Oggi è un’autrice affermata della scuderia
Newton Compton, ma, come si dice, una fuoriclasse si riconosce già del suo
esordio, proprio come è accaduto con Cinzia
Giorgio e il suo romanzo “L’Enigma
Botticelli”, Melino Nerella Edizioni.
Venezia, Sofia Anastopoulos è una giovane
storica dell’arte di origini greche. Perfezionista, razionale, curiosa. Viene
chiamata a dare un parere sull’autenticità di un quadro di Bruegel il Vecchio
che non la convince affatto e sulla cui cornice c’è scritto est modus in rebus.
New York, Adrian Seward è il noto curatore
del Metropolitan Museum. Affascinante, scaltro, intuitivo. L’insolita vendita
di un lavoro di bottega del Botticelli durante un’asta da Sotheby’s, a Londra,
lo mette in allarme.
Non potrebbero essere più diversi, eppure
si ritroveranno fianco a fianco a indagare su un presunto traffico di opere
d’arte inedite, in una Roma ricca di mistero, tra facoltose fondazioni gestite
da personalità ambigue, una sorella un po’ troppo intraprendente e un intricato
intreccio di personaggi che sembrano secondari, ma non lo sono affatto.
E cosa lega tutto ciò all’assassinio di
Erminia Schiavone, proprietaria di un pensionato per studenti in via di Ripetta
e custode di un misterioso tesoro?
Sullo sfondo la Firenze del Quattrocento,
nella quale Sandro Botticelli dipinge uno stendardo per la Giostra di Giuliano
de’ Medici, che raffigura la dea Pallade Atena. Costei ha il meraviglioso volto
di Simonetta Cattaneo Vespucci, la bella senza paragoni, splendida musa del
pittore fiorentino.
Ed ecco che comincia il viaggio. Perché il
vero protagonista di questo thriller, finalista al prestigioso premio
Tedeschi-Mondadori, è proprio questo stendardo misteriosamente scomparso.
Nella magistrale struttura a matriosca
spazio-temporale, come l’ha definita lo scrittore Giulio Leoni, il dipinto fa
capolino quasi di sottecchi, per poi prendersi totalmente la scena, pagina dopo
pagina, in questo mosaico di personaggi così ben architettato, che nulla è
lasciato al caso fin dall’inizio.
Ogni porta che il lettore apre nel suo
affascinante percorso ricco di tensione, ogni dettaglio, ogni indizio o falso
indizio torna magicamente al proprio posto in un finale sorprendente e convincente
al tempo stesso, che ci lascia paghi, senza dubbio, e sulla corda, fino
all’ultima riga.
Scorrevole, chiaro, ricco di spiegazioni
tecniche rese interessanti dai colori vivaci e decisi con i quali l’autrice
dipinge, è proprio il caso di dirlo, ogni suo personaggio, questo romanzo non
ci delude nemmeno nelle cosiddette parti storiche, che attraversano, con
maestria ed eleganza, circa cinque secoli di storia, ripercorrendo le tracce
dello stendardo perduto in una ricostruzione fine e accurata.
La magia di questo thriller di Cinzia
Giorgio, di ambientazione squisitamente italiana, risiede nella semplicità
dello stile e nella raffinatezza della costruzione, che ci ricordano, con
sagacia e un pizzico di ironia, che c’è sempre qualcosa sotto… Godetevi il
rebus e buona lettura!
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