lunedì 21 maggio 2018

“Il Tuttomio” di Andrea Camilleri. Un giallo erotico per un’estate bollente



In un luogo volutamente imprecisato, ma caratterizzato da sole e mare, personaggi ben noti nei romanzi di Andrea Camilleri, si snodano le vicende narrate ne “Il Tuttomio”, un romanzo breve ma tra i più sorprendenti dello scrittore siciliano, edito da Mondadori.
Arianna, la protagonista, ha da poco superato i trent’anni, ma ha conservato un’indole infantile che le conferisce un fascino particolare, rendendola quasi magicamente irresistibile. Quando sposa Giulio, stregato dalla sua sensuale immaturità, Arianna entra nella sua vita portando una luce che egli non sperava più di trovare, ma che tenta di restituirle viziandola in ogni modo possibile, anche con quello che lui non potrà mai darle fino in fondo a causa di una menomazione fisica. Giulio inizia così ad organizzarle una serie di appuntamenti con uomini accuratamente selezionati, scandendo la loro quotidianità sentimentale e sessuale attraverso poche ma inviolabili regole. In questa trama di incontri, però, Arianna conserva i suoi spazi con tutta l’ostinazione di una bambina, nascondendo gelosamente a tutti un luogo segreto e misterioso, ricavato nel buio della mansarda di casa, nel quale esprime completamente sé stessa, senza nessun filtro: il tuttomio, come lei stessa lo chiama. Qui conserva i suoi piccoli tesori, come nella caverna dove si rifugiava da bambina, e si confida con l’amica “immaginaria” Stefania, tra gioco e realtà, seguendo un fin troppo labile confine della mente.
Quando in questo stravagante equilibrio si inserisce Mario, un diciassettenne impulsivo e passionale, alcune certezze di Arianna crollano e, in un viaggio tra ricordi sconcertanti e incontri proibiti, molte regole verranno infrante, riportando alla luce un passato torbido, tanto quanto il presente, fino ad un epilogo terribile e sconvolgente.
In questo giallo atipico, dalla forte carica erotica, Camilleri tratteggia, in un italiano scorrevole e raffinato, personaggi che lasciano senza fiato, mostri moderni, eppure retaggi, sia di un glorioso passato letterario, sia di vicende di cronaca, in una fitta trama di rimandi e citazioni.
Asciutto, ironico, crudo, senza bisogno di ricorrere al sangue, e magistralmente limpido nello stile, tanto quanto torbido nelle vicende, il labirinto di Arianna ci avvolge in un gioco spietato, privo di ogni inibizione, come solo la crudele verità di una bambina mai cresciuta potrebbe fare.
Arianna, apparentemente bambola in una vita costruita a misura dei suoi bisogni, è in realtà una disarmante manipolatrice, capace di reinventarsi sempre e sopravvivere, avvolta da un inquietante candore che, una volta letta l’ultima riga, ci avrà reso tutti irrimediabilmente un po’ più neri.


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