Quello fraterno è un legame per la vita.
Una sorella o un fratello, maggiore o minore che sia, è il primo vero paradigma
col quale ci confrontiamo, il polo opposto dal quale ci sentiamo attratti e,
nello stesso tempo, respinti, il punto di riferimento più prossimo a un
genitore e più vicino a un amico: rivale all’occorrenza e complice se
necessario. Un rapporto complesso che ha affascinato gli studiosi di ogni epoca
e che né il tempo, né lo spazio possono annullare. Neppure quando di una
sorella si perdono le tracce, come è accaduto a Ester e Daniela Sanjuan.
È il 23 ottobre 2003 quando la appena
quattordicenne Daniela Sanjuan, nata in California da padre Argentino e madre
Italiana, scompare nel nulla dalla Comunità “Il Piccolo Carro” di Bettona, in
provincia di Perugia, dove si trova per un grave disagio comportamentale che la
affligge da tempo. Quella di Ester e Daniela poteva essere una vita
scintillante. Figlie di un affermato ballerino, non le separano neppure due
anni di età e crescono insieme, viaggiando tra l’Italia, l’Argentina e gli
Stati Uniti. Ma forse proprio questo spostarsi da un continente all’altro
durante l’infanzia ha segnato il carattere delicato di Daniela, portando alla
luce tutte le sue fragilità, fino al punto di non ritorno. Cosa può essere
accaduto a Daniela? Forse è fuggita dalla Comunità in cui si trovava in cerca
di un nuovo equilibrio? Qualcuno l’ha aiutata? O magari qualcheduno si è
approfittato della sua ingenuità e dei suoi sogni di bambina?
Una cosa è certa: Ester sente la mancanza
di sua sorella. Ha nostalgia dei loro giochi di bambine, delle risate, dei
dispetti e di tutto ciò che quel rapporto unico sarebbe potuto diventare nel
corso degli anni: dalle semplici confidenze quotidiane, agli eventi importanti
della vita, come il matrimonio o la nascita di un figlio.
Sono dodici anni che non si hanno notizie
di Daniela e sono davvero tanti, forse troppi. Ma si può smettere di cercare
una ragazza che nel giugno scorso avrebbe festeggiato il suo ventiseiesimo
compleanno?
Chi
è Daniela? Raccontaci la sua storia.
La storia d’amore dei miei genitori
potrebbe sembrare una di quelle che si vedono nei film. Mio padre è nato in
Argentina e abita negli Stati Uniti dove, fin da giovanissimo, ha iniziato la
carriera di ballerino. A metà degli anni Ottanta arriva in Italia grazie a una
borsa di studio e conosce mia madre. È amore a prima vista. Nel 1987 nasco io e,
dopo qualche tempo, mia madre decide di seguire mio padre negli Stati Uniti e
si trasferisce in California, dove nasce mia sorella Daniela, solo diciotto
mesi dopo di me. Siamo felici, ma mio padre è sempre molto preso dal suo lavoro
e, poco prima che io compia tre anni, mia madre decide di tornare di nuovo in
Italia portandoci con sé. Viviamo in provincia di Napoli per circa tre anni,
poi ci trasferiamo di nuovo dall’altra parte dell’Oceano, in Argentina, con mia
madre, dove è più facile incontrare e passare del tempo con mio padre, anche se
solo raramente, purtroppo. Dopo circa otto anni, papà decide di portare con sé
Daniela negli Stati Uniti per un periodo. Vuole che viaggi con lui,
accompagnandolo anche nel suo lavoro, in modo tale da potersi conoscere meglio.
I mesi passano e, nel frattempo, mia madre ed io torniamo in Italia, in attesa
che anche Daniela e mio padre ci raggiungano.
Ricordo che li aspettavamo con ansia,
contenti di poterci finalmente riunire dopo tanto tempo. Ma la gioia dura poco.
Mia madre si rende subito conto che Daniela è strana: è agitata, nervosa, quasi
spaventata tanto da fare spesso la pipì a letto, nonostante sia ormai grande.
Quando mio padre, dopo qualche giorno, torna in America, Daniela comincia a
manifestare i primi segni di aggressività. Rompe gli oggetti senza motivo,
tenta di scappare di casa, alza le mani se non ottiene quello che vuole. È
fredda e distaccata perfino con me. Mangia appena, fa una doccia dietro l’altra
e si copre anche quando fa caldo, come se volesse nascondersi. Mia madre e mia
nonna sono preoccupate e anche io, nonostante sia un’adolescente, mi rendo
conto che qualcosa non va, Daniela non sta bene.
A malincuore mia madre decide di
rivolgersi agli Assistenti Sociali. Dopo qualche settimana di ricovero forzato
in vari Ospedali tra Napoli e Avellino, si libera un posto nella Comunità “Il
Piccolo Carro” di Bettona, in provincia di Perugia, e mia madre dà il suo
consenso perché Daniela venga trasferita lì. È proprio dalla Comunità che, il
23 ottobre 2003, Daniela scompare senza lasciare traccia, dopo aver tentato di
fuggire ben due volte nei giorni precedenti. Da allora non sappiamo più nulla
di lei.
Cosa
è accaduto il giorno della scomparsa? Come si sono svolte le ricerche?
Non sappiamo di preciso cosa sia accaduto.
Ci hanno detto che l’allarme alle Forze dell’Ordine non è stato dato
immediatamente e, successivamente, tutti hanno contribuito a cercarla anche nei
giorni successivi, ma non è servito a nulla. Spesso ci siamo chiesti cosa è
stato fatto realmente per trovarla, ma forse non avremo mai una risposta
precisa.
Tu
cosa pensi della scomparsa di Daniela? Secondo te cosa le è accaduto?
Ho sempre pensato che Daniela,
inizialmente, sia scappata, anche perché non era la prima volta che tentava di
farlo. Era così irrequieta, come se avesse sempre paura di qualcosa e so che
voleva tornare a casa da me e da mia madre. D’altro canto non è stato trovato
nessun corpo, quindi la mia speranza che Daniela sia viva è ancora tanta e
vorrei che qualcuno mi aiutasse a cercarla. Era poco più di una bambina quando
è scomparsa e non ci si può dimenticare di lei in questo modo.
In questi anni ho avuto occasione di
conoscere alcuni ragazzi e ragazze che si trovavano in Comunità con lei e tutti
hanno detto che Daniela desiderava andarsene e poter tornare a casa. Alcuni
genitori di questi ragazzi, inoltre, si sono lamentati dell’operato dei
dipendenti della Comunità, considerandolo non idoneo. E poi ci sono i resti
umani ritrovati nei boschi nei dintorni di Perugia nel febbraio 2013. Di chi
sono? Perché nessuno degli inquirenti ci ha contattate per farci sapere se sono
state fatte delle analisi su quelle ossa e se possiamo escludere che si tratti
di Daniela?
Perfino un sensitivo si è interessato del
caso di mia sorella, convinto che sia morta per mano della stessa persona che,
secondo lui, avrebbe ucciso anche altre donne scomparse nello stesso periodo,
ma gli inquirenti non l’hanno mai ritenuta una pista attendibile.
Si è esclusa anche l’ipotesi che Daniela
possa essere tornata in America da mio padre, che è stato dichiarato totalmente
estraneo alla faccenda. Le domande e le supposizioni sono tante e non nascondo
che mi sento sola e confusa.
Qual
è stato il momento più difficile in questi anni? Oggi chi vi sta più accanto
concretamente e quotidianamente?
Non sono stati in molti ad interessarsi
della storia di mia sorella. Ne ha parlato la trasmissione “Chi l’ha visto?”,
soprattutto all’inizio, ma poi, senza nuovi elementi, hanno smesso di
occuparsene. L’Associazione “Cercando Fabrizio e…” mi ha permesso di conoscere molte persone che mi hanno manifestato
la loro solidarietà. Lo scorso 14 giugno ero presente anche io a Roma, assieme
a tanti familiari di scomparsi, alla manifestazione “Dove sei?”, indetta per
tenere alta l’attenzione su questo fenomeno.
Che
ruolo svolgono, o potrebbero svolgere, secondo te, l’opinione pubblica e tutti
i mezzi d’informazione di fronte a un caso di scomparsa? A chi vorresti
lanciare un appello?
L’opinione pubblica non si interessa
abbastanza dei casi di scomparsa e dei familiari che vivono come in un limbo,
in attesa di avere notizie sui loro cari. Si potrebbe fare molto di più: la
solidarietà di tutti sarebbe importante e non solo tra noi che viviamo questo
dramma. Le Forze dell’Ordine devono fare qualcosa di concreto.
Vorrei tanto che si parlasse di più della
storia di mia sorella, che si raccontasse di lei e che si facesse qualcosa per
cercarla. In pochi, purtroppo, conoscono la vicenda e il volto di Daniela, come,
invece, magari, accade con altre bambine e ragazzine scomparse. Chissà come
sarà oggi, me lo chiedo spesso. Sarà cambiata? Sarà cresciuta? Spero tanto che
prima o poi qualcuno mi aiuti a rispondere a queste domande. Di sicuro io non
smetterò mai di cercarla.
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