai aver accantonato il suo sogno di bambino di diventare un grande scrittore. Dopo varie vicissitudini in campo professionale, infatti, quello stesso talento nella comunicazione che gli aveva fatto credere di poter diventare un buon autore, lo ha portato a lavorare più o meno stabilmente per una grande azienda, che gli affida vari progetti. Proprio mentre sta per ottenere dal suo capo una promozione, però, David si imbatte in Marcello, un abilissimo truffatore, che porta scompiglio nella sua vita, facendogli perdere il lavoro e perfino la fidanzata.
David allora, disperato e senza più nessuna prospettiva, è costretto a rivolgersi allo stesso Marcello che gli mostrerà il brivido che si cela dietro al mondo della truffa. Tra peripezie e travestimenti, le nuove avventure di David prenderanno forma in un avvincente romanzo che, nonostante tutto, sembra far gola a un grande editore, ma siamo proprio sicuri che sia finita qui…?


Da “Totòtruffa ’62”, a “The Italian Job”, passando per “Il genio della truffa” e “Now you see me”, il cinema italiano e internazionale ha sempre raccontato e, in un certo senso, esaltato la figura del truffatore trasformista, brillante e senza scrupoli, in grado, proprio come un Robin Hood dei nostri tempi, di ingannare i ricchi per dare ai poveri, senza dimenticare di tenersi stretta la sua parte. “Loro
chi?” è una divertente commedia italiana diretta da Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci e interpretata da Edoardo Leo, nei panni del sognatore David, e da Marco Giallini, che veste quelli dell’esilarante Marcello. Il tema di fondo dell’intreccio riguarda, senza dubbio, il coraggio di seguire i propri sogni, anche a costo di spingersi oltre il comunemente lecito. La regia e la sceneggiatura, ben
scritta e ricca di colpi di scena, ci accompagnano piacevolmente in un continuo botta e risposta tra David-Leo e Marcello-Giallini, che esalta tutte le qualità di due attori di grande talento. Una pellicola
spassosa che vi farà morire dal ridere fino ai titoli di coda!


lunedì 23 luglio 2018

“Maestra” di Lisa Hilton. Storia di un caso editoriale



Judith Rashleigh è la volenterosa assistente di una casa d’aste londinese ed è la controversa protagonista di “Maestra” di Lisa Hilton, edito da Longanesi. La passione per l’arte di Judith è nata quando era poco più di una ragazzina e lei ha studiato con impegno per trasformarla in una professione, lasciando il sobborgo di Liverpool in cui è cresciuta e laureandosi a pieni voti nelle università più quotate grazie ad alcune borse di studio. I suoi datori di lavoro, tuttavia, non la prendono sul serio e, quando a causa di un dipinto giudicato in maniera controversa, Judith perde ingiustamente il suo posto di lavoro, un lato nascosto della sua vita prende il sopravvento. Nessuno, infatti, lo ha mai immaginato, ma Judith, per arrotondare lo stipendio, ha iniziato a lavorare da qualche mese in un esclusivo champagne bar per soli uomini, dove è ammirata unicamente per la sua bellezza e la sua classe nel portare avanti il compito di tenere compagnia, con garbo e discrezione, agli uomini più ricchi d’Inghilterra. Ma Judith non è solo incredibilmente affascinante: è intelligente, colta e ambiziosa e l’ingiustizia che subisce la porta a confrontarsi con realtà inaspettate in giro per il mondo, nelle quali ricchezza e potere governano il cuore e la mente degli uomini e dove il sesso e l’avvenenza sono il mezzo per raggiungere ogni risultato. Guidata dalla rabbia, dall’astuzia e dalla voglia di riscatto, Judith si metterà alla prova, spingendosi ben oltre i suoi limiti, là dove perfino la violenza e l’omicidio sembrano giustificare il desiderio di vendetta.
Per aggiudicarsi i diritti di “Maestra”, il romanzo d’esordio della giornalista e critica d’arte inglese Lisa Hilton, Longanesi ha fatto davvero carte false e, come sempre, ci ha visto lungo. Diventato oggi una saga che è proseguita con “Domina” e si concluderà dopo l’estate con “Ultima”, questo romanzo è stato un vero e proprio caso editoriale. In cima alle classifiche di oltre trentotto Paesi in tutto il mondo per settimane, questo thriller erotico, dallo stile deciso e graffiante, ha letteralmente stregato i lettori appassionati del genere, tanto che la Columbia Pictures ha annunciato già da tempo che lo porterà ben presto sul grande schermo. Al di là dei polpettoni erotici che, con ben poca azione e forse ancor meno merito, hanno mandato in visibilio milioni di lettrici, questo romanzo segna finalmente una svolta. La qualità dello stile, della struttura narrativa e dell’introspezione dei personaggi sono tornati a livelli ben più alti, coniugando sapientemente un pizzico di erotismo mai banale, con la tensione del thriller metropolitano e la profondità di una protagonista che non è affatto una sprovveduta, ma riesce a fare della sua intelligenza e della sua furbizia le armi che le consentiranno di mettere in secondo piano perfino la sua indiscussa bellezza. Un romanzo originale, sorprendente e ricco di colpi di scena, dove l’arte e la determinazione femminile sono le vere protagoniste, all’insegna di un’estate bollente.


venerdì 20 luglio 2018

“The Young Victoria”. La giovinezza di una grande Regina



Quando, nel 1837, Victoria viene incoronata Regina di Gran Bretagna e Irlanda ha appena compito diciotto anni, ma è già una giovane piuttosto assennata. È proprio la sua vita di donna e di regina che viene raccontata nel film “The Young Victoria”.
Dopo un’infanzia difficile, trascorsa in completo isolamento a causa delle morbose attenzioni di una madre troppo ansiosa e del suo dispotico amministratore, Sir John Conroy, l’ascesa al trono per Victoria è quasi una rinascita. Una volta trasferitasi a Buckingham Palace, infatti, la giovane Regina dà vita a uno dei regni più lunghi della storia del Regno Unito, caratterizzato da grande benessere e dall’espansione dell’Impero in nuovi territori. Il desiderio di autonomia e indipendenza, tuttavia, non esentano la Sovrana da errori e ingenuità. Non è sempre facile, per Victoria, riuscire a riconoscere di chi possa realmente fidarsi, come fa col Primo Ministro Lord Melbourne, il quale ha una grande influenza su di lei, ancora politicamente inesperta. Fortunatamente ad aiutarla a destreggiarsi tra gli inganni di Corte c’è soprattutto il Principe Alberto che, grazie a un’affettuosa corrispondenza, è sempre accanto alla coraggiosa Regina. A due anni dal loro primo incontro, Victoria vorrebbe lasciarsi andare al sentimento che prova per lui, ma è combattuta, tanto è assorbita dal suo ruolo di sovrana. Il matrimonio finirà per distrarla dal suo incarico di governo o le darà finalmente la sicurezza che sta cercando? Stavolta è proprio il trono dell’amore a richiedere perfino più coraggio di quello dell’Impero più potente del Mondo.    


“The Young Victoria” è un film diretto da Jean-Marc Vallée, prodotto da Martin Scorsese e interpretato da Emily Blunt, nei panni della giovane Victoria, e da Rupert Friend, nel ruolo del Principe Alberto. Nonostante si tratti di una pellicola piuttosto fedele a ciò che si conosce dei primi anni di regno di una delle Sovrane più amate d’Inghilterra, la volontà degli sceneggiatori di porre l’accento sulla vita emotiva e sentimentale della giovane Victoria ha fatto storcere il naso a molti, spaccando in due la critica. L’apice del tentativo di romanzare la storia d’amore, comunque piuttosto sincera, tra Victoria e Alberto, si raggiunge quando il Principe, per proteggere la regina da un agguato, viene ferito da un colpo di pistola di un dissidente. Nella realtà storica il Principe non venne affatto ferito, ma, si pose realmente a difesa della giovane moglie, mentre le sparavano addosso.
La ricostruzione degli ambienti e del cerimoniale, tuttavia, è estremamente accurata e la recitazione, sicura e convincente, rende questo film estremamente interessante e assolutamente imperdibile per tutti i romantici amanti delle pellicole in costume.


giovedì 19 luglio 2018

“84, Charing Cross Road”. Quando l’amicizia non ha confini



Helene Hanff, una brillante scrittrice americana che vive a New York, è alla disperata ricerca di alcune edizioni particolari di classici inglesi. Entrata casualmente in contatto con una piccola libreria antiquaria di Londra, situata al numero 84 di Charing Cross Road, Helene inizia una fitta corrispondenza con Frank Doel, il titolare della libreria, stringendo con lui un tenero e sincero rapporto di amicizia che supererà le formalità dei contatti tra libraio e cliente e durerà per più di vent’anni. Oltre all’amore per la letteratura, Frank e Helene condivideranno conversazioni su tutto ciò che sta accadendo nei loro Paesi, dalla politica americana, all’incoronazione di Elisabetta II, passando per gli auguri di compleanno, i regali di natale e i pacchi di alimenti inviati per compensare la scarsità di viveri nell’Inghilterra del dopoguerra. Dopo quasi vent’anni di amicizia epistolare, Helene propone all’amico di incontrarsi, ma il destino si metterà di traverso.
“84, Charing Cross Road” è un toccante film del 1987, diretto da David Hugh Jones e magistralmente interpretato da Anne Bancroft, nei panni di Helene, e da Anthony Hopkins nel ruolo di Frank. Il film è tratto dal libro, pubblicato nel 1970, dalla vera Helene Hanff e che raccoglie la reale corrispondenza avuta dall’autrice, tra il 1949 e il 1969, col libraio inglese Frank Doel, stroncato prematuramente da una peritonite che non gli permise di incontrare mai di persona l’amica di una vita e che causò la chiusura della storica libreria. La Hanff riuscì a visitare il numero 84 di Charing Cross Road soltanto un paio di anni più tardi, quando il negozio era ormai vuoto. Solo dopo che il film ebbe portato all’attenzione di tutti questa commovente amicizia epistolare, una targa commemorativa venne apposta nella vecchia sede della libreria.


Di studiata lentezza, cadenzata, in molti punti, dalla voce dei protagonisti che leggono stralci delle rispettive missive, mentre, sullo schermo, scorrono le immagini delle vite di entrambi, questa pellicola fa rivivere non solo le emozioni di un periodo storico non troppo lontano e di grande fermento, ma anche le sensazioni di un’epoca nella quale intrecciare rapporti di amicizia a distanza richiedeva una lealtà e una pazienza che oggi, che dovrebbe essere più semplice, si sono perdute tra le connessioni della ragnatela virtuale che tutto unisce e divide con la stessa superficialità. Un film commovente, ma onesto, come solo le storie vere sanno essere, che racconta una società dove i legami autentici non avevano confini, anche senza l’aiuto dei Social Network.


mercoledì 18 luglio 2018

“The Help”. Le donne della segregazione razziale negli U.S.A.



Estate 1963, Jackson, Mississippi. Miss Skeeter Phelan è una giovane donna decisamente fuori dal comune che, dopo il College, torna a casa dei genitori, nella sua cittadina d’origine. Al contrario delle sue coetanee, totalmente dedite al matrimonio e ai figli, Skeeter sogna di diventare giornalista e scrittrice e, mentre tenta di prendere contatti con un grande editore di New York, accetta di curare una rubrica di economia domestica sul piccolo quotidiano locale, barcamenandosi tra le attenzioni di una madre malata, che vuole vederla al più presto moglie, e i capricci delle amiche d’infanzia, tra le quali spicca la perfida Hilly Holbrook.  Inizia così “The Help”, il film tratto dal libro bestseller di Kathryn Stockett.
Quando la strada di Skeeter si incrocia con quella di Aibileen e Minny, due cameriere di colore a servizio dalle sue amiche e continuamente vessate dalle iniziative discriminatorie delle loro signore, l’aspirante scrittrice ha un’idea geniale. In un momento storico di grande cambiamento, la provincia americana è ancora profondamente caratterizzata da segregazione e razzismo, soprattutto negli stati del sud, dove molte donne afroamericane lavorano come domestiche presso le famiglie dei bianchi, subendo brucianti umiliazioni, come quella di non poter utilizzare il bagno dei padroni. Skeeter, dunque, sentendosi personalmente toccata da queste vicende, pensa che possa essere interessante e originale scrivere un libro di interviste che racconti la condizione di queste donne, costrette a crescere i bambini bianchi che, una volta adulti, diventeranno i loro datori di lavoro. Per fare ciò, la ragazza chiederà l’aiuto di Aibileen e Minny, entrambe segnate da storie fortemente toccanti, ma unite come sorelle, nonostante siano molto diverse. Armata di coraggio e incoscienza, Skeeter porterà avanti il suo progetto, sostenuta dall’energia di Aibileen e Minny, mettendo a rischio tutti i suoi privilegi, pur di dimostrare a se stessa e agli altri che perfino un sogno può riuscire a cambiare le cose.


“The Help” è un film profondamente intenso e commovente sull’importanza dell’amicizia e dell’eguaglianza, interpretato da un cast eccezionale: Emma Stone, Viola Davis e Octavia Spencer, premio Oscar come miglior attrice non protagonista, e diretto da Tate Taylor. Impregnato di un rassicurante senso fiducia e di speranza, nonostante le difficoltà, e impreziosito da una fotografia colorata e vibrante, “The Help” è ben più di un film sulla segregazione razziale ricco di spunti di riflessione. La storia, infatti, interamente declinata al femminile, è sorprendentemente moderna e attuale, grazie anche a quel pizzico di umorismo che non ne intacca minimamente la credibilità storica. Una pellicola irresistibile, da vedere e rivedere a tutte le età.


martedì 17 luglio 2018

“Shirley” di Charlotte Brontë. Non solo un romanzo sociale



Inizi Ottocento, l’Inghilterra, in guerra con la Francia di Napoleone, sembra sull’orlo della sconfitta e l’economia industriale del Paese, dilaniato dalle lotte operaie, ne risente. Shirley Keeldar, una giovane e caparbia ereditiera, si trasferisce in un villaggio dello Yorkshire dove ha ricevuto un cospicuo lascito che l’ha resa una donna ricca e, ben presto, fa amicizia con l’orfana Caroline Helston, timida e dolce, praticamente il suo opposto. Caroline, che vive con un dispotico zio, è innamorata di Robert Moore, un imprenditore indebitato fino al collo, burbero e spietato coi suoi dipendenti, pur di rimettere in sesto le finanze della sua famiglia. E così, mentre Caroline, riservata e con poca fiducia in sé stessa, cerca di mettere da parte i suoi sentimenti per Robert, Shirley, fiera e brillante, deve difendersi da chi la vorrebbe in sposa solo per il suo patrimonio, fino a un epilogo piuttosto sorprendente.
Secondo romanzo, dopo “Jane Eyre”, “Shirley” eleva definitivamente Charlotte Brontë fino all’Olimpo delle giovani autrici inglesi più amate dal grande pubblico anche oggi, accanto a scrittrici come la Austen o la Gaskell, con le quali, di certo, non teme il confronto. Questo romanzo, poco conosciuto in Italia, dove è stato ripubblicato da Fazi Editore, è, in realtà, da sempre molto apprezzato in ambito anglosassone, non solo per la capacità dell’autrice di intrecciare le vicende umane, che coinvolgono i protagonisti, con una raffinata ricostruzione storico sociale, che è vivida e molto sentita dai vari personaggi, ma anche per la spontaneità dei dialoghi e lo spessore delle due eroine protagoniste. In effetti è difficile comprendere come mai, tra le due, la Brontë abbia deciso di omaggiare solo Shirley, utilizzando il suo nome come titolo, visto che la delicata e pura Caroline è protagonista tanto quanto lei, soprattutto nella prima metà del romanzo. Solo alla fine, infatti, si comprende l’importanza del personaggio di Shriley, apparentemente forte e imperturbabile, femminista ante litteram, eppure libera da ogni pregiudizio e limpida nell’esprimere i propri sentimenti, dall’amicizia, all’amore.
Bisogna ammettere che la lettura, per quanto emozionante e scorrevole, subisce delle battute d’arresto in alcuni punti, ma, a tenere sempre vivo l’interesse del lettore è soprattutto il rapporto tra le due protagoniste, sinceramente amiche e confidenti, nonostante siano così diverse, il riflesso l’una dell’altra, in un mondo pieno di uomini spesso incapaci di ascoltare il proprio cuore. Del resto è proprio grazie a questo romanzo che il nome Shirley passa definitivamente, dall’essere un nome esclusivamente maschile, a tipicamente femminile. Un motivo deve pur esserci.


lunedì 16 luglio 2018

“L’avvocato canaglia” di John Grisham. Il lato oscuro della Giustizia



Sebastian Rudd, di professione avvocato, è un’autentica canaglia. Difende i peggiori criminali che si siano mai visti e non solo: tutti i casi disperati, dai quali qualsiasi avvocato che voglia una carriera decente si tiene alla larga, finiscono nel suo ufficio. O meglio, all’interno del furgone, blindato e dotato di ogni comfort, che Rudd usa come ufficio, sempre accompagnato dal suo fedele confidente e guardia del corpo, una specie di gigante buono, che ha ribattezzato “Partner”. In effetti, nessun avvocato più di lui ha bisogno di qualcuno che lo difenda, dato che, avendo a che fare con una certa clientela, rischia la pelle ogni giorno. Tuttavia Rudd spesso si domanda chi, oltre ai suoi stessi clienti, potrebbe sentire la sua mancanza. Di certo non la sua ex moglie, che non smette mai di creargli guai, né il figlio piccolo, che vede e conosce ben poco. Sebastian Rudd è un solitario che fa il lavoro sporco: odia le ingiustizie e ritiene che chiunque abbia diritto a un giusto processo, quindi non si preoccupa di sporcarsi le mani, pur di seguire il suo istinto e le sue intuizioni, a costo di schierarsi apertamente contro il sistema.
In questo romanzo di John Grisham, dal titolo “L’avvocato canaglia”, edito da Mondadori, a parlare in prima persona è lo stesso protagonista, che racconta, con grande estro, alcuni tra i più controversi casi dei quali si è occupato. “La strada della giustizia è disseminata di ostacoli e mine, molti dei quali piazzati dagli stessi uomini e donne che affermano di voler perseguire la giustizia”, afferma Grisham attraverso il suo personaggio, Sebastian Rudd che è, senza dubbio, uno dei più riusciti della sua carriera letteraria. Graffiante, spregiudicato, scaltro, Rudd è un vero anticonformista nella vita privata e nel lavoro, che non si trincera dietro a nessuna convenzione sociale dei nostri tempi. Nella costruzione dei casi che impegnano il suo avvocato canaglia, Grisham attinge a piene mani tanto dal cinema, quanto dalla cronaca, ma non si sottrae dall’esprimere anche il suo punto di vista, cogliendo l’occasione per fare un’analisi lucida e a tratti spietata della nostra società e del sistema giudiziario statunitense, spesso approssimativo e gestito da amministratori mediocri.
Lo stile è fluido, scorrevole e incisivo, come già l’autore, maestro del legal thriller, ci ha abituati, romanzo dopo romanzo, ma la struttura, che, in questo libro, prevede, in ogni capitolo, il vero e proprio racconto di un caso diverso, è interessante e insolita, rendendo la narrazione meno incalzante, ma ugualmente coinvolgente. Un thriller da divorare e da regalare a tutti gli appassionati del genere e non solo!


venerdì 13 luglio 2018

“L’assassino della porta accanto” di Manuela Dicati. Romantic Suspense Made in Italy



Michela Bellani, una talentuosa Chef che gestisce un piccolo ristorante nel cuore di Firenze, assieme all’amica Chiara, si è appena trasferita nel suo nuovo appartamento. Una notte qualcuno si introduce furtivamente in casa sua, ma il tempestivo intervento di Gabriele Vittori, affascinante Ispettore di Polizia e dirimpettaio di Michela, riesce a mettere in fuga l’intruso. La ragazza sporge denuncia, ma quello strano episodio sembra essere solo il primo di una serie di sfortunati eventi che mettono in pericolo l’incolumità stessa di Michela. Possibile che si tratti solo di coincidenze? Nel frattempo lo scontroso e irritante Ispettore ha fatto breccia nel cuore della giovane Chef: riusciranno i due a far luce sul misterioso disegno che condiziona le loro vite, proteggendo il sentimento che li unisce? Bisogna dirlo: non sono molte le autrici italiane che si cimentano efficacemente nel cosiddetto romantic suspense, un genere molto in voga oltreoceano, che unisce l’amore e il mistero.
“L’assassino della porta accanto”, edito da Newton Compton, consacra l’autrice, Manuela Dicati, come una nuova e promettente firma del genere.
L’intreccio è piuttosto bilanciato e lo stile, semplice e diretto, fa di questo romanzo una lettura davvero piacevole, soprattutto per coloro che amano il giallo, ma non vogliono rinunciare a un pizzico di sentimento qua e là. La psicologia dei personaggi inizialmente può sembrare ordinaria e mediocre, ma viene sottilmente approfondita nel corso della narrazione, man mano che il mistero mette alla prova i protagonisti, sconvolgendo le loro vite. Le pagine d’azione sono convincenti tanto quanto quelle d’amore e il ritmo è piuttosto incalzante. I colpi di scena e l’ambientazione totalmente italiana, in una grande città d’arte come Firenze, sono i punti di forza di un libro che ci auguriamo sia solo il primo di una lunga serie per un’autrice che, dall’autopubblicazione, è meritatamente approdata alla grande editoria.


giovedì 12 luglio 2018

“Golden Girl” di Candace Bushnell. Dall’autrice di “Sex and the City”



Pandy Wallis non ne può più di Monica, la ragazza d’oro che ha conquistato New York e che tutte vorrebbero imitare, ma la sua idea di “ucciderla” non piace affatto al suo editore. Sì, perché Pandy Wallis è la scrittrice che ha creato la bellissima Monica, le cui avventure incantano milioni di lettrici, tanto da essere sbarcate perfino sul grande schermo, grazie al volto dell’attrice SondraBeth.
Pandy si sente a un punto di svolta nella sua vita, ha divorziato da poco dal marito Johnny e si sta cimentando in un nuovo romanzo senza grande successo: da qui prende avvio, in un lungo ed esilarante flashback, il racconto di come è nata Monica, del successo di Pandy, dell’amicizia con SondraBeth, della spasmodica ricerca dell’amore vero tutta al femminile e di quanto sia entusiasmante e snervante, al tempo stesso, confrontarsi con un alter ego su tacco dodici, che guarda Pandy dall’alto in basso, nonostante sia stata lei stessa a crearlo.
“Golden Girl”, edito da Piemme, è un’imperdibile prova letteraria di Candace Bushnell, l’autrice di “Sex and the City” e il suo titolo originale è Killing Monica. È un romanzo sull’amicizia e, come di consueto, sulla forza e la fragilità delle donne di oggi, che non hanno nulla da dimostrare a nessuno, se non a loro stesse.


Di sicuro replicare il successo mondiale di Carrie & Company sarà difficile, forse impossibile, ma, una volta provata la Bushnell, è praticamente impossibile non leggerla di nuovo, anche solo per tornare a respirare quell’aria acre e frizzante tutta newyorkese, che solo lei riesce a creare col suo stile pungente e incisivo.
La struttura del romanzo è davvero sorprendente, con un inizio insolito e poi la lunga analessi, tra un colpo di scena e l’altro, fino all’epilogo per nulla scontato. I personaggi sono graffianti e spassosi, delineati alla perfezione in tutte le loro debolezze più assurde, grazie a dialoghi al vetriolo, così vividi che sembra quasi di ascoltarli dalla viva voce dei protagonisti. Il dorato mondo dell’editoria, del cinema e della moda, dove tutti sono apparentemente invincibili, non è poi così allettante, se non è possibile essere sé stessi fino in fondo e Pandy se ne renderà conto ben presto, quando l’amore, l’amicizia, la voglia di successo e tutte le persone più importanti della sua vita saranno messe in discussione. Ma nulla è perduto per chi è guidato dalla voglia di vivere una vita piena e non ha intenzione di fermarsi davanti a niente. Siamo pur sempre a New York, la città dove tutto è possibile!


mercoledì 11 luglio 2018

Wilkie Collins, il padre del poliziesco moderno



Oltremanica lo considerano uno degli autori più importanti dell’età vittoriana, nel Bel Paese lo si studia a malapena a scuola e solo recentemente è stato ritradotto e ripubblicato, in particolare da Fazi: si tratta di Wilkie Collins, classe 1824, Londinese DOC e uno degli scrittori più prolifici dell’Ottocento, tanto che è considerato uno dei padri del poliziesco moderno, assieme a Edgar Allan Poe e a Sir Arthur Conan Doyle. Il giovane Collins è un ragazzo brillante che si distacca decisamente dalle orme del padre, un noto paesaggista dell’epoca, laureandosi in legge e diventando avvocato, professione che non eserciterà mai, ma la cui conoscenza sarà fondamentale nella sua carriera letteraria.
Wilkie Collins scrive venticinque romanzi, più di cinquanta racconti e circa quindici opere teatrali. La grandezza di questo autore sta nell’aver contribuito a fondare alcuni generi letterari di intrattenimento molto amati anche oggi, dal sensation al crime novel, dall’horror con contaminazioni gotiche e romantiche, fino al poliziesco classico a tratti arricchito anche da elementi paranormali. La capacità di Collins di caratterizzare sottilmente i personaggi, attraverso un ritratto psicologico realistico e credibile, unita alla creazione di intrecci originali e ingegnosi, tra sentimento e mistero, non ha uguali nell’Ottocento, fatta eccezione, naturalmente, per il suo grande amico Charles Dickens, che appoggiò fortemente il giovane Wilkie, pubblicando molte delle sue opere a puntate nelle riviste da lui gestite e dando vita a un sodalizio letterario di grande fascino.
I titoli di maggior successo, soprattutto di pubblico, ma meno di critica, sono La donna in bianco, Senza nome e La pietra di luna, romanzi avvincenti, dalle strutture solide e che utilizzano tecniche narrative estremamente moderne, come il continuo alternarsi dei punti di vista dei vari personaggi e la puntualità delle descrizioni, mai fini a se stesse, caratteristiche che rendono queste opere quanto mai attuali. L’unica circostanza che ha contribuito a frenare la grande produzione di Collins è stata la sua salute precaria, la sua dipendenza da oppio e da laudano e la sua vita sentimentale travagliata e intensa, che lo ha portato a mantenere praticamente due famiglie, generando grande curiosità per la sua figura.
Dopo la sua morte, il successo di Wilkie Collins diminuisce, lasciando spazio a Dickens e agli altri autori dell’epoca. Solo ultimamente, anche in Italia, grazie a una rivalutazione della critica, Collins sta vivendo una nuova epoca d’oro ed è preso ad esempio da molti giovani autori, desiderosi di seguire le sue orme, soprattutto nel poliziesco. E noi siamo certi che ogni aspirante autore di gialli, e non solo, debba saggiamente prendere confidenza con le opere di Collins e studiarne attentamente la struttura, sperando di carpirne i segreti. Perché, una volta iniziato, è impossibile smettere di leggere Wilkie Collins.


martedì 10 luglio 2018

“Un lungo fatale ultimo addio” di Velonero. Un bestseller della rete



Londra, 1819. Valéry Campbell è una giovane di origini nobili, assennata e di rara bellezza che, per mantenersi, fa l’istitutrice in un collegio femminile. Quando, una sera come tante, viene avvertita che suo padre sta finendo di sperperare al gioco ciò che resta della fortuna di famiglia, non esita a raggiungerlo nella bisca di Lady Venom, per impedirgli di distruggere per sempre il suo futuro. Sir Arthur Campbell, però, ha già perso tutto e, dopo aver tentato di “cedere” anche la stessa Valéry a Lord David Baxton, un ricco e discusso aristocratico dal passato misterioso, si suicida, sparandosi davanti a tutti. Inizia così “Un lungo fatale ultimo addio”, della scrittrice ligure celata dallo pseudonimo Velonero, un romanzo edito da Newton Compton e precedentemente bestseller nato dal passaparola in rete, approdato alla grande editoria dopo un riuscitissimo tentativo di autopubblicazione.
Da quella fatidica notte il destino di Valéry sembra segnato e la sua reputazione compromessa per sempre. Invaghita del giovane Charles Baxton, nipote del famigerato nobile che ha cercato di “comprarla” e non perde occasione per tentare di sedurla, i trascorsi di Valéry e della sua famiglia le impediscono di coronare il suo sogno d’amore, mettendola in aperto contrasto col cinico e inflessibile Lord Baxton. Ma siamo sicuri che quel che Valéry pensa di lui corrisponda alla realtà? Cosa si nasconde davvero nel cuore del tenebroso Lord David Baxton?
Da Jane Austen, a Louisa May Alcott, passando per le sorelle Brontë, fino a Georgette Heyer e Kathleen Woodwiss, i richiami alle grandi del passato, e non solo, ci sono proprio tutti. Si tratta, allora della solita solfa smielata? Non esattamente! Velonero ha studiato e messo in pratica la lezione alla perfezione, confezionando un romance non troppo originale, visto che segue il canone, ma decisamente piacevole, in cui la ricostruzione storica è accettabile e amore e mistero sono ben dosati. Le descrizioni non sono pesanti e un pizzico di eros e di comprensibile attrito tra i protagonisti rende la storia godibile fino alla fine. Si tratta, dunque, di un romanzo in grado di intrattenere efficacemente dalla prima all’ultima riga, emozionando in alcuni punti, senza tentennamenti nell’intreccio e col pregio di riuscire a valorizzare la coerenza del personaggio di Valéry, che, pur crescendo e maturando come donna, rimane sempre sé stessa: romantica, ironica e intelligente.


lunedì 9 luglio 2018

“Saving Mr. Banks”. La vera storia di “Mary Poppins”



Bene, vogliamo cominciare? Del resto chi ben comincia, è a metà dell’opera! Julie Andrews lo dice sempre quando, sul grande schermo, veste i panni di Mary Poppins, la tata che tutti vorrebbero. Ma com’è nato uno dei più brillanti e divertenti film del secolo scorso? Un classico per tutte le età, un capolavoro in perfetto equilibrio tra animazione e recitazione, un musical che ha fatto cantare intere generazioni. Qual è la sua vera storia? A raccontarcelo ci pensa un film dal titolo “Saving Mr. Banks”, con i pluripremiati Emma Thompson e Tom Hanks, diretto da John Lee Hancock e scritto da Kelly Marcel e Sue Smith.
Per mantenere una promessa fatta alle figlie, da oltre vent’anni Walt Disney, interpretato da Tom Hanks, tenta di acquisire i diritti d’autore del libro in cui Pamela Travers, una strepitosa Emma Thompson, ha dato vita all’indimenticabile Mary Poppins. Quando, copione alla mano, il visionario e creativo Walt invita l’intransigente e rigorosa Pamela a Los Angeles, per provare a convincerla della sua volontà di creare un buon film, rispettando la genuinità di tutti i personaggi creati dalla scrittrice, si trova a scontrarsi con una donna rigida e severa, che non si fa in nessun modo contagiare dalla magia del mondo di Michey Mouse e compagnia. Ma cosa si nasconde dietro a quella maschera di freddezza e ostinazione? Solo quando Disney si deciderà a scavare a fondo nei ricordi d’infanzia della Travers capirà il vero significato di Mary Poppins e l’importanza che questo personaggio, solo apparentemente immaginario, ha avuto nella vita della scrittrice, riuscendo a creare, insieme a lei, il capolavoro della storia del cinema che tutti conosciamo.


Vorrei davvero riuscire a parlare in modo equilibrato di questo film, analizzandone i dialoghi, le inquadrature e le interpretazioni come un vero critico farebbe, ma sarà molto difficile essere obiettivi. Quando l’ho visto al cinema ho avuto le lacrime agli occhi dalla prima scena, ai titoli di coda. Tiravo su col naso che era una bellezza, per la gioia dei vicini di poltrona! E le stesse lacrime si sono affacciate sulle mie ciglia quando l’ho rivisto, seduta sul divano del salotto di casa. Lacrime d’emozione, di commozione, di felicità. Quelle lacrime che solo le belle storie riescono a far uscire dai nostri occhi tanto disillusi e assuefatti a una quotidianità pressante e caotica.
Per Pamela Travers Mary Poppins e tutti i personaggi dei suoi libri sono la sua famiglia e decidere di condividerli con un pubblico tanto vasto come quello del cinema è una decisione coraggiosa che Disney accoglie con altrettanta audacia. I ricordi dolorosi, ai quali questi personaggi di fantasia sono legati, sono ancora così impressi nella memoria dell’autrice, che fatica a cederli, perché Pamela sa bene quanto la realtà sia stata ben più triste di ciò che lei ha raccontato nei suoi romanzi. Ma Walt riesce a farle comprendere, con tutto il suo entusiasmo e la sua ironia, quale sia il vero compito dei narratori: ristabilire l’ordine delle cose nell’immaginazione. Ognuno di noi ha il proprio Mr. Banks nella vita. Quel rimpianto che ci fa sanguinare dentro, quella persona amata perduta prematuramente. L’unico modo per esorcizzare le nostre paure è proprio perdonarci e riabilitare nella fantasia ciò che nella realtà, magari, è andato storto. Questo è il messaggio da lanciare a tutti i bambini e i ragazzi che hanno guardato, guardano e guarderanno, anche in futuro, il film “Mary Poppins”. O ne leggeranno il libro.
“Saving Mr. Banks” è magico. È… supercalifragilistichespiralidoso, la parola che si dice quando non si sa cosa dire, perché si è talmente ammaliati da restare senza parole. Uno di quei film che ci ricordano col sorriso che, a volte, basta davvero solo un poco di zucchero…


venerdì 6 luglio 2018

“Un’incantevole tentazione” di Natasha Boyd. La più irresistibile storia d’amore dell’estate



Keri Ann non ha ancora ventidue anni e vive sola nella vecchia e malandata casa di famiglia nella sonnacchiosa isoletta di Butler Cove. I genitori e la nonna non ci sono più e il fratello maggiore è fuori per il college, quindi le giornate di Keri Ann trascorrono lente e tutte uguali, scandite tra il lavoro in un bar della zona, qualche uscita con un’amica fidata e le piccole incombenze quotidiane, in attesa che la sua vita inizi davvero. Con l’autunno alle porte, i turisti sono sempre di meno e, quando, una sera come tante, un ragazzo scorbutico, col cappuccio della felpa calato sul viso, si trattiene fino all’ora di chiusura al bancone del bar, Keri Ann non può davvero immaginare di avere di fronte il famosissimo attore Jack Eversea, idolo dei rotocalchi, sempre in prima pagina per le relazioni burrascose e i capricci da star. Ma cosa ci fa il giovane divo in quella desolata e dimenticata provincia degli Stati Uniti? Chi si crede di essere per piombare nella vita di una persona normale e catalizzare totalmente la sua attenzione? Superata la diffidenza iniziale, tra Keri Ann e Jack nascerà una strana amicizia, fatta di complicità, fiducia e reciproca curiosità per due mondi che sembrerebbero destinati a non incontrarsi mai. Ma chi decide cos’è davvero la normalità? Scoprire la risposta a questo quesito insolito spetterà proprio ai due ragazzi, almeno finché l’attrazione non diventerà irresistibile…
“Un’incantevole tentazione” della scrittrice esordiente Natasha Boyd, in Italia edito da Giunti e primo volume della Eversea Serie, è il fortunato frutto del passaparola d’oltreoceano. Pubblicato online dall’autrice, che si è cimentata nell’impresa solo per gioco, è stato notato da un importante editore, che ha deciso di acquistarne i diritti e di pubblicarlo in edizione cartacea. In un secondo momento sono arrivate le traduzioni in tutto il mondo e, perfino, un seguito. Di sicuro lo stile è ancora acerbo e la struttura un po’ traballante in alcuni punti, ma, complessivamente è una lettura piacevole, fatta apposta per l’estate, il periodo perfetto per sognare in grande, spingendosi perfino a immaginare che un divo giovane, bello e capriccioso possa bussare alla nostra porta. La Boyd non è la prima, e non sarà l’ultima, a esplorare gioie e dolori della popolarità, come se gli idoli del cinema e della tv fossero nuovi nobili il cui amore è precluso a noi povere persone comuni. Ma è interessante leggere come, di nuovo, questa autrice smentisca l’idea che non possa scoccare la scintilla anche tra chi appartiene a realtà solo apparentemente inconciliabili. E lo fa con una storia incredibilmente pulita, leggibile anche dal pubblico delle adolescenti che, si sa, non solo possono, ma devono poter sognare senza orizzonti.


giovedì 5 luglio 2018

Ragazzi: si legge! I nostri consigli di lettura per l’estate dei bambini di tutte le età, seconda parte


Dopo avervi consigliato “Pomi d’ottone e manici di scopa” di Mary Norton, continuiamo il nostro viaggio nei consigli di lettura estiva per grandi e piccini con un grande classico della letteratura contemporanea per ragazzi che ci insegna come tutto sia possibile, se lo desideriamo davvero. Buona lettura!

Matilde di Roald Dahl, Salani Editore


Matilde è davvero una bambina prodigio. A tre anni ha già imparato a leggere e a quattro ha ormai divorato tutti i libri della biblioteca. Ma la sua vita non è così allegra, poiché è costretta a barcamenarsi tra una madre che pensa solo al trucco e ai capelli e un padre titolare di una concessionaria di auto usate che truffa i propri clienti. Nessuno capisce la sua intelligenza, così, quando Matilde inizia ad andare a scuola, pensa di aver trovato la sua dimensione ideale: un luogo incantato dove non deve più vergognarsi di amare la lettura. 


Ma, ben presto, dovrà ricredersi e si ritroverà a subire le angherie e i dispetti della perfida Direttrice Spezzindue, che si diverte a punire gli alunni rinchiudendoli in un armadio pieno di chiodi, chiamato Strozzatoio, o a lanciarli dalla finestra. È a questo punto che Matilde si accorge di possedere un potere davvero speciale. La sua intelligenza è così grande che inizia a uscirle dagli occhi, dandole la capacità di fare tutto ciò che vuole con la sola forza del pensiero e di riuscire a rimettere a posto tutti i guai che combinano i grandi. Un romanzo incredibile, che ci dimostra come l’intelligenza e la cultura siano le sole armi efficaci contro la prepotenza e la cattiveria, dal quale è stato tratto un film, con Danny De Vito, davvero imperdibile.



mercoledì 4 luglio 2018

Ragazzi: si legge! I nostri consigli di lettura per l’estate dei bambini di tutte le età, prima parte


L’incubo dell’estate di tutti gli scolari? I compiti a casa, senza dubbio. Alcuni pensano che siano inutili, anzi dannosi, perché, dopo tanti mesi di scuola, occorrono solo riposo e divertimento. Altri, invece, ritengono che siano necessari, soprattutto per evitare di dimenticare quanto appreso durante l’anno scolastico. Il nostro compito non è certo prendere posizione in questo annoso dibattito, ma una cosa è certa: i nostri ragazzi non devono dimenticare di mettere in valigia due o tre libri di lettura, perché, anche d’estate, è importante viaggiare, sia col corpo, sia con la mente. Tra nuotate, gelati e passeggiate, genitori e figli devono dare spazio alla fantasia e alla lettura, condividendo questo momento come uno dei tanti da ricordare delle loro vacanze insieme. Ecco, dunque, in due articoli, i nostri consigli di lettura per bambini di tutte le età: libri davvero speciali, consigliati dai sei ai cento anni e più, che, grazie alla qualità delle storie e dello stile dei loro autori, contribuiranno a rendere la vostra estate davvero indimenticabile!

Pomi d’ottone e manici di scopa di Mary Norton, Salani Editore


L’estate di Carey, Charles e del piccolo Paul si presenta davvero noiosa: costretti a casa di una vecchia zia, a causa della Guerra, non trovano proprio nulla di interessante da fare. Finché, un giorno, la loro strana vicina, Miss Price, cade dalla scopa, mentre si sta esercitando. Ebbene sì, la stravagante Miss Price è un’apprendista strega un po’ pasticciona, che si diverte a sperimentare strani incantesimi che non sempre le riescono, assieme al suo intrattabile gattone nero. 


Tra i tre fratelli e la bizzarra Signora, non più giovanissima, nasce immediatamente una grande amicizia e, grazie al pomo d’ottone di un letto stregato da Miss Price, i quattro faranno dei meravigliosi viaggi nel tempo e nello spazio. Tra personaggi esilaranti e incredibili avventure, la nostra strega provetta finirà per scoprire l’incantesimo più prodigioso di tutti: l’amore. Un romanzo divertente ed emozionante sul valore dell’amicizia, che è in grado di sbocciare anche nelle circostanze più impensabili, dal quale è stato tratto il capolavoro Disney con Angela Lansbury.