lunedì 2 novembre 2015

Armando D’Amaro: il noir è il mio mestiere


Uno dei complimenti più belli che possa ricevere uno scrittore? Sentirsi chiedere, da un lettore, quando verrà data alle stampe la prossima avventura del suo protagonista di punta, perché l’ultima è già stata divorata, nonostante sia appena uscita! Con Armando D’Amaro, uno degli autori più brillanti e talentuosi delle scuderie della Fratelli Frilli Editori, l’“effetto dipendenza” è assicurato e, una volta letto uno dei suoi noir, che hanno per protagonista il Maresciallo Corradi, non potrete più farne a meno, complici lo stile pulito e scorrevole e la struttura lineare, ma accattivante.
Le caratteristiche del noir all’italiana ci sono tutte: un protagonista schivo e spigoloso, ma piacevolmente normale, le ambientazioni attuali e vicine al nostro quotidiano, tra la città e la provincia del nostro Bel Paese e il lato oscuro che risiede in ognuno di noi e che, quando meno ce lo aspettiamo, può emergere, dando luogo a crimini tra i più efferati, spesso per i motivi più biechi.
Questi sono gli ingredienti che rendono Armando D’Amaro un autore nel quale non ci si imbatte semplicemente una tantum, ma che si continua a seguire con interesse, grazie all’immediatezza del suo stile e alla vivacità dei dialoghi e delle descrizioni che rendono i personaggi e le vicende narrate nei suoi romanzi tanto prossime al vissuto di chiunque di noi, pur non cadendo mai nella banalità del luogo comune o, per meglio dire, del delitto perfetto da telefilm americano.


Raccontaci la genesi del tuo personaggio, il maresciallo Corradi: chi è e cosa ti ha ispirato per la sua creazione?

Il ‘parto’ di Corradi è stato forzato. Mi spiego meglio: la stesura originaria di quello che sarebbe diventato Delitto ai parchi, il mio primo romanzo – nato, è il caso di dirlo, per un caso malaugurato – non prevedeva nemmeno la figura di un investigatore. Il “gran capo” della Casa Editrice Frilli, Marco, si disse disposto a pubblicarlo, a patto che lo ambientassi a Genova (avevo utilizzato la topografia del Monopoli) e mi convinse anche ad inventarmi un personaggio che avrebbe potuto, in caso di buona accoglienza da parte dei lettori, dare un seguito alla storia. Decisi, così, di dare vita ad un normale (pertanto non geniale) quarantenne che lavora, senza infamia e senza lode, come tanti, per lo Stato: il Maresciallo Corradi infatti, al suo ‘debutto’, arresterà – totalmente convinto della sua colpevolezza – non il vero responsabile dei delitti che avevano sconvolto il capoluogo ligure ma… Mi fermo qui, nel caso qualcuno non lo avesse ancora letto! Nei libri successivi, che lo vedono protagonista, feci in modo, senza alterarne le caratteristiche tratteggiate inizialmente, di descriverlo maggiormente, svelando, di volta in volta, sempre più sfaccettature della sua personalità spigolosa e della sua intrinseca – anche se sommersa - umanità.


Quando si riesce a costruire un personaggio così carismatico, da dare vita a una serie di    romanzi che lo hanno per protagonista, i lettori si fanno sempre più esigenti. Tu come vivi queste aspettative del pubblico?

I lettori, giustamente, pretendono – oltre a storie avvincenti e realistiche – anche di sapere cosa ‘combina’, nella vita privata, il protagonista. Come giustificare il carattere di Corradi e la sua apparente anaffettività? Ne Il testamento della signora Gaetani ho svelato i motivi: il mio Maresciallo, prima di arruolarsi nell’Arma, giovanissimo, aveva militato nella Legione Straniera, prestando gran parte del suo servizio fra il Ciad e la Libia. Ecco il perchè del suo alzarsi all'alba, della sua difficoltà a trovare una compagna fissa, del suo scarso interesse al buon cibo… e, soprattutto, dei suoi incubi ricorrenti. Nel prossimo romanzo si scopriranno i motivi che lo spinsero a questa scelta di vita.


Il giallo, in tutte le sue declinazioni, è decisamente il tuo genere. Che scrittore sei? Da dove nasce la tua esigenza di scrivere?

La mia ‘carriera’ di scrittore, come ho già accennato, è iniziata per un caso malaugurato: la morte per un incidente in moto, nel 2004, di un carissimo amico. Oltre che profondamente addolorato mi sentii in qualche modo abbandonato e, per sfogare il mio turbamento, presi carta e penna e – in poco meno di una settimana - scrissi la storia di tre amici che si trovano a doversi confrontare con il tradimento da parte di uno di loro: lasciai quello scritto, noir come una tragedia greca, in un cassetto. Tempo dopo una collega, a mia insaputa, batté a macchina il manoscritto e lo inviò alla Fratelli Frilli Editori: pensai ad uno scherzo quando, con una telefonata, mi venne comunicato l’interesse a pubblicarlo, salvo le modifiche di cui ho accennato.
A Delitto ai Parchi (2007), sono seguiti La Controbanda, La farfalla dalle ali rosse, Liberaci dal male (scritto insieme al criminologo Marco Lagazzi) e Il testamento della Signora Gaetani. In questo lasso di tempo ho scritto anche molti racconti, pubblicati da altri editori o usciti su riviste. e curato, sempre per la Frilli, le raccolte Incantevoli stronze e Donne, storie al femminile. Sono molto affezionato al monologo Atlassib: vederlo rappresentato a teatro, anche se opera mia, mi suscita sempre emozione. La stessa emozione che, insieme al desiderio di comunicare, mi spinge a scrivere. È un modo per filtrare e rilasciare quanto già mi appartiene e quanto di nuovo mi raggiuge dall’esterno: esperienze di vita vissuta, eventi culturali, fatti di cronaca. Scrivendo sfogo i miei pensieri e le mie sensazioni e mi sento un piccolo strumento di utilità collettiva: chi mi legge – credo – ritroverà un qualcosa che ha guardato o vissuto senza avere il tempo o la voglia di trascrivere per somatizzarlo e memorizzarlo, o altro che non conosceva e scoprirà – spero - con piacere. Lo stesso piacere che mi spinge, scrivendo, a studiare cose che non so: talvolta, per comporre un accenno storico o tecnico di poche righe, leggo pagine e pagine, anche perchè il lettore, come tutte le persone generosissime, se tradito non perdona: guai a scrivere macroscopiche inesattezze!


È ancora possibile oggi, secondo te, fare della scrittura una professione a tempo pieno? Fai un bilancio della tua esperienza di autore, tra ostacoli e soddisfazioni.

Difficile ma non impossibile, anche oggi abbiamo sotto gli occhi esempi eclatanti: una discreta abilità nello scrivere, unita a quella di percepire che ‘aria tira’ – senza prescindere da una buona dose di fortuna – creano miracoli letterari. Ma è possibile anche riuscire come in altri ‘mestieri’, con impegno, perseveranza, disponibilità e – specialmente – onestà intellettuale, quella che potrebbe portare a buttare centinaia di pagine scritte con fatica e passione nel momento in cui ci si rende conto, personalmente o perché viene detto da un esperto, che quel libro non sarebbe gradito al lettore, giudice ultimo. E, sempre e comunque, non bisogna cedere alla tentazione di pubblicare a pagamento: è inutile se non dannoso, in quanto le case editrici serie, spesso, per questo motivo, scartano a priori gli autori che ci sono ‘cascati’.
Per quanto riguarda la mia esperienza – l’ho raccontata - che dire: mi sento come chi ha trovato la moglie migliore del mondo senza cercarla e senza avere l’intenzione di sposarsi. Una buona dose di fortuna o un po’ di bravura? Fai tu.


A cosa stai lavorando attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.  


Continuo a fare quanto vado facendo negli ultimi anni: lavoro al mio prossimo romanzo (titolo provvisorio: La mesata) dove Corradi fa ritorno – questa volta per servizio - al paese dove ha rischiato di morire (Calice Ligure, mio luogo di residenza e già ‘location’ per La Controbanda), ma non solo. Aderisco sempre volentieri alle richieste più svariate: dalla partecipazione ad opere ‘collettive’, come definisco le raccolte di racconti che siano o meno a tema, alla lettura e correzione di manoscritti, dalla redazione di ‘pezzi’ per artisti, alla scrittura di brevi opere teatrali – naturalmente noir - che talvolta accompagnano le presentazioni dei miei romanzi… finché lettori e pubblico continueranno ad apprezzare!


www.frillieditori.com


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