lunedì 24 agosto 2015

Linda Kent: viaggio nel Romance e nei Sentimenti senza tempo


Delicata, poetica, evocativa: la penna di Linda Kent sa essere incisiva e soave nello stesso tempo, come solo quelle delle grandi autrici del passato sono state, da Jane Eyre a Georgette Heyer. Grazie al suo stile descrittivo e circostanziato, ogni romanzo di Linda Kent è una vera e propria esperienza sensoriale che, quasi come un viaggio, richiama i profumi e le atmosfere che tante di noi hanno sognato leggendo i grandi classici e riescono finalmente a riassaporare con gusto, grazie al talento di autrici preziose come Linda. Il romance, infatti, è un genere che nasce non solo dall’innata capacità di coniugare i sentimenti, ma anche da un profondo studio delle epoche e dei costumi nel quale sono ambientate le varie opere, cosa che le rende piccole perle d’inventiva, che seguono regole ben precise. Dalla brughiera del Devon, alle coste frastagliate della Cornovaglia, i romanzi di Linda Kent, tutti editi da Mondadori, anche in versione digitale, ci conducono attraverso buona parte del Regno Unito, seguendo le vicende di famiglie aristocratiche, eroine temerarie e gentiluomini che sembrano non esistere più. E se per Linda “quando si inizia a scrivere, è quasi impossibile smettere”, a noi lettrici accade esattamente la stessa cosa: una volta letto uno dei suoi romanzi non si può proprio rischiare di lasciarsi scappare il successivo!


Per scrivere bene occorrono passione, disciplina, talento e tanta curiosità, alimentata dallo studio costante e da numerose letture: tu che scrittrice sei? Segui l’ispirazione a qualunque ora del giorno o hai un metodo al quale non puoi rinunciare?

Ringrazio, prima di tutto, Alessandra Rinaldi per l’ospitalità sul blog “Fatti i fatti tuoi”: il contatto diretto con i lettori oggi è più facile e immediato grazie al Social Network, tuttavia il dialogo si limita spesso a un saluto o a un commento sotto forma di icona. L’intervista, invece, offre la possibilità di approfondire la conoscenza con un autore.
Nella tua domanda, hai individuato le “sorgenti” della scrittura: ognuna di loro è indispensabile e apporta il proprio contributo per la creazione dell’opera letteraria. Per quanto mi riguarda, seguo un metodo solo nella fase iniziale: raccolgo il materiale (storico, geografico, fotografico) che costituirà l’ossatura del romanzo, creo una sinossi e una scaletta dei capitoli (anche se entrambe provvisorie e suscettibili di cambiamenti anche notevoli), preparo le schede per definire i personaggi nelle loro caratteristiche fisiche e morali. La narrazione vera e propria, invece, a causa dei miei impegni di lavoro e di famiglia, non può seguire tempi ben precisi e quindi approfitto di ogni momento libero per scrivere, soprattutto durante il fine settimana o nelle giornate di festa.

Il romance è, senza dubbio, la tua dimensione più congeniale, un genere che richiede la capacità di declinare sentimenti universali in epoche a noi lontane: da dove nasce questa scelta? A quali esigenze risponde?

Ti racconto una storia. A dodici anni un’amica di famiglia che conosceva la mia passione per la lettura mi regalò Emma di Jane Austen; la cara signora, attratta dal disegno e dalla copertina rosa, credeva si trattasse di un racconto per bambine e pensò di aver sbagliato acquisto. Invece, per me si trattò di una rivelazione e mi procurai subito tutte le opere della scrittrice: appagavano il mio carattere “inguaribilmente romantico” e, nello stesso tempo, mi consentivano di conoscere un periodo storico che mi interessava; trattavano temi universali, ma con uno stile incomparabile per arguzia e ironia. Dalla Austen alle Sorelle Brontë, mi sono poi “nutrita” delle opere di tutti i grandi narratori del XIX secolo. Con voracità e insaziabile curiosità. Tuttavia, ritengo che libri quali Orgoglio e Pregiudizio, Persuasione o Jane Eyre siano ancora oggi insuperati per la loro ambivalenza: da un lato ci consentono di sognare (tingendosi d’azzurro, color di lontananza, direbbe Guido Gozzano), dall’altro, la loro attualità consente al lettore di immedesimarsi nella narrazione. Il romance e, in genere, tutta la narrativa sentimentale, discendono da questi capolavori attraverso una lunga filiazione di bravissime autrici, prima fra tutte Georgette Heyer. La loro influenza è tale da essersi estesa alla letteratura d’intrattenimento e alle commedie brillanti del grande schermo.

Sei riuscita a fare del tuo più grande talento un mestiere: che ostacoli hai incontrato e incontri ancora adesso nel tuo percorso? Cosa significa, al giorno d’oggi, collaborare con un grande Editore? Che consiglio ti senti di dare a chi volesse seguire le tue orme?

In realtà, per me scrivere non è mai diventato un vero e proprio mestiere: ancora oggi è solo una grande passione e questo mi consente di esprimermi con la massima libertà. Mi ritengo fortunata, perché la collaborazione con Mondadori, iniziata nel 2013, mi ha portato grandi soddisfazioni. La crisi dell’Editoria rende, però, sempre più difficile e incerta la via della pubblicazione con una grande Casa Editrice, mentre il boom del self-publishing ha aumentato enormemente la possibilità per un esordiente di farsi conoscere o, per un autore già affermato, di diffondere le sue opere rimaste nel cassetto. Si deve comunque considerare anche il rovescio della medaglia, cioè un volume immenso di produzione, offerta talvolta a costo irrisorio, che può stordire e confondere il lettore e che destina all’oblio le opere in un lasso di tempo sempre più breve. Tuttavia, a chiunque avverta il “sacro fuoco” della scrittura consiglio di non arrendersi, ma di munirsi di pazienza e di una buona dose di tenacia, rinforzarsi contro le delusioni e andare avanti. Cercando, sempre, di migliorare.

Con l’avvento sempre più deciso dell’ebook, anche nel nostro Paese, l’intera industria editoriale sta attuando molti cambiamenti. Tu che lettrice sei? Che generi preferisci? Non rinunceresti mai al profumo delle pagine fresche di stampa o ti affidi volentieri alle nuove tecnologie?

Sono una lettrice instancabile: adoro (ri)leggere i grandi classici della letteratura internazionale e li alterno con le più recenti proposte della narrativa italiana e straniera. Il formato elettronico offre un innegabile risparmio di costi e di spazio, ma la carta stampata, per me, resta insuperabile: possiedo un e-book reader, ma non mi regala affatto le stesse emozioni di un libro “vero”.

A cosa stai lavorando attualmente? In quali luoghi incantevoli ci condurrai nel tuo prossimo romanzo? Raccontaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.

Ho terminato il prossimo romance, che spero si rivelerà una sorpresa gradevole per le mie lettrici. Mi piace spaziare nel tempo e affrontare nuove sfide; scrivere storie che, pur nel rispetto dei canoni tradizionali del genere, posseggano una loro originalità. Scelgo sempre luoghi che ho avuto la fortuna di visitare, con l’intento di trasmettere a chi legge le emozioni che ho provato in prima persona, anche se mi documento con cura per capire come risultassero all’epoca della narrazione.

Spero che questo quinto libro possa essere pubblicato nel 2016 ma, nel frattempo, ho già intrapreso la via di una nuova avventura. Ancora una volta diversa, sia per epoca storica che per ambientazione. Perché quando si inizia a scrivere è quasi impossibile smettere: forse dovrei avvisare le aspiranti autrici che la scrittura provoca assuefazione.

www.lindakentauthor.com

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