Pablo Daniel Babboni è un
vero artista. Ha fatto della scultura la sua ragione di vita e, dopo gli studi
in Argentina, dove è nato e cresciuto, si trasferisce in Italia, per fare in
modo che la sua passione diventi un lavoro che gli permetta di vivere. Pablo è volenteroso
ed entusiasta e non esita ad accettare ogni tipo di incarico, viaggiando spesso
in tutto il mondo. Pietrasanta, la cittadina in provincia di Lucca nella quale
vive dal 1997, è, ormai, diventata la sua casa, grazie all’affetto dei parenti
e degli amici italiani, che non lo fanno mai sentire solo, così Edelveis, la
mamma di Pablo, è meno in pensiero per quel figlio lontano, ma sempre molto
presente.
Nel giugno 2007, però, al
ritorno da un lungo viaggio di lavoro in California, succede qualcosa di
imprevedibile. Pablo chiama, allarmato, i suoi genitori in Argentina e racconta
loro di aver subito delle minacce da qualcuno e di aver deciso di lasciare la
casa dove vive. Il 16 giugno 2007 Pablo chiama per l’ultima volta Edelveis, ed
è molto spaventato, ma la comunicazione si interrompe bruscamente e, da quel
giorno, non si hanno più notizie di lui.
La sua auto, con pochi
effetti personali all’interno, viene ritrovata alla fine del 2007, ma non è
stata utile per capire cosa possa essere successo a Pablo, che è scomparso
ormai da più di otto anni, senza lasciare tracce.
Pablo si è allontanato in
seguito a qualcosa che lo ha turbato: le minacce, che ha raccontato di aver
subito da parte di qualcuno vicino alla sua fidanzata, lo hanno fatto temere
per la sua stessa vita. Quindi i suoi genitori hanno avuto paura, sin dall’inizio,
che potesse essergli accaduto qualcosa, anche se, dalle indagini, non è mai
emerso nulla: né particolari piste da seguire, né soggetti specifici da
indagare e l’inchiesta è stata archiviata già nel 2008.
Edelveis non si rassegna
e, assieme a tutta la famiglia, chiede a gran voce che suo figlio non venga
dimenticato e che le indagini siano riaperte: Pablo non può essere scomparso
nel nulla, bisogna continuare a cercarlo.
Chi
è Pablo, tuo figlio? Raccontaci la sua storia.
Pablo è nato il 19 febbraio 1972
a Paraná, nella provincia di Entre Rios, in Argentina. Ha studiato Belle Arti,
specializzandosi in scultura, così ha deciso recarsi in Italia per approfindire
i suoi studi. Nel novembre 1997 si è stabilito a Pietrasanta, in provincia di
Lucca, dove abitano i cugini di mio marito. Da lì ha viaggiato molto: è stato
tre volte negli Stati Uniti per occuparsi del restauro di alcune sculture in marmo;
è stato in Cina, grazie a una borsa di studio, per participare a un Simposio di
Scultori, durante il quale ha creato una scultura in marmo che rappresenta il
viso di una giovane donna cinese, che ora si trova in un parco della città di
Fushou, a sud di Beiging e, infine, è stato anche due volte a Mosca, in Russia,
per occuparsi del restauro di una scala di marmo nella villa di una personalità
molto importante della città. La sua passione per la scultura, ormai, stava
diventando un lavoro vero e proprio e Pablo era pieno di entusiasmo e di
progetti per il suo futuro da artista.
Nel novembre del 2006 ha iniziato
una relazione con una ragazza con la quale aveva un rapporto di amicizia già da
molti anni. All’inizio non è stato semplice, perchè Pablo era amico dell’ex
fidanzato di lei, ma tra giovani queste cose possono capitare. A gennaio 2007
Pablo è partito nuovamente per gli Stati Uniti per un lavoro, ma ha continuato
a chiamare la sua ragazza ogni giorno, dicendole che le mancava moltissimo e
che non vedeva l’ora di rivederla al suo ritorno.
Al termine di questo terzo
viaggio di lavoro negli Stati Uniti, Pablo è tornato a Pietrasanta il 9 giugno
2007 e, dopo circa una settimana, è accaduto qualcosa di inaspettato. Pablo ci
ha avvisato che sarebbe andato via dalla città, perchè ci ha detto di essere
stato minacciato da alcune persone vicine alla sua ragazza. Così, anche se non
convivevano, il 16 giugno 2007, Pablo ha deciso di andarsene. Da quella data
non sappiamo nulla di lui. La sua macchina è stata ritrovata pochi mesi dopo,
nel novembre 2007, vicino Pisa, a trenta chilometri da Pietrasanta, chiusa a
chiave, ma non ci è stata utile per risolvere il mistero della sua scomparsa.
Pablo ha la doppia Nazionalità, Argentina e Italiana,
però i suoi Passaporti sono stati ritrovati a casa sua, quindi Pablo è senza
documenti. Nonostante ciò, ci sono vari segni particolari che possono aiutare a
riconoscerlo. Ad esempio, ha alcuni tatuaggi: sulla spalla, sul braccio e sulla
gamba e parla fluentemente spagnolo, inglese e italiano.
Quando
lo hai visto l’ultima volta? Cosa è accaduto il giorno della scomparsa?
Noi lo abbiamo visto l’ultima
volta a casa nostra, durante la sua visita iniziata a gennaio 2006 e conclusasi
il 26 febbraio.
Pablo ci ha telefonato il 15
giugno 2007, il giorno prima della scomparsa, alle 17, ora italiana, dicendo di
aver "hecho una macana",
ossia di aver fatto una cosa ‘non conveniente’, e che, quindi, doveva andare
via da Pietrasanta, perchè delle persone vicine alla sua ragazza lo avevano
minacciato. Sembrava davvero molto preoccupato. Il giorno seguente alle 9, ora
italiana, le 4 del mattino qui da noi, ha chiamato molto agitato, domandando a
suo padre se sapeva di qualche denuncia nei suoi confronti. La cosa ci è
sembrata strana e ci ha allarmato moltissimo. Mio marito ha risposto di non
sapere nulla e Pablo ha interrotto la comunicazione senza neanche lasciarci il
tempo di chiedergli cosa stesse accadendo. Da quel momento non abbiamo più
avuto sue notizie.
Come
si sono svolte le ricerche in questi anni? Chi vi sta più accanto concretamente
e quotidianamente?
L’indagine in
merito alla scomparsa di mio figlio è stata archiviata otto mesi dopo
la sua sparizione, nell’aprile
2008. La Procura di Lucca ha dichiarato che, non avendo più elementi per
portare avanti le indagini, non restava che archiviare.
In questo momento nessuno si sta
più occupando di scoprire cosa sia successo a Pablo, siamo rimasti soli. Mio
marito ed io siamo stati in Procura a Lucca nell’Aprile 2013, siamo stati
ricevuti dal Procuratore Generale e ci hanno restituito il notebook di Pablo,
che era stato ritrovato nella sua macchina. Ci hanno anche preso il DNA, come
avevano già fatto col nostro figlio maggiore, Luis, il fratello di Pablo,
quando, nell’ottobre 2007, si era recato in Italia alla ricerca di Pablo, con
l’aiuto del programa “Chi l’ha visto?”. Ma le indagini non sono mai ripartite.
Tu
che idea ti sei fatta? Secondo te cosa è accaduto a Pablo?
In questi otto anni della
scomparsa di Pablo abbiamo pensato molte cose, cercando di ricostruire cosa
possa essergli accaduto. Mio marito è convinto che Pablo sia morto in
circostanze misteriose. Io penso che sia
ancora vivo, non so in che condizioni di salute, forse è accaduto qualcosa che
gli ha fatto perdere la memoria e così non può mettersi in contatto con noi. Suo fratello Luis oggi ha 46 anni
e dice che vivere nell’incertezza se sia vivo o morto è sempre più terribile.
Io ho la speranza che, un giorno,
sapremo la verità e spero che magari possa essere lo stesso Pablo a
raccontarcela, quando tornerà da noi.
Abbiamo conosciuto e parlato con
la ragazza di Pablo nell’aprile 2013 e lei ci ha detto che nessuno voleva
ucciderlo, che era solo un pensiero di Pablo, che, quando ha deciso di partire,
era molto confuso, turbato e addirittura paranoico, anche nei giorni prima
della scomparsa. Nonostante ciò, i nostri parenti, che hanno visto Pablo due
giorni prima della sua sparizione, ci hanno detto che era totalmente normale e
assolutamente tranquillo. Loro non sapevano neppure che Pablo avesse una fidanzata,
perchè lui non aveva fatto nessun commento in merito.
È
il ricordo a mantenere vive le persone di cui si sono perse le tracce e a dare
alle famiglie la forza di non smettere mai di cercare. Qual è il tuo ricordo
più vivo di Pablo?
Pablo è sempre stato in contatto con noi,
via mail o via telefono, e, pur vivendo lontano, ci dava sue notizie ogni volta
che poteva. Anche quando viaggiava e si spostava tra gli Stati Uniti e la Cina,
ci raccontava del suo lavoro e di ciò che stava facendo. Era un ragazzo sincero
e trasparente.
Pablo, inoltre, era sempre in contatto con
i parenti di mio marito che vivono a Pietrasanta: una volta alla settimana si
fermava a pranzo con loro, festeggiava tutti i compleanni della famiglia, era
molto legato a tutti loro e li considerava “la sua famiglia italiana”. Voleva
molto bene a tutti, così come loro consideravano Pablo un altro figlio.
Pablo era un ragazzo molto responsabile,
soprattutto nel suo lavoro. Aveva molti amici a Pietrasanta, italiani e
stranieri, e, nell’arco di dieci anni, non ha mai avuto problemi con nessuno e
noi continueremo a cercarlo, senza mai arrenderci, con la speranza di
ritrovarlo.
Qui a Paraná, la citta in cui abita la famiglia Babboni, sappiamo bene della loro angoscia e condividiamo la loro permanente speranza. Magari potesse sorgere uno spiraglio di luce per dare alla familia di Pablo un po di sollievo.
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