Devo
ammetterlo: non sono un’esperta di fantasy
e le mie letture in merito non vanno oltre i classici del genere, ma la
scoperta del romanzo di Rossella
Padovano, “La Grazia dell’Acqua”,
edito da Lettere Animate, è stata
piacevolmente sorprendente e mi auguro davvero che questa autrice, dal talento
tutto da scoprire, si cimenti presto nella stesura di un nuovo romanzo.
Magari
la struttura di questo libro non sarà perfetta e lo stile non sempre coerente,
ma i punti di forza del romanzo sono la capacità di unire il racconto di
sentimenti universali nel tempo e nello spazio, come l’attaccamento alle
proprie origini e la passione dell’amore giovanile, con gli ambienti fantastici
di un mondo futuro, che ricorda molto le atmosfere medievali.
Rosensin
e Ardesiani, le due razze che abitano il pianeta descritto da Rossella Padovano,
non potrebbero essere più diverse tra loro, ma cosa potrebbe accadere se i due
rampolli dei popoli rivali si innamorassero perdutamente l’uno dell’altra? Le
pagine scorrono, come un fiume in piena, e le avventure non mancano, tra echi shakespeariani
e rievocazioni della mitologia classica, trasportandoci in un mondo pieno di
sorprese, che ha una sola cosa in comune col nostro: l’acqua, limpida e
rassicurante fonte di vita, ma anche di insospettabili insidie.
“La Grazia dell’Acqua”,
edito da Lettere Animate, è un fantasy
dalle atmosfere medievali decisamente sui
generis, intriso di storia e di passioni inaspettate. Raccontaci la genesi di questo libro: cosa ti ha
spirato durante la stesura?
Non
ho avuto un'unica fonte d’ispirazione. La musica classica e i soggetti
dell'opera sicuramente mi hanno sempre affascinato. Poi, come molti, attingo
idee e spunti anche da ambiti apparentemente distanti dai temi del racconto,
come l'arte classica, il cinema d'autore, il fumetto. Un elemento, credo,
importante, è stato sicuramente il luogo dove vivo da alcuni anni, una terra
amata e celebrata da Luchino Visconti, dove è stato girato il suo più grande
capolavoro.
Da dove nasce la tua
esigenza di scrivere? Che autrice sei: segui l’ispirazione a qualunque ora del
giorno o hai un metodo collaudato al quale non puoi rinunciare?
La
voglia di scrivere non nasce ma emerge lentamente. Non la vedi, né la senti
subito. Sono convinta che per scrivere un racconto sia necessaria disciplina e
dunque un metodo. Tuttavia spesso mi capita di avere idee estemporanee o frames da registrare in momenti inusuali
della giornata.
Come definiresti i
protagonisti della storia, appartenenti a “razze” contrapposte, ma
profondamente legati da un amore segreto? Come delinei, in generale, i
personaggi dei tuoi romanzi?
I
protagonisti del mio romanzo li definirei “classici” nei sentimenti, ma “moderni
e contemporanei” nell'approccio alla vita. Tratto ogni personaggio come se
avesse una storia ben precisa alle spalle, cerco di dargli profondità, anche se
spesso una parte dello studio su di loro non la utilizzo concretamente nel
racconto.
Per saper scrivere bene
occorre, certamente, leggere tanto: che libro c’è sul tuo comodino? Che generi prediligi?
Al
momento sto leggendo “Chourmo”, il secondo libro della trilogia marsigliese di
Jean-Claude Izzo. Più che determinati “generi”, prediligo gli autori irruenti e
viscerali come Jean-Claude Izzo appunto, o Louis-Ferdinand
Céline.
Naturalmente sono convinta che una base di testi classici sia importante e per
questo Tolstoj, Jane Austen, Virginia Woolf o Shakespeare, ancora oggi, costituiscono
un punto di riferimento per la mia scrittura. Non sono una grande lettrice di
romanzi rosa, i sentimenti raccontati mi piacciono quando si sviluppano e si
intrecciano all’interno di altre storie.
A cosa stai lavorando
attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.
In
questo periodo sto lavorando a un progetto basato su tematiche più urbane e
noir. Abbastanza diverso dal “La Grazia dell'Acqua”, con i cui protagonisti,
per così dire, sono rimasta in ottimi
rapporti, per cui, chissà, magari, un giorno, li potrete rincontrare.
I
prossimi mesi li trascorrerò concentrandomi sulla revisione e riscrittura del
mio secondo racconto, che prevedo di finire entro dicembre e spero mi riservi
belle sorprese. Continuare a lavorare per diventare una scrittrice sempre
migliore, rimane l’obiettivo principale, sono convinta che, alla fine,
l’impegno porterà dei risultati.
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