lunedì 26 ottobre 2015

Andrea Feltri e l’A. S. P. C. C.: la Criminologia è una Scienza Multidisciplinare


La sua lunga permanenza all’interno di Reparti Speciali di Investigazione, sia in Italia, sia all’estero e la sua grande esperienza come docente e divulgatore, hanno reso il Dottor Andrea Feltri un Criminologo e un Criminalista di grande professionalità, il cui punto di vista sulla materia è condiviso e apprezzato da molti. La Criminologia, secondo Feltri, è una Scienza Multidisciplinare in grado di coniugare lo studio delle Scienze Umane, all’approfondimento delle Scienze Giuridiche, per cercare delle spiegazioni razionali ai comportamenti criminosi, affinché l’impatto sulla società civile sia sempre più sotto controllo. Criminologi-tuttologi, dunque? Decisamente no, ma, senza dubbio, grandi studiosi della mente umana e delle Scienze Forensi, in continuo aggiornamento che, dopo aver consolidato solide basi, devono specializzarsi e agire il più possibile sul campo. Di sicuro nel nostro Paese la figura del Criminologo puro resta, ancora oggi, in un limbo che paga lo scotto della mancanza di una formazione adeguata e specifica e di un ruolo tangibile nei contesti investigativi, ma le prospettive per il futuro sono buone: c’è da essere ottimisti e lo dimostrano realtà d’eccellenza come l’Accademia delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche, un’Associazione nata dalla collaborazione di molti esperti del settore, della quale Andrea Feltri è fondatore e Presidente.


Oltre trentacinque anni di esperienza professionale in nuclei info-investigativi e in reparti di intelligence, in Italia e all'estero, in collaborazione con altre forze di polizia, la rendono un investigatore, un criminologo e criminalista di grande professionalità ed esperienza. Chi è e che ruolo svolge, o potrebbe svolgere, il criminologo al giorno d’oggi? Che differenze ci sono tra l’Italia e il resto del mondo?

Il Criminologo è uno scienziato che analizza, cerca di comprendere e fornire risposte circa il fenomeno criminoso nella sua complessità, considerando qualsiasi prospettiva attenga il crimine. Ciò presuppone una cultura multidisciplinare che abbracci sia le scienze umane, quali ad esempio la psicologia, la sociologia, la psichiatria, la medicina legale, la biologia e l’antropologia, sia le scienze giuridiche e criminalistiche. In virtù di questo, il Criminologo può svolgere incarichi di diversa natura. Partendo dall’attività investigativa, può, inoltre, occuparsi di ricerca scientifica, volta ad analizzare cause e conseguenze della criminalità, dirigere operazioni di sicurezza, fornire consulenza e formazione ad enti pubblici o privati. Per quanto attiene la mia carriera, la permanenza all'interno di Reparti Speciali mi ha permesso di svolgere la mia professione a tutto tondo, sia da un punto di vista scientifico e di studio, sia, e soprattutto, sul campo, dove, a mio avviso, avviene la formazione più incisiva e permanente.
L’Italia, pur essendo un Paese all’avanguardia, dotato di un ottimo apparato investigativo, non lascia largo spazio alla figura del Criminologo, anche in virtù del sistema giuridico presente, che privilegia il momento inquisitorio a quello investigativo. Non a caso la professione ha iniziato ad avere maggiore rilievo a partire dal 2000, anno in cui la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato, in sede legislativa, una riforma del Codice di Procedura Penale, prevedendo la possibilità anche per gli avvocati difensori di compiere delle indagini a tutela dei loro assistiti. A questo si aggiunge la mancanza di un percorso di formazione che abiliti alla professione.

Di cosa si occupa l’Accademia delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche che ha fondato e dirige con successo? Quali sono gli obiettivi, le attività e gli ostacoli che l’Associazione si pone e incontra quotidianamente?

L’Accademia delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche nasce da una duplice volontà. Innanzitutto per mettere a disposizione dei professionisti e degli appassionati della materia, saperi e conoscenze acquisite a livello nazionale ed internazionale. Inoltre, come luogo di ritrovo, studio e formazione continua per i colleghi. L’Associazione si propone di specializzare professionisti provenienti da differenti ambiti scientifici, attraverso lo svolgimento articolato di attività culturali e di formazione aventi ad oggetto la diffusione e lo studio approfondito delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche, la cui valenza interdisciplinare consente una conoscenza e uno studio trasversale, che abbraccia contenuti e interessi culturali di più discipline. Nello specifico, dunque, l’A.S.P.C.C. prevede un percorso formativo che si concretizza nell’approfondimento dello studio e della conoscenza delle problematiche e delle tematiche più attuali attinenti alla psicologia criminale.

La sua attività come divulgatore e docente la porta a confrontarsi sia con professionisti del settore, sia con il più variegato pubblico di appassionati e curiosi della materia. Quanto è importante la formazione continua per chi voglia intraprendere la carriera di criminologo e criminalista?

Non è possibile pensare di intraprendere la carriera di Criminologo prescindendo dalla formazione continua e costante. Essendo la Criminologia una scienza multidisciplinare, composta ed affiancata da scienze che hanno come oggetto l’uomo e la psiche, non procedere nella direzione della continua ricerca e del continuo studio significherebbe essere incompleti dal punto di vista professionale. Confrontarsi con una realtà mutevole e non statica vuol dire seguirne le dinamiche procedendo di pari passo.

Televisioni, giornali, Social Network: quando si parla di cronaca nera il confine tra informazione e intrattenimento sembra assottigliarsi. Cosa pensa della sovraesposizione di alcuni casi e dell’indifferenza verso altri? Che ruolo hanno, o dovrebbero avere, i mezzi di informazione nella risoluzione dei crimini?

Ritengo che la spettacolarizzazione del crimine possa essere considerata puramente un prodotto mediatico ed è in quest'ottica che si può comprendere la disparità di trattamento tra crimini differenti. Molto dipende dalla risonanza mediatica che il caso può suscitare, ma anche dalla tipologia della vittima. Basti pensare all'infanticidio, all'uxoricidio, all'aggressione da parte di cittadini stranieri, casi riportati in misura nettamente maggiore rispetto ad altri, ma non per questo fedele ricostruzione dei dati statistici. Per quanto mi riguarda, la risoluzione di un caso avviene lontano dalle luci della ribalta, nel silenzio e nella quiete dei luoghi preposti allo svolgimento delle indagini. Non condivido i processi mediatici e la pubblica inquisizione, pertanto evito di esprimere giudizi di carattere professionale su fatti di cui non dispongo della documentazione investigativa e processuale.

Dalla violenza di genere, al profiling, passando attraverso i delitti commessi da minori o da serial killer: su cosa verteranno le sue prossime pubblicazioni? Ci racconti quali sono i suoi programmi per il futuro.


Il mio lavoro di ricerca e studio mi porta ad analizzare le cause del comportamento criminale, cercando di fornire soluzioni e strumenti utili a contenere ed arginare il fenomeno. Alcune pubblicazioni sono in fase di stesura, nel mentre continuo il mio lavoro di formazione mediante corsi e seminari. Alcuni, in collaborazione con il Centro Studi e Formazione Psico-Criminologica, dovrebbero partire nel corso di questa stagione, mentre altri progetti e collaborazioni sono in fase di programmazione. Certamente procederò con passione, professionalità ed impegno, caratteristiche fondamentali del mio percorso lavorativo.

www.aspcc.it

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