domenica 10 maggio 2015

Tre buone ragioni per… leggere I Promessi Sposi


Lo avete odiato sui banchi di scuola e ve ne siete sbarazzati non appena avete potuto? Oppure lo conservate ancora e lo utilizzate come fermaporta? È il romanzo italiano per eccellenza, croce e delizia di tutti gli studenti del Bel Paese e paradigma inarrivabile per gli aspiranti scrittori di ogni genere. Stiamo parlando de I Promessi Sposi, il temuto capolavoro di Alessandro Manzoni e siamo pronti a darvi tre buone ragioni per smettere di sbadigliare al solo pensiero di quel ramo sul lago di Como…

1.      Meglio di un libro di storia. Il Seicento in Italia è stato un secolo tosto, decisamente difficile da studiare. Rileggerlo affrescato dalle indimenticabili descrizioni del Manzoni è tutta un’altra storia. Dalle case dei poveri, ai palazzi dei potenti, passando per il paesaggio lacustre, fino alla Milano devastata dalla Peste, nulla è lasciato al caso, proprio nulla. Ma date fiducia alle minuzie, non lasciatevi scappare nessun dettaglio e scoprirete che la potenza descrittiva dell’autore è in grado di rendere vivo anche ciò che può sembrare irrimediabilmente lontano.

2.      Archetipo dell’Amore. Proviamo a semplificare la faccenda: il tomo dei tomi in questione altro non è che una storia d’amore. E potrebbe mai essere noioso l’amore? Senza contare che non ci sono solo Renzo e Lucia a passarne di tutti i colori pur di convolare a nozze. I Promessi Sposi sviscera l’amore a tutto tondo, da quello più puro e innocente dei nostri beniamini, a quello violento e irrazionale di Don Rodrigo per Lucia, passando per la passione travolgente della Monaca di Monza per Egidio. Ogni personaggio è mosso dall’amore più di quanto sembri.

3.      Anche i cattivi hanno un’Anima. La Provvidenza e la Redenzione svolgono un ruolo centrale in tutto il romanzo, nel quale anche il cattivo più perfido, come l’Innominato, si piega di fronte ai propri sensi di colpa e, dopo una vita di malefatte, decide di pentirsi e convertirsi, inginocchiandosi ai piedi del Cardinale Borromeo. Sappiamo quanto la fede abbia influenzato l’intera produzione del Manzoni, ma anche volendo dare una chiave di lettura più laica, ne I Promessi Sposi si comprende benissimo come anche i personaggi più negativi abbiano diritto a una seconda possibilità e quindi a una vera e propria riabilitazione nel tessuto sociale.

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