mercoledì 9 maggio 2018

Luigi Lima: ricordo di mio padre, Giuseppe, nei cieli dell’Iraq



Ci sono storie che hanno bisogno di tempo, prima di essere raccontante. Le vedi crescere, sbocciare, proprio come i fiori che si schiudono per essere ammirati solo nel momento giusto.
Quando ho conosciuto Luigi Lima era un bimbetto di non ancora dieci anni che mi arrivava all’altezza delle spalle, con i capelli biondissimi e gli occhi cangianti e curiosi. Oggi mi supera in altezza di parecchi centimetri e, diciotto anni appena compiuti, ha uno zaino di sogni sulle spalle di quelli che, invece di appesantire, sollevano verso orizzonti sempre più lontani.
Quando suo padre, Giuseppe Lima, Pilota del nostro Esercito, è venuto a mancare in un incidente nei cieli dell’Iraq, in cui si trovava in missione di pace, il 30 maggio 2005, Luigi era molto piccolo. I ricordi che un bimbo di cinque anni conserva di un padre venuto a mancare troppo presto sono il calore del suo abbraccio e il suono rassicurante della sua voce, oltre alle passeggiate a cavallo sulle sue spalle che sembravano così alte a forti da permettere di toccare il cielo con un dito. Ricordi confortanti, ma anche dolorosi. Immagini spesso sfuocate che non possono rispondere alla frustrazione che genera una mancanza così grande e ai tanti interrogativi senza un perché.
In questi anni non tutto è stato semplice. Io stessa posso testimoniarlo con tutta la dedizione e la delicatezza con cui tanti amici sono stati accanto a Luigi e alla sua famiglia in questi anni di costruzione e ricostruzione di loro stessi. Ci è voluto coraggio e pazienza e ce ne vorrà per sempre, perché non c’è rimedio definitivo per una perdita così grave, se non raccontare e condividere.
C’è voluto del tempo prima che Luigi si sentisse predisposto a conoscere davvero la storia di suo padre. Prima che i racconti di un nonno devoto e di una mamma affettuosa diventassero un balsamo rigenerante. Prima che le foto e filmini gli strappassero un sorriso e non solo lacrime e rabbia. Prima che il desiderio di conoscere suo padre, attraverso le parole dei suoi cari, assumessero le sembianze della rielaborazione, della progettualità e della speranza.
Non un attimo prima, né un istante dopo, proprio come un fiore che sboccia, oggi Luigi si è sentito pronto a raccontarmi la sua storia e i tanti progetti che lo vedono impegnato a tenere viva la memoria di suo padre. E io che del fare le domande giuste cerco di fare una missione e una professione, stavolta non ho avuto bisogno di farne e mi sono limitata ad ascoltare una storia che già conoscevo dal suo personale e particolare punto di vista.
Seguendo le proprie aspirazioni e inclinazioni, Luigi sta crescendo, forte e fragile come tutti noi, e una cosa è certa: qualunque traguardo raggiungerà nella vita, all’amore di chi lo sostiene ogni giorno nel suo percorso, si aggiungerà sempre uno speciale raggio di sole proveniente da quei Cieli da cui suo padre, Giuseppe Lima, lo veglia e lo protegge.


Chi è Giuseppe Lima, tuo padre? Raccontaci la sua storia.

Mio padre è il Tenente Colonnello Pilota Giuseppe Lima, Comandante del 25° Gruppo Squadroni “Cigno” Aves di Rimini, caduto in Iraq il 30 maggio 2005.
La carriera militare di mio padre è iniziata molto presto: dopo aver frequentato l’Accademia di Modena, 167° Corso “Fermezza”, è diventato Pilota, guadagnando una grande esperienza anche in ambito internazionale, grazie alle numerose di ore di volo. Il suo primo incarico è stato Comandante di Plotone, Ten. 2° Reggimento Pontieri di Piacenza nel 1990.
Dopo aver conseguito la Laurea in Ingegneria Civile nel settore dei trasporti nel 1995 presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, si è specializzato anche in Scienze Strategiche nel 1999 e in Scienze Internazionali e Diplomatiche nel 2004 presso l’Università degli Studi di Torino e presso l’Università degli Studi di Trieste.
Oltre ai molteplici ruoli ricoperti in ambito nazionale, si è distinto per alcuni incarichi in ambito internazionale, in particolare negli Stati Uniti, presso l’Air Force Base di Tampa dove è stato due volte. Mio padre ha svolto anche varie missioni di pace all’estero in Albania-Macedonia, Kosovo e Iraq, dove è venuto a mancare prematuramente, lasciando un vuoto incolmabile nella nostra famiglia.
È difficile descrivere cosa si provi a crescere senza un padre come punto di riferimento. Quello che è accaduto il giorno della scomparsa di mio padre lo so grazie ai racconti di mia madre e dei miei nonni, perché all’epoca ero troppo piccolo per capire, avevo solo cinque anni, mio fratello Federico ne aveva tre e mia madre era incinta di Gabriele Giuseppe, il mio fratellino più piccolo.
Il tragico incidente in cui ha perso la vita mio padre è accaduto di ritorno da un’operazione assieme al suo equipaggio, denominato “Milan 63”, composto dal Maggiore Marco Briganti, dal Maresciallo Capo Massimiliano Biondini e dal Maresciallo Ordinario Marco Cirillo. L’elicottero AB-412, su cui si trovavano i quattro militari ha incontrato una tempesta di sabbia che non ha lasciato scampo a nessuno di loro. Una tempesta di sabbia, infatti, come mi hanno raccontato, purtroppo è tra i peggiori nemici di un pilota, anche esperto, e a nulla sono valse le centinaia di ore di volo accumulate di fronte alla violenza del destino. Ricordo che mi hanno riferito che mio padre si trovava su quell’elicottero per stare accanto a un collega in lutto che stava per tornare in patria e mio padre aveva voluto accompagnarlo. La sua generosità e la sua lealtà verso i compagni gli è stata fatale, ma sono proprio queste le qualità che ricordo maggiormente di lui e che lo hanno reso un uomo speciale e un militare di grande valore.
Mio padre è stato insignito della Medaglia NATO, della Croce Commemorativa per le Operazioni di Pace e della Croce Commemorativa per le attività di Soccorso Internazionale. Inoltre gli sono state intitolate numerose vie, piazze e giardini in tutta Italia, in particolare il “Giardino Giuseppe Lima” che si trova a Fonte Laurentina, a Roma, il quartiere dove attualmente vivono i miei nonni e dove anche io e i miei fratelli siamo cresciuti e abitiamo.
Ogni anno, quando ricorre l’anniversario della scomparsa di mio padre, l’Aves si stringe attorno a tutti noi come una vera e propria grande famiglia che, in questi dodici anni, è stata sempre al nostro fianco. Sono orgoglioso di poter dire che, oltre alle parole di mia madre e dei miei nonni, è grazie ai racconti dei colleghi e amici dell’Aves che io e i miei fratelli, Federico e Gabriele Giuseppe, abbiamo imparato a conoscere nostro padre.



Qual è il tuo ricordo più vivo di tuo padre? Quante volte al giorno pensi a lui?

Penso a lui ogni giorno, tante volte. Non dico che gli parlo, ma, in un certo senso è come se lo facessi, perché mio padre è il mio esempio in ogni cosa che faccio. Ho tanti ricordi di mio padre, nonostante fossi piccolo quando è morto. Ricordi speciali di un’infanzia felice che si mescolano alle foto e ai filmini dell’epoca che, ancora oggi, ogni tanto, guardiamo con mia madre e i miei fratelli. Ho capito in fretta che mio padre faceva un lavoro importante che lo teneva spesso lontano dalla famiglia. Rientrava la sera molto tardi, quando io ero già a letto e le volte che veniva a prendermi a scuola era una festa! Mi riempiva di affetto e di attenzioni e, quando si allontanava, non mi faceva mai sentire la sua mancanza. Come tutti i bambini, al suo ritorno gli chiedevo sempre se mi avesse portato un regalo e alcuni dei giocattoli dell’epoca li conservo ancora. Ricordo che la mattina presto, quando era già pronto per uscire, io sgattaiolavo fuori dalla mia stanza e correvo ad abbracciarlo di nascosto dalla mamma, chiedendogli di non andare a lavorare, come fanno tutti i bambini che non vogliono staccarsi dal papà. Per tanti anni è stato così doloroso pensare a lui, che facevo fatica a parlarne con chiunque, ma adesso mi sto liberando di queste paure e sto cercando di conoscere sempre meglio mio padre attraverso le parole di chi lo ha avuto vicino nella vita e sono orgoglioso di lui e di me stesso.



Stai per prendere la Maturità: quali sono i tuoi progetti per il futuro? Pensi che seguirai le orme di tuo padre?

Mi sto per diplomare in Sistemi Informativi Aziendali presso l’Istituto Leon Battista Alberti di Roma e l’informatica è una delle mie passioni, tanto che, per raccontare la storia di mio padre ho costruito vari siti e alcuni blog, oltre ad alcune pagine e gruppi Social. Non sono uno scrittore, ma raccogliere tutte le testimonianze di amici e parenti per scrivere la storia di mio padre è stato un esercizio che mi ha trasmesso molte emozioni forti e positive. Proprio in queste settimane sto completando le pratiche per la creazione dell’Associazione Culturale Colonnello Giuseppe Lima, una Onlus senza scopo di lucro, alla quale è possibile fare donazioni spontanee per il mantenimento delle opere pubbliche commemorative dedicate a mio padre e per tutte le iniziative di cui si farà portavoce l’Associazione stessa in futuro per non dimenticare.
Oggi che mio padre si trova in quei Cieli che ha tanto amato, io sto diventando un uomo e so che sono fiero di ciò che ha fatto per il suo Paese, anche se non mi ha permesso di averlo fisicamente presente nella mia vita. Ho imparato che mio padre è sempre al mio fianco e veglia su di me e sui miei fratelli. E voglio seguire le sue orme, come lui ha fatto con suo padre prima di me.






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