Scrittrice,
acquerellista e studiosa dell’Universo femminile: Adriana Assini si racconta in
occasione della presentazione del suo romanzo “Un sorso di arsenico”, edito da
Scrittura & Scritture, che si terrà sabato 14 marzo, alle ore 18, presso la
Galleria dell’Associazione Artistica e Culturale ABC art, in Roma. La Giornata
Internazionale della Donna è appena trascorsa, ma ogni giorno è quello giusto
per riflettere su questi temi, soprattutto in compagnia di un buon libro.
Sappiamo che per la
stesura di un romanzo storico è necessario un lungo periodo di ricerca: come ti
sei imbattuta nel personaggio di Giulia Tofana? Chi era davvero e perché hai
deciso di raccontare la sua storia?
Spesso
ho l’impressione che i personaggi mi vengano incontro, pretendendo la mia attenzione,
per affidare alla mia “penna” la loro storia. Così è stato con Giulia, con la
quale ho avuto il primo approccio un giorno d’estate, alle prese con le parole
crociate. La definizione recitava più o meno: “fattucchiera e avvelenatrice del
XVII secolo”. Incuriosita, mi sono messa sulle sue tracce, scoprendo aspetti
interessanti sul suo conto e sull’epoca i cui visse. In primis, il particolare
che le sue clienti fossero tutte donne. Un argomento che meritava di essere approfondito
e che avrebbe poi rivelato uno spaccato di mondo davvero interessante...
Giulia e tutte le altre
donne presenti nel romanzo si confrontano con un mondo interamente declinato al
maschile che spesso non sa rendere loro giustizia né nella vita di tutti i
giorni, né nelle aule di tribunale. Che differenze noti con una società come la
nostra che negli ultimi anni ha coniato il termine femminicidio? Cosa è cambiato da allora e cosa sta cambiando adesso?
Fortunatamente,
il mondo è andato avanti, evolvendosi in ogni campo, anche per quanto riguarda
la condizione femminile. Al contrario di quanto accadeva nei secoli scorsi,
oggi le donne hanno... quasi gli stessi diritti degli uomini. “Quasi”, perché
le discriminazioni ancora le perseguitano, sia sul posto di lavoro che nella
vita privata. Non solo. L’emancipazione delle donne, la loro autonomia, la loro
indipendenza fanno ancora paura a molti uomini, che temono di perdere il loro antico predominio, in
famiglia e fuori. Ritengo che, purtroppo, la legge sia ancora timida nel
tutelare le donne e che la politica – con una schiacciante maggioranza di
uomini al ‘comando’ – non affronti seriamente il problema. Per crescere,
maturare, migliorare e, di conseguenza, prevenire, occorre prima di tutto educare.
Ma la scuola, azzoppata dai tagli, è in serio affanno e il suo ruolo in triste
declino.
Oltre a essere una
scrittrice molto prolifica, sei anche un’acquarellista di grande talento: si
può ancora essere artisti al giorno d’oggi? Come coniughi queste passioni solo
apparentemente molto diverse?
La
morte dell’arte viene annunciata ciclicamente, affermando che tutto è stato
detto, inventato
sperimentato.
Per quanto mi riguarda resto dell’idea che ci sia arte ogni qualvolta che - semplicemente
- un’opera è capace di destare interesse, coinvolgimento, emozione.
Il
tempo è tiranno, ma con il tempo s’impara
a gestirlo, secondo le esigenze e le priorità del momento. Scrivere e dipingere sono due
forme del narrare, che nel mio caso
seguono strade diverse ma non opposte. Nei
romanzi prediligo, infatti, le storie vere o comunque ambientate in contesti
storici reali, mentre nella pittura lascio spazio alla fantasia, attingendo
liberamente dal pozzo inesauribile dei miti, favole, leggende. È davvero una
bella esperienza poter raccontare tante storie, ora con la penna ora con il pennello.
Arriva un momento nella
vita di ogni opera, sia essa un acquarello o un romanzo, in cui questa smette
di essere esclusiva proprietà dell’artista che l’ha creata e diventa parte
integrante della sensibilità di chi ne fruisce. Come ti rapporti con questo
fenomeno? Che spunti ricevi dal tuo pubblico?
È
sempre gratificante trovare rispondenze negli “occhi” di chi guarda - qualora
si tratti di un quadro - o attraverso le osservazioni di chi legge, nel caso di
un romanzo. Ma può anche capitare qualcosa di completamente differente, come
quando chi usufruisce dell’opera ne percepisce messaggi apparentemente a me estranei.
In questi casi, mi sorprendo ma lascio che sia, immaginando che se una persona
coglie e “sente” una determinata emozione, quel sentire - in qualche modo -
stava dentro l’opera. Credo che anche questo aspetto attenga all’imponderabile
mondo dell’arte, che si nutre di una molteplicità di linguaggi, tanto manifesti
quanto nascosti.
Che scrittrice sei?
Qual è il tuo modo di lavorare e quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Svelaci, se puoi, a chi darai voce nel tuo prossimo romanzo…
Una
scrittrice appassionata, capace di calarsi a fondo nel periodo raccontato e
nell’animo dei suoi personaggi. Lavoro molte ore al giorno, dividendomi tra
lettura di documenti, saggi, scartoffie d’epoca e la scrittura. Uso il computer
ma non abbandono la penna. Ho un paio di nuovi romanzi in fase di limatura. Uno,
incentrato su una storia realmente accaduta. L’altro, di pura
fantasia, ambientato in un contesto storico meticolosamente documentato.
INFORMAZIONI GENERALI SULLA PRESENTAZIONE:
Titolo
dell’opera: Un Sorso di Arsenico
Autore: Adriana Assini
Editore: Scrittura & Scritture
Sede
dell’evento: Galleria dell’Associazione Artistica Culturale ABC art
Via:
Viale Guglielmo Massaia 23b – Garbatella – Roma
Organizzazione
e presentazione: Alessandra Rinaldi e
Mauro Rubini
Ospiti
partecipanti: Adriana Assini (autrice)
Data:
14 MARZO 2014
Ore:
18:00
L’OPERA:
“‘Venere
plebea scolpita in marmo pario...’, Giulia Tofana fa illecito commercio della
sua bellezza come del suo ingegno e mette a punto la formula di un micidiale veleno
confezionato in fiaschette che “con fierezza allinea sulla cassapanca”. Ma
trafficare coi veleni non è facile e quando delle fiale non ne viene fatto un
uso sapiente e le morti cominciano a diventare scomode, si apre la caccia alle
streghe e Giulia lascia la natia Palermo, dominata dai viceré spagnoli e dalla
peste, per trasferirsi nella Roma barocca di papa Urbano VIII, dove alla
maestosità delle feste si alterna la ferocia delle esecuzioni in piazza. All'ombra
del cupolone, la bella siciliana veste alla moda, impara a scrivere e con
l'aiuto di fra Nicodemo, l'appoggio dello speziale Aniceto, la connivenza di
nobili e porporati, incrementa i suoi traffici di morte. Divisa tra l'amore di
due uomini, sempre in bilico tra la voglia di obbedire soltanto ai suoi istinti
e il desiderio di diventare una rispettabile dama, inseguirà a lungo e senza
remore i suoi sogni, sfidando le leggi della Santa Inquisizione con un insolito
epilogo.”
L’AUTRICE:
“Adriana
Assini vive e lavora a Roma. Sulla scia di passioni perdute, gesta dimenticate,
vite fuori dal comune, guarda al passato per capire meglio il presente. Dipinge
splendidi acquarelli e ha pubblicato diversi romanzi storici, tra cui Le rose
di Cordova (2007), Un sorso di arsenico (2009), Il mercante di zucchero (2011)
e La riva verde (2014), tutti editi da Scrittura & Scritture”.
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