tag:blogger.com,1999:blog-11607373704824693042024-03-14T06:01:24.994+01:00Fatti i fatti tuoi! Attualità, cultura, storie di vita.Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.comBlogger302125tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-72092188512019744412020-03-11T17:08:00.000+01:002020-03-25T17:11:10.941+01:00Tre buone ragioni per… leggere durante la “quarantena”<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGGV2KkHiu1Ouaq5FSmbIfn3cTN6cS7Pwupn5GSZ4Gkdky4e26GG1yYCm5M3Lr0gkHxq7ZowNYahqsVy2m1YBw4gLhekpRf-fSGKVh0IEeRBITG0KpG6STTI1Sh_nnbQQQxmEE-m4KmFtZ/s1600/Libro+Primavera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1045" data-original-width="1600" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGGV2KkHiu1Ouaq5FSmbIfn3cTN6cS7Pwupn5GSZ4Gkdky4e26GG1yYCm5M3Lr0gkHxq7ZowNYahqsVy2m1YBw4gLhekpRf-fSGKVh0IEeRBITG0KpG6STTI1Sh_nnbQQQxmEE-m4KmFtZ/s400/Libro+Primavera.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L’emergenza <b>Coronavirus</b> in Italia è
arrivata inaspettata come un temporale estivo, ma non scomparirà altrettanto
facilmente. Per questa Pandemia, che ha colpito il nostro Paese più duramente
degli altri, scopriranno, senza dubbio, una cura adeguata. Tuttavia, per curare
l’animo ferito degli Italiani ci vorrà molto più tempo. Per quanto siamo un popolo
energico, noto per l’entusiasmo che, spesso, ci fa mettere da parte i ricordi
negativi, per esaltare maggiormente quelli positivi, qualcosa rimarrà marchiato
a fuoco nel nostro cuore e, probabilmente, anche nelle nostre abitudini. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Chi ci governa ci ha chiesto coraggio e
pazienza nell’affrontare un nemico microscopico e letale come un virus, restando
in casa e stravolgendo la nostra esistenza, almeno momentaneamente. Non è
facile reagire alla frustrazione continua che risiede nella sensazione di stare
perdendo tempo. O meglio, di vedere il nostro tempo passare rimanendo
impotenti, senza poterlo impiegare in ciò che più amiamo e che, fino a pochi giorni
fa, poteva costituire, perfino, noiosa routine. L’unico modo per affrontare a
testa alta le quattro mura della nostra casa è convincerci che ci proteggeranno
e che, anche al loro interno, può germogliare la primavera del nostro cuore e del
nostro intelletto, sempre più bersagliato dalla frenesia del quotidiano. La ‘cura’
migliore è, senza dubbio, la lettura. Ecco, dunque, le nostre <i>tre buone
ragioni per leggere durante la “quarantena”</i> obbligata.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 53.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Leggere
in “quarantena” è viaggiare con la fantasia, senza uscire di casa. </span></b><span style="line-height: 115%;">Leggere
è il modo migliore di viaggiare, senza bisogno di alzarsi dal divano di casa.
Esplorare generi diversi e, magari, tuffarsi indietro, nel passato e in avanti,
verso un futuro ancora da scrivere, sono i segreti per non sentirsi rinchiusi e
oppressi e non lasciarsi sopraffare dalla noia. Come ogni buona abitudine,
leggere fa bene anche al nostro fisico, oltre che alla nostra mente, e sarà un
ottimo modo per tenere in esercizio anche la fantasia dei bambini, apprendendo
senza fatica.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 53.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Leggere
in “quarantena” è recuperare i tanti libri lasciati sul comodino. </span></b><span style="line-height: 115%;">Chissà
quanti libri avrà, ciascuno di noi, “parcheggiati” sul proprio comodino e mai
finiti o, addirittura, mai iniziati. E ciò per motivi diversi. Chi acquista e
legge molti libri, a volte ne lascia indietro qualcuno. Chi legge poco e
acquista libri raramente non trova mai le motivazioni giuste per iniziare o
finire. Il tempo in casa e l’impossibilità di uscire, anche per acquistare
nuovi libri, può far riscoprire il piacere di completare la lettura di quelli
lasciati a metà o di iniziarne alcuni mai letti prima.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 53.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Leggere
in “quarantena” è affacciarci e consolidarci nell’utilizzo dei libri digitali,
grazie alla disponibilità di alcuni editori e piattaforme. </span></b><span style="line-height: 115%;">Anche
chi legge molto, a volte, preferisce le edizioni cartacee a quelle digitali.
Per quanto il mercato dell’ebook sia stabile nel nostro Paese, la diffidenza dei
lettori è sempre troppa. Questo periodo di impossibilità ad uscire, tuttavia,
può farci scoprire o consolidare la lettura di libri digitali, anche grazie
alla disponibilità di editori e piattaforme che stanno mettendo a disposizione
di tutti i lettori una gran quantità di titoli gratuiti o a prezzi irrisori per
passare il tempo. Questa forma di lettura sostenibile va favorita e incentivata
sempre di più.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 17.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-19289033395580094632020-02-12T08:27:00.000+01:002020-03-24T08:32:55.248+01:00“Castigliego e i tormenti del Papa” di Alessandro Maurizi<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjq1pRR_nUI_SssMvsi8m1XAZpcRrouc8WO2pzSoRE41rY_X_1v1jxn887PqGlzv8wGaAVVxZEu5curmAdy1ke8bRL1BRNlXY_hSWEmiGfjnYHi30coHtLb8IM165Ev0KGoWcnmXc35miA/s1600/castigliego+cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="324" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjq1pRR_nUI_SssMvsi8m1XAZpcRrouc8WO2pzSoRE41rY_X_1v1jxn887PqGlzv8wGaAVVxZEu5curmAdy1ke8bRL1BRNlXY_hSWEmiGfjnYHi30coHtLb8IM165Ev0KGoWcnmXc35miA/s400/castigliego+cover.jpg" width="258" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Non è Dan Brown, ma, per chi ama i gialli
ambientati in Vaticano, è perfino meglio. Si tratta dell’ultimo romanzo di <b>Alessandro
Maurizi</b>, <b>“Castigliego e i tormenti del Papa”</b>, <b>Fratelli Frilli
Editori</b>, una nuova indagine del commissario italo-spagnolo nato dalla penna
dell’autore viterbese.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dopo il successo di<b> <a href="http://www.fattiifattituoi.com/2018/03/alessandro-maurizi-roma-e-i-figli-del-male-frilli.html" target="_blank">“Roma e figli delmale”</a></b>, la prima indagine di Castigliego che si dipanava in ambienti
ecclesiastici sporchi e corrotti, Alessandro Maurizi è salito di livello e ha
catapultato il suo affascinante e irriverente commissario direttamente ai piani
alti della gerarchia ecclesiastica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">È proprio con gli ambienti pontifici che
Castigliego si ritrova ad avere a che fare questa volta, nel cuore pulsante del
Vaticano, durante un conclave segnato da omicidi e fatti di sangue che elegge
un pontefice terrorizzato da quanto sta accadendo e che prende il nome di
Celestino VI. Probabilmente un omaggio a Dante, per chi ricorda il Celestino V
collocato tra gli ignavi infernali dal Sommo Poeta, a causa del cosiddetto <b>gran
rifiuto</b>. Celestino VI si ritroverà invischiato nell’avvelenamento di un
cardinale durante il conclave, un misterioso <i>incidente</i> che solo
Castigliego potrà risolvere. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il commissario inizierà la sua indagine
partendo dalla morte di Freitas, una giornalista indipendente che, grazie a un
appunto inquietante trovato tra le sue carte, lo metterà inconsapevolmente
sulla strada giusta. Si tratta di una sola misteriosa parola: <i>Sheol</i>.
Nell’Antico Testamento, come spiegherà a Castigliego l’amico arcivescovo Delfo Furesi,
Sheol è il luogo terrificante e oscuro in cui Dio minaccia di imprigionare gli
uomini, senza distinzione alcuna per le loro azioni, buone o cattive.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un omicidio dopo l’altro, il <b>commissario
Castigliego</b>, sempre seguito dalla sua squadra e da un nuovo istrionico
aiutante, ma fondamentalmente solo e <i>solitario</i>, si inoltrerà in
un’indagine ancora più complessa della precedente, destinata a scoperchiare
porte che danno sull’abisso più oscuro, sul quale nessuno vorrebbe affacciarsi.
<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Alessandro Maurizi è tornato a deliziare i
lettori con una nuova avventura del commissario Castigliego che lo candida,
sempre più, a essere potenziale protagonista del piccolo schermo, magari con
una serie proprio a lui dedicata. Alcuni capitoli e alcune pagine di questo
nuovo noir, che strizza sempre più l’occhio al thriller, sembrano scritte
apposta per diventare le scene di una sceneggiatura. Lo stesso Castigliego,
protagonista indiscusso, ma non invadente sulla solidità della storia in sé, ha
decisamente il <i>phisique du role </i>per diventare un grande commissario
televisivo: ribelle, ma anche rigoroso. Lasciando da parte queste
considerazioni, <b>Alessandro Maurizi</b> ha la capacità di intrecciare reti di
personaggi e situazioni in modo magistrale e originale nello stesso tempo,
incontrando i gusti di più tipi di lettori e rendendo vividi e verosimili
ambienti che hanno fatto grandi altri autori, spesso meno ferrati di lui. Per
chi conosce Roma, il Vaticano, la storia e la cronaca di questi luoghi, è quasi
come sentirsi a casa. Mentre, per chi è lontano da questi ambienti, è come
entrare dalla porta di servizio e diventare protagonisti assoluti della scena,
semplicemente leggendo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il vero mistero, adesso, è dove si
svolgerà la prossima indagine di Castigliego? L’immancabile <b>gatto Salgado</b>, muto
testimone di tutte le avventure del commissario dal sangue ispanico e suo unico
vero amico, cosa ne penserà? Ma soprattutto, quanto durerà l’attesa per noi
lettori, ormai <i>strettamente dipendenti</i>?<o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07YF8CM86&linkId=09256c5c1a5d20967b6a3f18c744236e&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-30064669227085350712020-01-15T09:24:00.000+01:002020-01-22T09:37:28.067+01:00Luana Troncanetti: storie di donne in nero<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Di storie di donne non siamo mai sazie. Soprattutto
se sono scritte col trasporto che caratterizza lo stile di <b>Luana Troncanetti</b>.
Dopo il successo de “I silenzi di Roma”, Fratelli Frilli Editori, Luana
Troncanetti ha dimostrato tutta la sua sensibilità con <b>“Gabbie”</b>, una
raccolta di racconti autopubblicata che mette insieme storie di “donne in nero”,
intrappolate in gabbie, vere o immaginarie, dalle quali faticano a tirarsi
fuori. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Miriam, Giorgia, Adalet, Eva e Nunzia sono
le cinque protagoniste di altrettante storie che toccano profondamente l’immaginario
e la sensibilità del lettore. Chi conosce il talento letterario dell’istrionica
autrice, rimarrà piacevolmente colpito, ancora una volta, dalla potenza
descrittiva delle sue pagine, nelle quali è facile immedesimarsi. Ciascuno dei
personaggi femminili che vivono queste vicende, talvolta crude, è una
sfaccettatura letteraria dell’imperscrutabile fragilità delle donne e di tutti
i ruoli che ognuna di noi ha nella propria vita. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Questa raccolta di racconti ha un unico
vero difetto: è troppo breve per saziare la fame di tutte le lettrici più
voraci.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzIgN4gF6XTv8iEFz9F0qIxq_Xcym_UcmnFLc9PSXyVCi4_gbrnIMRP9Re9ie4ahpQr9y7tgLaOlL9XKZHMtT6N5JM_DMAIpbmBdXydo4xZHoJytss3zKRbZLutPo-fMW1n3-OCjcxuiMU/s1600/GABBIE+JPG+COPERTINA+.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1003" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzIgN4gF6XTv8iEFz9F0qIxq_Xcym_UcmnFLc9PSXyVCi4_gbrnIMRP9Re9ie4ahpQr9y7tgLaOlL9XKZHMtT6N5JM_DMAIpbmBdXydo4xZHoJytss3zKRbZLutPo-fMW1n3-OCjcxuiMU/s400/GABBIE+JPG+COPERTINA+.jpg" width="250" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Cinque donne in gabbia che fanno i conti
con le sbarre che le imprigionano, fuori e dentro loro stesse: “Gabbie”, una
raccolta di racconti auto pubblicata, contiene storie caratterizzate da
interessanti spunti di riflessione, che, tra l’altro, hanno vinto premi
importanti. Raccontaci la <i>genesi </i>di questo libro: cosa ti ha ispirato
durante la stesura? Cosa volevi comunicare?</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">“Gabbie” è una raccolta auto pubblicata <i>sui
generis</i>: in realtà quattro racconti su cinque figurano in antologie
cartacee con edizione canonica. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">È
capitato</i>, citando il titolo dell’unico inedito, che qualcuno mi chiedesse
di leggere questi scritti. Mi sono detta che in pochi sarebbero stati disposti
ad acquistare un’antologia soltanto per me. L’idea, banalissima, è stata quella
di radunarli per offrire assaggi della mia penna a un prezzo più che contenuto.
<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="line-height: 115%;">A differenza di <b>“</b></span><b><span style="line-height: 115%;">Agrodolce</span></b><span class="MsoHyperlink"><b><span style="line-height: 115%;">”</span></b></span><span style="line-height: 115%;">, una raccolta
pubblicata anni fa con <b>l’Erudita</b> (Giulio Perrone), quando li ho
accorpati in un unico file mi sono accorta del fil rouge: donne infilate in una
prigione.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non restava che ideare un titolo e una
copertina che le rappresentasse. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Gabbie </i>mi
sembrava calzante, così come l’immagine libera da copyright che ho utilizzato
per realizzare la cover. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il messaggio è racchiuso nell’aforisma di
Victor Hugo che introduce l’e-book: “<i>L’anima aiuta il corpo e in certi
momenti lo solleva. È l’unico uccello che sostenga la sua gabbia</i>.” <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Che scrittrice sei? Quando e da dove nasce
la tua esigenza di scrivere? Segui l’ispirazione a ogni ora della giornata o
hai un metodo collaudato al quale non puoi rinunciare?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La mia attuale esigenza di scrivere mi
sorprende. Come sia nata, di colpo, questa voglia di raccontare storie davvero
non te lo so dire; il mio sogno sarebbe stato quello di disegnare. Scrivo in
modo più o meno sistematico da circa dieci anni, nel caos più totale, “con le
scie degli aerei nemici sulla testa.” Così mi diverte definire il mio <i style="mso-bidi-font-style: normal;">metodo collaudato</i>. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Miriam, Giorgia, Adalet, Eva, e Nunzia:
ecco le cinque donne protagoniste dei racconti noir. Come le definiresti? In generale,
come delinei i personaggi delle tue storie e le vicende che li coinvolgono?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Le mie donne sono uccelli senza voce, mi
hanno chiesto di raccontare il loro canto nero. Soffocate da precetti e pregiudizi,
alcune di loro si macchiano di colpe che pagano senza sconti di pena. Altre,
del tutto innocenti, sono tuttavia incarcerate in quella mastodontica balla che
una donna, soprattutto se madre, deve farcela sempre. Nessuno, però, la
sostiene o le insegna come. Fra le cinque, Eva e Nunzia sono le uniche ad avere
figli. Le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sole</i> - in ogni possibile
accezione - costrette a sporcarsi le mani di sangue. Mi sento male tutte le
volte in cui rileggo le loro storie. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per quanto mi riguarda, nei romanzi è
vitale una programmazione degli eventi e una delineazione preventiva dei
personaggi. Succede anche nelle duecento pagine che l’idea iniziale assuma
risvolti imprevisti, ma è più difficile. La scaletta aiuta a non perdermi e
soprattutto a non far smarrire il lettore. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="line-height: 115%;">Nei racconti brevi sono i protagonisti che
mi raccontano la loro storia. Fino a poco tempo fa avrei sghignazzato all’idea
di trasformarmi in una dattilografa. Invece, mi succede questo: anche quando
parto da un tema assegnato, e non da un’ispirazione tutta mia, scrivo sotto
dettatura. </span><b><span style="line-height: 115%;">Carmen</span></b><span style="line-height: 115%;">
è un esempio su tutti. Sfora abbondantemente le dieci cartelle, rappresentando
in genere la mia dimensione ideale. L’ho buttato giù in un’ora, quasi in
trance, senza sapere quale piega avrebbe preso la storia. Era Grazia, la
narratrice, che mi diceva tutto.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><b><span style="line-height: 115%;">Tra Web, selfpublishing e case editrici,
gli autori di oggi sono portati, ma anche obbligati, a reinventarsi
continuamente. Facciamo un bilancio del tuo percorso di scrittrice, tra
difficoltà quotidiane e obiettivi raggiunti. È ancora possibile oggigiorno,
secondo te, vivere di scrittura?</span></b><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">È possibile per pochissimi. Anche i più
affermati si tengono stretto il lavoro che produce reddito.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Portano avanti il secondo, quello della
scrittura, che potrebbe produrne con incognite che spesso prescindono logica e
meritocrazia. Mi sembra una scelta saggia ed è così da sempre. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci
quali sono i tuoi programmi per il futuro. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="line-height: 115%;">Ho quasi terminato di raccogliere la
documentazione necessaria a scrivere il <b>sequel</b> de <b>“</b></span><b><span style="line-height: 115%;">I silenzi di Roma</span></b><span class="MsoHyperlink"><b><span style="line-height: 115%;">”</span></b></span><span style="line-height: 115%;">, un noir edito
dalla <b>Fratelli Frilli Editori</b>. In questa seconda puntata darò maggior
risalto a Paolo Proietti, ispettore capo della squadra mobile sezione omicidi
di Roma. Al momento è il coprotagonista del romanzo insieme a Ernesto, tassista
e amico fraterno. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Per delineare nel miglior modo possibile le
azioni del mio ispettore, sto scomodando due poliziotti e un’avvocata
penalista. Ho rallentato di almeno tre mesi l’inizio della stesura, voglio
evitare svarioni procedurali o suggestioni al limite del surreale; ho letto in
giro di ufficiali di Polizia in servizio attivo che soffrirebbero di attacchi
di panico e/o altre patologie invalidanti anche per chi svolge professioni meno
complesse. Romanzare è lecito, concedere licenze alla realtà senz’altro possibile.
Nonostante ciò, ho preferito frenare i tempi della seconda uscita per offrire
una storia che non scalfisca la veridicità e la logica. È un atto di cura
dovuto al lettore, anche al meno esigente. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il secondo progetto richiederà parecchio
tempo: si tratta di un romanzo che ho steso di pancia circa tre anni fa. Va
ampliato e revisionato in ogni virgola. Non ha un genere specifico, il tema
principale è il <b>terremoto</b>. L’argomento mi sta a cuore perché sono di
origine marchigiana. Conosco bene, anche se in forma trasversale, lo strazio di
chi deve ancora combattere un evento che ha devastato cinque regioni italiane.
Racconterò quella più vicina a me per ragioni di sangue, il pensiero abbracciato
al dolore di tutte le altre. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07N31367T&linkId=d04e29e893dfcf84dd5186897305c2b9&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-16886927191147300212019-12-18T15:53:00.000+01:002019-12-24T16:04:00.177+01:00Blogoriale: a chi interessa ciò che scriviamo?<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; line-height: 115%;">Non amo inventare parole nuove, perché
ritengo che la lingua italiana sia già sufficientemente ricca di sinonimi con
sfumature di significato talmente sottili, da diventare quasi “contrari” per
chi non ha troppa voglia di comunicare. Tuttavia <b>blogoriale</b> è un termine
di mia invenzione che mi martella in testa già da un po’. A metà strada tra un <i>post</i>
e un <i>editoriale</i>, il blogoriale è un editoriale a misura di <b>Fatti i
fatti tuoi!</b>. Per certi verso un ritorno al passato, quando, parecchie ere
digitali fa, i blog erano diari personali in cui si raccontava la propria
quotidianità e, a volte, con quel pizzico di supponenza che è propria di chi
scrive, si commentava l’attualità, il sentire comune, le storie degli altri.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Mi sono scervellata parecchio su come
iniziare questo nuovo percorso. Dopo aver dato voce e volto a tante persone e
alle loro storie, guardarsi dentro senza essere prolissi e presuntuosi non è
semplice. Ma, tutto sommato, il blog è mio e, almeno ogni tanto, faccio come mi
pare. Perché noi <i>scrittori</i>, scribacchini, giornalai, pennivendoli,
marchettari, chiamateci come più vi aggrada, ce lo chiediamo spesso
(praticamente sempre): </span><b><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">a chi interessa ciò che scriviamo?</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><b><br /></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivSql5mVeoYI9UdI6mzlHHVaEHqpWSCo6jUa1clPCVCbI40ftWJQjd_zMCF96q_HAnNikjSOdOaCZ5mUXIQ5qEtb5HUUPc7iXthLzWuw2uyHFlA6J1Pu8LMB6bkmfsjBtL0D-xm8L4hp6Z/s1600/bottiglia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1078" data-original-width="1600" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivSql5mVeoYI9UdI6mzlHHVaEHqpWSCo6jUa1clPCVCbI40ftWJQjd_zMCF96q_HAnNikjSOdOaCZ5mUXIQ5qEtb5HUUPc7iXthLzWuw2uyHFlA6J1Pu8LMB6bkmfsjBtL0D-xm8L4hp6Z/s400/bottiglia.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; line-height: 115%;">Anni fa, ancor prima di entrare a far
parte del mio ordine professionale, scrivevo per un direttore verso il quale
non nutrivo alcuna stima. Un pallone gonfiato, come direbbero in un film
americano, senza né arte, né parte, ma con un <i>ego</i> grande come un buco
nero. Ricordo che una volta mi commissionò un articolo sulla scrittura, il
giornalismo e l’editoria di oggi. Il solito pezzo di colore che non risponde a
nessun interrogativo e non dà nessuna notizia, per non scontentare nessuno, più
che altro. Mi impegnai, come è mio costume. E mi scavai dentro a fondo. Dopo
aver conosciuto e intervistato (già all’epoca) tanti promettenti autori
emergenti e piccoli editori volenterosi, qualche conclusione utile e personale
potevo trarla. Era un pezzo accorato e forse un filino presuntuoso, lo ammetto
volentieri, smanioso di andare dritto al punto e lasciare un segno, proprio
come sono io. E, naturalmente, non sortì l’effetto che speravo su Mister
Universo Direttore. “A nessuno frega un cazzo della tua opinione, non stai facendo
il tema della Maturità,” mi apostrofò, cassando il mio lavoro come quello di <i>una</i>
Cappuccetto Rosso che sa a malapena digitare sulla tastiera. Naturalmente mi
incazzai. E tanto. Ma abbozzai. Tornai a casa da quella riunione di redazione
ferita e allattai mia figlia, anche se, probabilmente, con tutta quell’acidità
che avevo in corpo, era più yogurt che latte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">È passato un po’ di tempo da questo
episodio e, con un pizzico di esperienza in più, devo amaramente ammettere che
Mister Direttore aveva ragione. La dura, durissima verità è che a nessuno
importa nulla di ciò che scriviamo. Anche perché, lo avrete letto recentemente,
secondo un nuovo rapporto Ocse, gli studenti italiani sono sotto la media non
solo per quanto riguarda le scienze, ma anche, e in modo più preoccupante, per
quanto concerne la lettura, la letteratura e la comprensione di ciò che
leggono. Cioè, non solo leggono poco, schifano i giornali e si informano
frammentariamente, ma il più delle volte non capiscono nemmeno quello che
leggono. <i>Ergo</i>, se già è difficile digerire frasi con soggetto, predicato
e complemento, cosa vuoi che gliene importi ai giovani di sforzarsi di capire
cosa pensa quel povero <i>nerd</i> che ha scritto quella cosa o quell’altra? Un
Benny Hill Show, con solo risate finte in sottofondo, praticamente. E menomale
che l’indagine è stata svolta sui più giovani, sui quali, sempre più spesso, ci
fa comodo accanirci, perché temo che i risultati su noi adulti sarebbero
davvero allarmanti. Del resto, questi giovani nativi digitali li cresciamo noi
che avevamo il telefono a gettoni, ma predichiamo bene e razzoliamo male.</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJNGkhAui5L2HdYesORpZ0Uv5WDQo8y2_K8A_zH7QRWFiwwoHUYG1-PtOH4qBGoaWP78YlJYpZmGHZG107GW4nFNG5Mm4C1QeQvtAVqpg4wfV8NAtaEJMjYlRzqpR-hcWLGm_9nslghO_S/s1600/lettera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJNGkhAui5L2HdYesORpZ0Uv5WDQo8y2_K8A_zH7QRWFiwwoHUYG1-PtOH4qBGoaWP78YlJYpZmGHZG107GW4nFNG5Mm4C1QeQvtAVqpg4wfV8NAtaEJMjYlRzqpR-hcWLGm_9nslghO_S/s400/lettera.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; line-height: 115%;">Anche per noi, pseudo-professionisti (o
aspiranti tali) della parola scritta non va tanto meglio. Scriviamo gratis o,
se va bene, sottopagati. Estremamente sottopagati. Scriviamo sbeffeggiati,
insultati, minacciati. Aggrediti, verbalmente e non solo. E se, per portare a
casa la pagnotta, scendiamo a compromessi e scriviamo di qualcosa che non è
nell’empireo delle materie più nobili (che sono proprio quelle che alla fine
nessuno <i>si fila</i>) siamo venduti, mercenari, affabulatori, creatori di
fake news che vogliono solo speculare sulla pelle di poveri creduloni. Per non
parlare dei luoghi comuni che circolano su chi scrive gialli, rosa o saggi,
come se tutto debba essere necessariamente incasellato, classificato,
catalogato a tutti i costi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; line-height: 115%;">In questo circolo vizioso di indifferenza
non è facile per gli autori credere in ciò in cui scrivono, tanto quanto per i
lettori credere in ciò che leggono. E quindi la risposta alla domanda ‘a chi
interessa ciò che scriviamo’ non può che essere sconfortante.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif; line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Forse non tutti si rivedranno nel quadro
che ho descritto e non pretendo certo di avere la formula magica per
trasformare in virtuoso questo circolo apparentemente senza fine, ma forse, nel
nostro piccolo, un modo per ritrovare un velo di speranza c’è. </span><span style="font-family: times new roman, serif;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1rdaOEOM3uhjRGKjtZmZA_BKoSrdKVeYxqKeuBnoQ04zxbt8e3Na09hn2GsAoGhBQlA7_X6375bQ_ClvcgW3L3cK8PpU2W4QG7IFxthyJsbWXhrR1jk3jLaXo7HQ-Yp8S67zv44qmm1z_/s1600/scrivendo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1rdaOEOM3uhjRGKjtZmZA_BKoSrdKVeYxqKeuBnoQ04zxbt8e3Na09hn2GsAoGhBQlA7_X6375bQ_ClvcgW3L3cK8PpU2W4QG7IFxthyJsbWXhrR1jk3jLaXo7HQ-Yp8S67zv44qmm1z_/s400/scrivendo.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; line-height: 115%;">Lettori di tutto il mondo, unitevi e,
autori, fate altrettanto!<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; line-height: 115%;">A Natale su dieci regali <i>senz’anima</i>
che siete costretti a fare, regalate almeno un libro. O un abbonamento a un
giornale, cartaceo o online. Su dieci foto di bambini, gatti, orsetti, nani e
pallette di Natale che inviate a ripetizione per fare gli auguri, mandate un
link a un articolo che vi ha colpito e spiegate il perché. Su dieci catene di
S. Antonio, ‘<i>spero di essere il primo a mandarti un albero di Natale ecc.
ecc</i>’<i>. </i>spezzate la catena (che tanto tutti siamo sfigati lo stesso) e
regalate una citazione, un sonetto, una poesia, l’incipit di un romanzo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif; line-height: 115%;">E voi autori, scrittori, blogger,
giornalisti, colleghi: su dieci articoli che scrivete sull’ultimo tronista, il
gieffino, il naufrago, il morto ammazzato, le accise sulla benzina, i presepi e
i crocefissi (e, vi assicuro, lo faccio anche io!), scrivete un articolo che vi
tocca nel profondo. In cui dite <i>davvero </i>la vostra. Anche se, di ciò che
pensate, non gliene frega niente a nessuno. Magari non cambia <i>niente</i>, ma
cambia <i>voi</i>. Cambia <i>noi</i>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">A Natale regalate <i>parole </i>che
diventano fatti. A voi <i>e famiglia</i>, naturalmente.</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-10075996918261729102019-11-20T13:59:00.001+01:002019-11-20T13:59:35.400+01:00Toy Story 4: un inno alle imperfezioni e alle seconde possibilità<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtVSDLlHV7Kfh68LIqJYdtMmk_84LAMKUqSGCloRTXDg4L0QsgpMcWSjuYwBoFva0WmqYzy9lUZ9RQZN0Z24HmHPbBqBMj3dKVRK9gDAfkwt5u-M4hNaH0bsyJ2dSz2k_SVARb0C1JHPqB/s1600/toystory4cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="653" data-original-width="458" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtVSDLlHV7Kfh68LIqJYdtMmk_84LAMKUqSGCloRTXDg4L0QsgpMcWSjuYwBoFva0WmqYzy9lUZ9RQZN0Z24HmHPbBqBMj3dKVRK9gDAfkwt5u-M4hNaH0bsyJ2dSz2k_SVARb0C1JHPqB/s400/toystory4cover.jpg" width="278" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Quando <b>Pixar</b> e <b>Disney</b> sono
diventati <i>una cosa sola</i>, in molti hanno storto il naso. Vuoi mettere
questi personaggi computerizzati coi cartoni di una volta, quelli fatti a mano,
alla vecchia maniera? In effetti è stata la fine di un’epoca, ma anche l’inizio
di una nuova era e oggi quei protagonisti frutto di una nuova tecnologia che
sembravano un po’ <i>freddi</i> rispetto a Pinocchio, Mago Merlino e
Biancaneve, sono entrati nel cuore e nell’immaginario di un’intera generazione
di giovani adulti, segnandone i ricordi di un’infanzia felice.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/LLfeD4LqhOc/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/LLfeD4LqhOc?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Quando lo sceriffo <b>Woody</b> e lo space
ranger <b>Buzz</b> hanno fatto il loro ingresso nei cinema e poi nelle
camerette dei bambini di mezzo mondo era il lontano 1995 e le loro avventure
sono state le prime interamente realizzate in computer grafica. Dopo <b>Toy
Story – Il mondo dei giocattoli</b>, ci sono stati <b>Toy Story 2 – Woody e
Buzz alla riscossa</b> nel 1999, <b>Toy Story 3 – La grande fuga nel 2010</b>
e, la scorsa estate, <b>Toy Story 4</b>, appena uscito in DVD, ha messo (forse)
fine alla quadrilogia Disney-Pixar più amata degli ultimi vent’anni con un
ultimo capolavoro di animazione e contenuti particolarmente profondi, non solo
per i bambini, ma anche per i loro genitori e per gli adulti in generale. Si
tratta di un film d’animazione d’eccellenza nel quale l’unica cosa di cui si
sente la mancanza è la voce di <b>Fabrizio Frizzi</b>, che, nei precedenti cartoni,
ha doppiato lo sceriffo Woody con grande simpatia e tenerezza. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ma facciamo un piccolo passo indietro, per
chi non ricordasse cosa è accaduto nei primi capitoli della saga. Nel primo
film Woody, un giocattolo vecchia maniera, è il preferito del piccolo Andy e
governa, a suo modo, il colorato microcosmo della cameretta del suo bimbo.
Tutto sembra filare liscio, almeno finché non arriva un giocattolo di nuova
generazione: lo space ranger Buzz Lightyear che ben presto “spodesta” Woody dal
suo ruolo di favorito e di punto di riferimento di tutti gli altri giochi. Tra
i due balocchi c’è un’accesa rivalità, ma una serie di peripezie alquanto
pericolose, li porteranno a ricredersi l’uno sul conto dell’altro, fino a
stringere una forte amicizia che li vedrà uniti al fianco del piccolo Andy il
quale, ignaro della prorompente <i>vitalità</i> dei suoi giocattoli preferiti,
cresce felice e spensierato.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/LFwAbvNOQnQ/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/LFwAbvNOQnQ?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nel secondo film, l’armonia sembra essere
tornata, ma, mentre sta giocando con Andy, a Woody si scuce un braccio. Per
errore Woody finisce in un mercatino di quartiere dove, una volta ogni tanto,
vengono venduti o donati tutti i vecchi giocattoli rotti o ormai in disuso.
Buzz e il suo seguito, però, non hanno nessuna intenzione di abbandonare
l’amico sceriffo e lo recuperano a casa di un collezionista che lo ha
acquistato per venderlo, assieme a nuovi personaggi come Jessie la cowgirl, a
un museo in Giappone. Ma cosa è più importante: essere ammirati dai bambini di
tutto il mondo o vederne crescere solo uno che amiamo incondizionatamente,
anche quando <i>il gioco della vita</i> ci mette a dura prova? All’inizio Woody
è confuso, ma ben presto troverà dentro di sé la risposta a questa domanda e
tornerà alla sua vita di sempre, assieme a tutti i suoi amici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nel terzo film, Andy è ormai cresciuto e
sta per andare al College, ma ancora non si è deciso a “sbarazzarsi” dei suoi
giocattoli preferiti che tiene chiusi in un baule in camera sua. Woody, Buzz e
gli altri vivono nella speranza che Andy non li regali, ma per errore, invece
di essere portati in soffitta, finiscono tutti nello scatolone destinato a
essere donato all’asilo di Sunnyside. Lì Woody, Buzz e tutti gli altri (a
esclusione della pastorella Bo Peep alla quale Woody era molto legato e che, in
questo terzo episodio, sembra essere stata data via da tempo) scopriranno
quanto è difficile la vita di un giocattolo che non ha un solo “padrone”, ma
deve essere condiviso da tanti bambini. Alla fine i nostri coraggiosi eroi di
plastica, pezza e batterie riescono a ricongiungersi al <i>non più piccolo</i>
Andy il quale, ormai pronto per diventare adulto, decide di donarli a una
bambina di nome Bonnie permettendo a tutti di ricominciare una nuova vita.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/2Gu6hs4v_Q4/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/2Gu6hs4v_Q4?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In Toy Story 4 la storia riprende da dove
si era interrotta quasi dieci anni prima, ma con una prospettiva decisamente
capovolta rispetto al passato: mentre tutti gli altri giocattoli, Buzz e Jessie
compresi, sembrano essere stati accolti dalla piccola Bonnie con grande
entusiasmo, Woody viene sempre lasciato da parte e non è più il giocattolo
preferito che era abituato a essere. Nonostante ciò, la sua <i>coscienza di
giocattolo </i>lo porta a preoccuparsi continuamente del benessere della sua
bambina, proprio come faceva col suo amato Andy. Quando Bonnie, durante una
giornata di orientamento all’asilo, costruisce un giocattolo con una
forchettina di plastica che sarebbe dovuta finire nella spazzatura, Woody
prende subito a cuore il nuovo arrivato, che non si sente affatto un balocco,
perché lo sceriffo si rende conto della grande importanza che questo giocattolo
<i>sui generis</i> ha per la bambina. Durante un viaggio in camper prima
dell’inizio della scuola, Woody avrà un bel da fare col ribattezzato e
disubbidiente Forky e, tra mille peripezie, in un vecchio negozio di
antiquariato e giocattoli antichi incontrerà di nuovo la sua amata Bo Peep che,
stufa di passare il tempo sugli scaffali del polveroso negozio, è fuggita
assieme a una variopinta banda di giocattoli smarriti e ha iniziato una nuova
avventurosa esistenza. Bo Peep non è più la perspicace pastorella di un tempo,
ma è diventata un’indomita avventuriera che conserva nel cuore i ricordi della
sua bambina Molly, la sorellina di Andy, ma sa che il mondo è tanto grande e
così pieno di bambini, che non vale la pena di lasciarsi andare alla malinconia,
come fa sempre Woody. In fondo non si sente anche lui profondamente “smarrito”
negli ultimi tempi? Cosa deciderà Woody per il suo futuro: tornerà dalla
piccola Bonnie, come gli suggerisce la sua coscienza di giocattolo, per cui è
inconcepibile non avere un bambino speciale di cui prendersi cura, o seguirà il
suo cuore che lo vorrebbe accanto a Bo Peep in cerca di nuove avventure e di
una seconda possibilità, anche se ciò significa dire addio agli amici di sempre?<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/8PySojI_yN4/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/8PySojI_yN4?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non ho nessuna intenzione di rivelarvi il
finale nient’affatto scontato, ma posso dire che in Toy Story 4 ho trovato più
spunti di riflessione adatti a tutte le età, rispetto a tanti film ideati per
noi “grandi” e che si prendono decisamente troppo sul serio in quanto a valori
morali e via dicendo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Toy Story 4 è un film sull’importanza
delle seconde possibilità e sulla capacità di reinventarsi sempre davanti ai <i>colpi
di scena</i> della vita. È un film che dimostra come non occorra affatto essere
perfetti, anche in una società che ci vuole sempre “nuovi” e invincibili. È un
film che racconta come nella vita quotidiana ci si possa “smarrire”, ma poi
tornare a essere se stessi più di prima, affrontando ogni genere di cambiamento
e scoprendo di possedere virtù e qualità che non si pensava di avere. È un film
che spiega ai più piccoli come uscire dalla propria <i>comfort zone</i> possa
mettere paura all’inizio, ma possa anche essere una splendida avventura che non
ci negherà il conforto dei bei ricordi, aiutandoci, invece, a costruirne di
nuovi, giorno dopo giorno, perché, come diceva <i>qualcuno</i>: “non è finita,
finché non è finita” e i bambini queste cose le capiscono istintivamente, per
fortuna.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Personalmente ho visto questo film per la
prima volta con mia figlia in una mattinata di pioggia e di febbre e ho versato
qualche lacrimuccia, ripensando alla prima volta che ho visto il primo capitolo
della saga, quando la bambina con la febbre ero io. <i>“Perché piangi, mamma?”</i>,
mi ha domandato mia figlia (tre <i>primavere </i>non ancora compiute). <i>“Perché
questo cartone animato è molto bello e, a volte, anche le cose belle fanno
piangere,”</i> le ho risposto, senza convincerla fino in fondo. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYUhaLHKh4OaX6gRJfDJ5u4cruWY6SeSUVERU2BsYuhE2yoEu8w5ny5c0K16ze_Wzqpae-Wwi7d00aH1R8E8tHmgigSvTTD66uDVwThf_T3rUOnpn9jjzvfuSxAGZHkpL5keg4SnbtZbl9/s1600/Fabrizio-Frizzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="828" data-original-width="1280" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYUhaLHKh4OaX6gRJfDJ5u4cruWY6SeSUVERU2BsYuhE2yoEu8w5ny5c0K16ze_Wzqpae-Wwi7d00aH1R8E8tHmgigSvTTD66uDVwThf_T3rUOnpn9jjzvfuSxAGZHkpL5keg4SnbtZbl9/s400/Fabrizio-Frizzi.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In fin dei conti noi genitori abbiamo una
cosa in comune con tutti i giocattoli (solo apparentemente <i>senz’anima</i>)
che ci affanniamo ad acquistare per rendere sempre più felici e curiosi i
nostri figli: veder crescere i <i>nostri </i>bambini è tra le avventure più
speciali che possiamo vivere nella nostra vita, anche se siamo ben consapevoli
che significherà vederli andare via per sempre, prima o poi. Ma ciò non deve
impedirci di essere sempre noi stessi, coi nostri pregi e difetti di adulti
che, per essere veramente felici, devono cercare di non dimenticare mai quanto
sia bello essere bambini.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07TBGX49R&linkId=023dceb2accbaa658978a083fab9502c&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-8788249088728491752019-11-06T08:52:00.000+01:002019-11-12T08:59:42.929+01:00"I silenzi di Roma" di Luana Troncanetti. La prima indagine dell’ispettore Proietti<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8DsEecTARgJFJ9dvFmd1zplNBXMvUtMis_7-jpt1X1BklrdFqLiYlb-K19Ueu7Idmri7BgwHhkf4toMjvRF9lskoUzXfhuCzzNNOtLLkc4A-wWp4hN6RLSmIILmSqi11zJ8-JykCa9Bqi/s1600/I_silenzi_di_Roma_per_web.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="527" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8DsEecTARgJFJ9dvFmd1zplNBXMvUtMis_7-jpt1X1BklrdFqLiYlb-K19Ueu7Idmri7BgwHhkf4toMjvRF9lskoUzXfhuCzzNNOtLLkc4A-wWp4hN6RLSmIILmSqi11zJ8-JykCa9Bqi/s400/I_silenzi_di_Roma_per_web.jpg" width="262" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Capelli
ricci e lunghi, barba incolta, naso aquilino. Abbigliamento trasandato,
occhiali <i>alla Serpico</i> e una cicatrice sulla guancia, a memoria del fatto
che quello dello <i>sbirro </i>è un duro lavoro, ma, come si dice, “qualcuno
deve pur farlo”. Paolo Proietti è l’ispettore capo della sezione omicidi di
Roma ed è uno che la divisa e la sua città ce l’ha nel sangue. È solo la sua <i>prima
indagine</i>, ma al lettore sembra di conoscerlo da sempre, sin dalle
primissime pagine di <b>“I silenzi di Roma”</b>, il nuovo romanzo di <b>Luana
Troncanetti</b>, edito da <b>Fratelli Frilli Editori</b>. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando
un artista di fama internazionale viene trovato morto nel suo appartamento,
trucidato in modo brutale, Proietti capisce subito che sarà un’indagine spinosa
e complessa, destinata a scoperchiare ambienti celati dietro maschere di
convenienza difficili da sradicare. Ma ciò che scopre pian piano, indizio dopo
indizio, lo lascia persino più sconvolto e disgustato di quel che vorrebbe
ammettere. Proietti sa bene cosa significa lasciarsi coinvolgere troppo
personalmente da un caso, come gli è già accaduto in passato, e non vuole che
nuovi incubi si sommino a quelli che ancora lo tormentano a causa di
un’indagine vecchia di quindici anni, ma quando si rende conto che
nell’omicidio dello scultore è stranamente implicato il suo amico fraterno
Ernesto, sa che il loro precario equilibrio è destinato a crollare, come un
castello di sabbia travolto da onde di burrasca. Paolo ed Ernesto, fratelli non
di sangue, ma di spirito, e legati da una lunga e profonda amicizia, nata sui
banchi di scuola e cresciuta insieme a loro, saranno costretti a scavare fin
troppo a fondo nelle loro anime, aprendo un abisso di dolore difficile da
sostenere. A tutto ciò si mescola, capitolo dopo capitolo, la scoperta del
malaffare legato all’omicidio dell’artista, conducendo Proietti nelle viscere
di una Roma omertosa e ostinata, alla ricerca di una giustizia troppo spesso
frettolosa e crudele, che non dà pace, né verità, né alle vittime, né agli
innocenti e sembra far perdere l’ispettore in un labirinto di malvagità dal
quale sarà difficile venir fuori senza aver definitivamente perso una parte
importante del suo <i>cuore</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZp_gvPDPFZxwrTF7cOMEMu1uauP0hDTFmpwuU6xuau9Gm-Fe2cT2rg03g46tw3187SbQFevWmo80J5mk9qjmecXf-9UNvfXv_By6Ee2bNsCV4qyqjzezak8FUhyphenhyphenGi9rk_5-ECadAwVay_/s1600/quarta+FRILLI+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZp_gvPDPFZxwrTF7cOMEMu1uauP0hDTFmpwuU6xuau9Gm-Fe2cT2rg03g46tw3187SbQFevWmo80J5mk9qjmecXf-9UNvfXv_By6Ee2bNsCV4qyqjzezak8FUhyphenhyphenGi9rk_5-ECadAwVay_/s320/quarta+FRILLI+2.jpg" width="240" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Se
amate le storie <i>nere </i>in cui l’umorismo, talvolta macabro, tiene ancora
più alta la tensione, senza negare al lettore un amaro e sardonico sorriso, lo
stile tagliente di Luana Troncanetti sarà una tra le sorprese più piacevoli di
quest’anno. Diretta, a tratti persino cruda, Luana Troncanetti non ci risparmia
nulla, né nei dialoghi, né nelle descrizioni, svelando, in modo estremamente
credibile, i segreti più inconfessabili di una Roma complice e muta testimone
di tanta violenza, fisica e morale. Una Capitale sporca, dentro e fuori, in cui
forze dell’ordine e criminalità troppo spesso devono sporcarsi le mani degli
stessi maleodoranti liquami per comprendersi, capirsi e combattersi reciprocamente.
<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Come
alcuni dei suoi predecessori <i>di carta</i>, tra ironia e demoni interiori,
Proietti entra a gamba tesa tra gli ispettori destinati a marchiare a fuoco la
fantasia dei lettori, perché già da questa prima indagine, la sua creatrice lo
mette profondamente in discussione, come autrice e, forse anche come donna,
ammantandolo di grande fascino e personalità. Non ci resta che augurarci che
questa sia solo la prima di una lunga serie di avventure e disavventure per l’ispettore
Paolo Proietti e che magari, indagine dopo indagine, si affianchi a lui un
personaggio femminile altrettanto forte, in grado di tenergli <i>davvero</i>
testa, perché sarebbe interessante esplorare tutte le dinamiche possibili in
merito. E, bisogna ammetterlo, le “candidate” non mancano… <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8869433439&linkId=d3fe3ce6f00aedbeaaef38c33dd0901f&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-74283501610731504412019-10-23T13:20:00.000+02:002019-10-28T13:29:38.094+01:00Cristiano Ranalletta: il ‘mio’ cielo sopra il Pigneto<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSYuVZWs-QV3e9ZPLYTqnzWltOhv3O_CN2WBxT9EG-4KbP9tTIHxquFyeH4-Q55yA1aHoPoMD60y4FgEvnMMSEZYg6W6MI7p15rkTaLvne1HLT1hWgkIThjj7ZZ0GqEJDuHGIilnleTk01/s1600/Piatto_Ranalletta-250x350.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="250" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjSYuVZWs-QV3e9ZPLYTqnzWltOhv3O_CN2WBxT9EG-4KbP9tTIHxquFyeH4-Q55yA1aHoPoMD60y4FgEvnMMSEZYg6W6MI7p15rkTaLvne1HLT1hWgkIThjj7ZZ0GqEJDuHGIilnleTk01/s400/Piatto_Ranalletta-250x350.jpg" width="285" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">È impulsivo, ruvido, graffiante, e nel suo
stile, tagliente e poetico al tempo stesso, c’è un ritratto della Roma di oggi,
caotica e inafferrabile, eppure mollemente lenta e sempre capace di
sopravvivere a se stessa con l’imperturbabilità imperiale che la
contraddistingue da secoli. Stiamo parlando di <b>Cristiano Ranalletta</b> e
del suo ultimo romanzo, <b>“Il cielo sopra il Pigneto”</b>, edito da <b>Scatole
Parlanti</b>. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Che Cristiano Ranalletta sia un
osservatore vorace e attento della realtà che lo circonda è evidente sin dalle
prime righe di questa nuova storia in cui Federico, il protagonista, guida il
lettore attraverso un viaggio ai confini tra la vita vera e quella virtuale,
descrivendo la Roma in cui ha vissuto e continua a vivere con grande senso di
appartenenza. La goliardia, il multiculturalismo, la furbizia, ma anche la
ferocia e la diffidenza si miscelano attraverso lo sguardo di Federico e di
tutti i personaggi che incontrerà nel suo cammino, in un percorso di vita che
ha come denominatore comune l’amore e, in un certo senso, la ricerca della felicità
e della realizzazione. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Con una lucidità e un realismo tali da
rasentare quasi il senso di alienazione, Cristiano Ranalletta ripercorre strade
e quartieri già esplorati in passato, in molti modi differenti, da tanti
scrittori e registi, mantenendo ben salda la cifra della propria personalità
letteraria e lasciando tenere il timone ai suoi personaggi, talvolta variegati
e allegri, talaltra malinconici e distanti tra loro, come isole dentro la
città. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La modernità con cui quartieri come il
Pigneto e Tor Pignattara vengono raccontati attraverso le peripezie di vita
quotidiana dei protagonisti, mantiene in sé l’ammaliante afflato di un film in
bianco e nero, senza perdere la freschezza dell’originalità tanto ricercata,
descrizione dopo descrizione, riflessione dopo riflessione, dialogo dopo
dialogo. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxtBSV3dAzCNbrXnWYICyrjJFK6uX5b1t5oPtfSKZ4Sk2Wlb-b1f785Irb73TD-8u-G3T9AGJGbWT6AYjvI7wugBZQK7kB1DiYKhnHFcK-DqfuQQfAR3njMt1yz8GEPriTaIlUTWkpepe3/s1600/ranalletta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxtBSV3dAzCNbrXnWYICyrjJFK6uX5b1t5oPtfSKZ4Sk2Wlb-b1f785Irb73TD-8u-G3T9AGJGbWT6AYjvI7wugBZQK7kB1DiYKhnHFcK-DqfuQQfAR3njMt1yz8GEPriTaIlUTWkpepe3/s320/ranalletta.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Molti autori lo hanno già fatto in
passato, ma anche tu sei riuscito a trasformare, con grande originalità, la
città di Roma e, in particolare, il Pigneto, in un vero e proprio personaggio,
che interagisce con tutti gli altri presenti nel tuo ultimo romanzo, “Il cielo
sopra il Pigneto”, Scatole Parlanti. Raccontaci la genesi di questo libro: cosa
ti ha ispirato durante la stesura? Cosa volevi comunicare?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoListParagraph" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Be’, intanto grazie.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In quello che ho scritto c’è molto vissuto,
c’è tensione, emotività. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il romanzo fonde un percorso individuale,
esistenziale e amoroso, con uno collettivo, socioculturale. Due filoni
disgiunti che però si sono amalgamati creando una duplice suggestione. È stato
prevalentemente il mio stomaco a dettarmi il testo, riga per riga. Da anni
ruotavo attorno a quei temi (inclusi quelli esistenziali: la felicità,
l’amore), poi come per magia hanno preso forma. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Che scrittore sei? Da dove nasce la tua
esigenza di scrivere? Segui l’ispirazione in ogni momento della giornata o hai
un metodo ben preciso al quale non sai rinunciare?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Non scrivo quasi nulla durante il giorno.
Penso, raccolgo materiale dalla strada o dal vissuto lo integro con delle
riflessioni più accademiche, poi a un certo punto lo stomaco mi dice che ci
siamo. A quel punto scrivo di getto. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Roma, Tor Pignattara e il Pigneto, in
particolare, sembrano proprio “respirare” autonomamente tra le pagine del tuo
romanzo, facendo da sfondo alle vite di un caleidoscopio di personaggi che
intrecciano le proprie diversità, facendosi forza nelle rispettive identità. In
generale come delinei i personaggi delle tue storie e le vicende che li
coinvolgono? E come si fa a trasformare una città complessa come Roma in un
vero e proprio personaggio?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In generale mi rifaccio molto alla realtà
nella creazione dei personaggi. O quantomeno nel caso specifico del romanzo “Il
cielo sopra il Pigneto”. La realtà che vivo non ha nulla da invidiare alla più
fervida immaginazione. Osservo molto. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il mio è stato un atto di amore nei
confronti del territorio, da qui probabilmente la trasformazione in
personaggio. Ad ogni modo, penso che Roma si presti molto bene, Pasolini
riusciva magnificamente in questo. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 35.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per saper scrivere bene, occorre senza
dubbio leggere molto: che libro c’è al momento sul tuo comodino? Quali sono le
tue autrici e i tuoi autori di riferimento? Cosa chiederesti a una o uno di
loro, se avessi la possibilità di incontrarlo, in un’immaginaria chiacchierata
tra il tempo e lo spazio?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoListParagraph" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Recentemente <i>ho incontrato</i> Michael
Cunningham, abbiamo fatto una amabile chiacchierata. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In questo momento sto leggendo un romanzo
di Guillermo Arriaga, apprezzai molto la trilogia di Alejandro Inarritu, per la
quale Arriaga curò la sceneggiatura. Adoro Philip Roth. Ho amato Milan Kundera.
<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Vedi, io sono un ingegnere. Ho passato
anni a leggere teoremi matematici complicatissimi. Ho cercato di farmi una
cultura quasi da autodidatta.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Probabilmente avrei desiderato fare due
passi con Pasolini per il Pigneto. Ma non ho una particolare smania di
incontrare gli autori. L’unica persona che avrei voluto incontrare
dell’ecosistema artistico è Marcello Mastroianni. Avrei voluto mangiare insieme
a lui una pasta e fagioli in una vecchia trattoria romana. Godermi la sua bulimia
di vita, la sua fragilità, la sua cortesia. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraph" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci
quali sono i tuoi progetti per il futuro.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ci sono diversi temi che mi frullano in
testa: l’evanescenza dei desideri, la post verità e ancora l’amore, questo sentimento
sublime che tenta di adeguarsi ai tempi delle piattaforme social, con
conseguenze tragicomiche.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8832811677&linkId=f030db2d15860057b792db2bf3dc19f2&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-58389297558046354792019-10-09T17:00:00.000+02:002019-10-11T17:02:01.126+02:00Imma Tataranni non è Montalbano (al femminile)<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dopo un’intera estate di <i>promo </i>che ce
l’hanno mostrata appollaiata sul suo galleggiante gonfiabile a forma di ananas
nel mezzo di un mare calmo e turchese, lo scorso 22 settembre ha fatto il suo
esordio <b>Imma Tataranni – Sostituto Procuratore</b>, la nuova fiction targata
Rai Uno che ha ufficialmente aperto l’autunno delle prime serate del servizio
pubblico dedicate alla serialità nostrana.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sarà stata la recente scomparsa di Andrea
Camilleri, seguita, poco dopo, da quella di Alberto Sironi, fatto sta che,
neanche erano finiti i titoli di testa della prima puntata, gran parte della
critica e dei telespettatori hanno sentito il bisogno di accostare la rossa dal
tacco dodici al commissario più amato dagli italiani (ma un po’ meno da certi
Direttori). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Prima di farci un’idea tutta nostra, abbiamo
voluto seguire le avventure della Tataranni televisiva per qualche settimana e,
soffermandoci unicamente sulle trasposizioni Tv, siamo giunti alla conclusione
che la Tataranni non è un Montalbano al femminile, né, tantomeno, femminista. E,
probabilmente, sia Camilleri, sia Sironi, se potessero, si farebbero una bella
risata su tutta questa faccenda.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSYQoR3uP2iiQ6w6-fv_7YTWevhjubTOAKhiubd5WvIFGTcmzq5W2AesNebOtd_hCxaXxOpiUfbOUrtdsnUJ3m1ulchsSSFz1_x97x-E6ItArM8rl65_7oDJHPWjI4kVo-oI_bwz4xChXc/s1600/VANESSA-SCALERA-Imma-Tataranni-1030x615.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="615" data-original-width="1030" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSYQoR3uP2iiQ6w6-fv_7YTWevhjubTOAKhiubd5WvIFGTcmzq5W2AesNebOtd_hCxaXxOpiUfbOUrtdsnUJ3m1ulchsSSFz1_x97x-E6ItArM8rl65_7oDJHPWjI4kVo-oI_bwz4xChXc/s400/VANESSA-SCALERA-Imma-Tataranni-1030x615.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Che per affezionare e affezionarsi sia utile
fare accostamenti di cuore e di pancia, ne siamo abbastanza certi, ma, almeno
in seconda battuta, è bene fare riflessioni più profonde. Innanzitutto la
Tataranni è <i>donna</i>. E non è una semplice evidenza, ma una piacevole novità
anche per la rete ammiraglia della Rai che, nella sua fiction degli ultimi anni,
non ha donne per protagoniste (se escludiamo quelle col velo e i voti
perpetui), ma sono come comprimarie, spalle o gregarie atte al lancio di ruoli
maschili. La Tataranni è donna, lavoratrice (e che lavoratrice!), moglie, madre
e… faticosamente nuora. Tutti ruoli che spiccano a trecentosessanta gradi,
alternandosi tra i ritmi della narrazione, che passa piacevolmente dal mistero
da risolvere, alle esilaranti peripezie della vita quotidiana. Montalbano non
solo è un uomo, ma è interamente circondato da una squadra di collaboratori
uomini. Inoltre, come accade generalmente, in molte storie del Maestro le donne
hanno ruoli e personalità quasi favolistiche, dalla femme fatale che mette
tutti al tappeto, alla giovane <i>innocente</i> siciliana di una volta, col
vestitino a fiori e i boccoli neri. Imma, dal canto suo, è moderna, testarda,
meticolosa, con una memoria di ferro e un’abilità unica nel seguire e far
seguire le regole, senza mai abbassare il capo di fronte alle gerarchie e ai
potenti. <b>Mariolina Venezia</b>, la sua <i>mamma letteraria</i>, che, dopo i
romanzi, ha contribuito a scrivere anche la sceneggiatura della fiction, si è
battuta affinché la trasposizione televisiva della sua Tataranni non la
trasformasse in una macchietta, più isteria che intelletto e ci è riuscita alla
grande, perché la Tataranni tiene incollati allo schermo. Fa ridere, fa
commuovere, fa riflettere. E se te ne perdi qualche dettaglio, hai persino
voglia di riguardarla in streaming, perché quel sottile filo conduttore che lega
ogni episodio al successivo, praticamente impercettibile in Montalbano, è
intrigante e stimolante. Tra un caso e l’altro, Imma sa di essere una madre
ingombrante, ma ciò non le impedisce di restare se stessa, invadente, ma anche
protettiva. E le occhiate che riserva al giovane e bel carabiniere Calogiuri
sono spassose tanto quanto la tenera sintonia che la lega a quel tesoro di
marito che ha, Pietro, sempre pronto a mettere pace e freno, ma solo quando
serve, alla sua esuberanza.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQhJezdhQpSC6AJjJvWlBgxh9GdTrtQzMqhMDgHkHVtCshhH28kSbFsiEl6ofvQ06PsRrWa8eLxwEhwj8G2BmozwueRLDgpi0-ynINXLLK5AThXVI5QL4ekVJrS90R08YxdmeSn3a-7hg2/s1600/montalbano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="628" data-original-width="1200" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQhJezdhQpSC6AJjJvWlBgxh9GdTrtQzMqhMDgHkHVtCshhH28kSbFsiEl6ofvQ06PsRrWa8eLxwEhwj8G2BmozwueRLDgpi0-ynINXLLK5AThXVI5QL4ekVJrS90R08YxdmeSn3a-7hg2/s400/montalbano.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Imma Tataranni – Sostituto Procuratore è
un raffinato e divertente gioco di equilibri, sullo sfondo di una Matera
scintillante e cupa nello stesso tempo, e, a coronare questo <i>gran lavoro di
fino</i>, c’è il talento di <b>Vanessa Scalera</b>, un volto poco noto sul
piccolo schermo Rai che ha decisamente bisogno di facce nuove in questo senso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Se c’è una cosa che accomuna Salvo
Montalbano e Immacolata Tataranni è il senso del dovere e dello Stato, che si
può e si deve trasmettere a chi guarda la Tv, anche attraverso le narrazioni di
fantasia, e la capacità di entrambi questi personaggi, prestati dalla carta, di
aprire uno spaccato sulla complessa e complicata giustizia italiana. <o:p></o:p></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-49412605121929830292019-09-25T16:17:00.000+02:002019-09-27T16:23:14.775+02:00“Prova d’innocenza” di James Patterson con Andrew Gross<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOrqIkA-ZvPtei9vXd4JLmekOSGs2xBuyX_4LXZttoclTtNgSSs9dA3iNTWARaHR0BrGZfON9aPydfuzmJ_Wb8xz7ie1MF-L_UNnWlQLcSd6X3tmkq3wPeF-xPunL1-3_4QkVwEPepdzLq/s1600/james-patterson-prova-dinnocenza.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1055" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOrqIkA-ZvPtei9vXd4JLmekOSGs2xBuyX_4LXZttoclTtNgSSs9dA3iNTWARaHR0BrGZfON9aPydfuzmJ_Wb8xz7ie1MF-L_UNnWlQLcSd6X3tmkq3wPeF-xPunL1-3_4QkVwEPepdzLq/s400/james-patterson-prova-dinnocenza.jpg" width="263" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ned Kelly si chiama come il fuorilegge
australiano che, nell’Ottocento, tenne col fiato sospeso la colonia britannica
di Victoria durante una ribellione, ma in realtà è un bravo ragazzo e ha ben poco
a che vedere col suo turbolento omonimo d’oltreoceano.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Infatti Ned, protagonista del nuovo
thriller di <b>James Patterson</b>, <b>“Prova d’innocenza”</b>, scritto a
quattro mani col collaudato coautore <b>Andrew Gross</b> ed edito da <b>Tre60</b>,
è cresciuto a Brockton e ha un passato costellato di cattive amicizie, ma ha
cercato di riscattarsi in ogni modo nella vita e, da quando lavora in un
lussuoso resort di Palm Beach come tuttofare e bagnino, ha deciso di rigare
dritto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tuttavia, quando a Ned si presenta
l’occasione di mettere a segno il cosiddetto “colpo perfetto”, assieme ai
vecchi <i>compagni di merende</i>, non riesce proprio a dire di no, perché da
quando ha conosciuto la raffinata e bellissima australiana Tess, e ha ceduto
alla passione, vuole che tutto sia perfetto e che la vita continui a
sorridergli, anche dal punto di vista economico. Ma quante probabilità ci sono
che, proprio nello stesso giorno, il colpo della vita vada storto, tutti gli
amici e complici vengano fatti fuori e la donna amata venga assassinata nella
vasca da bagno da un brutto ceffo? Ned non può credere a quanto gli sta
accadendo: dalle stelle alle stalle in una manciata di ore. Mentre tutto sembra
essere contro di lui e l’FBI gli sta alle costole come unico potenziale
colpevole, Ned è costretto a ricorrere all’aiuto di Ellie Shurtleff, uno <i>scricciolo
</i>di un metro e sessanta con spesse lenti di tartaruga che tutto sembra,
fuorché un agente scelto dell’FBI, ma in realtà ha la mira di un cecchino ed è
l’unica disposta a credergli e a infrangere qualche regola per aiutarlo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La capacità di James Patterson, e di tutti
i suoi coautori, di <i>teletrasportare</i> letteralmente il lettore nelle città
degli U.S.A. in cui ambienta le proprie storie è unica al mondo. Basta leggere
l’incipit per sentire il cuore a stelle e strisce. Non a caso è <i>il più
venduto di tutti</i>. Coi suoi capitoli brevissimi e lo stile veloce e diretto,
quasi come si trattasse di una sceneggiatura, ma anche in grado di digressioni
narrative puntuali e mai banali, Patterson riesce a dare vita a personaggi ai
quali è facile affezionarsi immediatamente, come quando si guarda un film o una
serie Tv. La sua abilità nel focalizzarsi su un genere, senza mai perdere di
vista la propria impronta stilistica sempre frizzante e la commistione
necessaria a dare corpo alle varie vicende, lo rendono non solo un maestro del
thriller, ma anche un autore in grado di spaziare tra molteplici generi, come
ha dimostrato dedicandosi alternativamente al rosa e alla letteratura per
ragazzi con grandissimo successo su scala mondiale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L’azione e la tensione, anche erotica, che
si innesca tra i due protagonisti, rende la risoluzione del mistero e la
ricerca della verità non solo emozionante, ma anche divertente, in una miscela
esplosiva che vede bene e male mischiarsi continuamente, fino a cambiare per
sempre la vita di Ned ed Ellie.<o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07TJJLNW2&linkId=4b9a34573e0ac7b0f173b599b70562d3&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-81213197939368323602019-09-11T11:32:00.000+02:002019-09-12T11:34:23.154+02:00Tre buone ragioni per… annoiarsi una volta ogni tanto<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXfRPiOnZQQ4uqDptl4gtonePjVtPJHToNBNDwZTjHs2XUtTQ8IakhEsl5sUgQLyzyZ52pjleAYVcJLd54ayCGoD3760Cw1rRmZiLER42tbd1A3KbtYdblfVr2RhpH0uulk2xpZgy9MHbQ/s1600/yawning-349753_1920.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1600" height="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXfRPiOnZQQ4uqDptl4gtonePjVtPJHToNBNDwZTjHs2XUtTQ8IakhEsl5sUgQLyzyZ52pjleAYVcJLd54ayCGoD3760Cw1rRmZiLER42tbd1A3KbtYdblfVr2RhpH0uulk2xpZgy9MHbQ/s400/yawning-349753_1920.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In un mondo sempre più frenetico, nel
quale chi non è continuamente “connesso”, impegnato e, possibilmente, felice ed
euforico, rischia di sentirsi isolato e messo da parte, quello di annoiarsi sta
diventando quasi un lusso senza prezzo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Molti esperti, soprattutto per quanto
riguarda il mondo dell’infanzia, lo definiscono <b>“diritto alla noia”</b>,
affermando che in quel “niente da fare” è celata, in realtà, la scoperta di noi
stessi, grandi e piccini, sottratti all’iperstimolo della tecnologia. La “noia”,
inoltre, incoraggia la fantasia, la creatività, l’introspezione e, perfino, il <i>problem
solving</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ecco, dunque, le nostre <i>tre buone
ragioni per annoiarsi una volta ogni tanto</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 88.8pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Noia
come solitudine. </span></b><span style="line-height: 115%;">Stare soli è difficile e spesso spaventa
tutti per i “vuoti emotivi” che rischia di aprire. Ma cerchiamo di guardare il
lato positivo: la solitudine è tempo totalmente dedicato a noi stessi e può
significare riposo, relax, ma anche stimolo all’autonomia, all’indipendenza e
alla capacità di reinventarsi quando necessario.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 88.8pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Noia
come fantasia. </span></b><span style="line-height: 115%;">Nulla come la noia ci permette di vivere
il “qui e ora”, lasciandoci trasportare dalla fantasia, senza perdere niente
della realtà del presente. E, si sa, l’immaginazione è portatrice di
creatività, di nuove idee e di nuovi obiettivi, oltre che di desiderio di
infrangere i propri limiti, uscendo dalla propria <i>comfort zone</i>.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 88.8pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Noia
come leadership. </span></b><span style="line-height: 115%;">Chi pensa che annoiarsi sia da <i>sfigati</i>,
si prepari a cambiare idea. La prima regola per essere un buon leader è la
capacità di saper prendere decisioni e chi è in grado di “mettersi in moto dopo
essere stato fermo”, esercitando il proprio libero arbitrio senza timore, sarà
più pronto e più coraggioso nel fare altrettanto in contesti di gruppo in cui
prendere decisioni significa anche assumersi responsabilità per il benessere
altrui.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-6937942669802654762019-07-17T18:54:00.000+02:002019-07-19T18:56:03.681+02:00Tre buone ragioni per… stampare le proprie foto<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8-CpbnMomLptHyG3a_j77TOpwOzt0e1xUp7awJaMPqqVnzat3MlNEZX39rizzopNECH-kERQ9v8-7vlSLreT56VJcZof-1r_H_VyEowIjZITCivj_Xxk7TN_ERG3NaW5hVQmu-bOKwCtB/s1600/stamparefoto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8-CpbnMomLptHyG3a_j77TOpwOzt0e1xUp7awJaMPqqVnzat3MlNEZX39rizzopNECH-kERQ9v8-7vlSLreT56VJcZof-1r_H_VyEowIjZITCivj_Xxk7TN_ERG3NaW5hVQmu-bOKwCtB/s400/stamparefoto.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Se ne stampano sempre meno, soprattutto da
quando le fotocamere di smartphone e tablet hanno raggiunto livelli di qualità
paragonabili a quelli delle fotocamere professionali, permettendo, inoltre, di
modificarle attraverso App sempre più intuitive e di condividerle sui Social
Network. Naturalmente ci riferiamo alle numerose foto che ciascuno di noi
scatta sia nelle occasioni speciali, sia nella vita di tutti i giorni. Ma siamo
davvero sicuri di non sentire più la necessità di stampare le nostre foto?
Archivi digitali e Social Network stanno definitivamente soppiantando il nostro
desiderio di sfogliare album e tappezzare pareti di casa con gli istanti più
belli della nostra vita? A molti sembrerà solo un’<i>operazione nostalgia</i>,
ma ecco le <i>tre buone ragioni </i>che ciascuno di noi dovrebbe tenere in
considerazione per <i>stampare le proprie foto</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Il
bello di scegliere. </span></b><span style="line-height: 115%;">Se i rullini di un tempo ci portavano alla
spasmodica ricerca del momento perfetto, dell’inquadratura impeccabile o della
posa plastica per non sprecare neanche uno scatto utile, col digitale l’unico
limite ai nostri <i>click</i> risiede nella memoria libera del nostro
smartphone. Ma a cosa serve questa grande libertà, se non è seguita da un’attenta
selezione dello scatto migliore da stampare e appendere a una parete o esibire
sulla mensola del caminetto?<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Sfogliare
è ricordare attivamente. </span></b><span style="line-height: 115%;">Neanche il touchscreen più sofisticato
potrà mai sostituire la <i>sensazione emotiva </i>e la <i>percezione sensoriale</i>
che si provano sfogliando un “vero” album di fotografie. Potrà sembrare
ridondante retorica, ma non c’è archivio digitale, per quanto ordinato che sia,
che possa reggere il confronto col vecchio album rilegato in pelle di foto in
bianco e nero della nonna o col faldone che contiene gli ingrandimenti, ormai
un po’ ruvidi, delle foto del matrimonio di mamma e papà. Se tutto ciò ci
provoca emozioni tanto profonde una ragione deve pur esserci, e allora perché non
tentare di ricreare la stessa magia con gli scatti più belli della nostra vita?<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">L’arte
di stampare. </span></b><span style="line-height: 115%;">Esistono talmente tanti nuovi supporti su
cui far imprimere una foto, da avere l’imbarazzo della scelta per dare spazio
alle nostre emozioni. Tazze, cuscini, orologi, charms possono essere, di tanto
in tanto, divertenti alternative ad album, fotolibri e cornici. Cambiano le
mode, la tecnologia avanza, ma l’esigenza di riprodurre per “toccare con mano”
noi stessi e i nostri ricordi resta intatta, pur continuando a evolversi e
mutare. Ecco perché anche stampare foto può essere considerata una vera e propria
forma d’arte e di narrazione di noi stessi.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-25461586468102595442019-06-12T11:54:00.000+02:002019-06-13T11:57:31.778+02:00Tre buone ragioni per… fare giochi da tavolo<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5uhnFVX3GICCHhCMPqjHNlXCy1Cs4FuG0rloEAyC5dnlrHN42bo8jbNjy4OKmKRFt4MTy5kvXsEYfohsoh5kLpmgE9Q-PI877yJ8tg0E9AzSgCl5t1Z-oNJaAx39RuJqTfWy39HGyPfpD/s1600/play-stone-1744790_1920.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1050" data-original-width="1600" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5uhnFVX3GICCHhCMPqjHNlXCy1Cs4FuG0rloEAyC5dnlrHN42bo8jbNjy4OKmKRFt4MTy5kvXsEYfohsoh5kLpmgE9Q-PI877yJ8tg0E9AzSgCl5t1Z-oNJaAx39RuJqTfWy39HGyPfpD/s400/play-stone-1744790_1920.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Stanno tornando di moda, o forse non sono
mai del tutto passati, e si trovano in tutti i formati, compreso quello <i>pocket</i>,
adatto da portare perfino in vacanza. Si tratta dei giochi da tavolo e saranno
senz’altro una bella scoperta, ma soprattutto un gradito ritorno per tutti
coloro che, tra giochi di abilità, strategia o puro divertimento, hanno
trascorso infanzia e adolescenza, imparando a “usare la testa” anche “per
gioco”, con la famiglia e con gli amici. Ma perché preferirli a smartphone,
tablet e consolle almeno <i>una volta ogni tanto</i> oltre al fatto che non
necessitano di caricabatterie e prese di corrente o connessione Internet e
WiFi? Ecco le nostre <i>tre buone ragioni per fare giochi da tavolo</i>!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 74.25pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Sono
adatti a tutte le età. </span></b><span style="line-height: 115%;">Dal <i>Memory</i>, al <i>Gioco
dell’Oca</i>, passando per il celeberrimo <i>Monopoly</i>, ci sono dei
‘classici’ intramontabili adattai a ogni età. Oltre a mettere alla prova e a
mantenere in allenamento abilità mentali di ogni tipo, per i più piccoli è un
ottimo esercizio di concentrazione, per gli adulti è un buon momento di
condivisione e flessibilità, per gli anziani può essere lo spunto ideale per il
confronto.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 74.25pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Si
può giocare in famiglia o con gli amici. </span></b><span style="line-height: 115%;">Dedicare un
pomeriggio o una serata a un gioco da tavolo è possibile sia in famiglia, sia
con gli amici, poiché permette di conoscersi meglio, ma anche di mantenere
ancor più stretti legami già esistenti che troppo spesso si danno per scontati,
trovando nuove occasioni di conversazione. Da <i>Risiko</i> a <i>Scarabeo</i>,
fino a <i>Cluedo</i>, inventiva, intuizione, competizione e pazienza possono
esaltare sintonia e gioco di squadra.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 74.25pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b><span style="line-height: 115%;"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span></b><!--[endif]--><b><span style="line-height: 115%;">Anche
in coppia o da soli, ce n’è per tutti i gusti. </span></b><span style="line-height: 115%;">Oltre
ai classici mazzi di carte che tutti conosciamo, ci sono moltissimi giochi di
carte, e non solo, ideali da fare in coppia o perfino da soli, e tutti
richiedono fantasia e capacità. Insomma, invece di mettere mano allo smartphone
e di scaricare il corrispettivo digitale, tenere a portata di mano un vero
mazzo di carte, una scatola dell’indimenticabile <i>Uno</i>, o una di quelle
piccole scacchiere portatili coi i pedoni magnetici per la Dama o gli Scacchi
potrebbe essere, al giorno d’oggi, una scelta davvero originale per ingannare
qualsiasi attesa o momento di noia.<b><o:p></o:p></b></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-64688179130804789622019-05-22T08:32:00.000+02:002019-05-24T08:34:14.769+02:00“Per Interposta Persona” di Monica Bartolini<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Lo stile pulito, scorrevole e vivace, ma
soprattutto la capacità di esplorare il punto di vista di tutti i personaggi
coinvolti nella storia, pur tenendo salde le redini della voce narrante
attraverso i pensieri del protagonista: sono queste le peculiarità che fanno
dei romanzi di <b>Monica Bartolini</b>
delle storie di grande qualità, che lasciano profonda nostalgia nei lettori più
voraci, destinati a terminarle sempre troppo in fretta. E anche <b>“Per Interposta Persona”</b>, <b>I Buoni Cugini Editori</b>, l’ultimo
romanzo in ordine di tempo della <i>Rossa
che Scrive Gialli</i>, non fa eccezione e non delude, riportandoci alle
atmosfere dense di mistero, ma mai prive di umanità, che caratterizzano il modo
di condurre le indagini del <i>nostro </i>Maresciallo
Nunzio Piscopo, ormai “maturo” e a un passo dalla pensione, ma mai
sufficientemente “distaccato”, nonostante i numerosi casi della sua carriera.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIlcKQIYBWljKRhWch5MXpiO_I7Gnt4lEKGQycg1aP6I2AfE6Lj7j-taMfYw8Hiz9QQCm30bbvx0msCLr2AH5pEMAaoLg1oVD1NqYEnuEiypWYgtW-eFNd0lLKuMtN9dzE8aZ4Wz7-GvT_/s1600/per_interposta_persona_copertina_con_ISBN_2-199x300.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIlcKQIYBWljKRhWch5MXpiO_I7Gnt4lEKGQycg1aP6I2AfE6Lj7j-taMfYw8Hiz9QQCm30bbvx0msCLr2AH5pEMAaoLg1oVD1NqYEnuEiypWYgtW-eFNd0lLKuMtN9dzE8aZ4Wz7-GvT_/s1600/per_interposta_persona_copertina_con_ISBN_2-199x300.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In questa nuova avventura la trama gialla,
così sapientemente intessuta da Monica Bartolini, ruota attorno all’assassinio
dell’ambiguo gioielliere Greco che ha tutta l’aria di essere un regolamento di
conti, ma, in realtà, attraversa l’intimità di tante famiglie unite non solo da
legami di sangue, ma anche di lavoro e amicizia, avvolgendo lo stesso Piscopo
in una morsa che lo serra nella difficoltà di mantenere più di una promessa,
senza che nessuna confligga con l’altra. Sì, perché quando a essere sospettato
è proprio il suo superiore, il Maggiore Spada, a causa della presenza della sua
pistola sulla scena del crimine, Piscopo fa il possibile per mantenere lucidità
e fiducia in se stesso e nella divisa che porta, facendosi forza della sua
capacità di intuizione e interazione con tutte le complesse personalità con le
quali verrà a contatto nel corso dell’indagine. Ma la situazione si rivelerà
più intricata e dolorosa del previsto.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">In un dipanarsi incalzante di indizi
apparentemente contraddittori, lasciati come briciole dall’autrice, pagina dopo
pagina, Piscopo accompagna i lettori e si lascia guidare dalla sua umana
sensibilità più che da tutti gli altri mezzi investigativi che possiede, per
cercare, da un lato di far luce sugli eventi, dall’altro di svelare la realtà
dietro alle apparenze di un caso più scomodo di quel che sembra. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYNsmYZvRRGsup1y7qyGUnZ6TKE4eKxBYFG7lmnC5BxjfJgkXb5peXGJos1xb0C_cGkv8ZDTQOaKIL9WwgCnh07YljK8GUNWrn11KR7rSLFZwchFvjT13Ts4-bb6T89BmAB27CjYF29cJf/s1600/Monica10_cmsthmbres.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="400" height="395" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYNsmYZvRRGsup1y7qyGUnZ6TKE4eKxBYFG7lmnC5BxjfJgkXb5peXGJos1xb0C_cGkv8ZDTQOaKIL9WwgCnh07YljK8GUNWrn11KR7rSLFZwchFvjT13Ts4-bb6T89BmAB27CjYF29cJf/s400/Monica10_cmsthmbres.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Non solo mafia, provincia e fatti di
sangue, Monica Bartolini attraversa e approfondisce tutte le sfaccettature
dell’amore, soffermandosi con grande dolcezza e delicatezza su quello
genitoriale e filiale e analizzando mancanze, debolezze e imperfezioni che
caratterizzano proprio tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda. Fin dove
sarà costretto a spingersi Piscopo per far luce su tutta la faccenda? Metterà
in gioco se stesso e i suoi legami più cari fino in fondo? A chi e in cosa
potrà credere oltre che nelle sue sole forze? <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Tra frustrazione, delusione, amarezza e
incertezza per il futuro, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">il nostro eroe</i>
dovrà far fronte a sorprese e continui colpi di scena, verso un epilogo
inaspettato e nuovi panni da vestire in cui sentirsi un “uomo nuovo”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8899102449&linkId=598021eb56f2a5ee5fa0e95c01eca6a8&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-46554170421339657492019-05-08T13:18:00.000+02:002019-05-10T13:24:25.813+02:00“La cospirazione dell’Inquisitore” di Giulia Abbate<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid2BNYl4lq13Qzo3UKxRfAZyAVdM4jmuikGmWJ7VbvaxPuJygFMMraKmTcWfRksP-I2-lUiHbiKntaN4DTGJ54WFAQ3yNabLzR02Sj-l4uhJ9RIP26N0Qule4XJLuSCjlGYsuFsRZzA87Q/s1600/CospInq_1024x1024.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="648" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEid2BNYl4lq13Qzo3UKxRfAZyAVdM4jmuikGmWJ7VbvaxPuJygFMMraKmTcWfRksP-I2-lUiHbiKntaN4DTGJ54WFAQ3yNabLzR02Sj-l4uhJ9RIP26N0Qule4XJLuSCjlGYsuFsRZzA87Q/s400/CospInq_1024x1024.jpg" width="252" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;"><br /></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;">Giulia
Abbate</span></b><span style="line-height: 115%;">, romana, classe 1983, non è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">un’autrice qualsiasi</i>, ma una che ha studiato e tanto. Se in un vero
e proprio ‘oceano’ di romance di tutti i tipi, ne state cercando uno che vi
rimanga dentro anche dopo aver ultimato la lettura, non solo per la storia
d’amore, ma soprattutto per lo stile e la capacità di rievocare le
ambientazioni medievali e il senso di precarietà che la vita dell’epoca doveva
suscitare, soprattutto per le donne, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“La
cospirazione dell’Inquisitore”</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Leggereditore</b>,
è ciò che fa per voi. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dopo un paio di interessanti incursioni
nella fantascienza, infatti, Giulia Abbate riesce a impadronirsi delle regole e
delle atmosfere del romance storico con una destrezza e un’abilità, che fanno
scorrere la lettura della storia d’amore fin troppo velocemente, tra avvincenti
colpi di scena e ricostruzioni puntuali, ma mai prolisse.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il romanzo racconta la storia di Elisa,
bella e indomita vedova poco più che ventenne che, all’alba del XIV secolo, è
rimasta vedova del signore del feudo degli Altoviti, nell’Italia centrale,
caduto in una crociata, e ha dato alla luce una bimba già orfana che ha chiamato
Matilde. Sono passati quasi dieci anni da quell’evento tragico che ha segnato
per sempre la vita di Elisa, la quale, secondo le usanze del tempo, avrebbe
fatto bene ad affidare la figlia ai cognati, i nuovi signori, e a ritirarsi in
convento. Ma Elisa, donna determinata e anche un po’ ribelle, non si è mai
sottomessa a questa tradizione e continua a occuparsi della figlia, coperta dal
suo velo nero e dalle vesti perennemente in lutto. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tutto sembra destinato a ripetersi sempre
uguale in quel piccolo borgo di un’Italia lontana nel tempo, finché Gisella, la
più cara amica di Elisa, una donna dall’indole forse troppo libera per l’epoca,
esperta di erbe e di rimedi naturali, viene arrestata con l’accusa di
stregoneria e un affascinante e misterioso inquisitore, di nome Riccardo,
giunge al castello per indagare e decidere se dovrà svolgersi un processo. Nonostante
Riccardo sia un monaco e un predicatore ammaliante, non nasconde affatto il suo
passato di cavaliere e veste spesso con gli abiti <i style="mso-bidi-font-style: normal;">del mondo</i>. Elisa ne resta subito misteriosamente affascinata e
turbata allo stesso tempo e Riccardo sembra ricambiare la sua attrazione, ma la
giovane ha la sensazione che ci sia molto altro che l’uomo le sta tenendo
nascosto. Tra passioni proibite, banchetti, agguati, duelli e fughe, solo una
cosa è certa: la vita di Elisa e Riccardo sembra destinata a cambiare per
sempre.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La narrazione occupa uno spazio temporale
di nove giorni, che coincidono con la novena che Elisa decide di dedicare alla
Madonna all’inizio del romanzo, pregando per la salvezza dell’amica Gisella, ma
anche per la sua stessa vita che sente sempre più appesa a un filo e per un
futuro migliore per se stessa e per sua figlia. Questa scansione temporale
ricostruisce al meglio l’atmosfera medievale, un periodo difficile per le
donne, nel quale il tempo sembrava scorrere sempre uguale a se stesso, ma in
cui, ugualmente, era possibile perdere tutto da un momento all’altro, a causa
delle continue faide e lotte per il potere maschile, per cui le donne erano
spesso solo semplici pedine. All’interno di questo contesto raccontato in modo
credibile e piacevole, la storia d’amore tra Elisa e Riccardo è incastonata
come una perla che brilla per la passione e la semplicità, ma, non oscura tutto
il resto, inserendosi come ‘protagonista’, senza essere ingombrante, in un
romance storico che, a tutti gli effetti, per lo stile, l’apparato descrittivo,
la costruzione dei personaggi e dei dialoghi, non ha nulla da invidiare a quei
romanzi storici in cui l’amore è lasciato solo sullo sfondo. <o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8865089938&linkId=dd526b49bbf3e894cefae44777a11305&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-57438759257636958782019-04-17T11:12:00.000+02:002019-04-18T11:14:17.497+02:00Daniele Botti: il quartiere Coppedè si tinge di giallo<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Se
fosse possibile <i>sfogliare</i> un
quartiere come si fa con una rivista, restando colpiti, pagina dopo pagine,
dagli scorci, le vie e gli incroci disegnati dai palazzi e dalle strade, questo
sarebbe il Coppedè della nostra Capitale. Ma, se volessimo renderlo vero e
proprio protagonista di una storia <i>in
carne, ossa</i> cemento e architetture stravaganti e audaci, non ci resterebbe
che affidarci a <b>Daniele Botti</b> e, in
particolare, alla lettura del suo ultimo romanzo, <b>“Forno Inferno”</b>, <b>Alter Ego
Edizioni</b>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Non
è la prima volta, infatti, che l’autore si lascia sedurre dal quartiere
Coppedè, mettendolo al centro di una delle sue narrazioni e facendocene
scoprire e riscoprire curiosità nascoste e verità più note, oltre che
immaginari abitanti e frequentatori, così vividi e vivaci, da saltare letteralmente
fuori dalle pagine delle sue storie.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Disturbante
come uno splatter e frastornante come un pulp, ma anche avvincente come un
mistery di altissimo livello e grottesco come la più graffiante delle satire:
“Forno Inferno” è un giallo dalla struttura e dallo stile sorprendenti e
originali che, talvolta si tinge di nero, talvolta di rosso, a seconda degli
umori e delle piste seguite dal protagonista, il Commissario Tinca, un uomo di
legge così bizzarro e sopra le righe, da stringere quasi un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">patto di sangue</i> col lettore, rapito fin
da subito da tanta faccia tosta tipica del “buono”, che ha messo la corazza del
“cattivo”, come certi animali esotici che tentano di spiazzare gli avversari,
ben più forti di loro, con veri e propri “giochi di prestigio”, pur di
sopravvivere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
storia inizia con l’omicidio di Ermete Lucifero, un anziano Professore dedito
all’occultismo, che viene ritrovato morto in seguito a una oscura cerimonia
rituale proprio nella sua abitazione al Coppedè. Le indagini di Tinca, sempre al
soldo della setta dei Neri, lo condurranno alla scoperta dell’“Enigma dei
petali di rosa”, di cui è cosparsa la scena del crimine, un mistero che risale
al Medioevo e che lo trascinerà in un vortice ai confini del tempo e della
realtà, tra Satanismo e Massoneria, dal quale sarà difficile uscire e
distinguere il vero dal falso. Il tutto tra un’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">irruzione</i> e l’altra proprio nel Forno Inferno, la caratteristica
pizzeria che ha rimpiazzato il vecchio Caffè Coppedè, ridisegnando le geometrie
e gli equilibri del quartiere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkgpJxdD1SqVBTyNc5wi1tRSHRtS108YYTF82k2VKonsurMI7uvTMdnWWOLcrT0gW4rNegPaQv_25QR8hyIf46HfAqAeF886_3pwEd6SVcS2Jnu2xpp0vTkgfZpk40ngHCrc8lgIbT6uLw/s1600/Cover_FornoInferno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1068" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkgpJxdD1SqVBTyNc5wi1tRSHRtS108YYTF82k2VKonsurMI7uvTMdnWWOLcrT0gW4rNegPaQv_25QR8hyIf46HfAqAeF886_3pwEd6SVcS2Jnu2xpp0vTkgfZpk40ngHCrc8lgIbT6uLw/s640/Cover_FornoInferno.jpg" width="426" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un misterioso omicidio
rituale, una setta satanica e un enigma che risale al Medioevo infiammano le
vie della Capitale, dal pittoresco quartiere Coppedè, fino ai Castelli Romani:
raccontaci la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">genesi </i>di questa nuova
indagine del Commissario Tinca, “Forno Inferno”, Alter Ego Edizioni. Cosa ti ha
ispirato durante la stesura e cosa volevi suscitare nei lettori?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L’ispirazione
è stata un romanzo trash, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il settimo
esorcista</i>, Piemme Edizioni. Non so cosa volessi suscitare, è una domanda da
fare ai lettori a posteriori, dopo che hanno letto il libro. Io volevo dare
sfogo a certe pulsioni che mi agitavano.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La città di Roma e il
quartiere Coppedè, in particolare, sembrano essere un importante filo
conduttore della tua carriera di autore. Spiegaci le ragioni di questa scelta e
come si fa a rendere un luogo tanto importante quanto un vero e proprio
personaggio all’interno di una narrazione.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho
ambientato il primo dei miei gialli al Coppedè perché nessuno ci aveva mai
pensato, il motivo è molto semplice. Poi il Coppedè è un personaggio vero e
proprio, è vero, perché oltre a dettare lo stile del romanzo detta anche i modi
e i tempi narrativi: mescola i generi architettonici, i miei gialli mescolano
gli stili narrativi (pulp, splatter, satira, trash, mistery, poliziesco,
poliziottesco ecc); inoltre il quartiere è pieno di trovate e colpi di scena
che hanno il fine di stordire e frastornare il visitatore, proprio come i miei
romanzi. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il Commissario Saverio
Tinca, protagonista delle tue storie, rappresenta tutto ciò che un “eroe” non
dovrebbe essere per farsi strada nel cuore dei lettori. Eppure, complice il tuo
stile graffiante, Tinca è entrato a gamba tesa nell’immaginario degli amanti
del genere. Come lo definiresti? In generale, come delinei i personaggi, sia
principali, sia secondari, delle tue storie e le vicende che li coinvolgono?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Hai
detto bene: Tinca è l’esatto opposto di come dovrebbe essere un commissario. Credo
che risulti simpatico perché, nonostante il suo essere folle, violento, depravato
e sopra le righe, in realtà è vittima di una società che poi è la vera realtà
criminale. È una piccola tinca, con un gioco di parole, che nuota tra le piovre
e gli squali di Roma e tenta di stare a galla.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per
delineare gli altri personaggi rubo dalla vita reale, mettendo attributi di
amici e conoscenti, ovvero da film, serie tv ecc. Ad esempio Santoponte
(l’usciere obeso del commissariato), è ispirato allo sportellista della mia
banca, che di cognome fa proprio Santoponte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per saper scrivere bene,
occorre, senza dubbio leggere molto, perché, in fin dei conti, anche una
pungente parodia può essere considerata un omaggio <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sui generis</i> verso una storia raccontata da qualcun altro. Che libro
non può mancare sul tuo comodino e quale, invece, preferisti usare come
fermaporta?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sul
mio comodino c’è di tutto, dalla <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Trilogia
della spada di ghiaccio</i> di Topolino, firmata da Massimo de Vita, alle opere
di San Giovanni della Croce. Mi interessano molti i libri sull’alimentazione
(ad es. Berrino, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">21 giorni per rinascere</i>,
Shelton, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il digiuno può salvarti la vita</i>).
Ultimamente sul fronte della narrativa mi hanno catturato due libri eccezionali:
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Avviso ai naviganti</i>, di Annie Proulx,
e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Non devi dirmi che mi ami</i>, di Sherman
Alexie, un autore notevole che non conoscevo. Non ho preclusioni, leggo di
tutto, e anzi la maggior parte delle volte sono i libri considerati trash a
ispirarmi (vedi la prima risposta).<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A cosa stai lavorando
attualmente? Svelaci quali sono i tuoi progetti per il futuro e quanto dovremo
aspettare per la prossima irresistibile indagine di Tinca…<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ultimamente,
per riagganciarmi alla domanda precedente, ho solo voglia di leggere, leggere e
leggere. Cosa scaturirà fuori da questo, non lo so.</span><span style="font-family: Times New Roman, serif; font-size: 12pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8893331225&linkId=a7397f3904fac97dd950c328c69eb75b&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-24919677440998823212019-04-03T09:24:00.000+02:002019-04-05T09:29:55.739+02:00Andrea Gasparini: la storia di “Coràio!”<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Durante
è un giovane laureato bolognese che, per sbarcare il lunario, tutti i giorni
salta sulla sua bicicletta e fa consegne a domicilio per un ristorante di
dubbio gusto per il quale lavora come tuttofare. Una pedalata dopo l’altra,
consegna dopo consegna, Durante racconta e riflette sulla quotidianità della
propria città, testimone per nulla oggettivo di una vita a velocità sempre più
accelerata, in cui relazioni ed esperienze si consumano ormai troppo in fretta.
Accanto a lui ci sono Libera, la sorella maggiore, sognatrice e ottimista e i
genitori, ben lontani dall’essere i perfetti e imbattibili supereroi che ogni
figlio vorrebbe, e una gran quantità di amici, nemici, vicini, conoscenti,
tutti alla ricerca della propria felicità. Inizia così <b>“Coràio!”</b>,<b> Augh! Edizioni</b>,
il secondo romanzo di <b>Andrea Gasparini</b>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Evocativo
e poetico, ma anche originale e diretto, graffiante e satirico, lo stile di Andrea
Gasparini<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>è sorprendentemente ricco di
spirito critico e ironia, proprio come il carattere di Durante, il testardo protagonista
della storia, a tratti surreale, a tratti bizzarra, che apre una finestra sulla
routine di tutti noi, attraverso i punti di vista dei vari personaggi. Con
questa fiaba moderna, così simile e, allo stesso tempo, così diversa dalla vita
di ciascun lettore, Andrea Gasparini sa essere divertente, ma fa anche
ragionare e riflettere, senza essere didascalico, né saccente. Il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">suo </i>Durante vive un’esistenza stravagante
e ai limiti del grottesco, nonostante abbia tanti punti in comune con molti
suoi coetanei in carne e ossa, eppure è testimone fedele di una realtà alla
quale siamo talmente assuefatti, da non comprenderne le bislacche assurdità. Questo
romanzo, infatti, pur avendo dei protagonisti forti e delineati a tutto tondo,
è, per certi aspetti, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">corale</i>,<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>perché è arricchito da un caleidoscopio
di personaggi nient’affatto secondari la cui vite si intrecciano, ma non mancano
di far percepire al lettore la profonda solitudine di ciascuno di loro. Un
senso di emarginazione che accomuna tutti e forse è caratteristico dei nostri
tempi, nei quali siamo tutti <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sempre
connessi</i>, ma anche sempre più isolati.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho0Ro_UIFXdWpVZU_Ke9JM3h1u0lGjoeMFoQimRKwGgkcur41a2ZAQEoqOocbgGJETPG6kIgAj8NmxwjR2Unv2sbsYa2jiLB9FyFbKQTIxPRCK609ZwVshzCD7eTsqVrJ_v-IrPjaR2SiQ/s1600/Cover_Coraio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1019" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho0Ro_UIFXdWpVZU_Ke9JM3h1u0lGjoeMFoQimRKwGgkcur41a2ZAQEoqOocbgGJETPG6kIgAj8NmxwjR2Unv2sbsYa2jiLB9FyFbKQTIxPRCK609ZwVshzCD7eTsqVrJ_v-IrPjaR2SiQ/s640/Cover_Coraio.jpg" width="404" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: center; text-indent: -18pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">“Coràio!”, Augh! Edizioni, è un romanzo emozionante e attuale,
evocativo e coinvolgente, che parla di famiglia, emancipazione, integrazione e
tradizione, mettendo tutto in discussione con la voglia di costruire qualcosa
di nuovo. Raccontaci la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">genesi </i>di
questa storia: cosa ti ha ispirato durante la stesura? E cosa intendevi
trasmettere ai lettori?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ho
scelto di scrivere una commedia grottesca perché volevo divertimi e far
divertire, ma soprattutto invitare i lettori a porsi delle domande
relativamente alle vicende narrate. Desideravo essere didattico senza annoiare,
per questo mi sono ispirato alla tradizione della commedia all’italiana e al
post-modernismo americano, trovando in un rider porta-pizze una figura
emblematica per il ruolo di protagonista, gli occhi perfetti per mostrare le
brutture e la bellezza che percepisco. Ai lettori, in particolar modo ai
disillusi, volevo quindi dare per iscritto una spinta propulsiva. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Quando e da dove nasce la
tua esigenza di scrivere? Che scrittore sei: segui l’ispirazione in ogni momento
della giornata o hai un metodo ben preciso al quale non puoi rinunciare?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Ho
iniziato a dedicarmi alla scrittura creativa durante l’adolescenza, volevo
trasmettere dei messaggi che si avvicinassero il più possibile alla forma dei
miei pensieri, e visto che non so né dipingere né tantomeno scolpire, sono
diventato romanziere. Appunto le ispirazioni su una Moleskine o dove capita,
anche sui biglietti dell’autobus per esempio, e nei fine settimana o quando ho
abbastanza energia per farlo, le strutturo in un racconto. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Durante, Libera, i loro
genitori e tutti i variopinti personaggi che ruotano attorno alla loro
esistenza costituiscono un vivace mosaico di personalità che rendono questa
opera decisamente corale. Presentaceli ciascuno con un aggettivo che li
caratterizza al meglio. In generale come delinei i personaggi, sia principali,
sia secondari, delle tue storie e le vicende che li coinvolgono?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">L’aggettivo
che più si confà a Durante è caparbio, Libera è invece sognante, Anselmo
sbarazzino, Serena stoica, Orcocan simpatica, il Rabbino acuto, il Visciola
sensibile e il Moro furbo. E poi ci sono gli altri, a cui delego a voi
l’aggettivazione. I miei personaggi sono il risultato di una miscela delle
persone e personalità che conosco: Durante ha il mio carattere e il fisico di Mark
Zuckerberg, Libera ha i capelli di un’amica ed è speranzosa come una mia ex
collega e via discorrendo. Per quanto riguarda le vicende, racconto ciò che
accade attorno a me con onestà, dando risalto alle situazioni che credo siano
maggiormente significative per un motivo o per l’altro, vedi il racconto dello
sgombero o quello della coda davanti all’Apple store.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Nella storia che racconti
ogni personaggio cerca il proprio posto nel Mondo. C’è ancora posto nel Mondo
e, in particolare, nel nostro Paese, per gli scrittori, sia come
professionisti, sia come custodi della memoria di un popolo? Che suggerimento
daresti ai tuoi aspiranti colleghi scrittori, coetanei o più giovani, che
volessero intraprendere un percorso simile al tuo? Facciamo un bilancio della
tua esperienza fino a oggi.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">La
perdita di memoria individuale e collettiva è uno dei temi che tratto nel
romanzo: in una società dove tutto si consuma rapidamente, quindi anche la
memoria, c’è assoluto bisogno di scrittori e scrittrici che verbalizzino ciò
che credono sia giusto permanga. L’invito che rivolgo ai miei colleghi di oggi
e domani è: non mollate, anche in un anfratto di mondo deve tuonare la vostra
voce.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">A cosa stai lavorando
attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro e se stai già
lavorando a un terzo attesissimo romanzo.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Al
momento sto lavorando ad un thriller ambientato nella mia valle trentina di
origine (Primiero S. Martino di Castrozza) e continuo a portare a spasso per l’Italia
il reading tratto dal romanzo. Se volete maggiori informazioni a riguardo,
venite a uno degli spettacoli! <o:p></o:p></span></span></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8893432285&linkId=71a57f195a3f10565b6de6fb19ce55ff&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-62697504997751824522019-03-20T16:39:00.000+01:002019-03-22T16:40:54.806+01:00“Mister Rochester” di Sarah Shoemaker<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4zv54w-rvJ2jiHurJtmqL9eI54RJhxpo3Br0cyN2RRyQUnbk9UP55pyLsZS6Rg0OSO9MxZTbzOqpCdldO5rGFIcsQTFGIzmwnBIhy64Fn6CfoEi-JLRE3Ez7u608BDuhj1rN4p6R3lciR/s1600/cover+libro+rochester.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="641" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4zv54w-rvJ2jiHurJtmqL9eI54RJhxpo3Br0cyN2RRyQUnbk9UP55pyLsZS6Rg0OSO9MxZTbzOqpCdldO5rGFIcsQTFGIzmwnBIhy64Fn6CfoEi-JLRE3Ez7u608BDuhj1rN4p6R3lciR/s400/cover+libro+rochester.jpg" width="256" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Edward
Fairfax Rochester è, ancora oggi, dopo quasi due secoli dalla sua <i>nascita letteraria</i>, uno degli eroi più
complessi e affascinanti della letteratura. Enigmatico, burbero e mutevole, ma
anche sensibile, romantico e devoto, il Rochester nato dalla penna di Charlotte
Brontë e protagonista di “Jane Eyre” rivive oggi nelle pagine del romanzo scritto
dall’insegnante e bibliotecaria americana <b>Sarah
Shoemaker</b>, intitolato proprio <b>“Mister
Rochester”</b> ed edito da <b>SuperBeat,
Neri Pozza</b>. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZHuZ2DtNBASvOCTK811F67qMbILPE7_OGgXVroj5V2zmicPaa65Pj51difYYv4_7J5e0d8Wp_AsgExAdosT7HwPTAo0RmAOFB3cLQDNGWA2blt7Aej6Sv624V0mbH-a1-4Bshl6shfcnA/s1600/rochester+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="648" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZHuZ2DtNBASvOCTK811F67qMbILPE7_OGgXVroj5V2zmicPaa65Pj51difYYv4_7J5e0d8Wp_AsgExAdosT7HwPTAo0RmAOFB3cLQDNGWA2blt7Aej6Sv624V0mbH-a1-4Bshl6shfcnA/s400/rochester+1.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In
questa opera prima l’autrice fa parlare in prima persona proprio il signor
Rochester, ripercorrendone l’intera esistenza in una sorta di diario che,
talvolta, ha l’immediatezza del flusso di coscienza. Dalla nascita,
all’infanzia, è raccontato tutto, in particolare il complicato rapporto col
padre e col fratello in età adulta, fino agli anni trascorsi in Giamaica, riferendo
nel dettaglio il matrimonio con Bertha e la sconcertante scoperta della sua
follia. Il carattere del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nostro </i>Edward,
inizialmente così gioioso, entusiasta e sensibile, alla continua ricerca della
ricostruzione del temperamento materno che non ha mai vissuto, si indurisce
sempre più, man mano che la vita lo mette di fronte a responsabilità più grandi
di lui, che egli non manca di affrontare con coraggio e veemenza. Dalla
ritrovata felicità con Céline, la ballerina francese madre di Adéle, la bambina
che diventerà la sua pupilla, fino alla nuova delusione che i suoi capricci e i
suoi tradimenti gli arrecheranno, Rochester è sempre più cupo, sarcastico e
privo di fiducia verso il genere umano, oltre che tormentato dalla figura della
moglie, ormai malata e ingestibile, seppure nascosta a tutti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfNLtVpg4Fu2Cj7sNX-AK70wZA9xmMsQ9Xj9IgGNw3grsnSwVEosxzGh6t0h7oL_HmYOtKVheZNsw1G8BQv9dSZ9trlbgYHk4UpuPIsmLCQeTWaG9m1UngyxiXzHvgSMJIcTCylVVR3ypq/s1600/rochester+2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="400" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfNLtVpg4Fu2Cj7sNX-AK70wZA9xmMsQ9Xj9IgGNw3grsnSwVEosxzGh6t0h7oL_HmYOtKVheZNsw1G8BQv9dSZ9trlbgYHk4UpuPIsmLCQeTWaG9m1UngyxiXzHvgSMJIcTCylVVR3ypq/s400/rochester+2.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per
il primo incontro con la giovane istitutrice Jane Eyre bisogna attendere quasi
trecento pagine, ma, da lì in poi e fino alla fine del romanzo, gli accadimenti
noti a tutti coloro che hanno amato il libro della Brontë si susseguono in un
crescendo di emozioni, tutti col filtro di Rochester, lentamente travolto da un
amore che non pensava più di poter provare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">È
interessante sottolineare come, pur restando fedele a tutto ciò che è scritto e
raccontato nel romanzo originale, Sarah Shoemaker ricostruisca con grande cura
per i dettagli l’intera esistenza di Mister Rochester, senza bisogno di restare
nell’ombra dello stile della Brontë. L’espediente del diario e del resoconto
scritto di pugno dallo stesso protagonista, infatti, le permette di scavare a
fondo nell’animo di Rochester e ce ne restituisce un’immagine vivida e
verosimile, dando voce a tutta la sua fragilità e sofferenza, oltre agli sbalzi
d’umore e al misterioso cipiglio che lo hanno reso irresistibile per milioni di
lettrici e lettori in tutto il mondo, per generazioni.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdkfA0JpyWrbR90cbr53hcYUqdQniUbGuoA5mtvh6uVmH_UYkU9hgLHpBmAQNiWmRRkpl0gxUEzkwas0s_ivkNf2_kPHGa6r5lIUIXa42tLoig_HCPC9qoZHkai3s3LgI1TNoh8mcjDqsJ/s1600/rochester+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="500" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdkfA0JpyWrbR90cbr53hcYUqdQniUbGuoA5mtvh6uVmH_UYkU9hgLHpBmAQNiWmRRkpl0gxUEzkwas0s_ivkNf2_kPHGa6r5lIUIXa42tLoig_HCPC9qoZHkai3s3LgI1TNoh8mcjDqsJ/s400/rochester+3.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
prima parte della vita di Rochester, quando Jane era ancora molto lontana nel
tempo e nello spazio, non stanca affatto il lettore, ma lo spinge a procedere
con curiosità verso la parte più nota della storia e tutta la descrizione del
corteggiamento alla giovane istitutrice, incredula e turbata, è raccontata in
modo avvincente e, nello stesso tempo, delicato e coinvolgente, rendendo la
lettura un piacevole completamento di quanto già fatto per chi ha letto (e
riletto) il capolavoro di Charlotte Brontë. Rispetto ad altre autrici che hanno
dato voce a eroi romantici come il burbero Mr. Darcy di Jane Austen o
l’affascinante Rhett di Margaret Mitchell, la Shoemaker entra in simbiosi con
la caratterizzazione della Brontë, ma costruisce un romanzo dallo stile molto
personale, facendo suoi aspetti che la fantasia dei lettori hanno solo
ricostruito per secoli e che ora sono scritti nero su bianco a coronamento di
una lettura imperdibile per ogni appassionato di quelle atmosfere
indimenticabili.<o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07LG56LF9&linkId=5477691fc5e5de4e15f269ea3f7dda73&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-12934758973247540892019-03-06T16:20:00.000+01:002019-03-07T16:22:19.345+01:00Marvin Menini: la nuova avventura di Matteo De Foresta<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaBjjWdRwFP6l241ULCY2g17Vrc7C8tsD0geerH88eP16zOZTkjUpwDasogIG1f6ivjEFm4P-s28Ir2zOWLw9WURPGU_kPYjhlN8cAk2CRPhSfYDysg13nZE7yY9oOL7gAMCG9eGMoYW_5/s1600/I_morti_non_parlano_per_web.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="531" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaBjjWdRwFP6l241ULCY2g17Vrc7C8tsD0geerH88eP16zOZTkjUpwDasogIG1f6ivjEFm4P-s28Ir2zOWLw9WURPGU_kPYjhlN8cAk2CRPhSfYDysg13nZE7yY9oOL7gAMCG9eGMoYW_5/s400/I_morti_non_parlano_per_web.jpg" width="265" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Chissà se, quando ha scelto il nome del
protagonista delle sue storie, lo scrittore <b>Marvin Menini</b> intendeva già tracciarne l’indole assegnandogli un
cognome allegorico, in un certo senso, metaforico. Il giornalista Matteo De
Foresta, infatti, ha una personalità complessa come un fitto bosco in cui
sentieri disordinati si intersecano in continui crocicchi ai quali è difficile
scegliere quale via percorrere e il sole fende rami e foglie solo in alcuni
punti, entrando di traverso in un buio a suo modo rassicurante.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“I
morti non parlano”</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fratelli Frilli
Editori</b>, Marvin Menini, medico di professione, scrittore per passione,
riprende le fila dell’indagine precedente, già conclusa da Matteo De Foresta,
ma che, come un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pollicino</i> dalle mani
insanguinate, aveva già lasciato le prime briciole da seguire per addentrarsi
in un’avventura ancor più pericolosa. La particolarità dello stile dell’autore,
infatti, sempre scorrevole e diretto, caratterizzato da fitti dialoghi e un
tempo verbale coniugato al presente, che rende ancora più viva la narrazione, è
il filo conduttore che lega tutte le indagini del protagonista. Sebbene ciascun
libro sia autoconclusivo, si percepisce, più che in altre serie, l’evoluzione
del personaggio principale, non solo come investigatore e, in questo caso,
giornalista, ma anche come uomo, tanto lucido da prendere istantaneamente le
decisioni più giuste nel proprio lavoro, quanto confuso e apparentemente
immobile nella sua vita privata, in balia delle scelte altrui.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Infatti, se, da un lato, De Foresta è
chiuso in una morsa che, in quest’avventura, lo vede braccato sia dalla
Polizia, sia dalla Mafia, nel disperato tentativo di scagionare l’amico
vicequestore Guido Rocchetti, latitante accusato di essere colluso, dall’altro,
ha un cuore diviso a metà, tra la compagna Barbara e il desiderio di essere un
padre migliore per sua figlia, e l’amante Clara e il brivido che porta la sua
conquista. A ciò si affianca un lavoro che Matteo ama profondamente e che poco
ha a che vedere con la scrittura seduto dietro una scrivania di redazione,
visto che lo vede sempre in viaggio, tra Genova, la sua città, e chissà quale
altra parte del mondo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Tra indizi imperscrutabili, tradimenti
inaspettati e un finale <i style="mso-bidi-font-style: normal;">alla polvere da
sparo</i> che mette tutto tranne la parola ‘fine’, non ci resta che attendere
la prossima avventura di De Foresta per capire meglio quale sarà il destino del
<i style="mso-bidi-font-style: normal;">nostro </i>giornalista, perché questa
storia si legge <i style="mso-bidi-font-style: normal;">troppo in fretta</i> e ha
tutta l’aria di essere solo l’inizio di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">qualcosa
</i>di ancor più spettacolare.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><o:p><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioY0royn8u94mN8LLGoot8r5LXkXSfAp72hgDAEezjC4P7HD2tJ_m9Rm3b5flFtm73pmEAsctDMHX_CdCJQqUTFRiMrXaBP07bXPTiZVjGt1mrw72NKYfHkL5dEcU7TaD1hPGsjb2ptK_B/s1600/marvinfoto.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioY0royn8u94mN8LLGoot8r5LXkXSfAp72hgDAEezjC4P7HD2tJ_m9Rm3b5flFtm73pmEAsctDMHX_CdCJQqUTFRiMrXaBP07bXPTiZVjGt1mrw72NKYfHkL5dEcU7TaD1hPGsjb2ptK_B/s400/marvinfoto.jpeg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">C’è
un nuovo mistero da risolvere per il giornalista Matteo De Foresta: un’indagine
al cardiopalma, tra Polizia e Mafia, nel tentativo di salvare un amico in
pericolo e, forse, di non pensare alla confusione del suo cuore diviso a metà.
Raccontaci la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">genesi </i>di questa quarta
avventura del tuo protagonista così amato dal pubblico, “I morti non parlano”,
Fratelli Frilli Editori: cosa ti ha ispirato durante la stesura?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ciao Alessandra, grazie per questa
intervista che mi fa molto piacere. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando scrivo, in realtà, parto da
un'immagine, una scena, a volte una canzone, oppure una parola. Ecco, in questo
caso è stata proprio una parola a far nascere la nuova avventura di Matteo.
Stavo terminando il romanzo precedente, “I Delitti dei Caruggi”. Uno dei
protagonisti di quel romanzo, Bob, muore dicendo a Matteo una parola:
Wehrmacht. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Devo farti una premessa: non sono quel
tipo di scrittore che pianifica prima la trama, di solito scopro se l'assassino
è il maggiordomo a metà della prima stesura. Spesso i protagonisti delle mie
storie si muovono in autonomia e a volte sorprendono anche me con ciò che fanno
o dicono. È stato proprio il caso di Bob: quando ha detto “Wehrmacht” mi sono
domandato per quindici giorni buoni che cosa volesse dire. E quando l'ho
scoperto mi sono reso conto che c'era tutto un romanzo da scrivere proprio su
quella parola. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Che
scrittore sei? Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere e come la
concili con la tua professione di medico? Segui l’ispirazione o hai un metodo
ben preciso al quale non sai rinunciare?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ho sempre scritto, fin da bambino. Quando,
a undici anni, ho letto “Il signore degli anelli” per la prima volta ho
cominciato a riempire i miei diari scolastici di racconti brevi ispirati al
mondo fantasy. Poi, da lì, ho proseguito con vari racconti che ho pubblicato in
blog o siti di scrittura. Poi, nel 2012, mi sono detto: ma perché non provare a
scrivere un romanzo? Così è nato Matteo De Foresta è la sua prima avventura,
“Nel cuore del centro storico”. All'epoca non avevo ancora un editore e mi sono
dato al self publishing. Ho impiegato quasi tre anni a terminarlo: passare
dalla dimensione del racconto a quella del romanzo è impegnativo, la prima
volta è davvero dura. Ma poi nel 2015 è uscito il romanzo ed è stato un
successo. Ho venduto più di cinquemila copie in digitale e da lì è decollato il
matrimonio tra Matteo e la Fratelli Frilli Editori. La mia esigenza di
scrittura è quasi catartica: mi aiuta a scaricare la testa, a non pensare al
lavoro ed ai pazienti. Mi serve anche per essere un po' cattivo, cosa che nella
vita io non sono mai, e tirare fuori il mio lato oscuro. Ciascuno di noi ne ha
uno, spesso non comunichiamo con lui e addirittura lo ignoriamo accumulando
tensione e ansia. La scrittura è la mia valvola di sfogo: scrivendo noir e
gialli in qualche modo mi “libero”, mi purifico. In realtà non ho un metodo:
come ti ho già accennato, scrivo di getto e rubo le parole a un grande
scrittore come Joe Lansdale. Lui stesso ha affermato che se sapesse già come
finiscono le storie che scrive non si divertirebbe nel farlo. Io la penso allo
stesso modo. La storia nasce dai personaggi: meglio sono definiti, più sono
autonomi e in grado di “vivere”, scegliere, pensare e agire. Io racconto solo
la cronaca delle loro azioni. Per quanto riguarda la trama delle storie, parto
spesso da un'immagine e un'idea. A volte può anche essere una canzone: ad
esempio, la quinta avventura di Matteo, che sto scrivendo, è partita da
“Sirens” dei Pearl Jam. Spesso poi ragiono sul finale, su come si potrebbe chiudere
la storia. Ma scrivendo molte volte mi allontano da quanto avevo pensato. Siamo
sempre lì: i miei personaggi mi sorprendono con le loro azioni e fanno quello
che vogliono!<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Matteo
De Foresta è un personaggio autentico: tanto determinato nel suo mestiere,
quanto indeciso per quel che riguarda le questioni di cuore e forse è proprio
per questa <i style="mso-bidi-font-style: normal;">imperfetta umanità </i>che i
lettori si immedesimano tanto in lui. Come lo definiresti? In generale come
delinei i personaggi, sia principali, sia secondari, delle tue storie e le
vicende che li coinvolgono?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Matteo è un uomo vero, un ragazzo non
cresciuto del tutto che si sforza di farlo. Pensando a lui ho cercato di
ispirarmi alla mia generazione e alle nostre fragilità. Noi quarantenni di oggi
(anche se io ne ho ormai quasi cinquanta, ahimè) siamo una contraddizione
vivente. Professionisti o lavoratori ma ancora con il cuore di ragazzini, che
sono cresciuti con Goldrake, Candy Candy o Kenshiro. Siamo ancora la
generazione dei fumetti Marvel e non quella dei Manga, ispirati a eterni
guasconi irriverenti. Ecco, Matteo nel suo piccolo fa un po' suo il motto di
Peter Parker: da grandi poteri nascono grandi responsabilità. Cerca di essere
un padre presente, si domanda che cosa sia davvero l'amore, lotta tra il
desiderio di avere una famiglia e allo stesso tempo di non rinunciare alla
passione e al brivido della conquista. I miei personaggi nascono allo stesso
modo: osservo le persone che incontro e che conosco, cerco di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">creare persone</i> a tutto tondo con pregi,
difetti, piccole o grandi manie. La cosa più difficile comunque nella creazione
dei personaggi resta sempre “il cattivo”: voglio dire, anche nei malvagi devono
esserci umanità e lati chiari. Al giorno d'oggi non si può presentare ai
lettori un antieroe da film western, stereotipato e quasi al limite della
psicosi per quanto è cattivo. Si devono creare esseri umani, non macchiette.
Ecco, questo è il lato più difficile, ma anche più entusiasmante della
scrittura. Cercare di riprodurre la vita reale pur mantenendo un pizzico di
“irrealtà”. Credo che sia quanto cerca il lettore che si dedica ai gialli. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dal
successo dell’autopubblicazione sul Web, alla collaborazione con un editore
d’eccellenza per qualità e impegno, molto rappresentativo del genere, sia nella
città di Genova, sia a livello nazionale: facciamo un bilancio del tuo percorso
d’autore, tra difficoltà e obiettivi raggiunti. Scrivere è ancora un mestiere a
tutti gli effetti?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando “Nel cuore del centro storico”
raggiunse quel risultato inatteso, contattai il compianto Marco Frilli
proponendogli quel romanzo. Lui mi rispose quasi subito nel suo stile senza
fronzoli: mi disse che non gli interessava un qualcosa di già pubblicato ma che,
se volevo, potevo mandargli un nuovo romanzo. Se gli fosse piaciuto me
l'avrebbe pubblicato. Raccolsi la sfida con l'adrenalina a mille e in soli due
mesi gli mandai la seconda avventura di Matteo, “Poker con la morte”. Da lì,
continuando poi il rapporto con suo figlio Carlo in seguito, ahimè, alla sua
malattia, De Foresta ha visto la luce con la loro casa editrice. La Fratelli
Frilli è un laboratorio di giovani, idee, novità costanti. Punta sui giovani e
sugli esordienti oltre ad avere nella scuderia “mostri sacri” come Maria
Masella e altri. I romanzi Frilli sono freschi, avvincenti, creati da autori
che spesso fanno tutt'altro nella vita e scrivono per passione. Tu mi domandi
se lo scrittore può essere ancora un mestiere. Io credo di sì, ma penso anche
che lo sia per pochi. Per potersi mantenere con la sola scrittura bisogna
vendere numeri da capogiro. È bene che chi vuole scrivere questo lo sappia: nel
novantanove percento dei casi resterà solo una passione, un hobby, e non
diventerà mai un lavoro. Ma questo forse è anche il bello della scrittura: per
farlo serve passione e non lo si può fare a scopo di lucro. Si scrive sempre
per se stessi prima di tutto. Poi, se si piace agli altri, tanto meglio. Ma è
secondario. A volte “dover scrivere” può essere un'arma a doppio taglio. Lo
racconta molto bene Stephen King in quel grandissimo romanzo che è “Misery”.
Un'allegoria del rapporto tra scrittore ed editore. Comunque, sì: può essere
ancora un mestiere. Servono talento, occasione giusta, momento giusto e
ovviamente il fattore “C”. Le serie televisive, poi, hanno cambiato tutto.
Grandissimi scrittori italiani come Camilleri, Manzini, Malvaldi devono il loro
immenso successo, oltre alla loro abilità, alla diffusione che i loro
personaggi hanno avuto attraverso la TV. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il bilancio del mio percorso? Per ora non
lo faccio. Mi sento all'inizio, ancora un esordiente e soprattutto un
dilettante. Per ora tengo la testa bassa e lavoro, anche se mi godo il piccolo
successo che sta avendo Matteo De Foresta.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A
cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi progetti per il futuro
e quanto dovremo aspettare per la prossima indagine di De Foresta…<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Matteo esce in libreria una volta
all'anno, di solito nel mese di Febbraio. Spero quindi che nel 2020 possa
uscire in quel periodo la nuova avventura di Matteo a cui sto già lavorando.
Sarà una storia più noir, con meno implicazioni di “grande respiro” come la
mafia e più incentrata su un cattivo comune. Si parlerà, in qualche modo, della
storia recente della mia città, Genova, che ha visto nascere tra le prime
l'estremismo e le bande armate negli anni Settanta. Si parlerà, ovviamente, di
amore non solo per Matteo. Ho poi un accordo di massima con Carlo Frilli per
ripubblicare con la sua casa editrice la prima avventura di Matteo. Piace ad
entrambi l'idea di completare la “collezione” con tutti i romanzi del De
Foresta pubblicati sotto la loro egida. In più, sto lavorando ad un nuovo
personaggio, distante anni luce da Matteo. Ma sempre genovese e sempre
investigatore. Ho già scritto la sua prima avventura e mi sto mettendo, in
contemporanea a Matteo, al lavoro sulla sua seconda.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Grazie ancora per questa piacevole
chiacchierata e un saluto a tutti i lettori del tuo Blog!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8869433250&linkId=11b5fe1ebca5b40b1e7f5c1969c2b4f6&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-22727794812835213602019-02-20T13:06:00.000+01:002019-02-20T13:06:17.823+01:00“Come fermare il tempo” di Matt Haig<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwo77ORML8BOO3BbgbkeyvEVe9aq8Av2f6TIct8yYcj76aINH-XFxHvWjb0CbrSZKIICGJa0QOZCtsQFd6OBLuAtHTFJXjqb_VC5aPmWAP0n_Dn0_UVgfUNkBO_DnFmwv9mrqk1tFGdbtZ/s1600/cover_tempo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="932" data-original-width="600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwo77ORML8BOO3BbgbkeyvEVe9aq8Av2f6TIct8yYcj76aINH-XFxHvWjb0CbrSZKIICGJa0QOZCtsQFd6OBLuAtHTFJXjqb_VC5aPmWAP0n_Dn0_UVgfUNkBO_DnFmwv9mrqk1tFGdbtZ/s400/cover_tempo.jpg" width="257" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Per Tom Hazard il tempo è un concetto <i>relativo</i>. Non è un supereroe
invincibile, né un vampiro immortale. Ma ha quasi cinquecento anni e ne
dimostra circa quaranta. È decisamente <i>vecchio</i>,
anche se non sembra. Inizia così <b>“Come
fermare il tempo”</b> il nuovo romanzo di <b>Matt
Haig</b> edito da <b>E/O</b>. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quella di Tom è semplicemente una strana e
per lo più sconosciuta malattia che hanno poche decine di persone al mondo e
per la quale non c’è cura, né studi scientifici a dare risposte. Si tratta di
una sindrome, o meglio di una sorta di disfunzione probabilmente genetica, il
cui unico sintomo è un invecchiamento incredibilmente lento. Tutti coloro che
ne soffrono, incluso Tom, prima o poi moriranno, ma, a differenza della gente
“normale” che invecchia e, in un certo senso, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">si consuma</i> in media nell’arco di ottant’anni, essi ci impiegheranno
secoli e secoli, cosa che è molto difficile da spiegare e da comprendere, non
solo dal punto di vista scientifico, ma anche da quello antropologico e
sociale. Motivo per cui i pochi affetti da questa malattia sono costretti a
cambiare frequentemente vita, viaggiando per il mondo, prima che qualcuno si
accorga del fatto che non invecchiano, e, in questo, sono supportati da
un’organizzazione segreta, chiamata Società degli Albatros, che ne garantisce
l’anonimato e la possibilità di spostarsi senza difficoltà.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A quella che apparentemente sembra una
vita avventurosa e piena di fascino c’è da affiancare l’altra faccia della
medaglia: il dolore di vedere invecchiare e morire le persone che si amano e,
di conseguenza, di non poter mai stringere rapporti profondi, passando
letteralmente da una vita all’altra, senza un attimo di pace e di serenità. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A Tom che ormai da secoli ha perso il suo
grande amore, Rose, questo stile di vita inizia ad andare stretto e per questo comincia
a entrare in conflitto con la Società degli Albatros e con Hendrich, uno dei
suoi più alti e anziani rappresentati, per conto del quale Tom ha anche commesso
azioni che avrebbe preferito evitare. È per questo che Tom, alla continua
ricerca di Marion, un misterioso personaggio di cui si comprenderanno identità
e destino nel corso della lettura, chiede di poter condurre una vita più
normale possibile come Professore di Storia in una scuola inglese, tornando nel
suo Paese d’origine, dove ha vissuto gli anni della sua infanzia e giovinezza,
accanto al suo unico vero amore. In questa ennesima “nuova vita” Tom cerca
disperatamente la semplicità, tentando di non lasciarsi andare alla malinconia
dei ricordi, ma soprattutto di non innamorarsi di nuovo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Narrata in prima persona, dal punto di
vista del protagonista, questa storia seducente come un thriller psicologico,
ma anche brillante come un chick-lit e arricchita da una prosa profonda e
introspettiva, colma di riflessioni impregnate di attualità, ha il pregio di saltare
da un secolo all’altro senza mai confondere il lettore. Le avventure di Tom,
tra segreti inconfessabili e sentimenti forti, sono avvincenti e coinvolgenti,
in ogni secolo. Il lettore, infatti, viene trascinato sempre più lontano, nel
tempo e nello spazio, con la consapevolezza che la natura umana è solo
apparentemente diversa di epoca in epoca, conservando in se stessa un nucleo
che ci rende tutti più simili di quel che crediamo e preda di forze che ci
condizionano anche più delle malattie stesse e del tempo come costante
universale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Lo stile dell’autore è scorrevole e, a
tratti, lirico. Tom, il protagonista della storia, esteriormente così
incorruttibile, è, in realtà, schiavo del tempo molto più di tutti gli altri e
nasconde in sé una fragilità che ce lo fa amare, sin dalle prime pagine, con
grande tenerezza. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In un mondo in cui la vecchiaia è sempre
meno considerata come fonte di saggezza, ma solo di debolezza, e il tempo è
come un boomerang che torna indietro lasciandoci ben poco oltre a fugaci
sensazioni, Matt Haig riesce a far riflettere anche raccontando una storia
impregnata di fantasia, di voglia di sognare e di fermare il tempo a quei pochi
intimi istanti di vita che, solo dopo averli vissuti, abbiamo capito essere di
pura felicità, cristallizzata solo nella memoria del nostro cuore.<o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07F2JB1H7&linkId=fdb77f364bea4a56bcd4092ea716f635&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-43441765573444828182019-02-06T12:38:00.000+01:002019-02-06T12:38:43.157+01:00Antonella Colonna Vilasi: il futuro dell’Intelligence<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMmu1aCak3WvIv0Tcas751DSQr9vs3pV9DpbtAFn9BAj-szm6uZhX47d6-8JPbrA-aAJ279opFLv3lLnC3zLtEKxSYO4LIQi6_msfi-kN26Bf0qmHuVV4eoJpLc1t3BnBAsEZe2YvM-Gb-/s1600/cover-intelligence.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="496" data-original-width="368" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMmu1aCak3WvIv0Tcas751DSQr9vs3pV9DpbtAFn9BAj-szm6uZhX47d6-8JPbrA-aAJ279opFLv3lLnC3zLtEKxSYO4LIQi6_msfi-kN26Bf0qmHuVV4eoJpLc1t3BnBAsEZe2YvM-Gb-/s400/cover-intelligence.jpg" width="296" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Cos’è
l’Intelligence e quale sarà il suo futuro sul piano nazionale e internazionale?
Che ruolo ha oggi nella costruzione della pace, tra il fallimento della
Globalizzazione, il perdurare della crisi economica e la sempre maggiore
diffusione di mondi paralleli digitali e virtuali? Ma, soprattutto, cosa ne
sanno i cittadini? Forse ancora troppo poco, visti i tanti luoghi comuni e la
scarsa informazione in merito. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A
queste e molte altre domande, tuttavia, cerca di rispondere con un linguaggio
semplice e diretto, realmente alla portata di tutti, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Antonella Colonna Vilasi</b>, Presidente del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Centro Studi sull’Intelligence – Scienze Strategiche della Sicurezza,
U.N.I.</b>, un ente nato con la volontà di intensificare gli studi e la
divulgazione di queste tematiche e che sta acquisendo sempre maggior
autorevolezza in queste attività. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Pioniera
degli studi sull’Intelligence nel nostro Paese, Antonella Colonna Vilasi ci ha
spiegato le genesi de <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“Il ruolo
dell’Intelligence nella costruzione della pace”</b>, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Libellula Edizioni</b>, l’ultimo di una serie di testi in cui ha
raccolto articoli e scritti di sociologia politica e relazioni internazionali
inerenti il tema dell’Intelligence. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Spaziando
dalla Primavera Araba, alla situazione nel Mediterraneo, fino allo studio della
cosiddetta Virtual Intelligence, l’autrice analizza quale sarà il futuro
dell’Intelligence sul breve e sul lungo periodo, cercando di rivolgersi a un
pubblico non solo di esperti, studiosi e addetti ai lavori, ma anche e
soprattutto di semplici <i style="mso-bidi-font-style: normal;">curiosi</i>,
senza perdere precisione e scientificità del linguaggio e dei contenuti e
aprendo squarci di luce su una tematica complessa, ma comunque sempre più
accessibile.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYnSJNaqIzI5tU0VXy7KIK41AgxfE70L8Z6ap_oez5WTXnj_r2cTH3jTgJqiKcPxP7Uou-1mARvDI_absOgvgsnKnPL25qoJg5R47vXWqQrzZiuxps9LnWbp-4UmAGE-ecpCB9otjFITuD/s1600/colonna-vilasi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1065" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYnSJNaqIzI5tU0VXy7KIK41AgxfE70L8Z6ap_oez5WTXnj_r2cTH3jTgJqiKcPxP7Uou-1mARvDI_absOgvgsnKnPL25qoJg5R47vXWqQrzZiuxps9LnWbp-4UmAGE-ecpCB9otjFITuD/s400/colonna-vilasi.jpg" width="266" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quando si pensa al ruolo
dell’Intelligence nel panorama internazionale, la scarsa informazione che c’è
in merito apre nella nostra mente scenari più simili a una pellicola americana,
che alla realtà dei fatti. Cos’è, invece, l’Intelligence e di cosa si occupa, con
particolare riferimento alla costruzione della pace?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">L'Intelligence
è il prodotto, a valore aggiunto, che risulta dalla raccolta, integrazione,
analisi, valutazione e interpretazione di tutte le informazioni disponibili che
riguardano uno o più aspetti di una necessità decisionale e che è
potenzialmente significativo per una scelta decisionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Partiti
da questo concetto, l'Intelligence tutela la sicurezza nazionale e gli
interessi nazionali, garantendo anche, tuttavia, assetti geopolitici di
stabilità che altrimenti sarebbero, giocoforza, in mano a vari attori e
co-attori nazionali ed internazionali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Di cosa si occupa il
“Centro Studi sull’Intelligence – Scienze Strategiche della Sicurezza” (U.N.I.)
di cui è Presidente? Facciamo un bilancio delle attività svolte, degli
obiettivi raggiunti e dei traguardi futuri.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il
Centro Studi U.N.I. è un ente riconosciuto dal MIUR, dal MISE e dalla Commissione
Europea. Partecipa ai bandi della Commissione Europea ed è vincitore del bando
di concorso nell'ambito delle azioni Marie Sklodowska-Curie della Commissione
Europea Horizon 2020 per la ricerca internazionale. Si tratta, quindi, di un
ente collegato a un network di università statali non europee e americane.
Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti finora, sia a livello,
nazionale, sia a livello internazionale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dalla Globalizzazione,
alla Primavera Araba, passando per le nuove frontiere virtuali, si è occupata
di molte tematiche in numerose pubblicazioni in modo divulgativo e puntuale, in
qualità di pioniera nel nostro Paese. Quale sarà il futuro dell’Intelligence
sul breve e sul lungo periodo in base ai suoi studi?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Attualmente
le agenzie di Intelligence stanno investendo molto nelle attività di
comunicazione istituzionale. Molte agenzie hanno un sito ufficiale dove vengono
anche annunciate e pubblicate le posizioni organizzative disponibili in merito
all'offerta di lavoro. Il futuro dell’Intelligence sul breve e sul lungo
periodo sarà determinato dagli sviluppi della politica, dell'economia e della società,
sia a livello locale che globale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Qual è la percezione che
ha l’opinione pubblica sul ruolo dell’Intelligence nel nostro Paese? Il
cittadino sta acquistando maggior consapevolezza?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Come
dicevo, nel nostro Paese la tendenza attuale va sempre più verso una maggiore
apertura e quello, che prima era impossibile, vale a dire che il direttore del
Mossad oppure dell'Mi6 tenessero una conferenza pubblica, è ormai una realtà.
Informarsi è sempre più semplice e alla portata di tutti.<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><o:p></o:p></b></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A cosa sta lavorando
attualmente? Ci spieghi quali sono i suoi progetti per il futuro.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il
mio percorso segue le traiettorie degli sviluppi degli Studi di Intelligence
contemporanei, cercando di apportare nuove piccole tessere alla dottrina
Intelligence, cosa che, naturalmente, continuerò a fare anche in futuro.<o:p></o:p></span></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8867354094&linkId=8af62d8ef7b816215cfa4b17eef2908f&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-51470557860541914352019-01-23T14:26:00.000+01:002019-01-23T14:26:37.684+01:00C’era una volta… “THE END? L’inferno fuori”<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWF0zQs6hpUbBP6FCbrCwIzvK6bMyL2jxn7Fzl5s9CIsFLRjm2uQ4re-FbUDbZ2dVHS9I4y8v9ZwjFMNA2txaFjAOA7Ks9TDrkFVkuq6eMsXBCR1jruZd6ju8DVjH9AOR8itTelERzLdV-/s1600/the+end1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1024" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWF0zQs6hpUbBP6FCbrCwIzvK6bMyL2jxn7Fzl5s9CIsFLRjm2uQ4re-FbUDbZ2dVHS9I4y8v9ZwjFMNA2txaFjAOA7Ks9TDrkFVkuq6eMsXBCR1jruZd6ju8DVjH9AOR8itTelERzLdV-/s400/the+end1.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><br /></span></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">C’era
una volta</span></i><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"> una
mattina come tante nella nostra Capitale. Le arterie del centro sono
congestionate dal traffico e le auto, che trasportano cittadini impazienti di
raggiungere le rispettive destinazioni, sbuffano l’una sull’altra i loro gas di
scarico destinati ad annerire marmi e travertini vecchi di secoli. Del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">biondo</i> Tevere di scolastica memoria
resta solo una livida striscia bluastra, costeggiata dall’asfalto, una vena in
cui non sembra scorrere più il sangue. Inizia così <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">“THE END? L’inferno fuori”</b>, il primo film di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Daniele Misischia</b>, giovane sceneggiatore e regista romano che,
visto il successo dell’esordio, promette di sedere ben presto al fianco dei
grandi maestri dell’horror nostrano come interprete fedele e, nello stesso
tempo, rivoluzionario, del genere.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il protagonista della storia è
Claudio Verona, interpretato da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Alessandro
Roja</b>, un cinico e arrogante uomo d’affari che tradisce sistematicamente la
moglie ed è guidato esclusivamente dalla sete di successo e di profitto. In
ufficio lo attende un cliente importante e, quando resta bloccato in ascensore,
non sa che, quello che in una qualsiasi altra mattina sarebbe stato solo un
seccante contrattempo, probabilmente potrebbe salvargli la vita. O condannarlo
per sempre.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbCKWhCAHowmtpWgwuSVZhQ87qzajKytlEu0WR6KlXCDlKkprfo7WGiG8ity2POeWCxuEV8t-WkkDcso_24SmQKc3z5DxkWzf2ZbxniYjBpVrTHfCImdflkMntzxtGeKpgQlpT1TCZcxRz/s1600/the+end2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbCKWhCAHowmtpWgwuSVZhQ87qzajKytlEu0WR6KlXCDlKkprfo7WGiG8ity2POeWCxuEV8t-WkkDcso_24SmQKc3z5DxkWzf2ZbxniYjBpVrTHfCImdflkMntzxtGeKpgQlpT1TCZcxRz/s400/the+end2.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">“L'idea
di fare un film come “THE END? L’inferno fuori” nasce tra il 2011 e il 2012,” </span></i><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">ci ha svelato il regista Daniele
Misichia.<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> “A quei tempi non aveva nemmeno
un titolo. C'era solamente l'intenzione di raccontare l'apocalisse dal punto di
vista di un poveraccio rimasto bloccato in un ascensore guasto. Insieme a <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Cristiano Ciccotti</b>, il co-sceneggiatore,
abbiamo subito capito che il modo più semplice di mettere in scena la fine del
mondo era quello dello zombie-movie, che nel nostro caso sono esseri infetti e
rabbiosi, perché gli zombie ‘classici’ non corrono.</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Abbiamo così scritto una prima stesura, che comunque non era molto
diversa da quello che poi è diventato il film uscito al cinema. Per molti anni
abbiamo tenuto la sceneggiatura nel cassetto, perché, sì, era un film
produttivamente semplice da realizzare, ma non così semplice da poterlo
autoprodurre. Negli anni qualcuno si è interessato al progetto, ma inizialmente
si è concretizzato ben poco e abbiamo perso parecchio tempo. Ma l’idea era
buona, me lo sentivo, e, nonostante il tempo trascorso, non perdeva di
attualità e di fascino”. <o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Man mano che le ore passano
all’interno dell’ascensore guasto, Claudio Verona si rende conto che
all’esterno c’è qualcosa che non va. I contatti che ha attraverso lo smartphone
sono insoliti, sembra che in città si stia diffondendo il panico. Visto che
nessuno riesce a sbloccare la situazione, Claudio apre uno spiraglio tra le
porte di metallo dell’ascensore e ciò che vedrà nelle lunghe ore successive
attraverso quei pochi centimetri gli sconvolgerà per sempre la vita. Uno strano
virus sembra aver infettato gran parte della popolazione, trasformando quelli
che fino a poche ore fa erano solo noiosi colleghi di lavoro, in famelici zombi
dall’udito sopraffino che attaccano e sbranano chiunque gli si pari davanti,
contagiandosi l’un l’altro. Tutto si svolge e viene vissuto da parte dello
spettatore dal punto di vista del protagonista intrappolato nell’ascensore dal
quale sembra impossibile uscire, ma che, nello stesso tempo, non permette
neppure agli zombie di entrare. Come in un moderno episodio di “Ai confini
della realtà”, l’impossibile sta diventando storia e la fine di tutto sembra
vicina.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN0wbSl8DCvSI-zxkRn1JE2q9t2k3gk7A-YpH5_Ugji_RtfZj-mTwasm5ndsYFV0FmQT1bLRtHqOgHqOuOZ53qHn4WMPc-EjgI60hj3ODgY1aHdPKAWn7yoaMPOPbh3Ub8nXHQNV2kZA4Y/s1600/the+end3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="332" data-original-width="794" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN0wbSl8DCvSI-zxkRn1JE2q9t2k3gk7A-YpH5_Ugji_RtfZj-mTwasm5ndsYFV0FmQT1bLRtHqOgHqOuOZ53qHn4WMPc-EjgI60hj3ODgY1aHdPKAWn7yoaMPOPbh3Ub8nXHQNV2kZA4Y/s400/the+end3.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">“Un
giorno, nel 2016, i Manetti Bros. con cui collaboravo già da tre anni come
operatore e regista di seconda unità, mi hanno contattato perché volevano
leggere qualcosa di mio, dato che con la loro neonata produzione Mompracem
avevano necessità di produrre un film,” </span></i><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">ci ha raccontato Daniele Misischia<i style="mso-bidi-font-style: normal;">.</i> “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ovviamente gli ho parlato
subito di THE END? e loro si sono incuriositi e interessati all’istante...
hanno letto immediatamente la sceneggiatura e, nemmeno tre mesi dopo, eravamo
in preparazione con il film. La lavorazione del film è filata liscia come
l'olio. Dopo tanti anni tutto procedeva nel migliore dei modi e il mio progetto
stata diventando realtà. I Manetti prima di essere produttori sono registi e
quindi sanno bene di cosa ha bisogno un film-maker sul set, e così mi hanno
lasciato carta bianca per la maggior parte degli aspetti artistici e lavorativi.
Insieme abbiamo deciso di contattare Alessandro Roja offrendogli la parte del
protagonista e lui si è subito affezionato al progetto, dato che aveva sempre
desiderato lavorare in uno zombie-movie”. <o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Alessandro Roja, nei panni del
protagonista, è estremamente credibile e attento a ogni sfumatura del
personaggio, a partire dalla leggera inflessione romanesca dei dialoghi. Pur
trattandosi di una pellicola girata quasi interamente in un ambiente chiuso è
squisitamente italiana. Fuori da quelle quattro mura metalliche e dalla luce
bluastra dell’ascensore c’è Roma messa a ferro e fuoco da <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nuovi barbari</i> quasi troppo incredibili per essere veri, ma facili
da immaginare per come fanno capolino attraverso lo spiraglio che separa il
protagonista dalla realtà esterna. Certo non si tratta del primo film
ambientato all’interno di un ascensore, basti pensare, ad esempio, alle vittime
del diavolo di “The Devil”, ma la solitudine del protagonista, invece di
rallentare il ritmo del film, tiene alta la tensione e ne esalta il senso di
alienazione e lo smarrimento. Gli zombie, estremamente aggressivi e scattanti,
hanno più punti in comune coi nostrani Demoni di Dario Argento e di Lamberto
Bava, che con i sonnacchiosi e pigri morti viventi dell’indimenticabile Romero
e anche le scene più cruente sono dirette ed equilibrate.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhliqLaSWE4KsrgUwYFs0I1IWFJkedBSyHAgeXRo79-ktlcjq9-GzV2QTdL0N_KTf-nW0ZsW6Ou1yin7ZXpZK4wrdCrzdY5tGDK0TcSzR8xhAvsGTLEQ0uZOG3bdzYlqQwPtme-bnODItYa/s1600/the+end+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1080" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhliqLaSWE4KsrgUwYFs0I1IWFJkedBSyHAgeXRo79-ktlcjq9-GzV2QTdL0N_KTf-nW0ZsW6Ou1yin7ZXpZK4wrdCrzdY5tGDK0TcSzR8xhAvsGTLEQ0uZOG3bdzYlqQwPtme-bnODItYa/s400/the+end+4.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">“Le
riprese sono durate circa cinque settimane: quattro all'interno del set
principale del film, che è stato completamente ricostruito dal reparto
scenografia, e una quinta per le scene esterne e per dei piccoli recuperi,” </span></i><span style="mso-bidi-font-family: "Times New Roman";">ci ha spiegato Daniele
Misischia, raccontandoci le vicende che hanno caratterizzato la vita di questa
pellicola dopo la produzione e l’uscita nei cinema. “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Con la distribuzione abbiamo deciso di fare uscire il film la settimana
di Ferragosto del 2018. Può sembrare una mossa folle, ma in realtà è un’ottima
strategia. I film al cinema in quella settimana sono pochi e la possibilità che
molti di quelli rimasti nelle grandi città vadano a vedere il film è alta.</i> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">E, nonostante il periodo, nonostante un paio
di Colossi cinematografici che avevamo contro, il film è andato abbastanza
bene, con molte persone, anche solo incuriosite dal fatto di poter vedere un
film italiano così insolito, che sono andate a vederlo. Inoltre,
parallelamente, il film è stato venduto in altri paese e su alcuni servizi
streaming.</i></span> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In molti hanno apprezzato il film, anche
perché forse hanno capito che tipo di progetto fosse. Dopo tanti anni in Italia
è tornato uno zombie-movie così “puro” e “diretto”, non contaminato da quella
voglia per forza “autoriale” che molto spesso contagia in modo prepotente
questo tipo di cinema. Qualcuno, però, sicuramente ha storto il naso e sono
uscite fuori anche critiche negative, alcune sicuramente condivisibili e
costruttive, altre, secondo me, gratuite e senza senso, mosse forse da uno
stupido senso di invidia (o di mancanza di sensibilità verso un certo tipo di
cinema indipendente), molto italiano. In Italia infatti c'è questa tendenza a
lamentarsi sempre. Se le cose non vanno bene ci si lamenta, se le cose vanno
bene ci si lamenta lo stesso, perché non vanno bene come si vorrebbe. Purtroppo
con questa mentalità non si andrà mai avanti e le cose rimarranno sempre le
stesse: nel cinema, nel lavoro, nella società, nella politica e così via.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il film è uscito in DVD e Bluray il 13
Dicembre 2018, ma dopo l'uscita al cinema il suo percorso non si è per niente
fermato. THE END? ha continuato a girare nei festival, sia grandi, sia piccoli,
fino ad arrivare addirittura al Festival di Sitges 2018, che è il più grande
evento di cinema di genere al mondo. Questo per me è un grande traguardo e
motivo di orgoglio, per un piccolo film, che zitto zitto, senza rompere le
scatole a nessuno, sta vivendo di vita propria e, nonostante le critiche di
alcuni (pochi, per fortuna) è riuscito a diventare un piccolo caso
cinematografico”.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/WhhR8F712FM/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/WhhR8F712FM?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Mentre fuori
sembra davvero <i style="mso-bidi-font-style: normal;">la fine</i>, anche Claudio
Verona ha subito una metamorfosi dentro se stesso. Ha compreso l’importanza
dell’amore nei confronti della moglie e, grazie all’aiuto del poliziotto
Marcello, l’unico col quale è riuscito a interagire nonostante la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">prigionia </i>all’interno dell’ascensore, ha
vissuto sulla propria pelle il senso più profondo dell’empatia col prossimo e
dell’importanza dell’istinto di sopravvivenza. La <i style="mso-bidi-font-style: normal;">storia nella storia </i>di questa pellicola è proprio il fascino
maligno di ciò che non si vede, ma si può facilmente immaginare: la nostra
Capitale distrutta e il terremoto emotivo interiore del protagonista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il finale
inatteso di questa pellicola che, ancora una volta, si affaccia su una Roma
deserta e sconvolta, ci fa porre un lecito quesito: siamo sicuri che sia
davvero <i style="mso-bidi-font-style: normal;">la fine</i>? La vera <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sfida </i>per Daniele Misischia potrebbe
essere un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">sequel </i>che esplori ancora
più profondamente l’orrore di quanto già immaginato? Nel frattempo, vissero
(?!) tutti felici, contenti e in attesa della prossima <i style="mso-bidi-font-style: normal;">storia nella storia</i>…<o:p></o:p></span></div>
<br /><br />
<div style="text-align: center;">
<iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=B07JN1GTRL&linkId=4d4c0e0e49ab641e817847e46b7bf8cb&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></p>
<p style="text-align: center;">
</iframe></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-71987447442704335292019-01-09T12:58:00.000+01:002019-01-09T12:58:08.860+01:00Tre buone ragioni per… essere ordinati<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQYFMQgIUHjCg5d5cVag0KnGTReP6xyxniMEYLnJjy1rrrzRXQx8JosHrYCExmYcXrETdO_nxpAUSYpQyB5Bv5U74jKUR5E4O9dNZdUBb2RPwrm2tu4vdy_ntdyGXExJE1DLTWEzDjUZyO/s1600/marypoppinsordine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQYFMQgIUHjCg5d5cVag0KnGTReP6xyxniMEYLnJjy1rrrzRXQx8JosHrYCExmYcXrETdO_nxpAUSYpQyB5Bv5U74jKUR5E4O9dNZdUBb2RPwrm2tu4vdy_ntdyGXExJE1DLTWEzDjUZyO/s400/marypoppinsordine.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un
nuovo anno, col suo carico di aspettative e sogni, è appena cominciato. Vi
abbiamo già spiegato le <i>nostre </i><a href="http://www.fattiifattituoi.com/2015/12/tre-buone-ragioni-per-non-fare-buoni.html" target="_blank">trebuone ragioni per non fare buoni propositi per il nuovo anno</a>, ma, se
proprio non potete farne a meno, c’è un obiettivo nobile che vale la pena di
porsi e perseguire: essere ordinati. Spesso si dice, parafrasando un famoso
detto, che <i>ordinati si nasce, e non si
diventa</i>, ma perché escludere a priori che, con un po’ di disciplina, anche
i più ribelli non possano riuscire nell’impresa? Ciò che più conta è capire
perché essere ordinati possa diventare così utile e importante. E allora ecco
le nostre <i>tre buone ragioni per essere
ordinati</i>.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 107%;"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span><!--[endif]--><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;">Ordine è tranquillità. </span></b><span style="line-height: 107%;">Immaginate
un mondo in cui ogni cosa è al proprio posto. Le chiavi di casa, il tablet,
l’agenda. I documenti delle tasse. Tutto è al suo posto e voi lo conoscete,
perché siete stati proprio voi a sceglierlo accuratamente. Niente più ansia da
ricerche disperate dell’ultimo minuto quando siete già in ritardo, non è un
Paradiso?<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 107%;"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span><!--[endif]--><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;">Ordine è rispetto per gli altri.</span></b><span style="line-height: 107%;">
Sia a casa, sia in ufficio, se tutto è in ordine, potrete stare tranquilli che,
anche in vostra assenza, non creerete problemi a nessuno, anzi, potrete perfino
essere utili agli altri e non c’è forma di rispetto più grande, a prescindere
dal luogo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 71.4pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><span style="line-height: 107%;"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></span></span><!--[endif]--><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;">Ordine è condivisione.</span></b><span style="line-height: 107%;">
Sembra strano, ma, se non trovare una cosa, equivale a non averla affatto,
sapere sempre dove individuarla, invece, ci permette di farne il miglior uso
per noi a per gli altri, anche condividendola, sia dandola in prestito, sia
regalandola a chi ne ha più bisogno di noi, quando non ci è più necessaria.
Solo l’ordine, infatti, può impedirci di accumulare ciò che non ci serve,
condividendone o cedendone l’utilizzo.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-72818552615191800282018-12-19T16:21:00.000+01:002018-12-19T17:10:48.476+01:00Rileggere “Marcovaldo” a trent’anni<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbtzTAfjPq7QlFWmRMcXnUDxKToG0sbn2xvsZ7jviA5bnCO57Rt9BVj7_raQS4gDjbc8oX6u8nwLoYEUMfiRtS53AoNRanJZcw1op06GKNogRzKhGT28B-iLeZSnjnLhyphenhyphenQvEtU6RK-_jyp/s1600/marcovaldo+cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1495" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjbtzTAfjPq7QlFWmRMcXnUDxKToG0sbn2xvsZ7jviA5bnCO57Rt9BVj7_raQS4gDjbc8oX6u8nwLoYEUMfiRtS53AoNRanJZcw1op06GKNogRzKhGT28B-iLeZSnjnLhyphenhyphenQvEtU6RK-_jyp/s400/marcovaldo+cover.jpg" width="267" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Lo abbiamo letto tutti, in antologia o per
intero. Alla scuola primaria o secondaria, quella che, ai nostri tempi, si
chiamava scuola elementare e media. Soprattutto noi bambini nati e cresciuti in
città, abituati alla frenesia e al cemento, ci siamo domandati come quel buffo
signore un po’ malinconico e sfortunato, potesse sentirsi così fuori posto tra
le vie e i palazzi di una metropoli nascente. Si tratta di <b>“Marcovaldo”</b>, il classico per ragazzi
di <b>Italo Calvino</b>, un testo composto
da una ventina di novelle che hanno tutte per protagonista uno strano uomo di
nome Marcovaldo, padre di una famiglia numerosa, che è impiegato come operaio
tuttofare in una ditta e che, nello scorrere delle stagioni, va in cerca della
natura, anche in mezzo all’asfalto della città dove vive, come lo descrive il
suo stesso creatore.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Può sembrare anacronistico e terribilmente
fuori dal tempo, ma questo personaggio a tratti onirico, a tratti ingenuo,
protagonista di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fiabe</i> che, a oltre
cinquant’anni dalla loro stesura, potrebbero non essere più così moderne, in
realtà mantiene intatta un’attualità intrinseca, capace di ispirare non solo i
bambini, ma anche i loro genitori, i loro maestri, i loro vicini di casa, tutti
gli adulti che li circondano. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiESdceGosOESa-d5jWQjlUVPAc2KdxoYUsd6Rl_koO2MCH96tujFGDbSQdVr_nT9VcKd5drDg6iPZb0uEIYZuiiiuZzUvgIbna__hx2Gqt4DJaUyzlMv_A4fulDs4m6mb_ioSVjdo0wxKX/s1600/funghi+marcovaldo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="451" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiESdceGosOESa-d5jWQjlUVPAc2KdxoYUsd6Rl_koO2MCH96tujFGDbSQdVr_nT9VcKd5drDg6iPZb0uEIYZuiiiuZzUvgIbna__hx2Gqt4DJaUyzlMv_A4fulDs4m6mb_ioSVjdo0wxKX/s400/funghi+marcovaldo.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Cosa è cambiato, infatti, tra le
prepotenti città degli anni Sessanta, figlie del boom economico e dei gas di
scarico, e le stanche metropoli di oggi, fatte di domeniche ecologiche e
parcheggi selvaggi infrasettimanali? Quasi nulla o ben poco. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Penso alla <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mia</i> Roma e al parchetto del mio quartiere nel quale ho riletto
“Marcovaldo” con mia figlia, ora che ho superato i trent’anni. E penso che i
gabbiani che affollano la città anche in centro e aggrediscono i turisti,
rubando famelicamente loro il panino col salame, non sono poi così diversi
dagli stormi di piccioni che Marcovaldo e i suoi sei figli decidono di
arrostire sul fuoco per il pranzo della domenica. Continuando di questo passo,
in una città come Roma, diventata quasi ingestibile, e nella quale è difficile
perfino rinnovare una carta d’identità senza fare mesi di fila all’anagrafe per
un appuntamento, i gabbiani farebbero meglio a iniziare ad avere paura, perché presto
potrebbero fare la fine dei piccioni di Marcovaldo e finire nei piatti di noi
trentenni precari. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Penso al neopensionato che, mentre noi
leggevamo il nostro libro, tentava di trovare qualche ciuffo di cicoria tra le
cacche dei cani del parco, perché è in attesa che gli accreditino la sua sudata
e meritata pensione da sei mesi, ma l’Istituto previdenziale se la prende
comoda coi calcoli. E penso che non è molto diverso da Marcovaldo e da tutti i
suoi vicini di casa che, dopo una notte di pioggia, raccolgono i funghi nati
nelle aiuole della via e ne fanno una bella zuppa, salvo poi passare una
settimana in ospedale, una lavanda gastrica dopo l’altra. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJGo8dGGJpUGXjvYhB5MjuebyyWfPAVzSvSk99ISxX-qOGQyEyzeCmuwx3shzmw2V9KTgj5TU_NTUDU_8uYyG7AStP7g__UL46jojXxqKGE0Hf1OfU0sG8y8k1GQ-2tDhk0rHfQu_mt9pZ/s1600/marcovaldo+bici.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="488" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJGo8dGGJpUGXjvYhB5MjuebyyWfPAVzSvSk99ISxX-qOGQyEyzeCmuwx3shzmw2V9KTgj5TU_NTUDU_8uYyG7AStP7g__UL46jojXxqKGE0Hf1OfU0sG8y8k1GQ-2tDhk0rHfQu_mt9pZ/s400/marcovaldo+bici.jpg" width="365" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Penso alla neve a Roma di quest’anno che
se ne sta andando e a quella cataclismica mattinata in cui pochi centimetri di coltre
bianca sono stati nuovamente in grado di paralizzare una città, come uno
Tsunami di ghiaccio, tra alberi caduti, asfalto disastrato e spargisale
inesistenti. E penso al povero Marcovaldo che nella neve in città vede una
speranza. La speranza di veder scomparire, almeno per un giorno, il suo
tran-tran giornaliero, ma, nonostante tutto, si reca al lavoro a piedi,
esattamente come hanno fatto molti romani lo scorso febbraio, perché alla ditta
non importa nulla della neve e della città disorganizzata e colta di sorpresa,
anche oggi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Penso a Marcovaldo mascherato da Babbo
Natale e costretto, assieme a decine di altri Babbi Natale, a portare strenne a
tutti i clienti della ditta per cui lavora e ai bambini disincantati che li
ricevono, perdendo interesse a ogni nuovo Babbo Natale che passa loro davanti.
E penso alle mamme di oggi che si azzuffano per prendere il posto migliore alla
recita di Natale dei loro figli, fino ad arrivare alle mani per guardarli
meglio attraverso lo schermo di uno smartphone, un’invenzione alla quale il
povero Marcovaldo probabilmente non avrebbe retto. E me lo immagino oggi,
vecchio vecchio, un po’ più svampito del solito, con tanti nipotini che
ascoltano Sfera Ebbasta, a cercare di capirci qualcosa del Governo
giallo-verde, convinto che abbia qualcosa a che vedere con la botanica.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy5SyS1Nny-uOARhw_NW3mSwfQ6HoSYLZMu3pQaaeL1XYljRgqQ3hoVi0WuxgX3rfOIgK_ZdnM6FShDePmfw3pqnspmSB3CYOW-Xpd_9ea0219teW7YRl6GThJTL8Qv7JZamgqjMwp7cZM/s1600/Sergio-Tofano-per-Marcovaldo-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="427" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy5SyS1Nny-uOARhw_NW3mSwfQ6HoSYLZMu3pQaaeL1XYljRgqQ3hoVi0WuxgX3rfOIgK_ZdnM6FShDePmfw3pqnspmSB3CYOW-Xpd_9ea0219teW7YRl6GThJTL8Qv7JZamgqjMwp7cZM/s400/Sergio-Tofano-per-Marcovaldo-1.jpg" width="266" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Il progresso ci porta avanti, ma, allo
stesso tempo, ci porta indietro, anche oggi. Ci apre la mente, abbattendo muri
e frontiere, ma, allo stesso tempo, ci imprigiona in celle dorate o
trasparenti, senza più vicini di casa di cui fidarci e con amici lontani, quelli
della nostra generazione confusa, quelli con cui abbiamo letto “Marcovaldo” per
la prima volta e che ora sono sparsi per il mondo a cercare fortuna, lontano
dal loro Paese, in altre città più grandi, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fredde</i>
e voraci, ma forse anche più accoglienti.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;">Rileggere “Marcovaldo” a trent’anni
(passati), nella recente edizione <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mondadori</b>,
arricchita dalle illustrazioni di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Sto-Sergio Tofano</b>,
è stato commovente. Un’oasi nel deserto della mente, proprio come la natura
nella città. Non solo una questione d’ambiente, ma di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">natura umana </i>a tutto tondo. Liberate dall’analisi del testo e dagli
esercizi di grammatica della scuola, vent’anni dopo i doveri dei banchi, le
avventure e disavventure di questo Charlie Chaplin di carta, che oggi forse è
più vicino al Fantozzi di Paolo Villaggio, che allo Charlot in bianco e nero
dei nostri genitori, mi ha suscitato una tenerezza struggente. Oggi che l’ho letto
con gli occhi degli adulti, lavoratori, magari faticosamente genitori, il
povero Marcovaldo vorrei abbracciarlo e dirgli che andrà tutto bene. Che forse
le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cose </i>non cambiano, ma noi possiamo
(ancora) cambiare le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">cose</i>. Anche
rileggendo un buon libro per bambini.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.0001pt; text-align: center;">
<span style="font-family: "georgia" , "times new roman" , serif;"><iframe frameborder="0" marginheight="0" marginwidth="0" scrolling="no" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&t=fatifattuo-21&m=amazon&o=29&p=8&l=as1&IS1=1&asins=8804606819&linkId=fdf94818ef9c1d83f93a684d9bcb8777&bc1=FFFFFF&lt1=_top&fc1=333333&lc1=0066C0&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="height: 240px; width: 120px;"></font></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:
justify;line-height:115%">
<span style="line-height: 115%;"><font face="Georgia, Times New Roman, serif"></font></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: center; margin-bottom: 0.0001pt; line-height: 115%;">
<font face="Georgia, Times New Roman, serif"> </iframe></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-55995879862608435342018-12-05T08:53:00.000+01:002018-12-05T08:53:08.371+01:00Tiziana Bartolini: l’Arte secondo me<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-0AwLYLJVxPJQRbUthwPouFFUfIrXhK6ekKruMAplJk1njemBcMSYp7u3kRQUs1e18J4flVykEx0ZuWEg98KUauz0ouqgqw0EPyrqlyzfEYWzRsv8URvNoCGFfoh3oxd_c7E2PG1eQi_9/s1600/Tiziana+9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1178" data-original-width="663" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-0AwLYLJVxPJQRbUthwPouFFUfIrXhK6ekKruMAplJk1njemBcMSYp7u3kRQUs1e18J4flVykEx0ZuWEg98KUauz0ouqgqw0EPyrqlyzfEYWzRsv8URvNoCGFfoh3oxd_c7E2PG1eQi_9/s640/Tiziana+9.jpg" width="360" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Dall’acquerello, alla creta, passando per
la grafite, sono molte le tecniche che caratterizzano le opere di <b>Tiziana Bartolini</b>, artista di punta e
anche curatrice di esposizioni all’interno della neonata Associazione “RBN
Arte” di Mauro Rubini. Dopo una lunga amicizia e precedenti collaborazioni,
infatti, da quando è stato inaugurato il nuovissimo “Spazio I.DE.A.”, Tiziana
Bartolini è stata tra le maggiori promotrici delle mostre che si sono tenute
all’interno della galleria e che l’hanno sempre vista come protagonista, sia
come artista, sia come organizzatrice. Il suo percorso come artista, tuttavia, è
iniziato già ai tempi delle scuole, con un felice percorso al Liceo Artistico
e, successivamente, una Laurea in Architettura, studi che evidenziano il suo
desiderio di essere circondata dall’arte in ogni momento della vita.
L’espressività e la delicatezza delle sue opere che non hanno mai perso la
creatività e l’entusiasmo dei primi passi, guadagnando, però, di volta in volta
in padronanza delle tecniche e dei materiali, rappresentano il suo entusiasmo e
il suo ottimismo, oltre a una profonda capacità di osservazione. La sua
sensibilità di artista, propensa a catturare aspetti sempre nuovi anche di soggetti
ormai emblematici, la caratterizza, sia come pittrice, sia come scultrice, anche
se Tiziana non ha mai disdegnato di cimentarsi con obiettivi e macchine
fotografiche, dando prova di essere anche una fotografa attenta ai dettagli e
alle simmetrie delle immagini. Le opere più intense, tuttavia, a nostro avviso,
sono senza dubbio quelle a grafite o acquarello, nelle quali Tiziana Bartolini
mette a frutto tutto il suo talento per i colori e le sfumature. I soggetti di
quadri e disegni, in questi casi, sembrano quasi essere dotati di vitalità e
movimento, dando sorprendente tridimensionalità alle opere. Ecco che il sorriso
malinconico di un Pierrot, i prepotenti flutti attorno a un faro o
l’imperturbabile espressione di un felino sembrano prendere vita, accogliendo
lo spettatore in un mondo fatto di fantasia e colori.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCqv5U4YocuzNJ964EI0U5z1rEeK4xX6P27YMi7gnXwhY5tqX6CSGXUOgV41E8QzmnDqSy739tl3eJfSg0XaAwLae4fk1B5JoK8VLg_c1aw4bqOzzpHsXazR2bklIru1Y9-JyvKMBbgK-L/s1600/Tiziana+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="626" data-original-width="720" height="347" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCqv5U4YocuzNJ964EI0U5z1rEeK4xX6P27YMi7gnXwhY5tqX6CSGXUOgV41E8QzmnDqSy739tl3eJfSg0XaAwLae4fk1B5JoK8VLg_c1aw4bqOzzpHsXazR2bklIru1Y9-JyvKMBbgK-L/s400/Tiziana+1.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Da
dove nasce la tua esigenza di dipingere: è una passione che coltivi da sempre o
si tratta di un talento che hai scoperto recentemente? Cosa vuoi comunicare?</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La mia passione per il disegno nasce da
lontano, già all‘asilo se non prima. I miei genitori conservano ancora dei miei
disegni. Ero portata, si vedeva già da piccola e soprattutto mi permetteva di
esprimermi, poi ho iniziato la scuola e quando è stato il momento di decidere
le superiori non ho avuto dubbi: ho preso il Liceo artistico, tutti mi hanno
appoggiata senza mai ostacolarmi nella scelta. Successivamente mi sono iscritta
alla Facoltà di Architettura, mi sono laureata e abilitata alla professione ma
ho sempre continuato a disegnare a mano libera, dando sfogo alla mia
creatività. Sono anche riuscita a coinvolgere le mie due figlie, Chiara e Sara,
che, fin da piccole, hanno potuto cimentarsi in bigliettini e decorazioni
appesi in casa e alla porta d’ingresso.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUxaWi0Iq4h2ODG8g1WHvprxYT58MdeWtVSjEziWHfsrSpiFlq2fEOPctMQEwMdvG3sj2MOhGhFU-hM91YKYWx71jhR-HIxkB9sxsXrMktaq2k27bMKmRTaPH3Rt5hQbq8BzBoVEQBqDb6/s1600/Tiziana+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1548" data-original-width="1152" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUxaWi0Iq4h2ODG8g1WHvprxYT58MdeWtVSjEziWHfsrSpiFlq2fEOPctMQEwMdvG3sj2MOhGhFU-hM91YKYWx71jhR-HIxkB9sxsXrMktaq2k27bMKmRTaPH3Rt5hQbq8BzBoVEQBqDb6/s400/Tiziana+2.jpg" width="297" /></a></div>
<div class="MsoListParagraph" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Cosa
ti ispira maggiormente: quali sono i soggetti che preferisci e le tecniche che
prediligi? A quali movimenti artistici del passato ti rifai? E chi sono i tuoi
Maestri di riferimento?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Io disegno in grafite e dipingo poi in
acquarello la maggior parte dei miei quadri. Talvolta uso anche le matite acquerellabili
e i pastelli. Ma ho anche creato delle piccole sculture in terracotta e amo
fare fotografie. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">I soggetti sono vari, mi piace organizzare
e partecipare ad eventi espositivi, perciò spesso mi lascio guidare dal tema
della mostra a cui partecipo. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sono molti gli artisti che mi hanno
ispirato, sia negli anni della formazione, sia oggi.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUblcH4lJN6Ty_vtIKqVp4L4HNPZUXFyiNQIsUNZVdY7TmjhtVmvsKp5iHBwXwjGmpSEbyxJSKau0xkJm61IZ1RwzraIaVdKozz0fMK0Bipwyl2IAGwRY4uxmUszVOeoY3dC39snJPeK3i/s1600/Tiziana+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1548" data-original-width="864" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUblcH4lJN6Ty_vtIKqVp4L4HNPZUXFyiNQIsUNZVdY7TmjhtVmvsKp5iHBwXwjGmpSEbyxJSKau0xkJm61IZ1RwzraIaVdKozz0fMK0Bipwyl2IAGwRY4uxmUszVOeoY3dC39snJPeK3i/s400/Tiziana+4.jpg" width="222" /></a></div>
<div class="MsoListParagraph" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Quanto
è importante, tra artisti, la condivisione di ideologie nuove, tecniche
innovative e sperimentazioni, per riuscire a esprimersi? Esiste ancora una
comunità degli artisti? E che ruolo svolgono i Social Network in merito per la
diffusione e la divulgazione? <o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Io penso che la condivisione tra artisti
sia molto importante, lo era nel passato come lo è adesso, tanto più che adesso
con Internet e i Social Network il coinvolgimento è più facile e immediato. In
definitiva tutti postiamo una foto e in qualche modo anche quella visione di
quell’oggetto, volto o panorama è arte, perché è opera di una persona che ha
creato nella sua testa l’immagine che poi ha scattato. Ne è la prova che trovare
due foto identiche dello stesso soggetto è quasi impossibile!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlQ_RGIF9GRPGIZTmXhAofDy97PEkVmK8fuTqSpTavLBj6qww1_bEUwHeRc7itGtLJ-_IHln4gun-KxFZyOnZvPJcmH2M8rc5d3DOjcOF2knUgFZMvM8FkrqJTDL6_Amtqg8y_e2laeof8/s1600/Tiziana+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="732" data-original-width="720" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlQ_RGIF9GRPGIZTmXhAofDy97PEkVmK8fuTqSpTavLBj6qww1_bEUwHeRc7itGtLJ-_IHln4gun-KxFZyOnZvPJcmH2M8rc5d3DOjcOF2knUgFZMvM8FkrqJTDL6_Amtqg8y_e2laeof8/s400/Tiziana+5.jpg" width="392" /></a></div>
<div class="MsoListParagraph" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Raccontaci
le esperienze che nel tuo percorso da artista hai trovato più formative e che
ti sono rimaste nel cuore: corsi, esposizioni, mostre alle quali hai
partecipato o che hai solamente visto come spettatrice, ma che ti hanno
lasciato un messaggio profondo e hanno influenzato le tue opere.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Una delle mie esperienze formative più
significative è stata sicuramente aver frequentato il Liceo artistico. Tante
ore di disegno, il concetto di nature morte, i disegni di figure avendo come modelli
persone in carne e ossa, le tecniche pittoriche: tutto ciò mi ha dato le basi
per esprimermi al meglio, donandomi ulteriore sensibilità. Poi scegliendo la
sezione Architettura e andando all’Università si ho perso momentaneamente lo
slancio e il tempo da dedicare al disegno pittorico, ma cercavo sempre esami dove
potevo esprimere la mia così detta “mano felice”. Ricordo che quello era il
periodo del verde riprodotto a mano libera, molto espressive erano le mie
rappresentazioni della natura dove potevo esprimere la mia creatività. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ogni mostra a cui sono stata ha lasciato
qualcosa dentro di me, non si può essere indifferenti alle opere di un artista
indipendentemente dal fatto che sia famoso o sconosciuto, perché egli lascia un
pensiero, un concetto con la sua opera d'arte e lo trasmette a tutti, lo
condivide in eterno. Naturalmente anche partecipare come artista a un evento
espositivo lascia delle emozioni e dei ricordi unici.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQFtmaNM20imkw2OaqJges5XIT1mpK4gfvc9g2o_161XnsSO1vOn9BVsF03oCYLvNNVaLhZCrBw2T0ffM-fzTWvk2YUZX9mmJFfNpwFmqNbqReoGHHf5Fl7a7PC4yW2rqpw5QC5CI6ec8g/s1600/Tiziana+6.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="1218" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQFtmaNM20imkw2OaqJges5XIT1mpK4gfvc9g2o_161XnsSO1vOn9BVsF03oCYLvNNVaLhZCrBw2T0ffM-fzTWvk2YUZX9mmJFfNpwFmqNbqReoGHHf5Fl7a7PC4yW2rqpw5QC5CI6ec8g/s400/Tiziana+6.jpg" width="400" /></a></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">A
cosa stai lavorando ultimamente? Collabori con Gallerie e Associazioni o hai in
programma la partecipazione a qualche mostra nei prossimi mesi? Svelaci quali
sono i tuoi progetti per il futuro.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La mia vita artistica è ripresa da circa
cinque o sei anni grazie a un amico di mio fratello e di mia cognata, Mauro
Rubini che ha fondato la RBN Arte all’interno dello Spazio I.DE.A.,
proponendomi di partecipare come artista a delle mostre organizzate da lui. Questa
esperienza è stata meravigliosa e molto gratificante, soprattutto in un momento
della mia vita lavorativa purtroppo non positivo. Da quest’anno aiuto Mauro
Rubini nell'organizzazione di mostre personali e collettive nella sua galleria
aperta da poco al pubblico a Roma. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Naturalmente essendo Mauro Rubini anche un
artista, partecipiamo anche noi alle mostre collettive che organizziamo e il
gruppo di artisti che ci segue e partecipa è molto unito e creativo.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">I miei progetti per il futuro? Spero di
continuare a fare esperienze bellissime come queste e vi aspetto in galleria!<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtHjJC2a6LmnCAU-usb8PAYB34zuvyp9JobCE1JkUJselfGDSXURK-jbqyxU4mo1xqIz3lDq2KuwuSek3qpJU_3CXesD0nkaszszJvJZmlpObYQofTWIbmcCvNtG-Q2xXj00cLNMbj9fNa/s1600/Tiziana+10.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="740" data-original-width="416" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtHjJC2a6LmnCAU-usb8PAYB34zuvyp9JobCE1JkUJselfGDSXURK-jbqyxU4mo1xqIz3lDq2KuwuSek3qpJU_3CXesD0nkaszszJvJZmlpObYQofTWIbmcCvNtG-Q2xXj00cLNMbj9fNa/s400/Tiziana+10.jpg" width="223" /></a> </span><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPiSjPwA8_wCqAj3v3voJVCAkzYulbZNhJMQzxLM56OW97h1wpa0XL4-wnYods7dxdWudxG8JVLXafjaYMOZP8AsIDQlRDX3FrLv1ewrkjbrp_gQwpT3eX_pJESTdJtaArWuxXvzDb-2qj/s1600/Tiziana+3.jpg" imageanchor="1" style="font-family: Georgia, "Times New Roman", serif; margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" data-original-height="739" data-original-width="416" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPiSjPwA8_wCqAj3v3voJVCAkzYulbZNhJMQzxLM56OW97h1wpa0XL4-wnYods7dxdWudxG8JVLXafjaYMOZP8AsIDQlRDX3FrLv1ewrkjbrp_gQwpT3eX_pJESTdJtaArWuxXvzDb-2qj/s400/Tiziana+3.jpg" width="225" /></a></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1160737370482469304.post-24930933389811293772018-11-21T14:30:00.000+01:002018-11-22T14:41:33.660+01:00Francesca Mandetta: il veterinario 2.0, storia di una professione al passo coi tempi<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwT0hXRHtlp0jBHmEJ7GdjYJifKTxBExOK58TCS_CkKASa45VI3HPsrn-eVC3Xlnthe9i6UOep2KLSJ_WbymLUPMnJDrF7lFmJzKz2p9oaIy56LJntbSFapZlE3OUEmQsC30VVjNHufyJl/s1600/mandetta+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwT0hXRHtlp0jBHmEJ7GdjYJifKTxBExOK58TCS_CkKASa45VI3HPsrn-eVC3Xlnthe9i6UOep2KLSJ_WbymLUPMnJDrF7lFmJzKz2p9oaIy56LJntbSFapZlE3OUEmQsC30VVjNHufyJl/s400/mandetta+4.jpg" width="300" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ne
è passato di tempo da quando chi si prendeva cura degli animali operava per lo
più al di fuori delle grandi città, dove il legame tra uomo e animali è più
stretto, un po’ per vocazione, un po’ per necessità. Oggi, infatti, la
circostanza che in moltissime famiglie metropolitane almeno un componente abbia
<i>quattro zampe</i> ha reso la professione
del veterinario un mestiere d’eccellenza che richiede studio, titoli e
formazione continua, ma anche sensibilità e sacrifici, tanto che, proprio come
a qualsiasi altro medico, anche al veterinario è richiesta sempre più spesso
una reperibilità ininterrotta nell’arco delle ventiquattro ore della giornata e
un rapporto di simbiotica fiducia non solo con l’animale, ma anche e
soprattutto col suo proprietario. È nata così l’esigenza, soprattutto nelle
grandi città, di vere e proprie cliniche veterinarie aperte anche la notte e in
grado di far fronte non solo alle esigenze di routine, ma anche a casi di
emergenza sempre più delicati per salvare la vita di animali che oggi sono
considerati componenti della famiglia accuditi e amati come tutti gli altri.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Ma
cosa significa intraprendere la professione del medico veterinario al giorno
d’oggi? Qual è il suo ruolo in qualità di operatore medico, scienziato e
persona di fiducia e supporto a chi vuole prendersi cura di un animale anche in
un contesto cittadino? Ci sono nuove leggi che tutelano le nuove esigenze degli
animali e dei loro proprietari, insieme ai professionisti del settore? E come
si può far fronte sempre più efficacemente a piaghe metropolitane come
abbandono e randagismo? A rispondere a queste e a molte altre domande,
spiegandoci meglio tutti i risvolti di questo mestiere sempre più
all’avanguardia, ci ha pensato la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Dottoressa
Francesca Mandetta</b>, tra le colonne della nuova Clinica Vetetrinaria
Spinaceto di Roma che, nell’intervista che segue, ci ha raccontato la sua
storia, dai primi passi, fino a oggi, e quanto l’empatia e la preparazione
siano ugualmente importanti per chi volesse intraprendere la professione di
medico veterinario.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM3YsToefT41-kMg83WZfcDHiDMXc_R8v_9mhNZNHBkQSmwRcJo6D2bCE-vLlukbBLAkepI-N9akShTOnbyNRCR7L4QjWdjbvU-H9oI4A37crSNKvBsaY-4qSQos3Vkzp-H6_IVivQUwgX/s1600/mandetta+3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="399" data-original-width="600" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM3YsToefT41-kMg83WZfcDHiDMXc_R8v_9mhNZNHBkQSmwRcJo6D2bCE-vLlukbBLAkepI-N9akShTOnbyNRCR7L4QjWdjbvU-H9oI4A37crSNKvBsaY-4qSQos3Vkzp-H6_IVivQUwgX/s400/mandetta+3.jpg" width="400" /></a></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Empatia, sensibilità e
tanto studio e impegno: prendersi cura degli animali, pazienti non in grado di
comunicare a parole il disagio e il dolore, è una professione che richiede un
profondo senso di responsabilità. Quando e come si è resa conto di avere la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">vocazione</i> per questo mestiere?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Sin
da piccola ho sempre voluto diventare un medico veterinario. Quando a scuola si
cercava di immaginare cosa fare da grandi, io non avevo nessun dubbio: il
veterinario era il mio sogno che, fortunatamente, è diventato realtà. Ho sempre
pensato che questo fosse il mestiere più bello del mondo ed è tra i miei primi
ricordi di bambina. Da piccola ammiravo il nostro veterinario che, all’epoca,
era il cosiddetto veterinario di campagna e coltivare questo obiettivo, nei
lunghi anni di studio, mi ha permesso di coniugare le mie due grandi passioni:
la medicina e gli animali.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoVoQ2FkRsT2Xx4bGytR731Kb0QvCjWynGUbznYRYtGOf85HOVTlZ5XwVG1Z_Ko2FaqQDvKGuppxQ9m-XmSn1yRWIPpgLXNCr6HCl3ZQxoW36H6dkAmpyWZK6vwIKc0gJZMjIYMTZqYSDi/s1600/mandetta+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="853" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoVoQ2FkRsT2Xx4bGytR731Kb0QvCjWynGUbznYRYtGOf85HOVTlZ5XwVG1Z_Ko2FaqQDvKGuppxQ9m-XmSn1yRWIPpgLXNCr6HCl3ZQxoW36H6dkAmpyWZK6vwIKc0gJZMjIYMTZqYSDi/s400/mandetta+5.jpg" width="212" /></a></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Un numero sempre maggiore
di famiglie nel nostro Paese ha uno o più componenti <i style="mso-bidi-font-style: normal;">a quattro zampe</i>: quanto è importante instaurare un corretto
rapporto di fiducia col proprio medico veterinario per comprendere al meglio i
bisogni dei nostri <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fratelli </i>animali?
In cosa consiste la prevenzione in questo senso e quali comportamenti sarebbe
bene mettere in atto?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il
rapporto col medico veterinario è fondamentale per chi possiede un animale,
perché egli svolge il ruolo che, per noi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">umani</i>,
è svolto dal cosiddetto medico di famiglia. Deve essere un punto di riferimento
che conosce il nostro animale, sia da un punto di vista clinico, sia
comportamentale e che, quindi, è in grado di fare diagnosi in modo puntuale e
il più velocemente possibile, quando necessario, mantenendo la giusta lucidità
nella cura e nella gestione sia del paziente, sia della sua famiglia <i style="mso-bidi-font-style: normal;">umana</i>. Il rapporto, quindi, da parte
nostra non è solo lavorativo, ma anche, in un certo senso, di amicizia, al di
là delle patologie e delle necessità contingenti. È proprio questo rapporto di
fiducia di fondo che permette al veterinario di supportare e guidare il
proprietario nelle scelte migliori per il proprio animale anche dal punto di
vista clinico. Oltre alla professionalità di noi medici, infatti, credo sia
importante che i padroni dei nostri pazienti si affidino a noi anche come
persone, sviluppando un’empatia davvero molto utile per svolgere con competenza
e dedizione il nostro mestiere. In fondo l’atteggiamento che caratterizza la
maggior parte dei proprietari dei nostri pazienti non è molto diverso da quello
che hanno i genitori quando scelgono il pediatra per il proprio bambino: al di
là delle capacità del medico apprezzano anche l’atteggiamento empatico e il
modo di porsi della persona nei confronti dell’intero contesto familiare, oltre
che del bambino. Trattare l’animale come se fosse <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nostro </i>rappresenta una marcia in più nella nostra professione di
veterinari. Questa combinazione di fattori caratterizza, a mio avviso, quello
che oggi potremmo definire il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">veterinario
2.0</i>. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">È
proprio costruendo questo rapporto di profonda e reciproca fiducia che si
comprende l’importanza del concetto di prevenzione. La disinformazione che a
volte c’è nei confronti del ruolo del medico veterinario sta proprio nel fatto
che ancora molti proprietari di animali si rivolgono a noi solo quando emerge
una patologia, ritrovandosi a prendere decisioni difficili di fronte a medici
che considerano professionisti e in cui hanno fiducia, ma che, umanamente, sono
degli estranei. Se invece si instaurasse il giusto rapporto col medico
veterinario, fatto di visite di controllo e di prevenzione a seconda dell’età e
delle condizioni del proprio animale, tutto sarebbe più semplice e naturale,
per quanto possibile, anche in caso di malattia o emergenza, proprio come
accade con un pediatra per il proprio bambino o con un medico di famiglia che
ci conosce più di chiunque altro. La prevenzione è indispensabile anche per i
nostri animali, così come lo sono, nello specifico, i vaccini e i trattamenti
antiparassitari, oltre a una buona e sana alimentazione, da valutare per il
singolo animale, in base allo stile di vita. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5WvrK-hwx64_70inwc_ooowN1KtuwU3vLc_AFuT4WKqykCJdF9TUHiGZnbmuqRtKhavkVoufzX0i4b5McO2wmKtmY4KpMMFTpQ5yn8XkeggtwUHx1B8llP9WPIRtEraBXHTwWOhG50Mj3/s1600/mandetta+7.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="256" data-original-width="427" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5WvrK-hwx64_70inwc_ooowN1KtuwU3vLc_AFuT4WKqykCJdF9TUHiGZnbmuqRtKhavkVoufzX0i4b5McO2wmKtmY4KpMMFTpQ5yn8XkeggtwUHx1B8llP9WPIRtEraBXHTwWOhG50Mj3/s400/mandetta+7.jpg" width="400" /></a></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La Clinica Veterinaria
Spinaceto, oggi in una nuova sede completamente ristrutturata e sempre più a
misura dei pazienti, è diventata un’eccellenza del settore, grazie a un’equipe
di medici di grande esperienza. Cosa significa offrire al pubblico un servizio
ventiquattro ore su ventiquattro? Ci spieghi l’importanza di proporre ai
proprietari degli animali un supporto che spesso va oltre le esigenze mediche,
sostenendoli anche nelle fasi dell’adozione e dell’adattamento in casa,
cercando di far fronte a eventuali difficoltà comportamentali.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Avere
a disposizione una struttura e un medico veterinario ventiquattro ore su ventiquattro
oggi è fondamentale. I nostri animali, infatti, hanno bisogno di assistenza
continuativa, non solo per le urgenze, ma anche per la possibilità di
consigliare i proprietari sulle cure preventive e future per i loro animali e
anche sul primo ingresso in famiglia in seguito all’adozione di un nuovo
animaletto, oltre all’adattamento in casa e coi suoi abitanti, nel rispetto di
tutti. Il ruolo del medico veterinario, infatti, è anche questo e spesso oggi i
futuri proprietari vengono a trovarci ancor prima di adottare un animale per
essere indirizzati verso la scelta giusta, sia per loro, sia per il futuro
componente della famiglia, per capire come prendersene cura, preparando la casa
al meglio per accoglierlo, e vogliono essere supportati in caso di problemi
comportamentali o difficoltà di adattamento. Quindi il nostro compito non è
solo strettamente medico di cura delle patologie, ma anche di supporto dei
proprietari nelle loro scelte.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrN0gfnOi5LGxIR5oTRXLWVBkNFISw_5UDio98SXlSxX0uR5KqoH004IJof0FrJ95JhGecD58NycYD-SAKZFKjG7eO9RALWZxItB4dQTWl8asWUVezDBWAD7Vjkb4ZH5MKxKpZoFIrO806/s1600/mandetta+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrN0gfnOi5LGxIR5oTRXLWVBkNFISw_5UDio98SXlSxX0uR5KqoH004IJof0FrJ95JhGecD58NycYD-SAKZFKjG7eO9RALWZxItB4dQTWl8asWUVezDBWAD7Vjkb4ZH5MKxKpZoFIrO806/s400/mandetta+1.jpg" width="300" /></a></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Randagismo e abbandono
sono ancora oggi, soprattutto nelle grandi città, delle piaghe alle quali è
difficile far fronte e troppo spesso ignorate. Quali sono in merito i consigli
del veterinario, sia verso le famiglie, sia verso le istituzioni?<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La
crisi economica di questi anni non ha aiutato ad affrontare in modo sistematico
queste piaghe, anche se, sia per il randagismo, sia per l’abbandono, è stato
fatto molto ultimamente, in termini legislativi, ma soprattutto di
sensibilizzazione. La microchippatura obbligatoria per i cani, oltre a multe
salate per chi li abbandona, e il tentativo di costruzione dell’anagrafe felina
sono esempi della rinnovata attenzione verso i nostri animali, ma senza dubbio
c’è ancora molta strada da fare, perché è stato fatto molto per quanto riguarda
i cani, ma poco per le specie non convenzionali, come pesci e tartarughe, e
ancor meno per i gatti che restano comunque il primo e preferito tra i nostri
animali domestici, tanto in termini di numero di adozioni, quando di abbandoni,
purtroppo. Il nostro primo compito come medici veterinari, dunque, è quello di
sensibilizzare sempre più i cittadini spiegando loro che gli animali non sono
oggetti e non si può pensare di adottare un gatto, un cane o magari un
coniglietto per poi liberarsene senza pensare alle conseguenze. Bisogna
spiegare chiaramente le responsabilità che derivano da un’adozione e anche
sollecitare le istituzioni a fare sempre di più. Obbligare alla microchippatura
di tutti gli animali domestici, non solo dei cani, potrebbe essere un primo
passo, magari agevolando dal punto di vista fiscale le famiglie, riducendo il
più possibile le spese, soprattutto per le persone meno fortunate, visto che
possedere un animale in molti casi è ancora considerato alla stregua del
possesso di un bene di lusso, ma questa è una classificazione ormai
anacronistica. Le istituzioni dovrebbero offrire dei servizi gratuiti per
permettere ai cittadini di registrare i propri animali, facendo maggiori
controlli e dando anche dei vantaggi ai proprietari concedendo la possibilità
di detrarre maggiormente le spese mediche e farmaceutiche. Qualche passo in
avanti nell’inclusione degli animali all’interno della famiglia come veri e
propri componenti si sta facendo, ma, a mio avviso, si dovrebbe aspirare a
rendere l’azione di un animale controllata e sicura dal punto di vista
legislativo come quella di un bambino. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB0SuhFxkg9ZCNKgHCso27J4q-fHvq_o0TlWOg5Y95FPe1vFnbLclF6X8OQFelNGFMh92GLfB59I0c0ERCKVGhjyCV-JN23M7lq_6JFnHn1olOeKPzHi5Ami7tw1QY0kN33blNFASGPO7_/s1600/mandetta+8.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="752" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB0SuhFxkg9ZCNKgHCso27J4q-fHvq_o0TlWOg5Y95FPe1vFnbLclF6X8OQFelNGFMh92GLfB59I0c0ERCKVGhjyCV-JN23M7lq_6JFnHn1olOeKPzHi5Ami7tw1QY0kN33blNFASGPO7_/s320/mandetta+8.jpg" width="320" /></a></span></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In tutti questi anni di
esperienza e pratica della professione si sarà presa cura anche di pazienti
particolari e<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> insoliti</i>. Ci racconti
un episodio, un aneddoto, una storia che è rimasta particolarmente impressa nel
suo cuore, sia come medico, sia come donna.<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In
tanti anni di professione ho avuto moltissimi pazienti e ho seguito le loro
famiglie e le loro storie, accompagnandoli per un pezzo di vita, quindi mi
sembrerebbe quasi di fare un torto a qualcuno di loro, scegliendone solo uno.
Ognuno è stato speciale e ha lasciato un segno dentro di me, come medico e come
persona, e ho avuto tante soddisfazioni che conservo nel cuore, ma anche tante
sconfitte, visto che la medicina ha dei limiti. Devo, però, ammettere che i
pazienti che mi hanno segnato più profondamente sono stati proprio i <i style="mso-bidi-font-style: normal;">miei</i> animali, quelli per cui, oltre al
ruolo di medico, ho rivestito anche quello di proprietario e, perché no, in un
certo senso di “mamma” umana. Loro mi hanno insegnato molto, perché mi hanno
fatto comprendere cosa provano i nostri clienti quando si affidano a noi
veterinari e, proprio per questo, penso che il rapporto di empatia e di fiducia
medico-paziente sia importantissimo. Essere un buon medico veterinario non è
solo studio e aggiornamento, ma anche la capacità di mettersi nei panni del
proprietario e di considerare il paziente come se fosse un nostro animaletto.<o:p></o:p></span></span></div>
<br />Alessandra Rinaldihttp://www.blogger.com/profile/01227101071476114651noreply@blogger.com0