Tutti
scrivono e nessuno legge. Lo ripetiamo talmente tanto, che
sembra diventato un proverbio. Una di quelle frasi fatte come si stava meglio quando si stava peggio.
La realtà è che per scrivere è necessario, prima di tutto, leggere. Bisogna,
inoltre, avere qualcosa da comunicare e possedere la capacità di farlo in modo
efficace. Siamo quindi lieti di poter dire che, quando c’è il talento, ben
venga che sia messo su carta e pubblicato a beneficio di tutti, come nel caso
di Giulio Perrone. Editore di professione da oltre dieci anni, da quando ha
fondato la casa editrice che porta il suo nome, oggi Giulio Perrone è anche
scrittore emergente. Il suo primo libro, il thriller “L’esatto contrario”,
edito da Rizzoli, sta ottenendo un grande successo di pubblico e il motivo è
uno solo: è davvero un buon romanzo. Pulito, scorrevole, credibile, tanto
nell’intreccio, quanto nella costruzione dei personaggi. Attuale nei temi,
appassionante nello svolgimento e con un finale sorprendente. Nella carriera di
Giulio Perrone editoria e scrittura procedono su binari paralleli, professioni
affini, ma che, per portare frutti, non devono incontrarsi e proseguire il loro
viaggio separatamente. Due navi di una flotta vincente che procede a vele
spiegate e della quale tutti noi ci auguriamo di essere spettatori appassionati
ancora per lungo tempo.
A
dieci anni dalla fondazione della Casa Editrice che porta il tuo nome hai
scritto e pubblicato il tuo primo romanzo con uno dei colossi dell’editoria
italiana. Ma ti senti più editore o scrittore? E perché?
Penso di
essere prima di tutto un editore perché adoro l'emozione che dà scoprire un
autore, pubblicarlo, cercare di farlo conoscere al pubblico. Credo inoltre che
i due percorsi, seppur vicini, debbano necessariamente viaggiare in parallelo.
La scrittura è un'altra grande passione che spero di poter portare avanti nel
tempo, soprattutto se questo libro porterà i risultati sperati.
Tra
l’avvento dell’ebook e la diminuzione
costante del numero dei lettori, cosa sta accadendo all’editoria nel nostro
Paese? Che difficoltà affronti quotidianamente in qualità di editore?
Il
problema, credo, non è assolutamente quello dell'avvento dell'ebook, semmai
questa cosa rappresenta un'alternativa e un'opportunità per i lettori e per le
case editrici. Sono invece d'accordo che sia necessario fare qualcosa per i
lettori, non solo quelli forti, ma soprattutto quelli che si possono guadagnare
nelle nuove generazioni. Scuola da una parte e università dall'altra devono
tornare ad essere momenti fondamentali in cui cercare di far divampare la
passione per la lettura.
Raccontaci
la genesi del tuo romanzo: da dove nasce l’esigenza di scrivere? E come mai
proprio un thriller?
Tutto
nasce dalla voglia di raccontare una storia, quella di Riccardo, che
rappresenta come non mai la mia generazione e che si troverà, un po' per caso,
un po' per sfortuna, al centro di un intricato mistero, una storia che viene
dal passato e lo tocca da vicino. Da questo punto di vista credo che la trama
noir fosse la più adatta per raccontare questo personaggio e anche per poter in
qualche modo riflettere la realtà che ci circonda.
Se
lo domanderanno in tanti: come mai un editore di esperienza come te ha deciso
di affidarsi alla concorrenza per
pubblicare il suo primo libro? Raccontaci cosa stai imparando da questa
esperienza.
Ho fatto
la scelta più giusta, cioè quella di affidarmi alla selezione e poi alla pubblicazione
da parte di un altro editore. In caso contrario avrei saltato un passaggio
fondamentale che è quello di trovare un editore che creda nel mio lavoro. E qui
ritorno a quanto dicevo prima. Scrittura ed editoria viaggiano in parallelo ma
senza mai incontrarsi. Quello che sto imparando è sicuramente ad essere più
indulgente verso i miei autori perché solo passando dall'altra parte della
barricata si capisce come possa essere emozionante e coinvolgente l'esperienza
della pubblicazione di un proprio libro.
Parlaci
dei tuoi progetti per il futuro: stai già lavorando a un nuovo romanzo? Puoi
svelarci di cosa si tratta?
Per il
momento mi sto concentrando solo sulla promozione di questo, perché, purtroppo
o per fortuna, un'occasione futura dipende naturalmente dai riscontri che
otterrà questo libro. Non ti nascondo che delle idee ci sono e che a breve
spero di potermi confrontare di nuovo con la parte creativa di questo
bellissimo lavoro che è fare o scrivere libri.
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