martedì 29 maggio 2018

“L’Enigma Botticelli” di Cinzia Giorgio. Gli esordi di una grande autrice



Oggi è un’autrice affermata della scuderia Newton Compton, ma, come si dice, una fuoriclasse si riconosce già del suo esordio, proprio come è accaduto con Cinzia Giorgio e il suo romanzo “L’Enigma Botticelli”, Melino Nerella Edizioni.
Venezia, Sofia Anastopoulos è una giovane storica dell’arte di origini greche. Perfezionista, razionale, curiosa. Viene chiamata a dare un parere sull’autenticità di un quadro di Bruegel il Vecchio che non la convince affatto e sulla cui cornice c’è scritto est modus in rebus.
New York, Adrian Seward è il noto curatore del Metropolitan Museum. Affascinante, scaltro, intuitivo. L’insolita vendita di un lavoro di bottega del Botticelli durante un’asta da Sotheby’s, a Londra, lo mette in allarme.
Non potrebbero essere più diversi, eppure si ritroveranno fianco a fianco a indagare su un presunto traffico di opere d’arte inedite, in una Roma ricca di mistero, tra facoltose fondazioni gestite da personalità ambigue, una sorella un po’ troppo intraprendente e un intricato intreccio di personaggi che sembrano secondari, ma non lo sono affatto.
E cosa lega tutto ciò all’assassinio di Erminia Schiavone, proprietaria di un pensionato per studenti in via di Ripetta e custode di un misterioso tesoro?
Sullo sfondo la Firenze del Quattrocento, nella quale Sandro Botticelli dipinge uno stendardo per la Giostra di Giuliano de’ Medici, che raffigura la dea Pallade Atena. Costei ha il meraviglioso volto di Simonetta Cattaneo Vespucci, la bella senza paragoni, splendida musa del pittore fiorentino.
Ed ecco che comincia il viaggio. Perché il vero protagonista di questo thriller, finalista al prestigioso premio Tedeschi-Mondadori, è proprio questo stendardo misteriosamente scomparso.
Nella magistrale struttura a matriosca spazio-temporale, come l’ha definita lo scrittore Giulio Leoni, il dipinto fa capolino quasi di sottecchi, per poi prendersi totalmente la scena, pagina dopo pagina, in questo mosaico di personaggi così ben architettato, che nulla è lasciato al caso fin dall’inizio.
Ogni porta che il lettore apre nel suo affascinante percorso ricco di tensione, ogni dettaglio, ogni indizio o falso indizio torna magicamente al proprio posto in un finale sorprendente e convincente al tempo stesso, che ci lascia paghi, senza dubbio, e sulla corda, fino all’ultima riga.
Scorrevole, chiaro, ricco di spiegazioni tecniche rese interessanti dai colori vivaci e decisi con i quali l’autrice dipinge, è proprio il caso di dirlo, ogni suo personaggio, questo romanzo non ci delude nemmeno nelle cosiddette parti storiche, che attraversano, con maestria ed eleganza, circa cinque secoli di storia, ripercorrendo le tracce dello stendardo perduto in una ricostruzione fine e accurata.
La magia di questo thriller di Cinzia Giorgio, di ambientazione squisitamente italiana, risiede nella semplicità dello stile e nella raffinatezza della costruzione, che ci ricordano, con sagacia e un pizzico di ironia, che c’è sempre qualcosa sotto… Godetevi il rebus e buona lettura!


Nessun commento:

Posta un commento