Mai
come in questo periodo i titoli dei giornali ci ricordano quanto il problema della presenza delle mafie e della
corruzione sia dilagante nel nostro Paese e non più circoscritto a certe aree
geografiche o ambienti politici. A pagarne il prezzo più alto è proprio il
Cittadino, l’uomo qualunque, il buon padre di famiglia schiacciato, oppresso,
calpestato al punto da ritenere quasi impossibile che le cose possano cambiare
e che il suo stesso contributo sia necessario affinché questo avvenga. A
spiegarci come solo la cultura della
legalità e della giustizia sociale possa sconfiggere la cultura della mafia e della corruzione è
Antonio Turri, fondatore e Presidente dell’Associazione “I Cittadini contro le
mafie e la corruzione”, che ringraziamo per il suo impegno e la sua preziosa
testimonianza. Antonio Turri ci racconta un viaggio dove ogni passo è
importante, perché compiuto proprio da chi detiene la sovranità nel nostro
Paese: il popolo. E la meta, lo scopo, l’obiettivo è uno solo: migliorare la
qualità della nostra vita a beneficio di tutta la collettività.
Dopo una lunga carriera
nella Polizia di Stato, ha intrapreso un percorso come giornalista: cosa le
rimane di questi trent’anni a servizio dello Stato e dei Cittadini?
La
Polizia è stata, per me, una palestra di vita per comprendere che è solo e
soltanto il servire i Cittadini il fine ultimo di ogni pubblica funzione, da
quella politica a quella amministrativa. L’esercizio di qualsiasi potere deve
avere come solo obiettivo il servizio a chi delega questi poteri: i Cittadini.
Spesse volte questo non accade e la mancanza dei necessari controlli e l’ingerenza
di determinate arroganze dei poteri fanno si che i fini e gli obiettivi di chi
esercita ruoli pubblici siano altri. Non tutti legali o eticamente accettabili.
Trent’anni di Polizia mi hanno portato a ritenere che non poche volte il potere
politico e amministrativo è al servizio di sé stesso e di coloro i quali
rivestono cariche istituzionali o che esercitano elevate funzioni politiche,
economiche o mediatiche. Per molti un ex investigatore, che ricercava verità
giudiziarie, che prova a fare informazione giornalistica, sembra cosa strana. Per
me non è così. Sono, infatti, molti i giornalisti che fanno informazione
attraverso lo strumento dell’inchiesta e quindi è possibile anche il contrario,
in un Paese dove, in tema di libertà di stampa, qualche problema mi sembra
esista. Come in tutte le attività umane, quello che conta sono le motivazioni e
l’onestà intellettuale con cui si esercita la propria funzione o professione.
Si può essere investigatore, giornalista o altro al servizio dei Cittadini o, al
contrario, delle convenienze e dei potenti. È sempre una questione di scelte e
motivazioni.
Dalla fondazione
dell’Associazione I Cittadini contro le
mafie e la corruzione, alla gestione del quotidiano online I Cittadini: da dove nasce l’esigenza di
unire le forze per realizzare un progetto così importante? Quali sono gli scopi
e gli obiettivi dell’Associazione?
La
parola antimafia è oggettivamente abusata e fuorviante. Nel nostro Paese, dove
gli appellativi e l’apparire sembrano assumere sempre più aspetti patologici,
se non ridicoli, abbiamo statuito le figure del poliziotto antimafia, del
magistrato antimafia, del prete antimafia, del giornalista antimafia o
anticorruzione, come se, coloro i quali esercitano le medesime funzioni o
professioni, possano restare neutrali o essere per la mafia. A mio avviso i
Cittadini devono essere contro le mafie e la corruzione, perché sono le
vere vittime delle violenze dei gruppi e delle culture mafiose. I risultati
della lotta a mafie e corruzione sono sempre insufficienti proprio perché si
crede che sia possibile delegare questo impegno a “santi” ed “eroi” viventi.
Cosi non è, sia perché in genere gli eroi veri vengono eliminati dal sistema
mafioso in cui vivono, sia perché i falsi eroi, spesse volte, sono al servizio,
più o meno consapevolmente, del sistema mafia, sia perché, vista la consistenza
numerica e la forza economica ed intimidatrice delle mafie, serve un numero
elevato di Cittadini per contrastarle. Questo è il motivo per il quale nasce il
portale www.icittadini.it
e l’Associazione “ I Cittadini Contro le
mafie e la corruzione”. C’è bisogno dei più e non solo dei “famosi” per
sconfiggere definitivamente le culture ed i sistemi mafiosi. Massimo rispetto
per chi ha dato la vita per queste battaglie, ma nel loro ricordo c’è bisogno
di fare molto di più e di non delegare questa lotta che compete a ciascuno di
noi. L’azione di contrasto culturale alle mafie dovrà essere sempre più assunta
dai Cittadini. È la mafia che ha bisogno di capi e di adepti. Le associazioni e
i movimenti che la combattono non possono ricalcare lo stesso modello
organizzativo. La mafia è essenzialmente una struttura verticistica e antidemocratica.
Chi si oppone alle mafie e ai sistemi corrotti necessita di far crescere la
democrazia reale e praticata nei luoghi dove questi si radicano. Cosa Nostra e
le altre organizzazioni mafiose hanno bisogno di leader e capi. Chi si oppone a
questo sistema deve cercare la partecipazione attiva e fattiva del signor “Rossi”
e dei tanti signori non invitati nei salotti tv d’Italia, che non devono più
restare spettatori plaudenti ed incantati dalle “parole”. Fin quando cosi non
sarà e la lotta alle mafie resterà coinvolgente solo innanzi a un monitor
televisivo, ad ascoltare l’eroe vero o presunto del momento, continueremo a
dare un gran vantaggio ai mafiosi.
Mafia e corruzione: non
solo temi sensibili per l’opinione pubblica, ma vere e proprie “scelte di
vita”, che rischiano di minare l’intero tessuto sociale del nostro Paese,
danneggiandoci tutti. Cosa si può fare concretamente, secondo lei, per opporsi
a questa realtà e tentare di guarire tali piaghe?
La
lotta ai sistemi mafiosi si fa rivendicando fortemente i diritti che non si
acquistano al supermercato, ma si pretendono e si conquistano chiedendoli senza
paure e riverenze. La lotta alla corruzione e alla delinquenza mafiosa, che non
sempre ha bisogno della “pistola”, si fa rendendo oggettivamente, e non solo
mediaticamente, non conveniente esercitare la professione di mafioso o di
corrotto. Si fa non approvando leggi inefficaci e di difficile applicazione
come quella recente della modifica dell’articolo 416 ter sul voto di scambio
politico mafioso. Si fa approvando la Legge Lazzati, che non consente ai
mafiosi di fare in alcun modo attività politica. Si fa confiscando e
riutilizzando a pieno i beni e le ricchezze dei mafiosi e dei corrotti,
destinandole a quei Cittadini che ne sono stati vittime come: i senza lavoro, i
senza casa e a quegli imprenditori vittime del racket e dell’usura. Ad oggi
questo argomento viene, a mio avviso, condizionato da gruppi che costituiscono
lobbies che impediscono, nei fatti, che quanto sopra detto avvenga. C’è bisogno
di avere meno commissioni antimafia di ispirazione politico-partitica, molte
delle quali inconcludenti e costituite per assicurare “sedie” ed incarichi, tra
l’altro costosissimi, e destinare quelle risorse alla Magistratura e alle Forze
di Polizia. C’è la necessità urgente di riformare il sistema politico evitando
che questo condizioni l’attività di organi, quali il Consiglio superiore della
Magistratura, o nomini i vertici delle Forze di Polizia. C’è bisogno di molta
più attività preventiva di controllo sugli organi politici e sugli atti della
pubblica amministrazione.
Proviamo a fare un bilancio
di questi primi dieci anni di attività dell’Associazione: quali sono gli
obiettivi raggiunti con successo? E quali gli ostacoli in cui vi imbattete ogni
giorno in questo percorso di giustizia e solidarietà?
Il
bilancio mi sembra positivo. Grazie anche alla nostra azione si è messa in
evidenza la carenza dell’azione dello Stato a sostegno delle vittime dei
mafiosi e dei corrotti, lo stato di abbandono di chi ha il coraggio di
denunciare o di chi chiede verità e giustizia non ottenendola, perché è solo il
signor “Rossi”, il signor qualunque.
Portiamo avanti la battaglia, da anni, con qualche primo successo, sulla
necessità di molti di non vedere archiviata giudiziariamente la Verità e la
Giustizia nei tribunali della Repubblica. Queste ed altre battaglie cominciano
ad avere una grande risonanza attraverso l’azione dei numerosi Circoli
dell’associazione che si costituiscono dal Trentino alla Sicilia e che iniziano
ad operare in Francia, in Svizzera, in Irlanda e in Germania. Ci costituiamo
parte civile nei processi per mafia e corruzione, lì dove non sono accesi i
riflettori dell’informazione, avendo cura di sostenere le vittime.
Ci racconti un episodio, un aneddoto, una storia che, in qualità di Presidente dell'Associazione, è rimasta particolarmente impressa nella sua memoria. Quali saranno, invece, i progetti che vi impegneranno nel prossimo futuro?
Sono
tanti i ricordi che mi hanno lasciato l’amaro in bocca, su tutti quello del
contrasto che riceviamo costantemente dalla c.d. antimafia di Stato o di
partito, che preferisce dialogare con coloro i quali sono a loro più affini
politicamente o che distinguono i buoni ed i cattivi a prescindere dai fatti.
Essere contro le mafie è un diritto-dovere di tutti i Cittadini e non deve
essere richiesta abilitazione alcuna o ad alcuni per impegnarsi. Così non è, al
momento. Esiste un’antimafia, definiamola, gradita e sponsorizzata. I risultati
ritengo siano sotto gli occhi di tutti. Non si deve andare con il cappello in
mano innanzi ai corrotti ed ai mafiosi, ma nemmeno chinati ed ossequiosi
innanzi ai “capi” dell’antimafia sponsorizzata da gruppi economici e politici o
ai rappresentanti dei c.d. poteri legali. Il positivo c’è e lo “gustiamo” tutti
i giorni. Più ci attaccano e ci denigrano, con un fare che spesse volte è sovrapponibile
a quello mafioso (spesse volte si ripercorrono le strade di chi si dice, a
parole, di voler combattere), più cresciamo e ci organizziamo. Per quanto
riguarda i progetti per il futuro siamo consapevoli che non sarà una strada
facile da percorrere, poiché piena di ostacoli, ma siamo convinti che è l’unica
percorribile. L’unica via possibile per chi sta, non solo a parole, con gli
ultimi e che, a prescindere, non vuol stare accanto ai primi. Visto che consideriamo
costoro i responsabili delle sofferenze e delle ingiustizie che procurano le
mafie e la corruzione a noi Cittadini. Questo non è poca cosa nel Paese dove le
responsabilità sono assegnate spesso al destino e le vittime sono classificate
e trattate secondo censo e posizione sociale. Il nostro leader è e resta quel
signor “Rossi” che non cerca notorietà mediatiche o applausi, ma fatti
concreti. I Cittadini contro le mafie e la corruzione continueranno e si
organizzeranno sempre più per chiedere e pretendere il diritto a vivere liberi
e senza condizionamenti e paure, come prassi normale per tutti.
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