giovedì 11 giugno 2015

Antonio Turri e l’Associazione I Cittadini contro le mafie e la corruzione: storia di un viaggio verso la legalità


Mai come in questo periodo i titoli dei giornali ci ricordano quanto il problema della presenza delle mafie e della corruzione sia dilagante nel nostro Paese e non più circoscritto a certe aree geografiche o ambienti politici. A pagarne il prezzo più alto è proprio il Cittadino, l’uomo qualunque, il buon padre di famiglia schiacciato, oppresso, calpestato al punto da ritenere quasi impossibile che le cose possano cambiare e che il suo stesso contributo sia necessario affinché questo avvenga. A spiegarci come solo la cultura della legalità e della giustizia sociale possa sconfiggere la cultura della mafia e della corruzione è Antonio Turri, fondatore e Presidente dell’Associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”, che ringraziamo per il suo impegno e la sua preziosa testimonianza. Antonio Turri ci racconta un viaggio dove ogni passo è importante, perché compiuto proprio da chi detiene la sovranità nel nostro Paese: il popolo. E la meta, lo scopo, l’obiettivo è uno solo: migliorare la qualità della nostra vita a beneficio di tutta la collettività.



Dopo una lunga carriera nella Polizia di Stato, ha intrapreso un percorso come giornalista: cosa le rimane di questi trent’anni a servizio dello Stato e dei Cittadini?

La Polizia è stata, per me, una palestra di vita per comprendere che è solo e soltanto il servire i Cittadini il fine ultimo di ogni pubblica funzione, da quella politica a quella amministrativa. L’esercizio di qualsiasi potere deve avere come solo obiettivo il servizio a chi delega questi poteri: i Cittadini. Spesse volte questo non accade e la mancanza dei necessari controlli e l’ingerenza di determinate arroganze dei poteri fanno si che i fini e gli obiettivi di chi esercita ruoli pubblici siano altri. Non tutti legali o eticamente accettabili. Trent’anni di Polizia mi hanno portato a ritenere che non poche volte il potere politico e amministrativo è al servizio di sé stesso e di coloro i quali rivestono cariche istituzionali o che esercitano elevate funzioni politiche, economiche o mediatiche. Per molti un ex investigatore, che ricercava verità giudiziarie, che prova a fare informazione giornalistica, sembra cosa strana. Per me non è così. Sono, infatti, molti i giornalisti che fanno informazione attraverso lo strumento dell’inchiesta e quindi è possibile anche il contrario, in un Paese dove, in tema di libertà di stampa, qualche problema mi sembra esista. Come in tutte le attività umane, quello che conta sono le motivazioni e l’onestà intellettuale con cui si esercita la propria funzione o professione. Si può essere investigatore, giornalista o altro al servizio dei Cittadini o, al contrario, delle convenienze e dei potenti. È sempre una questione di scelte e motivazioni.

Dalla fondazione dell’Associazione I Cittadini contro le mafie e la corruzione, alla gestione del quotidiano online I Cittadini: da dove nasce l’esigenza di unire le forze per realizzare un progetto così importante? Quali sono gli scopi e gli obiettivi dell’Associazione?

La parola antimafia è oggettivamente abusata e fuorviante. Nel nostro Paese, dove gli appellativi e l’apparire sembrano assumere sempre più aspetti patologici, se non ridicoli, abbiamo statuito le figure del poliziotto antimafia, del magistrato antimafia, del prete antimafia, del giornalista antimafia o anticorruzione, come se, coloro i quali esercitano le medesime funzioni o professioni, possano restare neutrali o essere per la mafia. A mio avviso i Cittadini devono essere contro le mafie e la corruzione, perché sono le vere vittime delle violenze dei gruppi e delle culture mafiose. I risultati della lotta a mafie e corruzione sono sempre insufficienti proprio perché si crede che sia possibile delegare questo impegno a “santi” ed “eroi” viventi. Cosi non è, sia perché in genere gli eroi veri vengono eliminati dal sistema mafioso in cui vivono, sia perché i falsi eroi, spesse volte, sono al servizio, più o meno consapevolmente, del sistema mafia, sia perché, vista la consistenza numerica e la forza economica ed intimidatrice delle mafie, serve un numero elevato di Cittadini per contrastarle. Questo è il motivo per il quale nasce il portale www.icittadini.it e l’Associazione “ I Cittadini Contro le mafie e la corruzione”. C’è bisogno dei più e non solo dei “famosi” per sconfiggere definitivamente le culture ed i sistemi mafiosi. Massimo rispetto per chi ha dato la vita per queste battaglie, ma nel loro ricordo c’è bisogno di fare molto di più e di non delegare questa lotta che compete a ciascuno di noi. L’azione di contrasto culturale alle mafie dovrà essere sempre più assunta dai Cittadini. È la mafia che ha bisogno di capi e di adepti. Le associazioni e i movimenti che la combattono non possono ricalcare lo stesso modello organizzativo. La mafia è essenzialmente una struttura verticistica e antidemocratica. Chi si oppone alle mafie e ai sistemi corrotti necessita di far crescere la democrazia reale e praticata nei luoghi dove questi si radicano. Cosa Nostra e le altre organizzazioni mafiose hanno bisogno di leader e capi. Chi si oppone a questo sistema deve cercare la partecipazione attiva e fattiva del signor “Rossi” e dei tanti signori non invitati nei salotti tv d’Italia, che non devono più restare spettatori plaudenti ed incantati dalle “parole”. Fin quando cosi non sarà e la lotta alle mafie resterà coinvolgente solo innanzi a un monitor televisivo, ad ascoltare l’eroe vero o presunto del momento, continueremo a dare un gran vantaggio ai mafiosi.  

Mafia e corruzione: non solo temi sensibili per l’opinione pubblica, ma vere e proprie “scelte di vita”, che rischiano di minare l’intero tessuto sociale del nostro Paese, danneggiandoci tutti. Cosa si può fare concretamente, secondo lei, per opporsi a questa realtà e tentare di guarire tali piaghe?

La lotta ai sistemi mafiosi si fa rivendicando fortemente i diritti che non si acquistano al supermercato, ma si pretendono e si conquistano chiedendoli senza paure e riverenze. La lotta alla corruzione e alla delinquenza mafiosa, che non sempre ha bisogno della “pistola”, si fa rendendo oggettivamente, e non solo mediaticamente, non conveniente esercitare la professione di mafioso o di corrotto. Si fa non approvando leggi inefficaci e di difficile applicazione come quella recente della modifica dell’articolo 416 ter sul voto di scambio politico mafioso. Si fa approvando la Legge Lazzati, che non consente ai mafiosi di fare in alcun modo attività politica. Si fa confiscando e riutilizzando a pieno i beni e le ricchezze dei mafiosi e dei corrotti, destinandole a quei Cittadini che ne sono stati vittime come: i senza lavoro, i senza casa e a quegli imprenditori vittime del racket e dell’usura. Ad oggi questo argomento viene, a mio avviso, condizionato da gruppi che costituiscono lobbies che impediscono, nei fatti, che quanto sopra detto avvenga. C’è bisogno di avere meno commissioni antimafia di ispirazione politico-partitica, molte delle quali inconcludenti e costituite per assicurare “sedie” ed incarichi, tra l’altro costosissimi, e destinare quelle risorse alla Magistratura e alle Forze di Polizia. C’è la necessità urgente di riformare il sistema politico evitando che questo condizioni l’attività di organi, quali il Consiglio superiore della Magistratura, o nomini i vertici delle Forze di Polizia. C’è bisogno di molta più attività preventiva di controllo sugli organi politici e sugli atti della pubblica amministrazione.

Proviamo a fare un bilancio di questi primi dieci anni di attività dell’Associazione: quali sono gli obiettivi raggiunti con successo? E quali gli ostacoli in cui vi imbattete ogni giorno in questo percorso di giustizia e solidarietà?

Il bilancio mi sembra positivo. Grazie anche alla nostra azione si è messa in evidenza la carenza dell’azione dello Stato a sostegno delle vittime dei mafiosi e dei corrotti, lo stato di abbandono di chi ha il coraggio di denunciare o di chi chiede verità e giustizia non ottenendola, perché è solo il signor “Rossi”, il signor qualunque. Portiamo avanti la battaglia, da anni, con qualche primo successo, sulla necessità di molti di non vedere archiviata giudiziariamente la Verità e la Giustizia nei tribunali della Repubblica. Queste ed altre battaglie cominciano ad avere una grande risonanza attraverso l’azione dei numerosi Circoli dell’associazione che si costituiscono dal Trentino alla Sicilia e che iniziano ad operare in Francia, in Svizzera, in Irlanda e in Germania. Ci costituiamo parte civile nei processi per mafia e corruzione, lì dove non sono accesi i riflettori dell’informazione, avendo cura di sostenere le vittime.

Ci racconti un episodio, un aneddoto, una storia che, in qualità di Presidente dell'Associazione, è rimasta particolarmente impressa nella sua memoria. Quali saranno, invece, i progetti che vi impegneranno nel prossimo futuro?

Sono tanti i ricordi che mi hanno lasciato l’amaro in bocca, su tutti quello del contrasto che riceviamo costantemente dalla c.d. antimafia di Stato o di partito, che preferisce dialogare con coloro i quali sono a loro più affini politicamente o che distinguono i buoni ed i cattivi a prescindere dai fatti. Essere contro le mafie è un diritto-dovere di tutti i Cittadini e non deve essere richiesta abilitazione alcuna o ad alcuni per impegnarsi. Così non è, al momento. Esiste un’antimafia, definiamola, gradita e sponsorizzata. I risultati ritengo siano sotto gli occhi di tutti. Non si deve andare con il cappello in mano innanzi ai corrotti ed ai mafiosi, ma nemmeno chinati ed ossequiosi innanzi ai “capi” dell’antimafia sponsorizzata da gruppi economici e politici o ai rappresentanti dei c.d. poteri legali. Il positivo c’è e lo “gustiamo” tutti i giorni. Più ci attaccano e ci denigrano, con un fare che spesse volte è sovrapponibile a quello mafioso (spesse volte si ripercorrono le strade di chi si dice, a parole, di voler combattere), più cresciamo e ci organizziamo. Per quanto riguarda i progetti per il futuro siamo consapevoli che non sarà una strada facile da percorrere, poiché piena di ostacoli, ma siamo convinti che è l’unica percorribile. L’unica via possibile per chi sta, non solo a parole, con gli ultimi e che, a prescindere, non vuol stare accanto ai primi. Visto che consideriamo costoro i responsabili delle sofferenze e delle ingiustizie che procurano le mafie e la corruzione a noi Cittadini. Questo non è poca cosa nel Paese dove le responsabilità sono assegnate spesso al destino e le vittime sono classificate e trattate secondo censo e posizione sociale. Il nostro leader è e resta quel signor “Rossi” che non cerca notorietà mediatiche o applausi, ma fatti concreti. I Cittadini contro le mafie e la corruzione continueranno e si organizzeranno sempre più per chiedere e pretendere il diritto a vivere liberi e senza condizionamenti e paure, come prassi normale per tutti. 

www.icittadini.it

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