Anna
è una giovane donna che, dopo aver trascorso gli anni dell’Università a Roma,
torna nella piccola realtà di provincia in cui è nata, per trascorrere un breve
periodo prima di dare inizio alla sua nuova vita lavorativa nella grande
metropoli. Sono trascorsi ormai dieci anni dall’ultima volta in cui Anna ha
visto i suoi vecchi compagni di scuola, molti provenienti da altri Paesi, e il
nuovo incontro con Khaled, Lin, Daniel e gli altri risveglia in lei un profondo
senso di solidarietà e amicizia, rimasto sopito durante il periodo trascorso
lontano da casa. Ma dove la condurrà questo inaspettato confronto con sé stessa
e con la realtà che la circonda? Quali sono le sue vere convinzioni e le sue
aspirazioni più reali? Per scoprire il percorso di crescita di Anna, non vi
resta che leggere il racconto “Tutti gli
amici di Anna” di Enrico Pennino,
edito da Scrittura & Scritture.
Lo stile asciutto e pulito rende la narrazione scorrevole e adatta a qualsiasi
tipo di pubblico, in particolar modo di giovani, che a volte faticano a
confrontarsi con una realtà sempre più multietnica, tra diffidenze e
pregiudizi. L’autore ha il pregio di riuscire a tessere una storia semplice e
nello stesso tempo esemplare, arricchita dalla praticità della splendida
edizione tascabile, estremamente elegante e curata. Gli occhi di Anna sono gli
occhi di tutti noi che siamo attratti dal caos e dalle opportunità delle grandi
città, ma che, nello stesso tempo, vogliamo conoscere e valorizzare il
variegato tessuto sociale della piccola provincia italiana, non necessariamente
chiusa o ipocrita, come ci racconta lo stesso autore, Enrico Pennino.
Parlaci della genesi del tuo racconto “Tutti gli amici
di Anna”: cosa ti ha ispirato durante la stesura?
“Tutti
gli amici di Anna” nasce dalla voglia di tornare a scrivere dopo qualche anno
di pausa durante il quale ho cominciato una nuova vita lontano dalla metropoli,
nella profonda provincia campana. Aver costruito la mia famiglia
geograficamente così distante dalla frenetica vita cui ero abituato è stata
l'occasione per osservare con più calma e introspezione quello che mi
circondava, un'esistenza densa di sorprese in un luogo dove il multietnico
tessuto sociale non poteva che ispirarmi riflessioni profonde sul presente e il
futuro delle nuove generazioni. Ho scritto usufruendo di un punto di vista
privilegiato per fotografare fedelmente una realtà in continua evoluzione che
parte dalla provincia ma che riguarda ormai ogni luogo del nostro paese
Anna, la protagonista, è
una giovane come tante, ma con una particolare sensibilità verso gli altri che
le farà scoprire il vero significato dell’amicizia e della solidarietà, al di
là delle barriere e dei pregiudizi. Com’è nato questo personaggio? È stato
difficile delinearlo con tanta efficacia?
Per
descrivere Anna ho proiettato nel futuro la vita di mia figlia: oggi è una
bimba di 6 anni, ma, da giovane donna, domani, si confronterà col contesto nel
quale i genitori hanno deciso di farla crescere. Non è stato facile calarmi
nella sensibilità di genere, l'aspirazione era quella di cucire alcune
caratteristiche su un personaggio fortemente ispirato anche alle conoscenze
fatte in questi anni. Solidarietà e amicizia emergono sempre in maniera forte
laddove il variegato tessuto sociale consiglia di tenerne conto per superare
quei pregiudizi che mettono a repentaglio la pacifica convivenza tra razze,
religioni e costumi. In questo senso la protagonista si fa paladina di valori
universali, trasversali rispetto a qualsiasi reale o presunta diversità.
Che scrittore sei? Segui
l’ispirazione a qualsiasi ora del giorno o hai un metodo dal quale non puoi
prescindere? Quando e come hai scoperto il tuo talento?
Per
scrivere qualcosa che può interessare seguo l'ispirazione, ma sono anche
abbastanza rigoroso nella metodica, amo fare ricerche, approfondire. La mia
passione per la scrittura nasce in parte dal piacere per la lettura, ma è anche
figlia della mia professione di pubblicitario. Scrivendo creativamente per
comunicare prodotti e servizi mi è parso quasi naturale provare a spingere di
più sull'aspetto narrativo, rinunciando alla sintesi tipica del copywriter e
mettendo in campo i consigli ricevuti durante la formazione scolastica. Mi
affascina enormemente il modo di scrivere dei colleghi più famosi, ma anche
quello di autori come me, costretti a muoversi nel complicato mondo
dell'editoria indipendente, cercando di portare al pubblico qualità, cultura e
tematiche attuali.
Secondo te è ancora
possibile, al giorno d’oggi, fare della scrittura una professione a tempo
pieno? Che difficoltà stai incontrando nel tuo percorso e che consiglio ti
senti di dare a chi volesse intraprendere questa strada?
Trasformare
la propria passione in un mestiere è il sogno di tutti. Per una quindicina
d'anni ci sono riuscito, lavorando nel campo della comunicazione visiva e
insegnando graphic design. Riuscire a fare lo stesso con la scrittura mi sembra
arduo, ma non meno affascinante. Vista la crisi che sta attraversando il mondo
dell'editoria e il poco interesse per le Case Editrici medio-piccole, mi
verrebbe da dire che c'è poca speranza. Magari ci vuole solo più impegno e
lavoro da parte di tutte le componenti, remando insieme nella direzione giusta,
così da ridare dignità a un mestiere in un paese dove anche i lettori
sembrerebbero essere sempre di meno. Se qualcuno desidera mettersi in gioco in
questo difficile mondo, gli consiglierei di metterci tanta convinzione, di
essere umile, di ascoltare i consigli di chi ha esperienza.
A cosa stai lavorando
attualmente? Di cosa ti occuperai nel prossimo libro? Raccontaci quali sono i
tuoi programmi per il futuro.
Il
prossimo libro sarà diverso rispetto agli ultimi, due nei quali affrontavo
tematiche sociali nel formato "racconto lungo". La mia prossima
fatica sarà un romanzo con tutti i crismi e si svilupperà in un contesto dove
personaggi e trama correranno sul filo di una morale meno buonista e
sentimentale, più cinica e per certi aspetti "cattiva". Una prova
impegnativa per chi, come me, vuole cimentarsi in differenti generi narrativi.
Anche lo stile sarà più elaborato, meno piano e asciutto. Il desiderio è quello
di puntare anche a un pubblico diverso rispetto a quello giovane degli altri
testi, magari allargando la fetta dei lettori, raggiungendo altri appassionati.
Scrivere è diventata quasi un'esigenza, continuerò con testardaggine e piacere
finché Case Editrici come Scrittura
& Scritture avranno la lungimiranza di investire sulle mie capacità,
come accade da dieci anni.
Nessun commento:
Posta un commento