venerdì 27 luglio 2018

“Nightcrawler. Lo sciacallo” Quali sono i confini dell’informazione?



Lo smilzo e caparbio Lou è in cerca di una professione che gli dia il massimo successo, col minimo sforzo: se lo ripete tutte le mattine, mentre si guarda allo specchio del bagno del suo appartamento. Una notte, mentre sta commettendo uno dei suoi piccoli furti, assiste a un incidente stradale e osserva il lavoro di un operatore che riprende tutto con la sua telecamera e fornisce le immagini al notiziario del mattino. Colpito dalle potenzialità di quell’insolito mestiere, Lou acquista una telecamera e una radio sintonizzata sulle frequenze della polizia e inizia a intercettarne le comunicazioni e a recarsi sui luoghi delle rapine e dei delitti per riprendere le scene del crimine e vendere i servizi a caro prezzo ai vari Network televisivi, facendo spietata concorrenza agli altri operatori. Le sue immagini crude e sempre in prima linea sono le più richieste, tanto che Lou può perfino permettersi di assumere un dipendente non troppo portato per il mestiere e stringe una burrascosa relazione con Nina, la responsabile del notiziario di un’importante emittente televisiva.


Ma fino a che punto sarà disposto a spingersi Lou pur di fare affari sul dolore e sulla brutalità altrui? Qual è il confine tra informazione e manipolazione? È proprio quando sembra che tutto stia per precipitare che lo sciacallo inizia ad annusare la preda ferita e aspetta il momento di agire correndo meno rischi possibile…
A vestire i panni di Lou nel film “Nightcrawler. Lo sciacallo” è Jake Gyllenhaal, uno degli attori più amati del momento, dimagrito oltre dieci chili per l’occasione e acclamato da pubblico e critica per la grinta con cui ha affrontato questo ruolo complesso. Il volto inquietante, il tono di voce mellifluo e il comportamento senza scrupoli fanno di Lou uno dei personaggi più riusciti e emblematici degli ultimi anni, immagine di un’informazione deviata e soggiogata da interessi che hanno poco a che vedere col senso civico e la deontologia professionale.


Il senso di straniamento e di disgusto verso le azioni del protagonista, antagonista di se stesso, sono tali, che lo spettatore cova un profondo desiderio di rivalsa fino alle ultime scene, sentendosi esso stesso vittima di un sistema corrotto dal quale non c’è via di fuga. Il ritmo incalzante e i dialoghi taglienti di questa pellicola di grande qualità, prima prova di scrittura per Dan Gilroy, hanno portato al regista statunitense una meritata Nomination all’Oscar per la Migliore Sceneggiatura Originale. Una storia imperdibile per chiunque si domandi qual è il limite tra vero e verosimile


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