Erminia Vecchi non si limita a
dipingere volti, ma racconta delle vere e proprie storie, attraverso gli occhi
e i lineamenti dei soggetti che ritrae. Pennellata dopo pennellata, in ogni
ruga e in ogni espressione è racchiuso il racconto di vita di tanti personaggi,
ritratti in un’istantanea che ha il sapore dell’eternità della tela. Dopo
un’esperienza nella grafica pubblicitaria, Erminia Vecchi ha voluto riscoprire
la sua passione per i pennelli e si è dedicata, con grande impegno, alla
pittura ad olio, concentrandosi sulla ritrattistica e prediligendo soggetti
esotici e di paesi lontani. Il talento di quest’artista è evidente, sono le sue
stesse opere a esprimerlo attraverso la morbidezza dei colori e l’espressività del
disegno. Donne, anziani, fanciulli: il percorso di Erminia Vecchi è una vera e
propria celebrazione della vita in ogni sua sfumatura, dall’infanzia, alla
vecchiaia, in un tripudio di colori ed emozioni senza tempo.
Da dove nasce il tuo bisogno di dipingere:
è una passione che coltivi da sempre o si tratta di un talento che hai scoperto
recentemente?
È sempre
difficile raccontare sé stessi: si tende a dire troppo o troppo poco, e parlare
di una passione come quella per la pittura richiede un attimo di raccoglimento, perché, ciò che ci viene
spontaneo ad un certo punto della vita, credo sia frutto di una lunga
maturazione.
Ho visto
dipingere ad olio mia mamma e mio fratello fino a metà degli anni ’70. Ero
affascinata dal risultato, ma un po’ meno dai tempi che questa tecnica
richiede. Ero giovane e avevo fretta di vedere il frutto del mio lavoro, quindi
preferivo il disegno e la pittura con acrilici, non potevo attendere giorni e
giorni per ombreggiature, sfumature o velature, non faceva proprio per me.
I miei studi di
Grafica Pubblicitaria mi hanno portato, poi, a lavorare su commissione fino
alla nascita dei miei due figli. Da allora e per molto tempo fare la mamma è
stato il mio lavoro e la mia passione, ma non ho mai smesso di disegnare, lo
facevo con e per i miei figli.
Nel 2009 ho
trascorso un periodo molto difficile. Ho vissuto un momento di disagio
personale e, per rinascere, non mi restava che avere pazienza e attendere il
tempo necessario. È stato proprio in quei momenti nei quali sono stata costretta
a riconsiderare il significato del tempo che passa che, pensando a mia madre,
ho deciso di provare la pittura ad olio. Mi è sembrato il modo migliore per
trovare la pazienza necessaria a risollevarmi e per avere un progetto da
portare a termine. Per fare un omaggio a quella donna straordinaria che è stata
mia madre, che ha vissuto un periodo indimenticabile in Somalia, il mio primo
soggetto è stato “Donna Somala”, un ritratto a cui ho lavorato quasi due mesi.
La ritrattistica è una parte importante delle
tua produzione, quali sono i soggetti che preferisci e le tecniche che
prediligi?
Volti di donne,
vecchi e bambini sono la mia passione. Mi perdo in quegli sguardi e, pennellata
dopo pennellata, mi sembra di creare un contatto con il soggetto, di entrare
nella sua vita, lasciando che essa penetri in me. Dipingo spesso volti di
luoghi lontani, mai visti e, per questo, affascinanti, caratterizzati dalle
sfumature calde della terra e del sole, che segnano i lineamenti di un’etnia,
che vuole comunicare qualcosa attraverso me. Con la morbidezza dei colori ad
olio ora mi trovo a mio agio e mi piace anche interrompere il lavoro, dando
alla tela il tempo di asciugare, per poi riprendere, e ci tengo anche ad
aggiungere alla pittura degli elementi naturali.
Cosa vuoi comunicare e cosa ti ispira
maggiormente davanti a una tela bianca?
In primo luogo
vorrei comunicare la mia passione. La tela bianca è come un libro senza parole
e io cerco di raccontare una storia, una vita, usando colori e pennelli e
immaginando il mio soggetto nella sua realtà.
A quali movimenti artistici del passato ti
rifai? Quali sono i tuoi maestri di riferimento?
Come per tanti
artisti Frida Kahlo e gli Impressionisti, in
primis Van Gogh, sono la mia fonte. Studio le loro opere e le loro
personalità mi ispirano continuamente. Anche se la mia pittura non è né così
immediata, né così cruda, mi riconosco un po’ nell’uno, un po’ nell’altra, ma
io, forse, sono meno coraggiosa e tendo a rappresentare il bello di ogni
situazione. Pur avendo una vena piuttosto malinconica, non lascio che questa trapeli
e non amo uscire allo scoperto, anche se, poi, un’opera finita racconta molto
per un occhio attento.
A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci
quali sono i tuoi progetti per il futuro.
Mi sono appena
preparata per una mostra itinerante al centro di Roma che è iniziata a fine
ottobre e si protrarrà fino al 6 gennaio e si tiene in alcune tra le più
prestigiose chiese della città. Sarà un gran lavoro, ma il progetto è molto
interessante. Per il futuro sta prendendo vita l’idea di aprire dei corsi di
pittura per bambini e non solo, dove si possa imparare la tecnica della pittura
ad olio per avere modo di esprimersi e di scoprire se stessi scavando a fondo
nella propria natura.
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