La
sua lunga permanenza all’interno di Reparti Speciali di Investigazione, sia in
Italia, sia all’estero e la sua grande esperienza come docente e divulgatore,
hanno reso il Dottor Andrea Feltri
un Criminologo e un Criminalista di grande professionalità, il cui punto di
vista sulla materia è condiviso e apprezzato da molti. La Criminologia, secondo
Feltri, è una Scienza Multidisciplinare in grado di coniugare lo studio delle
Scienze Umane, all’approfondimento delle Scienze Giuridiche, per cercare delle
spiegazioni razionali ai comportamenti criminosi, affinché l’impatto sulla
società civile sia sempre più sotto controllo. Criminologi-tuttologi, dunque?
Decisamente no, ma, senza dubbio, grandi studiosi della mente umana e delle
Scienze Forensi, in continuo aggiornamento che, dopo aver consolidato solide
basi, devono specializzarsi e agire il più possibile sul campo. Di sicuro nel nostro
Paese la figura del Criminologo puro
resta, ancora oggi, in un limbo che paga lo scotto della mancanza di una
formazione adeguata e specifica e di un ruolo tangibile nei contesti
investigativi, ma le prospettive per il futuro sono buone: c’è da essere
ottimisti e lo dimostrano realtà d’eccellenza come l’Accademia delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche, un’Associazione
nata dalla collaborazione di molti esperti del settore, della quale Andrea
Feltri è fondatore e Presidente.
Oltre
trentacinque anni di esperienza professionale in nuclei info-investigativi e in
reparti di intelligence, in Italia e
all'estero, in collaborazione con altre forze di polizia, la rendono un
investigatore, un criminologo e criminalista di grande professionalità ed
esperienza. Chi è e che ruolo svolge, o potrebbe svolgere, il criminologo al
giorno d’oggi? Che
differenze ci sono tra l’Italia e il resto del mondo?
Il Criminologo è uno scienziato che
analizza, cerca di comprendere e fornire risposte circa il fenomeno criminoso
nella sua complessità, considerando qualsiasi prospettiva attenga il crimine.
Ciò presuppone una cultura multidisciplinare che abbracci sia le scienze umane,
quali ad esempio la psicologia, la sociologia, la psichiatria, la medicina
legale, la biologia e l’antropologia, sia le scienze giuridiche e criminalistiche.
In virtù di questo, il Criminologo può svolgere incarichi di diversa natura.
Partendo dall’attività investigativa, può, inoltre, occuparsi di ricerca
scientifica, volta ad analizzare cause e conseguenze della criminalità,
dirigere operazioni di sicurezza, fornire consulenza e formazione ad enti
pubblici o privati. Per quanto attiene la mia carriera, la permanenza
all'interno di Reparti Speciali mi ha permesso di svolgere la mia professione a
tutto tondo, sia da un punto di vista scientifico e di studio, sia, e
soprattutto, sul campo, dove, a mio avviso, avviene la formazione più incisiva
e permanente.
L’Italia, pur essendo un Paese
all’avanguardia, dotato di un ottimo apparato investigativo, non lascia largo
spazio alla figura del Criminologo, anche in virtù del sistema giuridico
presente, che privilegia il momento inquisitorio a quello investigativo. Non a
caso la professione ha iniziato ad avere maggiore rilievo a partire dal 2000,
anno in cui la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha approvato, in
sede legislativa, una riforma del Codice di Procedura Penale, prevedendo la
possibilità anche per gli avvocati difensori di compiere delle indagini a tutela
dei loro assistiti. A questo si aggiunge la mancanza di un percorso di
formazione che abiliti alla professione.
Di
cosa si occupa l’Accademia delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche
che ha fondato e dirige con successo? Quali sono gli obiettivi, le attività e
gli ostacoli che l’Associazione si pone e incontra quotidianamente?
L’Accademia
delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche nasce da una duplice
volontà. Innanzitutto per mettere a disposizione dei professionisti e degli appassionati
della materia, saperi e conoscenze acquisite a livello nazionale ed
internazionale. Inoltre, come luogo di ritrovo, studio e formazione continua
per i colleghi. L’Associazione si propone di specializzare professionisti
provenienti da differenti ambiti scientifici, attraverso lo svolgimento
articolato di attività culturali e di formazione aventi ad oggetto la
diffusione e lo studio approfondito delle Scienze Psico-Criminologiche e Criminalistiche, la cui valenza interdisciplinare consente una conoscenza e uno
studio trasversale, che abbraccia contenuti e interessi culturali di più
discipline. Nello specifico, dunque, l’A.S.P.C.C. prevede un percorso formativo
che si concretizza nell’approfondimento dello studio e della conoscenza delle
problematiche e delle tematiche più attuali attinenti alla psicologia
criminale.
La
sua attività come divulgatore e docente la porta a confrontarsi sia con
professionisti del settore, sia con il più variegato pubblico di appassionati e
curiosi della materia. Quanto è importante la formazione continua per chi
voglia intraprendere la carriera di criminologo e criminalista?
Non è possibile pensare di intraprendere
la carriera di Criminologo prescindendo dalla formazione continua e costante.
Essendo la Criminologia una scienza multidisciplinare, composta ed affiancata
da scienze che hanno come oggetto l’uomo e la psiche, non procedere nella
direzione della continua ricerca e del continuo studio significherebbe essere
incompleti dal punto di vista professionale. Confrontarsi con una realtà
mutevole e non statica vuol dire seguirne le dinamiche procedendo di pari
passo.
Televisioni,
giornali, Social Network: quando si parla di cronaca nera il confine tra
informazione e intrattenimento sembra assottigliarsi. Cosa pensa della sovraesposizione
di alcuni casi e dell’indifferenza verso altri? Che ruolo hanno, o dovrebbero
avere, i mezzi di informazione nella risoluzione dei crimini?
Ritengo che la spettacolarizzazione del
crimine possa essere considerata puramente un prodotto mediatico ed è in
quest'ottica che si può comprendere la disparità di trattamento tra crimini
differenti. Molto dipende dalla risonanza mediatica che il caso può suscitare,
ma anche dalla tipologia della vittima. Basti pensare all'infanticidio, all'uxoricidio,
all'aggressione da parte di cittadini stranieri, casi riportati in misura
nettamente maggiore rispetto ad altri, ma non per questo fedele ricostruzione
dei dati statistici. Per quanto mi riguarda, la risoluzione di un caso avviene
lontano dalle luci della ribalta, nel silenzio e nella quiete dei luoghi
preposti allo svolgimento delle indagini. Non condivido i processi mediatici e
la pubblica inquisizione, pertanto evito di esprimere giudizi di carattere
professionale su fatti di cui non dispongo della documentazione investigativa e
processuale.
Dalla
violenza di genere, al profiling,
passando attraverso i delitti commessi da minori o da serial killer: su cosa
verteranno le sue prossime pubblicazioni? Ci racconti quali sono i suoi
programmi per il futuro.
Il mio lavoro di ricerca e studio mi porta
ad analizzare le cause del comportamento criminale, cercando di fornire
soluzioni e strumenti utili a contenere ed arginare il fenomeno. Alcune
pubblicazioni sono in fase di stesura, nel mentre continuo il mio lavoro di
formazione mediante corsi e seminari. Alcuni, in collaborazione con il Centro
Studi e Formazione Psico-Criminologica, dovrebbero partire nel corso di questa
stagione, mentre altri progetti e collaborazioni sono in fase di
programmazione. Certamente procederò con passione, professionalità ed impegno,
caratteristiche fondamentali del mio percorso lavorativo.
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