Lo
avete odiato sui banchi di scuola e ve ne siete sbarazzati non appena avete
potuto? Oppure lo conservate ancora e lo utilizzate come fermaporta? È il
romanzo italiano per eccellenza, croce e delizia di tutti gli studenti del Bel
Paese e paradigma inarrivabile per gli aspiranti scrittori di ogni genere.
Stiamo parlando de I Promessi Sposi,
il temuto capolavoro di Alessandro Manzoni e siamo pronti a darvi tre buone ragioni per smettere di
sbadigliare al solo pensiero di quel ramo
sul lago di Como…
1. Meglio di un libro di storia. Il
Seicento in Italia è stato un secolo tosto, decisamente difficile da studiare. Rileggerlo
affrescato dalle indimenticabili descrizioni del Manzoni è tutta un’altra storia. Dalle case dei poveri, ai palazzi dei
potenti, passando per il paesaggio lacustre, fino alla Milano devastata dalla
Peste, nulla è lasciato al caso, proprio nulla. Ma date fiducia alle minuzie,
non lasciatevi scappare nessun dettaglio e scoprirete che la potenza
descrittiva dell’autore è in grado di rendere vivo anche ciò che può sembrare
irrimediabilmente lontano.
2.
Archetipo
dell’Amore. Proviamo a semplificare la faccenda: il
tomo dei tomi in questione altro non è che una storia d’amore. E potrebbe mai
essere noioso l’amore? Senza contare che non ci sono solo Renzo e Lucia a
passarne di tutti i colori pur di convolare a nozze. I Promessi Sposi sviscera l’amore a tutto tondo, da quello più puro
e innocente dei nostri beniamini, a quello violento e irrazionale di Don
Rodrigo per Lucia, passando per la passione travolgente della Monaca di Monza
per Egidio. Ogni personaggio è mosso dall’amore più di quanto sembri.
3. Anche i cattivi hanno un’Anima. La
Provvidenza e la Redenzione svolgono un ruolo centrale in tutto il romanzo, nel quale
anche il cattivo più perfido, come l’Innominato, si piega di fronte ai propri
sensi di colpa e, dopo una vita di malefatte, decide di pentirsi e convertirsi,
inginocchiandosi ai piedi del Cardinale Borromeo. Sappiamo quanto la fede abbia
influenzato l’intera produzione del Manzoni, ma anche volendo dare una chiave
di lettura più laica, ne I Promessi Sposi
si comprende benissimo come anche i personaggi più negativi abbiano diritto a
una seconda possibilità e quindi a una vera e propria riabilitazione nel tessuto
sociale.
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