mercoledì 10 ottobre 2018

Annalisa Giuliani: tutte le coniugazioni dell’Amore


Le imperscrutabili coniugazioni dell’amore, quelle che non si possono leggere, né imparare sui libri di grammatica; ma anche le nette differenze tra l’amore lecito, quello che è comunemente accettato dalla società, e quello proibito, che nasce in modo inaspettato e a volte colpevole. Di queste e molte altre declinazioni e sfaccettature dell’amore racconta “L’amore coniugato”, il romanzo d’esordio di Annalisa Giuliani, Ianieri Edizioni.
L’autrice, con la delicatezza del suo stile fluido e avvolgente, racconta la storia di Artemisia ed Ernesto, lei libera e innamorata, lui sposato, ma ugualmente innamorato di Artemisia, anche se incapace di prendere la decisione di dedicarsi totalmente a lei e al bambino che la ragazza, brillante avvocato, scopre di aspettare. È in balia di questo altalenante sentimento che Artemisia sceglie di uscire dalla tempesta, consacrando la sua esistenza a un amore diverso, quello per il figlio, esplorando la dedizione e il sacrificio che sua madre non era riuscita a fare per lei, vista la sua scomparsa prematura. Artemisia cambia completamente vita per risparmiare ogni sofferenza al bimbo che aspetta e si rende conto ben presto che solo sciogliendo alcuni nodi del proprio passato riuscirà a dare un futuro solido a se stessa e al figlio in arrivo, capendo che l’amore vero, proprio come l’energia più forte, non si esaurisce mai, ma si trasforma in modi inaspettati e imprevedibili.
La capacità di Annalisa Giuliani di entrare in punta di piedi nella vita dei protagonisti, quasi come se fosse una semplice spettatrice e non una narratrice profonda, demiurgo di una storia emblematica del nostro tempo, accompagna il lettore, prendendolo per mano con sottile finezza fino all’epilogo della storia che forse è solo l’inizio.
Tra passato, presente e futuro, molti personaggi sfiorano le vite di Ernesto e soprattutto di Artemisia che è riuscita a fare della capacità di prendere decisioni coraggiose la miglior coniugazione dell’amore puro e disinteressato. Quello per cui non si rinuncia mai a se stessi, pur donandosi totalmente a qualcun altro.


Le infinite varianti dell’amore senza tempo che tutto trasforma, non spegnendosi mai: è questo il principale ingrediente de “L’amore coniugato”, Ianieri Edizioni. Raccontaci la genesi di questo romanzo: cosa ti ha ispirato durante la stesura? Cosa volevi comunicare?

Il romanzo nasce un po’ per caso, dalla partecipazione a un concorso letterario per racconti brevi a Varese, il cui tema era “l’amore infedele”. Ho partecipato con il racconto: “Ernesto la coniugazione perfetta”, classificatosi poi primo. Dopo quel racconto ho continuato a scrivere racconti diversi, ma in realtà stavo scrivendo la storia di Ernesto e Artemisia e delle altre declinazioni dell’amore. Una specie di mosaico in cui ogni racconto rappresenta una tessera che incastrandosi alle altre restituisce una immagine completa. Quando scrivo non penso a messaggi da comunicare, penso semplicemente a raccontare una storia. Poi la scrittura ha questo aspetto misterioso, quasi magico, si completa con lo sguardo del lettore. Ciascuno può rintracciare una parola, una frase che sente più vicina.

Che scrittrice sei? Da dove nasce il tuo bisogno di scrivere? Segui l’ispirazione in qualunque momento della giornata o hai un metodo ben preciso al quale non puoi rinunciare?

La parola “scrittrice” la vivo come una usurpazione di titoli, a questa parola associo i grandi nomi che dominano le mie librerie. Amo scrivere, ma soprattutto amo leggere. Da quando ho imparato a leggere ho sempre avuto un libro con me. Scrivo perché sento l’urgenza, perché ho necessità di fermare pensieri, a volte basta il suono di una parola a dare l’avvio. Accade come per Enea, personaggio del libro, ascolto una parola e mi innamoro del suo suono, prima che del significato e intorno a quella parola costruisco una storia. l’ispirazione è così: avviene per caso, viene a stanarmi dalla mia pigrizia.  Non ho un metodo preciso, né un momento della giornata. So solo che quando scrivo sto bene.

Artemisia, determinata e brillante, ma anche fragile e sensibile, è una donna di oggi, nella quale è facile immedesimarsi, perché incarna sentimenti immortali. Come la definiresti? In generale come delinei i protagonisti delle tue storie e le vicende che li coinvolgono?

Artemisia è una donna che ama, di un amore puro e assoluto. Il suo sentire la porterà a una scelta dolorosa. È una donna che sa che l’amore in tutte le sue declinazioni, in tutte le sue coniugazioni, non è mai peccato.  È facile ritrovarsi in lei e sentirla empaticamente vicina, perché l’amore è un ri-sentimento (im)perfetto che dà forma e sostanza all’esistere.
Ogni personaggio entra nella storia con i suoi dettagli, la sua presenza, le sue parole, e poi accade che comincia a vivere nel corso della storia e a volte prende anche strade diverse da quelle immaginate.

Per saper scrivere bene occorre, certamente, leggere molto. Quali sono stati i tuoi autori di riferimento in passato e che libro c’è oggi sul tuo comodino?

Sono una lettrice compulsiva, una accumulatrice seriale di libri.  I libri mi hanno ispirato, guidato, tenuto compagnia, insieme a essi ho viaggiato, ho pianto, ho riso, ho compreso il mio sentire e quello dell’altro.  Leggere è sempre una forma di educazione sentimentale. Sono tanti gli autori che ho amato e amo. Ma se parliamo d’amore come non citare Emily Brontë, Tolstoj, Fitzgerald, Marquez… In questo momento sul comodino ho due libri “L’oscura allegrezza” di Manuela Diliberto con cui il mio “L’amore coniugato” ha condiviso la semifinale del premio John Fante. E poi “E vissero tutti feriti e contenti” di Ettore Zanca, edito da Ianieri Edizioni, romanzo che ho letto e che rileggo con grande piacere e perché a Ettore voglio bene.   

A cosa stai lavorando attualmente? Raccontaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.

Le storie da raccontare a volte si presentano alla tua porta senza chiedere il permesso, così inaspettatamente. C’è una storia che ha bussato alla mia porta e si è accomodata nella mia pagina bianca, la sto scrivendo e sono felice.


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