Voglio
invitarvi a una festa. Domani Marcello compie ventiquattro anni e vorrei fagli
una sorpresa. Laura, la mamma, mi ha raccontato che, quando Marcello era
bambino, andava a tutte le feste di compleanno dei suoi compagni di scuola. La
torta, i giochi, i regali: si divertiva tanto, lasciandosi ammaliare dalla
magia della festa. Usciva dal bozzolo della timidezza, vestito di tutto punto e
rideva, scherzava, correva. Quando, però, arrivava il giorno del suo compleanno,
la scuola era finita da un pezzo e tutti gli amici e i compagni erano al mare o
in vacanza e si dimenticavano della sua festa. Marcello ci rimaneva male, ma
non lo dava a vedere. Gli zii, i cugini, i nonni e tutti i parenti facevano a
gara per coccolarlo, senza lasciarlo mai solo, e lui si sentiva protetto e
felice.
La
festa di domani sarà davvero speciale. Vorrei che ci fossero proprio tutti: la
famiglia, gli amici e perfino i vecchi compagni di scuola. Tutti coloro che
conoscono Marcello, anche solo superficialmente. Devo ammettere che non abbiamo
prenotato un ristorante o decorato una sala con palloncini e striscioni
colorati. Non abbiamo fatto la torta, né pensato a un regalo alla moda. Non ci
saranno foto ricordo da scattare, né brindisi da fare. Tutto questo non sarà
necessario e non vi chiederò di venire tutti in un posto preciso, dove
riunirci. La festa sarà nel nostro cuore,
perché di Marcello Volpe, un giovane dai profondissimi occhi castani, si sono
perse le tracce dal 12 luglio 2011, quando, alla vigilia del suo ventesimo
compleanno, è uscito dalla sua casa di Palermo, dove viveva con la sua
famiglia, senza più farvi ritorno.
La
mamma, Laura Zarcone, non riesce a farsene una ragione, incredula che Marcello,
ingenuo e timido com’era, possa essersi allontanato da solo, volontariamente,
senza più dare sue notizie a una famiglia che amava profondamente. Qualcuno può
averlo aiutato o coinvolto in una rocambolesca fuga, alla ricerca di una
fantomatica libertà? O forse gli è accaduto qualcosa che lo tiene lontano da
casa?
Oggi
ricorre il quarto anniversario della
scomparsa di Marcello e la lista dei compleanni solitari e tristi, senza
notizie, né speranze, si fa sempre più lunga. È da troppo tempo che Laura non
può festeggiare un compleanno con suo figlio. Non dimentichiamoci di un giovane
che, voglio crederlo con tutte le mie forze, ha ancora tante candeline da
spegnere.
Chi è Marcello?
Raccontaci la sua storia.
Marcello
era un ragazzo piuttosto fragile, forse meno maturo della sua età, estremamente
educato e gentile. Io lo spingevo a fare amicizia coi suoi coetanei, ma era
molto riservato e timido. Naturalmente, avendo ormai quasi vent’anni, usciva da
solo, ma era molto attaccato alla famiglia. Era puntuale, preciso, metodico.
Intelligente e sensibile, sempre attento a non ferire gli altri. In famiglia
era il più piccolo e, per questo, era il più coccolato da tutti.
La
mattina di martedì 12 luglio 2011 Marcello è uscito di casa per delle
commissioni. Suo fratello lo ha visto poco prima che uscisse e Marcello gli ha
detto che sarebbe tornato entro un paio d’ore. Vedendo che non era rientrato
all’orario stabilito, ci siamo allarmati subito: tardare non era da lui. A
volte penso che sembra che la terra lo abbia inghiottito.
Fatico
ancora a rendermene conto. Non riesco proprio a immaginare cosa possa essergli
successo. Non so se sia vivo o morto, ma il mio pensiero è sempre a lui.
Pensavo che, col passare del tempo, sarei riuscita a metabolizzare la cosa, in
un modo o nell’altro, invece è sempre peggio: è indescrivibile, solo chi vive
questo travaglio può capire fino in fondo cosa significhi.
Per
quel che riguarda le ricerche, è stato messo immediatamente sotto controllo il
cellulare di Marcello che, la domenica successiva alla scomparsa, è stato
acceso in una zona di mare con un piccolo porticciolo, non troppo lontano dal
quartiere di Palermo nel quale noi viviamo. Anche un cane molecolare, fatto
arrivare dalla Sardegna apposta per le ricerche, ha condotto gli inquirenti nel
medesimo punto, così sono intervenuti i sommozzatori per controllare se per
caso fosse caduto in acqua, ma non hanno trovato nulla, purtroppo.
Successivamente,
nel corso degli anni, c’è stato qualche presunto avvistamento, sia in Italia,
sia all’estero, ma, sfortunatamente, nulla è mai stato confermato. Non ci sono
nuovi elementi ai quali aggrapparsi, non sappiamo davvero più cosa pensare. E io
mi considero fortunata, perché è stato fatto veramente tanto per cercare
Marcello, anche se senza risultati concreti. Conosco molte famiglie di
scomparsi che non hanno avuto le stesse attenzioni che ho avuto io. C’è una legislazione
carente e una grave mancanza di informazione e, come purtroppo accade spesso, i
più deboli sono lasciati soli.
Al
momento, nonostante la tanta burocrazia, il mio avvocato è riuscito a ottenere
un supplemento di indagini che dovranno concludersi entro settembre, per cui
siamo sempre in attesa.
Qual è stato il momento
più difficile in questi anni? Oggi chi vi sta più accanto concretamente e quotidianamente?
Tutta
la famiglia è sempre al mio fianco in ogni modo possibile, con tanta
sensibilità e delicatezza, ma ogni giorno che passa è sempre più difficile. Ho
cercato anche di elaborare questa esperienza e sono stata aiutata moltissimo,
soprattutto da alcuni volontari dell’Associazione Penelope e da Caterina
Catalano, la mamma di Fabrizio, un giovane scomparso anche lui misteriosamente,
al quale è dedicata l’“Associazione Cercando Fabrizio e…”.
Ho
avuto accanto persone meravigliose che mi hanno dato un sostegno incredibile,
per cui anche io ho cercato di essere d’aiuto agli altri, aderendo alla
costituzione dell’Associazione Penelope anche in Sicilia, come referente per la
provincia di Palermo. Di recente, ad esempio, sono stata accanto ai genitori di
Daniela Zarcone, una giovane che, fortunatamente, è stata rintracciata poco
dopo la scomparsa. Quando ho avuto la notizia del ritrovamento ho avuto un tale
sollievo! Quello degli scomparsi è un mondo del quale nessuno vorrebbe far
parte, perché ci estrania dal mondo. Tuttavia condividere il proprio dolore con
chi vive esperienze simili aiuta moltissimo. Si piange insieme e si ride
insieme, alimentando positivamente le reciproche speranze. Tutti diventano
nostri figli, fratelli, sorelle o genitori.
La
questione degli scomparsi racchiude un universo di dolore e sofferenza, un
girone infernale che pochi conoscono, dove, solo appoggiandosi l’uno all’altro,
si può tentare di sopravvivere, perché non sempre le Istituzioni aiutano. Io
sono stata fortunata, le Forze dell’Ordine si sono date davvero da fare per
cercare Marcello, anche se senza esito, purtroppo.
Che ruolo svolgono o potrebbero
svolgere, secondo te, l’opinione pubblica e tutti i mezzi di informazione di
fronte a un caso di scomparsa?
Io
sono una persona estremamente riservata e timida e, nonostante questo, non mi
tiro mai indietro quando c’è da raccontare la storia di Marcello. Ma ho potuto
constatare che, quando non c’è nulla di morboso o anomalo, è difficile attirare
l’attenzione dell’opinione pubblica attraverso giornali e televisioni. Una
volta un autore televisivo mi disse che non era facile realizzare un servizio
su mio figlio: in fin dei conti si trattava solo di un ragazzo scomparso, cosa poteva
inventarsi per non far cambiare canale ai telespettatori?
Tenere
alta l’attenzione è difficilissimo. A volte anche le manifestazioni servono a
poco, purtroppo, e questo è sconfortante. Marcello è scomparso alla vigilia del
suo ventesimo compleanno e trascorrere questa data lontano da lui diventa
sempre più straziante. È un pensiero continuo.
Oggi ricorre il quarto
anniversario dalla scomparsa di Marcello: cosa gli diresti se sapessi che sta
leggendo le tue parole?
Io
non voglio che Marcello torni a casa a tutti i costi. Io vorrei solo che fosse
felice e che trovasse la sua strada, ma, nello stesso tempo, vorrei anche
essere sicura che, in qualsiasi momento della sua vita, se avesse bisogno di
me, io potrei essere in grado di aiutarlo. Mi rendo conto che non per tutti la
vita di oggi è accettabile: una persona fragile rischia di essere stritolata
dal mondo difficile in cui viviamo. Vorrei solo sapere se è vivo, se sta bene e
potergli dire che, se vuole, la mamma sarà sempre disponibile per lui.
Forse
ha incontrato qualcuno che lo ha plagiato e convinto ad allontanarsi, perché fatico
a credere che Marcello possa essersi allontanato da solo, di sua volontà, senza
darci più sue notizie e ho tanta paura che si trovi in una situazione di
pericolo, dalla quale non riesce più a uscire. È giusto che abbia la sua vita, perché
ormai è adulto, ma sapere che è felice sarebbe il regalo più grande che
potremmo mai ricevere.
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