domenica 29 maggio 2016

Cassandra Rocca: il coraggio di scrivere, tra amore e risate


Se pensi che i sogni non si avverino mai, ricorda che a New York tutto può succedere! Cassandra Rocca ne era profondamente convinta quando, spinta dalla passione e dall’esigenza di scrivere, ha iniziato la prima stesura di “Tutta colpa di New York”, l’indimenticabile commedia romantica che racconta la storia di Clover, la dolce personal shopper innamorata dell’atmosfera natalizia, e di Cade, il divo hollywoodiano apparentemente imperturbabile in cerca di normalità. A questo primo romanzo che l’ha resa famosa, garantendole il suo primo contratto con la Casa Editrice Newton Compton, ne sono seguiti altri che hanno dato vita a una serie che ha fatto battere il cuore di tutte le lettrici e i lettori, tra emozioni e risate.
Per scrivere, infatti, occorrono coraggio, talento e dedizione, oltre a un pizzico di incoscienza e a tanta fortuna. Le delusioni sono sempre dietro l’angolo, ma, come Cassandra Rocca ci ha insegnato, grazie al suo stile fresco e scorrevole e alle sue storie piene di ottimismo e fantasia, non ci si può arrendere, se scrivere è un bisogno primario, nato dalle radici del nostro cuore. Dal self publishing, al contratto con un grande editore, la spontaneità e l’entusiasmo di quest’autrice, in grado di farci viaggiare in tutto il mondo solo attraverso carta e inchiostro, non sono cambiati. La sua capacità di coniugare l’intensità dell’amore alla leggerezza del sorriso è cresciuta, sviluppandosi in trame sempre più articolate e credibili e facendo sì che la genuinità delle prime opere lasciasse il passo a una penna più sicura e metodica, ma non per questo meno vera e originale.
Un’autrice italiana tutta da scoprire, per chi ancora non avesse letto le sue fiabe moderne, e da tenere d’occhio perché, prima della fine dell’anno, tornerà in libreria con una nuova divertente e appassionata storia d’amore e di sogni da realizzare.


Con la serie “Tutta colpa di New York” sei entrata nel cuore di tutti i lettori e le lettrici. Raccontaci la genesi di questi romanzi così fortunati: cosa ti ha ispirato?

Dopo metà della vita passata a sognare di vedere un mio libro in libreria, quattro anni fa mi sono decisa a inviare un manoscritto ad alcune case editrici. Ho scelto il mio romanzo migliore, secondo il mio guato, scritto a vent'anni e rivisto miliardi di volte, e mi sono messa ad aspettare una risposta... che non è mai arrivata.
Naturalmente quel rifiuto implicito mi ha bloccata, credevo fosse inutile continuare. Il sogno si era infranto e io non riuscivo più a scrivere.
Ma chi ha questa passione non può fare a meno di scrivere per troppo tempo e così, dopo otto mesi esatti dall'invio del manoscritto, ho ripreso in mano la penna, solo per il gusto di farlo. Ho deciso di iniziare con qualcosa di poco impegnativo: un semplice racconto natalizio, visto che era novembre e iniziavo già a respirare il clima delle feste, che adoro. Più scrivevo e più avevo voglia di farlo e la protagonista mi somigliava sempre di più a ogni pagina, con quella sua voglia di continuare a credere, nonostante tutto.
Dopo neanche un mese, “Tutta colpa di New York” era concluso e gli altri due romanzi erano già chiari nella mia mente.
A quel punto in me è nato il desiderio di capire se ero stata rifiutata dalle case editrici perché realmente credevano che non avessi la stoffa per questo lavoro, o se ero stata solo ignorata. Così ho provato la strada del self publishing. Voleva essere un esperimento, non mi conosceva nessuno, non ne ho parlato nemmeno alla mia famiglia, né mi sono fatta pubblicità sul web. Ho messo online il file del romanzo appena scritto e ho aspettato un riscontro, senza farmi troppe illusioni.
Dopo poche settimane ero inspiegabilmente prima in classifica su Amazon e nel giro di un mese ho firmato il contratto con la Newton Compton per l'intera trilogia. Il resto è storia e per me ha ancora dell'incredibile!

Che scrittrice sei: segui l’ispirazione a qualunque ora del giorno o hai un metodo collaudato al quale non puoi rinunciare? Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere?

Non avendo avuto un'infanzia felice, né un'adolescenza normale, rifugiarmi in realtà migliori era l'unico modo che avevo per andare avanti. I libri mi facevano stare bene, ma non erano sempre a disposizione. Così ho iniziato a scrivermeli da sola più o meno all'età di dodici anni: potevo evadere ogni volta che volevo, dovunque mi trovassi e mi bastavano solo un quaderno e una penna.
Seguivo l'ispirazione del momento, scuola permettendo, non pianificavo nulla, scrivevo e basta, tutte le volte che potevo. Del resto, lo facevo solo per me o per un pugno di amiche, il giudizio della gente non mi importava: una storia doveva solo farmi stare bene e distrarmi, nulla più.
Ora che scrivo per professione, cerco di impostare le cose in modo più razionale: faccio moltissime ricerche, soprattutto dal momento che adoro ambientare i miei romanzi all'estero. Sto attenta alla trama, a far sì che la storia non abbia buchi, che sia di facile lettura, coinvolgente e che sia verosimile, pur scrivendo commedie romantiche un po' fiabesche. Ma una volta iniziato a scrivere, finisco comunque per farmi trascinare dai personaggi. Se una storia non emoziona me per prima, non emozionerà nemmeno i lettori. Non riesco a scrivere a comando, devo sentire ogni parola e apprezzarla prima di tutto come lettrice.
Quanto al tempo, se ispirata scrivo ogni volta che ho un momento libero, anche a costo di appuntare frasi o idee sulle note del telefonino!

Come si struttura un perfetto romanzo d’amore? Quanto contano un buon incipit e un’efficace scansione dei capitoli? Svelaci i tuoi segreti…

Non ho segreti, né così tanta esperienza da poter dettare regole. So quel che ho imparato negli ultimi anni, anche grazie alle mie editor: un romanzo d'amore deve seguire uno schema preciso, deve avere una protagonista femminile in cui le lettrici si possano identificare, un protagonista maschile da favola, un amore appassionato ma anche travagliato – per mantenere vivo l'interesse – e il sospirato lieto fine. Quest'ultimo punto è tassativo, altrimenti non si tratta di un romanzo rosa!
L'incipit è fondamentale, serve a far entrare immediatamente un lettore nella storia: troppe disgressioni stancano, i dettagli e le pause vanno dosati nel corso della stesura. Il risultato deve essere equilibrato, dare l'impressione di essere stato scritto di getto nonostante l'attenta pianificazione. Bisogna “mostrare”, più che raccontare... Insomma, non è facile come sembra!
Ma, tecnica a parte, credo che la vera perfezione di un romanzo la decreti il lettore, non l'autore.

È ancora possibile oggi, secondo te, fare della scrittura una professione a tempo pieno? Con l’avvento del digitale, cosa è cambiato per gli autori 2.0?

Si spera sempre di poter vivere della propria passione, anche se in Italia le cose sono più complicate che in altri paesi. Un po' per via di tasse e obblighi burocratici assurdi che dimezzano i guadagni, ma anche per una ingiustificata reticenza dei lettori a dare fiducia agli scrittori italiani: vige questa convinzione che gli stranieri lo fanno meglio, chissà perché!
Il digitale ha decisamente contribuito a far conoscere nuove voci: è alla portata di tutti, soprattutto dei più giovani – molto più portati alla tecnologia – e ha convinto più persone a leggere, a provare autori e generi diversi, anche grazie ai prezzi bassi e alla grande varietà di titoli in commercio. Il rovescio della medaglia, secondo me, è dato dalla pirateria, che di certo non aiuta gli autori a vivere di scrittura, dal momento che li priva di parte dei guadagni. Senza dimenticare che tenere un libro in mano, fatto di carta e inchiostro, ha sempre il suo fascino, non paragonabile a un file anonimo su un computer e sono ancora molti coloro che preferiscono sfogliare le pagine, piuttosto che toccare uno schermo.
Da autrice, sono contenta di essere presente sul mercato in entrambi i formati e accontentare, così, tutte le tipologie di lettori.

A cosa stai lavorando attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.


Sto per iniziare la stesura del prossimo romanzo, ma la trama è ancora in lavorazione e non posso anticipare nulla. Ciò che posso dire è che si tratterà ancora di una commedia romantica, che credo ormai sia il mio marchio di fabbrica, sperando di offrire a chi mi segue un prodotto piacevole. Se la stesura procederà senza intoppi, potrei tornare in libreria entro la fine dell'anno.


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