mercoledì 11 luglio 2018

Wilkie Collins, il padre del poliziesco moderno



Oltremanica lo considerano uno degli autori più importanti dell’età vittoriana, nel Bel Paese lo si studia a malapena a scuola e solo recentemente è stato ritradotto e ripubblicato, in particolare da Fazi: si tratta di Wilkie Collins, classe 1824, Londinese DOC e uno degli scrittori più prolifici dell’Ottocento, tanto che è considerato uno dei padri del poliziesco moderno, assieme a Edgar Allan Poe e a Sir Arthur Conan Doyle. Il giovane Collins è un ragazzo brillante che si distacca decisamente dalle orme del padre, un noto paesaggista dell’epoca, laureandosi in legge e diventando avvocato, professione che non eserciterà mai, ma la cui conoscenza sarà fondamentale nella sua carriera letteraria.
Wilkie Collins scrive venticinque romanzi, più di cinquanta racconti e circa quindici opere teatrali. La grandezza di questo autore sta nell’aver contribuito a fondare alcuni generi letterari di intrattenimento molto amati anche oggi, dal sensation al crime novel, dall’horror con contaminazioni gotiche e romantiche, fino al poliziesco classico a tratti arricchito anche da elementi paranormali. La capacità di Collins di caratterizzare sottilmente i personaggi, attraverso un ritratto psicologico realistico e credibile, unita alla creazione di intrecci originali e ingegnosi, tra sentimento e mistero, non ha uguali nell’Ottocento, fatta eccezione, naturalmente, per il suo grande amico Charles Dickens, che appoggiò fortemente il giovane Wilkie, pubblicando molte delle sue opere a puntate nelle riviste da lui gestite e dando vita a un sodalizio letterario di grande fascino.
I titoli di maggior successo, soprattutto di pubblico, ma meno di critica, sono La donna in bianco, Senza nome e La pietra di luna, romanzi avvincenti, dalle strutture solide e che utilizzano tecniche narrative estremamente moderne, come il continuo alternarsi dei punti di vista dei vari personaggi e la puntualità delle descrizioni, mai fini a se stesse, caratteristiche che rendono queste opere quanto mai attuali. L’unica circostanza che ha contribuito a frenare la grande produzione di Collins è stata la sua salute precaria, la sua dipendenza da oppio e da laudano e la sua vita sentimentale travagliata e intensa, che lo ha portato a mantenere praticamente due famiglie, generando grande curiosità per la sua figura.
Dopo la sua morte, il successo di Wilkie Collins diminuisce, lasciando spazio a Dickens e agli altri autori dell’epoca. Solo ultimamente, anche in Italia, grazie a una rivalutazione della critica, Collins sta vivendo una nuova epoca d’oro ed è preso ad esempio da molti giovani autori, desiderosi di seguire le sue orme, soprattutto nel poliziesco. E noi siamo certi che ogni aspirante autore di gialli, e non solo, debba saggiamente prendere confidenza con le opere di Collins e studiarne attentamente la struttura, sperando di carpirne i segreti. Perché, una volta iniziato, è impossibile smettere di leggere Wilkie Collins.


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