Solitamente si è portati a pensare che
saper cantare sia un talento naturale che può essere coltivato con lo studio di
un metodo. Ciò è vero solo in parte: essere intonati e avere un buon orecchio
sono doti innate che possono essere affinate con l’esercizio, ma saper cantare
richiede molto di più. Studio, impegno e disciplina sono fondamentali per
imparare a cantare, tuttavia per scoprire le potenzialità e le sfumature della
propria voce, tra timbro ed estensione, occorre molto di più dell’applicazione
meccanica di un metodo preconfezionato. Nel libro “Come canti? Scopri la tua voce”, Ut Orpheus Edizioni, l’autrice, Antonella Neri, pianista, cantante e insegnante di canto di grande
esperienza, condivide con tutti i lettori, professionisti o semplici appassionati
di musica, le sue considerazioni circa l’importanza di conoscere sé stessi e il
proprio corpo in qualità di strumento, ancor prima di imparare un metodo di
studio e di dedicarsi alla tecnica vocale. Imparare a cantare, infatti,
richiede una profonda consapevolezza delle proprie capacità e anche dei propri
limiti per riuscire a superarli, non solo attraverso regole ben precise, ma
anche e soprattutto grazie alla percezione del proprio talento e alla voglia di
esprimerlo a pieno. Antonella Neri racconta il proprio viaggio nel mondo della
musica, mettendo al centro quella che lei definisce la persona-cantante ancora
prima della tecnica e del metodo, dando interessanti spunti di riflessione a
tutti coloro che desiderano imparare, a prescindere dal fatto che si tratti di
dilettanti appassionati o di professionisti già navigati. Considerare il canto
come una forma di conoscenza del proprio intimo, oltre che come un’arte che
affonda le sue radici nella storia e nella cultura del nostro Paese, ne rende
l’apprendimento un’esperienza emotiva e, allo stesso tempo, educativa, così
profonda, da trasformarla in una vocazione prima che in una vera e propria
professione a tempo pieno.
Pianista,
cantante, insegnante: la sua vita e la sua carriera sono dedicate, da sempre,
alla divulgazione della musica e del canto a tutto tondo. Quando e da dove
nasce questa esigenza? Cosa vuole comunicare?
Per me la musica, fin da piccola, ha
rappresentato una scelta e insieme una necessità. Ho cominciato a suonare il
pianoforte a cinque anni, a cantare ancora prima. Ho scoperto prestissimo di
avere l’orecchio assoluto. Da lì in poi non mi sono mai più allontanata da
quello che per me è stato ed è, oltre che una passione infinita, un richiamo
fortissimo, il pensiero centrale della mia vita. Ho avuto due grandi Maestri
che mi hanno aperto le porte alla bellezza dell’arte musicale: Carlo Bruno per
il Pianoforte e Margherita Rinaldi per il Canto. Entrambi esigentissimi,
inflessibili, dalle doti musicali superiori. Nonostante le lunghe ore di
lezione e anche dopo moltissimi anni di studio, sentivo di fare solo piccoli
passi dentro questo incredibile universo, e sono stata sempre felice che fosse
così: tanto ancor da scoprire e da imparare!
Occuparmi di musica e di canto anche oggi,
dopo tanti anni, significa andare alla scoperta di una dimensione vitale che
rivela continuamente nuovi aspetti, sfumature, sensazioni, significati. E,
soprattutto, il contatto con la natura più profonda di noi stessi e del mondo
intorno a noi: mondo fisico, sonoro, psichico. In particolare l’arte del canto,
al cui approfondimento tecnico mi dedico ormai da più di quindici anni, è un
tesoro che custodisce un segreto inafferrabile, proprio per questo così cercato
e anelato.
Nel
suo saggio “Come canti? Scopri la tua voce”, Ut Orpheus Edizioni, illustra un
metodo innovativo per lo studio e il perfezionamento del canto lirico, che
privilegia le esigenze personali del cantante, a prescindere dalla tecnica. Di
cosa si tratta?
"Come canti? Scopri la tua voce"
mette al centro la persona-cantante e non il metodo o la "tecnica".
Per persona-cantante si intende che il cantante debba essere visto non solo dal
punto di vista delle abilità vocali, ma anche dalla sua capacità di apprendere.
La capacità di apprendere il canto
significa, prima di tutto, aprirsi alla
percezione. Per fare questo è necessario conoscere se stessi, e superare
ostacoli e blocchi che impediscono la completa e serena esplorazione della
voce. Non si tratta, dunque, di applicare un "metodo" pre-confezionato,
o rigidi principi tecnici, ma di guidare la persona-cantante nel percorso di
scoperta e, successivamente, dell'uso raffinato della voce. La centralità della
percezione, unita alla conoscenza del proprio modo di “essere cantante” e delle
proprie attitudini corporee e musicali, consente a tutti di valorizzare al
meglio le proprie possibilità vocali, aumentando l’auto-efficacia e riducendo i
tempi di studio. Da questo deriva anche una sorta di riscrittura del concetto
di “tecnica vocale”.
In un momento storico in cui lo
strumento-voce viene spesso separato dalla dimensione intima e personale e
“sezionato” anatomicamente, credo che sia necessario pensare alla “tecnica”
come alla capacità del corpo di auto-organizzarsi nel canto, come lo strumento
che ci consente di entrare in contatto con la nostra capacità percettiva
globale. Nel canto lo strumento è il
corpo, e l’esecutore e lo strumento coincidono. Si può anche dire che il
cantante è lo strumento che suona se steso e quindi le implicazioni di tipo
personale, psicologico e psichico non sono poche.
Tra
le sue numerose attività, è fondatrice e Presidente dell’Associazione culturale
non-profit “Cantare l’Opera”. Facciamo un bilancio di questi primi dieci anni
di attività: quali sono gli scopi dell’Associazione e quali gli obiettivi
raggiunti?
Il sito www.cantarelopera.com è nato nel 2003 quasi “per gioco”, da
un’idea che nutrivo da tempo. Pensato,
al debutto, come strumento basato su un sistema originale per imparare la
corretta dizione delle arie dell’Opera italiana, si è, poi, affermato come uno
dei principali siti italiani dedicati all’Opera e al canto, diventando, in
breve, un punto di riferimento sul Web per insegnanti, studenti e cantanti,
professionisti e appassionati di Opera lirica. Sulla scia del crescente
successo del sito, nel 2006 è nata l'omonima Associazione non-profit che offre
ai propri soci un'ampia gamma di servizi e alta visibilità a chi opera nel
mondo del Canto. Oggi www.cantarelopera.com è il primo portale in Italia
dedicato alla formazione e all’informazione del cantante ed è sempre più
conosciuto come un "luogo" dove ci si informa, si impara, si
riflette, si trovano spunti per migliorarsi e ci si fa conoscere.
È
ancora possibile oggi, secondo lei, fare della musica una professione a tempo
pieno? Che consiglio darebbe a un giovane che volesse intraprendere questo
percorso?
In Italia è molto difficile, le
Istituzioni non investono nella formazione musicale. Salvo rari casi, molto è
lasciato alla “fortuna”, alla “creatività” e all’iniziativa del singolo. Si sa
che la musica è ad apprendimento precoce, in alcuni casi precocissimo: pensi,
invece, che nel nostro sistema scolastico la possibilità di iniziare a studiare
uno strumento a scuola è prevista solo a partire dai corsi ad indirizzo Musicale
della Scuola Media: sono rivolti cioè a ragazzi che hanno già minimo undici
anni! Aggiunga che la didattica musicale, nella scuola dell’obbligo, è di
carattere prevalentemente “formativo”. I ragazzi veramente portati per la
musica, i futuri musicisti non ricevono un’istruzione adeguata.
Non parliamo poi delle condizioni in cui
versano i nostri Teatri Lirici! E pensare che l’Opera è nata in Italia, la
lingua Italiana è la lingua universale del canto, i nostri Teatri di tradizione
sono i più belli al mondo. Ma questo, nel nostro Paese, non sembra avere più
valore.
A un giovane direi di guardarsi intorno,
di essere curioso, di non perdere tempo, di scegliersi insegnanti preparati.
E poi di crederci, sempre. La motivazione
intrinseca è fondamentale per riuscire nel campo artistico dove sono necessari
sacrifici notevoli.
A
cosa sta lavorando attualmente? Ci racconti quali sono i suoi progetti per il
futuro.
Sto lavorando al secondo volume di “Come canti?”, che contiene la pratica
e gli esercizi.
Questi sono stati pensati e formulati
sulla base dell’approccio di cui abbiamo parlato prima, e sono orientati,
quindi, alla ricerca della consapevolezza corporeo-sensoriale in generale e
allo sviluppo percettivo, seguendo il filo di un input didattico che parte
dalla conoscenza della “tipologia” della persona-cantante, fino a esplorare i
grandi temi dell’apprendimento vocale: metodo di studio, capacità di
concentrazione e di riduzione delle interferenze esterne, lavoro sulle
sensazioni fisiche, sulla risonanza della voce, sulla percezione uditiva, sulle
qualità musicali.
Terrò a Roma nel mese di aprile un
seminario di presentazione di questo “metodo” che precede un vero e proprio
Laboratorio di tecnica vocale che si svolgerà dal 17 al 27 agosto prossimi al
"FESTIVAL DEL GOLFO" 2016 organizzato dall’Ente Concerti Castello di
Belveglio.
Una "full immersion" in cui si
potrà sperimentare l’approccio alla voce che propongo in “Come canti?”.
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