Inizi del Cinquecento, la città di
Palermo, dominata dagli Spagnoli, è scossa dalle rivolte organizzate dai
mercanti della Loggia dei Pisani, oppressi dalle tasse e dalle ingiustizie del
Vicerè. A capo dei tumulti c’è il carismatico e coraggioso mercante di zucchero,
Gianluca Squarcialupo, assieme al fidato compagno, Cristoforo De Benedetto. Tra
mille intrighi e peripezie, Squarcialupo è disposto a tutto pur di avere per sé
la donna che ama, Francesca Campo, già promessa a un altro uomo, ma dovrà fare
i conti, tra le altre cose, anche con una misteriosa confraternita composta da
sette individui malvagi e senza scrupoli.
Gli ingredienti del grande romanzo
storico ci sono tutti e, ancora una volta, la nostra amica e scrittrice di
talento, Adriana Assini, si conferma
un’autrice di raro acume e ottima accortezza nell’individuare storie di grande
interesse, appartenenti a un passato solo apparentemente lontano, ma
incredibilmente attuali negli intrecci e nelle conseguenze. “Il Mercante di Zucchero”, edito da Scrittura & Scritture, è un romanzo
emozionante e scritto con maestria, capace di conquistare anche il lettore più
esigente con delicatezza e credibilità. Lo stile è pulito, i dialoghi semplici
e efficaci e la tensione giustamente dosata, tra amore, mistero e avventura: un’altra
imperdibile fatica di una scrittrice
che non ci stancheremo mai di leggere e rileggere.
Raccontaci la genesi di questo
romanzo interamente declinato al maschile: cosa ti ha ispirato durante la
stesura?
La
storia di Gianluca Squarcialupo, personaggio realmente esistito, è davvero
molto coinvolgente, non soltanto perché piena di colpi di scena e di
imprevisti, ma perché - per tanti aspetti - ci rimanda a molti “fattacci” del
presente: le commistioni tra “mafia” e politica, le devianze di elementi
appartenenti alle alte sfere della Chiesa...
Le
vicende del mercante di zucchero ci dimostrano che la Storia, nei suoi corsi e
ricorsi, è un succedersi di passi avanti e punti fermi, ripresentando spesso, a
distanza di secoli, le stesse problematiche, anche se sotto vesti diverse.
Come
non riconoscere nel malaffare che segnava la vita dei palermitani del XVI
secolo lo stesso che dilaga tuttora in Sicilia e altrove?
Come hai delineato i personaggi e,
in particolar modo, i protagonisti: il mercante Gianluca Squarcialupo e il
compagno di avventure Cristoforo De Benedetti?
Da
quanto scovato in documenti, testimonianze dell’epoca, studi sul periodo che
riguardano lo Squarcialupo, si ricava un pugno di informazioni sufficienti a
delineare una buona parte della sua personalità. Al contrario, di Cristoforo,
amico di vita e di lotte, non emergono dati caratteriali ma solo il ruolo
giocato nella vicenda e il particolare, non secondario, che abbia fatto da
“spalla” al mercante di zucchero. Va a chi scrive il compito di colmare le
lacune lasciate dalle carte...
Quanto tempo hai dedicato alla
ricerca storica? Cosa c’è di realmente accaduto e quando hai dovuto ricorrere
alla fantasia?
Il
tempo per una ricerca non è mai facilmente quantificabile. Si cercano testi
ovunque, perché a volte le biblioteche deludono e allora bisogna ricorrere a edizioni
fuori commercio, libri rari da conquistare nelle piccole librerie
specializzate. Ma non si trova tutto ciò che serve in una sola volta. Può
capitare, infatti, che ci si imbatta in un testo prezioso per la nostra ricerca
quando abbiamo già delineato l’opera e pensavamo di aver chiuso il cerchio.
Nella
ricostruzione dei fatti, mi sono attenuta strettamente alle fonti. In quanto agli
aspetti della vita privata dei protagonisti, mi sono invece concessa la libertà
di imbastire una credibile storia d’amore tra Gianluca Squarcialupo e Francesca
Campo.
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