Un
artista schietto, sincero, istintivo: le tele di Anselmo Di Iorio, sono lo specchio delle sue emozioni più profonde,
che, grazie al suo grande talento, riesce a trasmettere a tutti noi, attraverso
le sue numerose mostre e esposizioni.
Dal
ritratto, al paesaggio naturale, passando attraverso una buona padronanza dell’astrazione,
le pennellate di Anselmo sono forti, decise, piene di entusiasmo verso questa
passione che coltiva fin da piccolo e lo ha portato a voler condividere questa
sua propensione per il colore con tutto il suo pubblico.
L’Arte
non è solo un lavoro, ma un dono che va messo a disposizione di tutti, secondo
Anselmo, in primo luogo della nostra stessa interiorità che, grazie all’arte,
viene nutrita e preservata dalle illusioni di una società in bilico tra
materialismo e superficialità.
Da dove nasce la tua
esigenza di dipingere: è una passione che coltivi da sempre o si tratta di un
talento che hai scoperto recentemente? Cosa vuoi comunicare?
La mia esigenza di dipingere nasce fin da piccolo,
precisamente quando frequentavo la scuola elementare e, già da allora, i primi
disegni colorati destavano la curiosità delle maestre. Il mio interesse
artistico esiste da sempre e, nel tempo, ho preso fiducia
e consapevolezza che l'arte pittorica fosse una parte di me. Sono
attento al richiamo intimista della mia anima, la mia frequentazione pittorica è
ampia e, attraverso severi studi analitici e meditate ricerche, ha determinato
la mia attitudine a una sconfinata fantasia evocativa. La mia arte,
"officina" di frenetica attività, è diventata un'insostituibile esigenza esistenziale, atta ad
esercitare l'innato desiderio di comunicare i miei sentimenti nella più
assoluta sincerità, astraendomi dalle consuetudini contemporanee del nuovo
millennio, caratterizzate dalla dilagante globalizzazione tecnologica.
Cosa ti ispira
maggiormente? Quali sono i soggetti che preferisci e le tecniche che prediligi?
Sono un menestrello
errante che canta odi attraverso scene pittoriche. La mia semplicità
istintiva e un'innata sensibilità artistica mi portano sempre alla ricerca di
armonie con rimandi en plein air. Il
mio colore prorompente è sempre pronto a catturare albe, tramonti, panoramiche e
visioni oniriche che, partendo dalla trivalenza primaria rosso - giallo - blu,
mi conducono ai successivi traguardi cromatici complementari. Creo, dunque,
imprevedibili ed emozionanti atmosfere, fra Impressionismo, Espressionismo, Simbolismo
ed astrazione informale. Mi diletto anche nei ritratti, come quello dal titolo "My
Way" che illumina il celeberrimo volto di James Dean e che rappresenta
a pieno la mia poetica.
A quali Movimenti
Artistici del passato ti rifai? Quali sono i tuoi Maestri di riferimento?
Ho studiato e studio ancora molto i Movimenti Artistici
del passato. Ritengo sia molto utile la conoscenza per un artista
contemporaneo, ma è ancora più importante guardarsi dentro e saper esprimere
ciò che si sente sulla tela. Ho un'opinione alta della pittura: essa mi aiuta
ad esternare le mie visioni interiori, mettendomi in comunicazione con l’Universo.
Cosa significa essere un
artista nella nostra società attuale? Che ruolo ha o potrebbe avere l’Arte in
un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo?
Fin dai tempi più antichi, l'uomo si è sempre
interessato della conoscenza, delle espressioni artistiche e della creatività.
Molti artisti del passato sono stati veri protagonisti di ogni periodo storico.
L'arte di oggi, purtroppo, non racconta i grandi eventi del passato. Credo che
nella nostra società ci sia una preparazione, un'anticipazione che lascia ben
sperare ad un futuro di affermazione. L'arte di questa epoca è
attanagliata nella morsa dei beni materiali, mentre andrebbe coltivata con
valori di amore e di spiritualità. Il ruolo dell'Arte in questa epoca, secondo
il mio pensiero, è portata al materialismo. Bisogna creare con passione,
con amore, poi il resto viene da sé, non creare al solo scopo di
guadagnare.
Raccontaci un episodio,
un aneddoto, una storia che, nel tuo percorso di artista, è rimasta scolpita
nella tua memoria.
La cosa più bella che mi sia capitata nel mio
percorso artistico inizia con un quadro
familiare, ritratto di serenità, gioia ed allegria: si festeggiava il
compleanno della mia amata e indimenticabile sorella Cecilia, per me l'immagine
della felicità. Era il suo giorno, ma, inconsapevolmente, anche il mio. A casa
c’erano parenti ed amici, ognuno aveva il proprio regalo da dare a mia sorella.
Una volta scartati tutti i regali mia sorella ringraziò tutti e poi, come d’ncanto,
prese un grande pacco e mi disse: “Questo è per te!”. Con mio grande stupore l’involucro
conteneva un bellissimo cavalletto da campo e una scatola di colori ad olio di
diverse tinte. Rimasi senza fiato e fui immensamente felice. La mia amata e indimenticabile sorella, con
quel gesto, mi ha dato una maggiore spinta verso la consapevolezza della mia
passione per la pittura, dicendomi che meritavo quel regalo perché ho talento e
non devo arrendermi. Il destino ha voluto che Cecilia venisse a mancare nel
1996 per un incidente stradale. Ogni volta che dipingo ricordo le sue parole e
mi allieta il fatto che, grazie alla pittura, la sento più vicina a me.
Nessun commento:
Posta un commento