domenica 15 novembre 2015

Parigi, 13 novembre 2015: cosa faremo domani?


Oggi ci sentiamo tutti inermi. Siamo turbati e commossi. Indignati e furiosi. Ascoltiamo le dichiarazioni dei grandi della Terra e ci sentiamo indifesi e in pericolo. Circondati e impauriti.
Ma cosa faremo domani? Voi Romani, come me, cosa farete? Noi, che siamo il prossimo punto sulla lista nera, cosa siamo disposti a fare? Usciremo di casa e prenderemo la metropolitana guardinghi, sobbalzando a ogni velo? Stracceremo il biglietto del teatro, convinti che, per il momento, sia meglio evitare? Rinunceremo alla pizza del sabato sera, almeno per un po’? O non ci lasceremo attanagliare dalla paura, tra orgoglio e fatalismo?
La realtà è che, probabilmente, non abbiamo scelta e, proprio per questo, abbiamo paura. Ci sentiamo in diritto e in dovere di dire la nostra, in una sorta di terapia collettiva fatta di Social Network e Telegiornali, tra la voglia di documentare e quella di dimenticare. Siamo in lutto. E, nella speranza che chi di dovere trovi il modo di proteggerci, il nostro compito è solo rielaborare una perdita. Perché ciascuno di noi, a suo modo, ha perduto qualcosa di diverso meno di quarantotto ore fa.
Ieri sera mi è tornata in mente una vecchia filastrocca di Gianni Rodari dedicata a Don Chisciotte. E questa è la prova che la buona scuola è nel talento degli insegnanti e che le nostre opinioni più profonde si formano ancor prima che noi stessi ne siamo completamente consapevoli e riaffiorano proprio quando ne abbiamo bisogno, sorreggendoci nel dolore e nella confusione.

“In cuore abbiamo tutti un Cavaliere pieno di coraggio, pronto a rimettersi sempre in viaggio, e uno scudiero sonnolento, che ha paura dei mulini a vento...”

Così scriveva Rodari. E, forse, è proprio così che ci sentiamo stamattina: ci sembra di lottare contro dei mulini a vento pronti a farsi saltare in aria, ma non vogliamo permettere alla paura di vincere. La nostra scelta è proprio lì, tra il Cavaliere pieno di coraggio e lo scudiero sonnolento, che ha paura dei mulini a vento. L’uno non esclude l’altro, perché in un Mondo così Globale ciascuno di noi ha una storia da raccontare: magari un vecchio amico di Parigi, il ricordo di un viaggio, qualche foto da riguardare. Prendiamoci il nostro tempo, senza slogan, e mettiamoci a tavolino con il nostro Cavaliere coraggioso e con lo scudiero sonnolento, per decidere insieme cosa fare domani. Perché, anche se, forse nessuno saprà mai spiegarlo neppure a noi, qualcuno dovrà pur raccontare ai bambini e ai ragazzi cosa è accaduto solo poche ore fa, trasmettendo la speranza e la forza della ragione.

Ma se la causa è giusta, fammi un segno, perché - magari con una spada di legno - andiamo, Don Chisciotte, io son con te!


Conclude Rodari. E non c’è causa più giusta del nostro domani.


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