Eleonora Mandese,
classe 1995, è una giovanissima scrittrice di talento che, nonostante sia solo
all’inizio di quello che le auguriamo essere un lungo percorso di vita, sa già
il fatto suo. È romantica e ottimista, ma anche determinata e coi piedi per
terra. Leggendo il suo romanzo, “Bastardi!”,
edito da Lettere Animate, ci siamo
accorti che l’ironia non le manca e che ha una capacità di tratteggiare
personaggi e situazioni davvero non comune, evitando banalità e pregiudizi. “Bastardi!”
è la storia di quattro ragazze molto diverse tra loro che hanno solo una cosa
in comune: un bastardo, che ha tolto
loro l’entusiasmo di amare. Tra tradimenti, inganni e sotterfugi, le risate
sono assicurate, ma non mancano gli spunti di riflessione. Lo stile
dell’autrice è fresco e frizzante, anche se, a tratti, ancora acerbo, e la
trama è credibile e ben intrecciata, un colpo di scena dopo l’altro. Queste
sono le qualità che fanno di Eleonora Mandese una giovane autrice da tenere
d’occhio e di “Bastardi!” un libro da leggere
a cuor leggero, senza dimenticare che tutto è tratto da una storia vera: probabilmente la tua!
Tratto
da una storia vera, probabilmente la tua! Ecco
lo slogan che ci ha fatto innamorare di
“Bastardi!”, edito da Lettere Animate, un romanzo ironico, brillante e
divertente proprio come le vicende che narra. Raccontaci la genesi di questo libro: cosa ti ha
ispirato durante la stesura?
Ho
scritto “Bastardi!” nel mese di agosto e l'estate è stata la mia prima fonte di
ispirazione. Il romanzo è ambientato a Castellaneta Marina, località di mare
nella quale ho sempre trascorso le vacanze estive e a cui tengo molto e devo
tanto a livello di affetti ed esperienze personali. Una sera, sotto le
insistenze di un mio amico, mi recai in discoteca dove ebbi modo di conoscere
tre ragazze, ognuna con una storia diversa da raccontare, ognuna con un dolore
amoroso da dimenticare. In un luogo in cui ci si aspetterebbe di divertirsi la
loro infelicità galleggiava nell'aria, suggerendomi l'idea di avventurarmi in
una nuova storia, un racconto che aiutasse loro ad andare avanti e a non avere
paura dell'amore, infondendo a tutte il coraggio necessario per innamorarsi
ancora.
Da dove nasce la tua
esigenza di scrivere? Che autrice sei: segui l’ispirazione in ogni momento
della giornata o hai un metodo preciso al quale non rinunci mai?
Mi
affido molto all'istinto. Credo che l'ispirazione possa nascondersi ovunque e
che l'abilità dello scrittore risieda proprio nel notare determinati particolari
e trasformarli, arricchendoli con la propria esperienza personale. Quando ho in
mente un progetto sono tutt'uno con la pagina bianca di Word, mi distacco dal
mondo e vivo la storia che intendo descrivere facendo di tutto per stenderla
come io, da lettrice, vorrei leggerla. Sono molto esigente e spesso mi ritrovo
a fare le ore piccole scrivendo anche dieci volte la stessa pagina.
Chi sono Elisa,
Antonella, Silvia e Marirosa, le protagoniste del tuo romanzo? Come le
definiresti e, in generale, come delinei i personaggi delle tue storie?
Il
romanzo è tratto da una storia vera, ragion per cui nelle protagoniste si
rispecchiano personalità reali con le quali ho avuto modo di confrontarmi.
Elisa è il mio alter ego, una ragazza riflessiva abituata a dare buoni consigli
pur non riuscendo a fare altrettanto con sé stessa. Antonella, al contrario, è
impulsiva, abituata ad ottenere ciò che vuole nella vita pur sentendosi
intimamente fragile. Silvia è la classica ragazza casa e chiesa, un involucro di incertezze e paure, alla ricerca
continua di un carattere che le dia un tono nella vita. Marirosa, infine, è il
personaggio più complesso e interessante che mi sia mai capitato di delineare:
sempre con la battuta pronta, in grado di mettere in soggezione chiunque con la
sola presenza fisica, è, alla fine, la ragazza che più di tutte ha bisogno di
supporto, poiché costantemente in lotta con i suoi demoni interiori.
Calarmi
nella loro mente e dare ad ognuna di loro una voce è stata un'esperienza
intensa, capace di farmi osservare il mondo con occhi diversi. Mi sono
divertita!
È ancora possibile oggi,
secondo te, fare della scrittura una professione a tempo pieno? Che ostacoli
hai incontrato e incontri ancora oggi lungo il tuo percorso?
Confucio
diceva: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la
tua vita”.
Purtroppo
ci ritroviamo a vivere in una società che ci ostacola continuamente,
suggerendoci di abbandonare i nostri sogni per seguire vie più concrete, invece
di fare di tutto per realizzarli.
Frequento
Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano e, se mi avessero
dato un Euro per tutte le volte in cui hanno storto la bocca alla mia scelta di
studiare materie umanistiche, piuttosto che scientifiche, probabilmente mi
manterrei fino alla pensione solo con questo.
Scrivere
non è una professione, ma è una possibilità che ho scelto di considerare nella
vita per essere felice. Mi basta pensarla così e continuare a camminare nella
speranza di percorrere strade sempre più lontane.
A cosa stai lavorando
attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.
Ho
appena completato la stesura del mio ultimo romanzo “Tutta colpa del pallone”,
che ho pubblicato autonomamente. Questa volta mi sono addentrata nel genere chick-lit, esplorando con ironia un
campo dapprima sconosciuto per me, il calcio. È stata, inoltre, appena aperta
presso il giornale “IlKim” la mia prima rubrica intitolata “Peccati
D'Inchiostro”, nella quale esamino, con uno stile ironico, la società di oggi,
nella speranza di indurre, tra una risata e l'altra, qualche riflessione.
I
miei programmi per il futuro? Laurearmi, continuare a scrivere e sperare di
arrivare sempre più lontano.
“I
sogni son desideri”. Se lo diceva quella
gran culo di Cenerentola, come si dice in “Pretty Woman”, per quale motivo
non dovrei crederci anche io?
Io ho già letto Bastardi e sto leggendo Tutta colpa del pallone...entrambi i libri sono ben scritti, frizzanti ed ironici proprio come è Eleonora!!! Continua così e come ci insegna Cenerentola CREDICI SEMPRE!!!
RispondiElimina