lunedì 7 settembre 2015

“Il Mercante di Zucchero” di Adriana Assini: l’autrice racconta…


Inizi del Cinquecento, la città di Palermo, dominata dagli Spagnoli, è scossa dalle rivolte organizzate dai mercanti della Loggia dei Pisani, oppressi dalle tasse e dalle ingiustizie del Vicerè. A capo dei tumulti c’è il carismatico e coraggioso mercante di zucchero, Gianluca Squarcialupo, assieme al fidato compagno, Cristoforo De Benedetto. Tra mille intrighi e peripezie, Squarcialupo è disposto a tutto pur di avere per sé la donna che ama, Francesca Campo, già promessa a un altro uomo, ma dovrà fare i conti, tra le altre cose, anche con una misteriosa confraternita composta da sette individui malvagi e senza scrupoli.
Gli ingredienti del grande romanzo storico ci sono tutti e, ancora una volta, la nostra amica e scrittrice di talento, Adriana Assini, si conferma un’autrice di raro acume e ottima accortezza nell’individuare storie di grande interesse, appartenenti a un passato solo apparentemente lontano, ma incredibilmente attuali negli intrecci e nelle conseguenze. “Il Mercante di Zucchero”, edito da Scrittura & Scritture, è un romanzo emozionante e scritto con maestria, capace di conquistare anche il lettore più esigente con delicatezza e credibilità. Lo stile è pulito, i dialoghi semplici e efficaci e la tensione giustamente dosata, tra amore, mistero e avventura: un’altra imperdibile fatica di una scrittrice che non ci stancheremo mai di leggere e rileggere.

Raccontaci la genesi di questo romanzo interamente declinato al maschile: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

La storia di Gianluca Squarcialupo, personaggio realmente esistito, è davvero molto coinvolgente, non soltanto perché piena di colpi di scena e di imprevisti, ma perché - per tanti aspetti - ci rimanda a molti “fattacci” del presente: le commistioni tra “mafia” e politica, le devianze di elementi appartenenti alle alte sfere della Chiesa...
Le vicende del mercante di zucchero ci dimostrano che la Storia, nei suoi corsi e ricorsi, è un succedersi di passi avanti e punti fermi, ripresentando spesso, a distanza di secoli, le stesse problematiche, anche se sotto vesti diverse.  
Come non riconoscere nel malaffare che segnava la vita dei palermitani del XVI secolo lo stesso che dilaga tuttora in Sicilia e altrove?

Come hai delineato i personaggi e, in particolar modo, i protagonisti: il mercante Gianluca Squarcialupo e il compagno di avventure Cristoforo De Benedetti?

Da quanto scovato in documenti, testimonianze dell’epoca, studi sul periodo che riguardano lo Squarcialupo, si ricava un pugno di informazioni sufficienti a delineare una buona parte della sua personalità. Al contrario, di Cristoforo, amico di vita e di lotte, non emergono dati caratteriali ma solo il ruolo giocato nella vicenda e il particolare, non secondario, che abbia fatto da “spalla” al mercante di zucchero. Va a chi scrive il compito di colmare le lacune lasciate dalle carte...

Quanto tempo hai dedicato alla ricerca storica? Cosa c’è di realmente accaduto e quando hai dovuto ricorrere alla fantasia?

Il tempo per una ricerca non è mai facilmente quantificabile. Si cercano testi ovunque, perché a volte le biblioteche deludono e allora bisogna ricorrere a edizioni fuori commercio, libri rari da conquistare nelle piccole librerie specializzate. Ma non si trova tutto ciò che serve in una sola volta. Può capitare, infatti, che ci si imbatta in un testo prezioso per la nostra ricerca quando abbiamo già delineato l’opera e pensavamo di aver chiuso il cerchio.

Nella ricostruzione dei fatti, mi sono attenuta strettamente alle fonti. In quanto agli aspetti della vita privata dei protagonisti, mi sono invece concessa la libertà di imbastire una credibile storia d’amore tra Gianluca Squarcialupo e Francesca Campo.

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