lunedì 24 settembre 2018

“L’età ridicola” di Margherita Giacobino



Ormai vicina alle novanta primavere, in una Torino spenta e distante, la vecchia è l’inconsapevole protagonista di “L’età ridicola”, il nuovo romanzo di Margherita Giacobino, edito da Mondadori e appena approdato sugli scaffali delle nostre librerie.
Stanca di vivere e desiderosa di imbattersi finalmente nella morte, con la quale, da diverso tempo, intrattiene segreti dialoghi di filosofia spiccia, la vecchia è ancorata alla vita dalla personalità indomita e dallo spirito ribelle che da sempre la contraddistinguono, acuta e polemica, nella sua passione per la lettura, la musica, la cronaca nera e le catastrofi. A tenerle compagnia, oltre ai dolori alle ossa, ci sono il malridotto gatto Veleno, la svampita amica di sempre, Malvina, confinata in una casa di riposo dai parenti indolenti, e la giovane e apparentemente spensierata badante Gabriela, una ragazza dell’Est, costretta sempre più spesso a difendersi da una famiglia ingombrante che vuole approfittarsi del suo lavoro. Quando Gabriela viene minacciata dal cugino Dorin, sedicente terrorista che vorrebbe sposare la bella cugina e il suo sicuro stipendio, la vecchia non ci pensa due volte a difendere la sua piccola realtà quotidiana, una peripezia dopo l’altra, verso un epilogo nient’affatto scontato.
Graffiante, ironica e travolgente, col suo vocabolario sottile e lo stile incisivo di sempre, Margherita Giacobino firma una nuova storia di grande attualità, dai toni amari e commoventi, ma anche profondamente divertente nel suo sarcastico punto di vista sulla vita. La vecchiaia, la morte, la diversità, la solitudine e il miraggio dell’integrazione in una società fatta di identità confuse sono solo alcuni dei temi toccati dall’autrice attraverso le riflessioni e le vicende che coinvolgono la vecchia e il suo sgangherato mondo a prima vista fuori dal tempo, ma nel quale in tempo gioca un ruolo fondamentale.
La vecchiaia, che in passato era considerata l’età della saggezza, infatti, è ormai un ridicolo countdown verso la morte, reso ancora più crudele dallo sgretolarsi dell’illusione di aver costruito qualcosa e, nello specifico, dal ricordo di un amore che non c’è più da quando l’adorata compagna Nora, in tutto e per tutto complementare alla vecchia, non la spinge più a soffermarsi sull’altro lato delle cose, quello che, per indole, spesso ignora e sottovaluta. Ecco perché la vecchia, voce narrante e protagonista, prende il nome dall’ultima stagione della vita che sta vivendo, quella senilità che tutti temiamo assieme all’arcano terrore di non essere più padroni di noi stessi, del nostro corpo, dei nostri sentimenti. E delle nostre cose, dei nostri affetti, dei nostri tempi per assorbire realtà che non ci appartengono più e sempre più spesso ci sputano fuori, come lombrichi dalla terra.
Fortunatamente ci penserà Gabriela, con la sua incosciente leggerezza di donna costretta a crescere troppo in fretta, a riempire le giornate della vecchia, dandole, almeno all’apparenza, un valore da difendere e preservare a ogni costo. Ma anche il gatto Veleno, sempre meno felino e più umano, l’amica Malvina, inquilina di un passato che non c’è più e il ricordo della compagna Nora che, forse non la sta aspettando da nessuna parte, meno che mai in un Paradiso senza più dolore. O forse sì.


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