Tra le commoventi pagine sulla sua amata Africa e
le taglienti storie di donne, è stato affascinante scoprire come nella vita di Doris Lessing, vincitrice del Premio
Nobel per la Letteratura nel 2007 scomparsa nel 2013, i gatti abbiano sempre
occupato un posto speciale. Tutto viene raccontato in “Gatti molto speciali”, edito da Feltrinelli.
Il primo gatto la Lessing lo accarezzò quando
viveva ancora in Persia, con la famiglia, all’età di soli tre anni e, a quanto
pare, fu amore a prima vista, nella convinzione che ogni gatto sia unico e
irripetibile. Nonostante i numerosi viaggi, dall’Africa, all’Inghilterra, Doris
Lessing non volle mai privarsi della compagnia di molti gatti, spesso ritenuti
più sensibili e comunicativi di tanti esseri umani e, fino alla fine, nel
tranquillo quartiere inglese dove viveva, non è stata considerata come la
scrittrice di fama mondiale, vincitrice del Nobel, ma semplicemente come la gattara
del circondario, tanto la sua casa era rifugio sicuro per tutti i felini dei
dintorni. In questo splendido libro, dedicato alla figlia, la Lessing racconta
la sua vita e quella delle persone che ha amato attraverso gli occhi dei gatti
che ha incontrato, tra aneddoti divertenti ed episodi malinconici, capaci di
commuovere per la limpidezza dello stile e la disarmante purezza con cui sono
narrati.
Dall’Africa, dove i gatti domestici andavano tenuti
separati da quelli selvatici, nonostante tutti subissero il richiamo della
natura, alla città di Londra, nella quale ha avuto a che fare con felini ormai abituati
a convivere con gli esseri umani e per questo più avvezzi alla città, ma a
volte non meno provati dalle difficoltà della vita randagia, il rapporto di
confidenza della scrittrice coi gatti che l’hanno circondata è sempre stato
molto intenso, a tratti felice, a tratti persino drammatico. I gatti della
Lessing assumono quasi connotazioni umane, alcuni dotati di personalità forti e
socievoli, altri vittime della paura e delle esperienze negative, alcuni
longevi e sani, altri condannati a lunghe trafile tra un veterinario e l’altro,
ma tutti di sicuro hanno avuto la fortuna di sedere accanto alla macchina da
scrivere di una delle autrici più intense del secolo appena passato e di
assistere alla creazione dei suoi capolavori.
Nulla meglio delle parole della stessa Lessing può
descrivere esaustivamente il suo attaccamento ai suoi compagni felini.
Augurandovi dunque, come sempre, buona lettura, riportiamo qui di seguito le
ultime commoventi righe del racconto che conclude l’edizione italiana di “Gatti
molto speciali”, dedicato a Rufus, un randagio che l’autrice ha curato e accolto
in casa per alcuni anni, accompagnandolo verso la fine della vita con la stessa
premura che avrebbe avuto verso un essere
umano.
“Quando
si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che
rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso di quello che
si deve agli esseri umani: un misto di dolore per la loro incapacità di
difendersi, e di senso di colpa a nome di tutti noi.”
Nessun commento:
Posta un commento