martedì 5 gennaio 2016

Italiani a Londra: storie di cervelli in fuga e non solo...


Dall’altra parte della Manica, ma a sole due ore di volo da casa: che si tratti di studio o di lavoro, Londra è, da sempre, tra le mete preferite degli Italiani che decidono di partire in cerca di opportunità e fortuna. Ma cosa li spinge realmente a partire? Qual è l’impatto iniziale con la Capitale inglese? Quanti rimangono nel Regno Unito e quanti, invece, scelgono di tornare nel Bel Paese?
Venti amici e lettori di Fatti i fatti tuoi! hanno deciso di sottoporsi volontariamente al nostro questionario, scegliendo una sola opzione in risposta alle seguenti domande chiuse:

1.      Perché sei partito per Londra?
Ø  Solo per imparare o migliorare il mio inglese
Ø  Per fare un’esperienza lavorativa all’estero
Ø  Perché non vedevo più prospettive per il mio futuro in Italia.

2.      L’impatto iniziale è stato:
Ø  Negativo, ma sono riuscito a cavarmela
Ø  Positivo, ma non è stata una passeggiata
Ø  Equilibrato, tra alti e bassi.

3.      Facciamo un bilancio della tua esperienza: quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ø  Tornerò in Italia
Ø  Resterò a Londra dove ho trovato la mia dimensione ideale
Ø  Londra è stata solo la prima tappa della ricerca del mio posto nel Mondo!

I venti anonimi partecipanti a questa Blog-Inchiesta sono ragazze e ragazzi tra i venti e i trentacinque anni provenienti da ogni parte d’Italia, tutti diplomati e con una conoscenza base della lingua inglese. La metà di loro, inoltre, è in possesso di un diploma di Laurea Triennale, Specialistica o Magistrale.
Alla prima domanda, quattro partecipanti su venti hanno scelto la prima opzione, cinque la seconda e undici la terza, sottolineando la sfiducia nel futuro che i giovani Italiani nutrono nella prospettiva di costruire la loro vita nel nostro Paese.
Alla seconda domanda, otto partecipanti su venti hanno scelto la prima opzione, nove la seconda e solo tre la terza, evidenziando la volontà di essere ottimisti anche di fronte alle difficoltà che si incontrano trasferendosi in un Paese straniero.
Alla terza e ultima domanda, otto partecipanti su venti hanno scelto la prima opzione, sette la seconda e cinque la terza, mostrando chiaramente che la maggioranza di coloro che decidono di allontanarsi dall’Italia scelgono, poi, di continuare a costruirsi un futuro all’estero, che si tratti di Londra o di altre parti del Mondo.
Alla domanda aperta nella quale abbiamo chiesto ai nostri amici e lettori di raccontarci un aneddoto della loro vita a Londra, continuando a rimanere anonimi, sono emerse storie meravigliose, divertenti e toccanti al tempo stesso, che hanno evidenziato alla perfezione il grande estro italiano. Dalle disavventure coi coinquilini provenienti da ogni parte del Mondo, a chi si è trovato alla guida della sua auto aziendale dal lato sbagliato della carreggiata, passando attraverso chi ha avuto l’onore di servire un drink a Paul McCartney o di cucinare la cena a Elton John, gli Italiani a Londra ne hanno fatte davvero di tutti i colori, dimostrandosi perfino dei leali sudditi di Sua Maestà!

La crescente voglia di migrare di molti giovani meritevoli e di talento deve davvero far riflettere tutte le nostre autorità. Quella che, un tempo, era la cosiddetta fuga dei cervelli, oggi è sfiducia sempre più diffusa verso sistemi logori, che sta facendo aumentare a dismisura il desiderio di partire, anche verso mete ben più lontane di Londra. In questo modo rischiamo di essere tutti vittime e carnefici, in balia di flussi migratori incontrollabili e poco fruttuosi. Allo stesso tempo, tuttavia, sono tanti i giovani che decidono di partire e poi, costretti dalla necessità, si ritrovano a fare all’estero le stesse esperienze lavorative poco gratificanti che spesso hanno snobbato in Italia. Insomma, partire, lasciando la propria terra è sempre una scelta coraggiosa, ma, alle volte, come ci hanno raccontato alcuni dei nostri intervistati, lo è altrettanto rimanere e cercare di migliorare le cose dove siamo nati e cresciuti, restando sempre e comunque noi stessi.

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