giovedì 18 giugno 2015

Salvatore Carbone e la Cooperativa Sociale “La Nuova Arca”: quando la solidarietà è uno stile di vita


Proviamo a pensare al vero significato dell’espressione impegnarsi nel sociale. Tra le varie frasi fatte che ingombrano il nostro vocabolario, questa è, senza dubbio, una delle più stravaganti. Se l’uomo è un animale sociale, cosa dovrebbe significare realmente impegnarsi nel sociale? E perché dare velatamente l’idea che il sociale debba richiedere un particolare impegno straordinario rispetto alle nostre attività quotidiane? Forse dovremmo iniziare proprio sfatando questo falso mito: l’unico impegno che ci richiede il sociale è essere completamente noi stessi. Ogni cammino di solidarietà parte del nostro io più intimo e si protende agli altri, tracciando storie e percorsi che ci completano e ci fanno sentire parte di un progetto che è, nello stesso tempo, a nostra misura, ma anche più grande di noi. Ecco il significato più vivo e profondo dell’impegnarsi nel sociale: nient’altro che vivere più consapevolmente la nostra realtà, fatta di rapporti e relazioni con persone come noi. A questi e a molti altri ideali si ispira il cammino della Cooperativa sociale La Nuova Arca di Roma, fondata nella primavera del 2007 da Salvatore Carbone, attuale Presidente, e da un gruppo affiatato di Soci, assieme alle loro famiglie. Il desiderio di condividere percorsi di solidarietà è diventato, man mano, una realtà, concretizzandosi in progetti ambiziosi, tra i quali spiccano la realizzazione di una Casa Famiglia che accoglie madri e figli in difficoltà e l’organizzazione di un progetto di agricoltura e artigianato sociale che, oltre a dar vita a un’economia più sostenibile, dà lavoro a molte persone. Per comprendere meglio come tutto ciò può realmente diventare uno stile di vita, non ci resta che leggere l’esperienza diretta del Presidente de La Nuova Arca, Salvatore Carbone, che ha voluto condividere con noi la sua storia.

Cosa significa, al giorno d’oggi, gestire una Cooperativa sociale? Quali sono gli obiettivi de La Nuova Arca e gli ostacoli contro cui vi scontrate ogni giorno in questo percorso di solidarietà?

Una Cooperativa sociale è una realtà che mette insieme un capitale di risorse e, quindi, di persone, fortemente caratterizzato dalla missione di tipo sociale che esse si prefiggono. Questo è un elemento essenziale all’interno della Cooperativa: si tratta, infatti, di risorse che lavorano per risorse, persone che lavorano per persone, che si impegnano per un fine comune di carattere sociale. Per quanto riguarda il lavoro all’interno della Cooperativa, oltre ai Soci che percepiscono un compenso, possono esservi anche delle risorse che si impegnano senza essere retribuite. La Cooperativa sociale è, dunque, caratterizzata da un capitale di risorse e di persone, che si prodigano per fornire servizi ad altre persone in maniera retribuita o volontaria.
L’obiettivo comune che la Cooperativa si prefigge deve essere chiaro e tenacemente perseguito da chi la gestisce, poiché le risorse che la compongono, pur essendo tutte contraddistinte dalla volontà di rendersi socialmente utili, potrebbero farlo in modi assai differenti e l’abilità di chi si trova a guidare questo prezioso capitale di persone sta proprio nel saper esaltare le potenzialità di ognuno, rispettandone l’unicità e facendo in modo che tutti si sentano parte importante nel raggiungimento degli scopi che la Cooperativa si propone. È fondamentale che tutte le persone condividano l’obiettivo comune e lo sentano proprio da ogni punto di vista.
La forte motivazione che ci ha spinto a intraprendere questo percorso con la fondazione de La Nuova Arca è la convinzione che il vero cuore della nostra identità di persone sia nelle relazioni che instauriamo. Questa motivazione così forte corre però un grande rischio, che si potrebbe individuare nell’iper-coinvolgimento che il singolo potrebbe avere in questo contesto, convincendosi di poter far fronte a ogni difficoltà da solo, in totale buona fede. In sostanza si rischia di trovarsi in situazioni più grandi di noi senza la giusta organizzazione per farvi fronte. Il modo più efficace per gestire questo tipo di pericolo sta proprio nella massima condivisione di tutto ciò che accade in Cooperativa. I momenti di incontro, come riunioni e dibattiti, sono fondamentali a questo proposito: tutto va affrontato insieme e dobbiamo essere, molto umilmente, i limiti e, nello stesso tempo, le ali, gli uni degli altri. Da qui capiamo come il coinvolgimento personale e la forte motivazione di ognuno sono fondamentali per tutti solo se gestiti con equilibrio e spirito di squadra.
Bisogna sempre essere attenti a pianificare oculatamente i progetti che coinvolgeranno la Cooperativa sul lungo periodo, valutandone la sostenibilità da ogni punto di vista, anche economico. Perché tutto proceda, è necessario mantenere la consapevolezza dei propri limiti anche come organizzazione, oltre che come individui, poiché solo avendo ben chiari gli ostacoli sarà possibile superarli insieme e, molto spesso, gli ostatoli più grandi sono proprio quelli interni a noi stessi.
Da questa analisi capiamo come, anche nell’ambito di una Cooperativa sociale, sia importante riuscire a coniugare l’aspetto vocazionale con quello più concretamente professionale, affinché i progetti abbiano il successo sperato. Il vero e più importante rischio è quindi interno al sistema della Cooperativa stessa e sta nel saper mantenere l’equilibrio tra il fattore vocazionale e quello professionale, poiché l’uno non può prescindere dall’altro.
L’ambizione più grande è proprio tentare di impostare una nuova economia che tenga conto di questi fattori, più che di tutti gli altri: l’economia della gratuità. Tutti si domanderanno: potrà mai esistere questo tipo di economia? Sì, può esistere ed è una sfida che possiamo e dobbiamo raccogliere tutti.

Quali sono le vostre principali attività attuali e quali i progetti per il futuro? Come si fa ad aiutarvi concretamente?

Nel caso de La Nuova Arca alcune famiglie hanno deciso di unirsi per rispondere a dei bisogni peculiari del nostro tempo che vedono nella fragilità di fare percorsi comuni una grande povertà del periodo difficile e frenetico che stiamo vivendo. L’obiettivo è, quindi, aumentare e ottimizzare le nostre capacità relazionali, in particolare stando accanto alle figure, spesso ignorate, delle mamme e dei bambini in difficoltà attraverso la gestione di una Casa Famiglia che li ospiti. Lo scopo è sviluppare una rete tra noi Soci e questo è il primo passo perché questa catena di solidarietà possa essere di supporto e integrazione sociale, lavorativa e abitativa per le mamme e i loro bambini. Si tratta di un percorso che vede noi Soci accanto a chi si trova in difficoltà, ma che, di fatto, arricchisce tutti sotto molti aspetti.
Oltre a questa dimensione di accoglienza, abbiamo sentito l’esigenza di impegnarci anche a creare percorsi lavorativi sostenibili che valorizzino la dignità della persona come individuo all’interno di una società complessa. Abbiamo cercato, quindi, di creare anche una realtà lavorativa agendo su più fronti: innanzitutto aiutando concretamente le persone a inserirsi in contesti lavorativi esterni a noi e, inoltre, sostenendo alcuni gruppi per fare delle esperienze di lavoro cosiddette di prossimità, cioè esperienze lavorative a noi vicine e affini, nelle quali le persone possono essere particolarmente supportate. La nostra più significativa esperienza in questo ambito è proprio nell’agricoltura sociale. L’obiettivo nel settore lavorativo è, quindi, prima di tutto creare lavoro attorno alla terra, ma anche plasmare una nuova identità per noi consumatori, che ci veda più responsabili nei confronti dell’ambiente che ci circonda e più consapevoli del nostro contributo, affinché anche l’agricoltura diventi sempre più sostenibile.
Per iniziare ad aiutarci concretamente il primo passo è condividere con noi del tempo. Il tempo che gli altri ci dedicano disegna il nostro futuro. Bisogna solo volere e poter mettere a disposizione le proprie competenze che possono essere tra le più svariate: dalla capacità di spargere la voce sul web, a quella di saper stare accanto ai bambini e alle mamme, passando per l’abilità nel formare e motivare le persone che collaborano con noi.
Un altro modo di aiutarci è dare la propria disponibilità a seguire percorsi solidali in senso nuovo e più ampio nel proprio piccolo quotidiano. Basta poco per rendersi conto che, per fare questa scelta, non occorre essere superuomini, bisogna solo aver fiducia nelle proprie possibilità e voglia di condividere obiettivi comuni.
Oltre a ciò, naturalmente, c’è il fattore economico, un sostegno che è sempre utile alla Cooperativa per continuare a portare avanti progetti specifici di varia natura: dal sostegno alle mamme e ai bambini, alla nuova agricoltura che mira a creare un’economia diversa e a nuovi progetti futuri. Per poter creare relazioni più profonde tra le persone c’è bisogno di tempo, risorse e energia, quindi anche l’aspetto economico è importante.

Facciamo un bilancio di questi anni di attività: quanto è difficile sensibilizzare le coscienze degli individui di fronte a temi tanto importanti? E quanto le persone comuni riescono a sostenervi in questa sfida?

C’è un profondo bisogno di condivisione nelle persone e l’interesse che queste mostrano nei confronti della Cooperativa è grande. Molti esprimono il desiderio di affrontare tematiche che non possono essere rimandate o delegate, dando così un senso alle proprie giornate.
C’è una grande sensibilità anche nell’aspetto più pratico della faccenda, quindi nella capacità e nella volontà di riuscire concretamente a realizzare quelli che sono i nostri ideali, attraverso una progettualità comune.
Le difficoltà comunque restano. In primo luogo, trattandosi di una Cooperativa, è fondamentale che, nella realizzazione concreta di ogni progetto, ognuno riesca a trovare il proprio spazio, compatibilmente col tempo che dovrà dedicare ad altri aspetti della propria vita. È questa ricerca di una dimensione comune, nel rispetto della nostra individualità, che ci caratterizza sempre e questo è il nostro vero motore e nello stesso tempo è la difficoltà più grande su cui lavoriamo quotidianamente, alla ricerca dell’equilibrio. La perseveranza ci porta a superare ogni preoccupazione per il futuro.

Dalla Casa Famiglia La Tenda di Abramo, all’agricoltura e artigianato solidale: come si può colmare, nel quotidiano, il divario tra l’utopia della perfezione e la difficoltà di uno stile di vita più sano e più giusto? Che consiglio ti senti di dare a chi, in un periodo di crisi come questo, vorrebbe fare di più, ma, a volte, non ci riesce?

Prima di tutto bisogna trovare la propria dimensione, nel senso che bisogna fermarsi a cercare di comprendere cosa vogliamo fare e, in un secondo momento, cercare di pianificare cosa possiamo fare realmente. Il tutto, naturalmente, pensando sia a noi stessi, sia a chi ci circonda. Solo così si possono fare piccole e grandi cose. Partendo da questo presupposto è importante conoscere tutte le realtà che suscitano il nostro interesse all’interno di una dimensione comunitaria e, di conseguenza, pensare a che tipo di ruolo attivo potremmo svolgere al suo interno. In questo modo nulla è impossibile, perché nulla ci sovrasta e i nostri obiettivi sono alla nostra portata, col supporto degli altri. Analizzando sé stessi è importante comprendere anche le nostre aspettative rispetto alla realtà della Cooperativa, perché è insito nel concetto di condivisione sia il dare, sia il ricevere. Nel fare insieme ognuno deve avere il proprio spazio e questo è il vero e unico modo di essere comunità che può spezzare l’individualismo del nostro tempo.

Raccontaci un aneddoto, un episodio, una storia che in questo cammino di ricerca della giustizia sociale ti ha toccato particolarmente ed è rimasta nel tuo cuore.


Ci sono tante storie che potrei raccontare, ma ciò che veramente porto con me in ogni passo di questo percorso è l’incontro e l’abbraccio quotidiano con i bambini che ospitiamo. L’emozione è davvero indescrivibile! Una volta, ad esempio, una delle mamme che è stata con noi per un periodo, assieme ai suoi bimbi, mi ha domandato come mi sentissi all’interno di una Cooperativa sociale dopo aver lavorato per molti anni in una Multinazionale. La cosa mi ha fatto riflettere. In effetti sembrano mondi incompatibili e io mi sono reso conto che mi sento molto bene all’interno della Cooperativa. Mi sento me stesso. Sento di avere un ruolo e sento di imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, oltre a dare il mio contributo. Ma nello stesso tempo ho una difficoltà: essere testimone di grandi dolori e ingiustizie non è facile e ancor più difficile è rassegnarsi al fatto che, per quanto possiamo cercare di renderci utili, non possiamo aggiustare tutto. Qui interviene la forza di essere parte di un gruppo col quale condivido ideali, obiettivi, sogni. Sogni che, se progettati insieme, possono diventare realtà.

www.lanuovaarca.org

www.lanuovaarca.wordpress.com

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