Michela Bellani, una talentuosa Chef che gestisce
un piccolo ristorante nel cuore di Firenze, assieme all’amica Chiara, si è
appena trasferita nel suo nuovo appartamento. Una notte qualcuno si introduce furtivamente
in casa sua, ma il tempestivo intervento di Gabriele Vittori, affascinante
Ispettore di Polizia e dirimpettaio di Michela, riesce a mettere in fuga
l’intruso. La ragazza sporge denuncia, ma quello strano episodio sembra essere
solo il primo di una serie di sfortunati eventi che mettono in pericolo
l’incolumità stessa di Michela. Possibile che si tratti solo di coincidenze?
Nel frattempo lo scontroso e irritante Ispettore ha fatto breccia nel cuore
della giovane Chef: riusciranno i due a far luce sul misterioso disegno che
condiziona le loro vite, proteggendo il sentimento che li unisce? Bisogna
dirlo: non sono molte le autrici italiane che si cimentano efficacemente nel
cosiddetto romantic suspense, un genere molto in voga oltreoceano, che
unisce l’amore e il mistero.
“L’assassino
della porta accanto”, edito da
Newton Compton, consacra l’autrice, Manuela
Dicati, come una nuova e promettente firma del genere.
L’intreccio è piuttosto bilanciato e lo stile, semplice
e diretto, fa di questo romanzo una lettura davvero piacevole, soprattutto per
coloro che amano il giallo, ma non vogliono rinunciare a un pizzico di sentimento
qua e là. La psicologia dei personaggi inizialmente può sembrare ordinaria e mediocre,
ma viene sottilmente approfondita nel corso della narrazione, man mano che il
mistero mette alla prova i protagonisti, sconvolgendo le loro vite. Le pagine d’azione
sono convincenti tanto quanto quelle d’amore e il ritmo è piuttosto incalzante. I colpi di scena e l’ambientazione totalmente italiana, in una grande città d’arte come Firenze,
sono i punti di forza di un libro che ci auguriamo sia solo il primo di una
lunga serie per un’autrice che, dall’autopubblicazione, è meritatamente
approdata alla grande editoria.
Nessun commento:
Posta un commento