Neri
Pisani è tornato. Lo stravagante antiquario, scontroso e solitario, che
preferisce di gran lunga la compagnia di strane chincaglierie vecchie di
secoli, piuttosto che quella dei suoi concittadini, si ritrova a essere
l’involontario testimone della morte di un giovane che, durante un tiepido
pomeriggio primaverile, precipita dalla finestra del suo appartamento, nel quartiere
di Brera, durante una festa con degli amici. La vittima è un diciannovenne di
nome Davide Crespi che frequenta il Liceo Classico e conduce una vita
apparentemente serena, dato che appartiene a una delle famiglie più facoltose
della città. Le indagini degli inquirenti, tuttavia, sembrano giungere a una
conclusione che Neri non condivide affatto. Così, intraprendendo una sua
personalissima indagine parallela, Neri scoprirà risvolti inaspettati sulla
doppia vita del giovane Davide, fino a un epilogo che lascerà tutti
letteralmente a bocca aperta.
“Il demone di Brera”,
Fratelli Frilli Editori, è il secondo
romanzo di Ippolito Edmondo Ferrario
che ha per protagonista l’istrionico antiquario Neri Pisani, investigatore, suo
malgrado, destinato a far luce sui torbidi misteri che incrociano il suo
cammino nella città di Milano. Al di là della costruzione della storia,
abbastanza convincente, anche se un po’ farraginosa in alcuni punti, l’autore ha
il vanto di aver creato uno dei protagonisti più riusciti dello scenario noir
degli ultimi anni. Politicamente scorretto a tal punto da ispirare simpatia,
Neri Pisani è un sociopatico capace di inaspettati slanci di umanità, che ha
fatto del suo disincanto verso tutto ciò che lo circonda la sua principale e
imprevedibile arma per risolvere i crimini di cui diventa testimone. È la forza
di questo personaggio intollerante, ma inspiegabilmente empatico, a trascinare
con impeto il lettore fino all’ultima pagina, in un vero e proprio viaggio
negli Inferi, attraverso i palazzi di
una Milano, anch’essa muta protagonista, ma dove nulla è come sembra.
“Il demone di Brera”,
Fratelli Frilli Editori, è un noir di grande attualità e dal ritmo incalzante,
ambientato in una grande metropoli. Raccontaci la genesi di questo romanzo:
cosa ti ha ispirato durante la stesura?
La
genesi è stata abbastanza naturale, trattandosi del secondo romanzo di una
serie inaugurata un anno fa con “L’antiquario di Brera”. Più che altro,
rispetto al precedente, ho cercato di fare un salto di qualità in termini di
scrittura. Ho pensato a una storia meno movimentata rispetto alla prima, più
profonda in termini di tematiche trattate, una sorta di percorso tragico e
iniziatico del protagonista, una discesa negli inferi milanesi, dove per inferi intendo determinati ambienti
metaforicamente paragonabili a un girone infernale.
Chi è Neri Pisani,
l’istrionico antiquario investigatore, protagonista di questo libro? Come lo
definiresti e, in generale, come delinei i personaggi dei tuoi romanzi?
Neri
Pisani è un personaggio frutto di incontri, di precedenti libri scritti, figlio
del quartiere di Brera in cui abito e in cui l’ho partorito. Volevo un
personaggio fuori dal coro, grottesco, controcorrente, antimoderno, incancrenito
nella sua intolleranza verso tutto e tutti, politicamente scorretto e che
spiazzasse il pubblico. Spero di esserci riuscito, almeno in parte. È talmente bizzarro
che piace, in effetti.
Gli
altri personaggi, specie gli amici di Neri, sono tutti inspirati a persone
reali, spesso miei amici che mi diverto a inserire nelle storie e a farli
interagire con personaggi d’invenzione. Quindi, a parte alcuni personaggi
totalmente frutto di invenzione, per gli altri mi limito a descriverli per
quello che sono ricorrendo davvero poco alla fantasia.
Milano, la città in cui è
ambientata la storia, a tratti diventa un vero e proprio personaggio del
romanzo. Quando e in che modo ti senti legato alla tua città d’origine?
Milano:
amore e odio. Questo è il sentimento che mi lega alla mia città. La si detesta,
spesso, ma si è sempre qui, nella sua ombra. Di certo è una fucina ideale per
raccontare storie, spesso poco edificanti. La realtà della cronaca a volte
supera la fantasia e a uno scrittore non resta che attingere e raccontare,
facendosene portavoce. Questa per me è Milano.
Che autore sei e quando
ti sei reso conto che questo grande talento sarebbe potuto diventare un
mestiere? Da dove nasce la tua esigenza di scrivere?
Scrivere
per me è un mestiere come un altro. È la cosa che so fare meglio, quindi mi
risulta naturale. Non ho frequentato una scuola, ho sempre fatto tutto da
autodidatta. Ho scritto molti saggi e ora mi sto dedicando al noir, ma la
sostanza cambia poco. La scrittura per me è un lavoro quasi artigianale: occorrono studio,
programmazione, impegno. E naturalmente tanto divertimento.
A cosa stai lavorando
attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.
Attualmente
sto lavorando al terzo episodio che avrà per protagonista Neri. E insieme sto
concludendo la biografia di un personaggio che, nel secondo Dopo Guerra,
partecipò come volontario a due conflitti, uno africano e uno mediorientale.
Una storia cruda, forte, senza filtri, ma molto interessante dal punto di vista
umano e da quello storico.
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