Il
successo di un libro è direttamente proporzionale all’interesse che il lettore
sviluppa per il destino di tutti i personaggi principali coinvolti e, in
particolare, alle risposte che tenta di darsi alla fatidica domanda che ognuno
si pone dopo aver letto l’ultima pagina: cosa sarà successo dopo? La curiosità
per il futuro dei protagonisti da parte del lettore è il primo fondamentale
ingrediente che dà la spinta a ogni autore per ideare la prossima avventura su carta, a prescindere dall’intreccio
di ogni singola storia. E quando questo desiderio di inoltrarsi nelle vite dei
personaggi nasce già dalla lettura di un romanzo d’esordio, le premesse per una
lunga carriera da scrittore sono ottime, almeno quanto le aspettative del
lettore stesso.
Questo
è esattamente ciò che accade leggendo “Ultimo
compleanno”, il primo libro di Simona
Leone, edito da Fratelli Frilli
Editori, un noir appassionante, estremamente attuale e costruito con massima
cura per i dettagli, sia per quanto riguarda gli sviluppi della storia, sia per
quanto riguarda lo stile maturo, equilibrato e coinvolgente.
La
protagonista si chiama Lisa, ha 25 anni ed è una giornalista free lance che
ogni giorno si barcamena tra l’incertezza di un perenne precariato lavorativo
ai limiti dello sfruttamento e il senso di inadeguatezza verso Sofia, la
figlioletta di 7 anni che si è ritrovata a crescere da sola dopo un divorzio.
Quando Lisa si mette a indagare sul caso di scomparsa di Pietro, un bambino che
ha la stessa età di sua figlia, il confine tra professione e vita privata si
assottiglia, lasciando che molte paure insite nel cuore di ogni madre prendano
prepotentemente il sopravvento, nonostante Lisa cerchi di mantenersi il più
distaccata e professionale possibile, fino a un epilogo al cardiopalma, denso
di inaspettati colpi di scena. Questo continuo fondersi e spesso confondersi tra la caotica vita privata
di Lisa, combattuta tra il desiderio di gettarsi in una nuova storia d’amore e
il proposito di essere una madre più equilibrata di quanto non lo sia stata la
sua, rende la lettura estremamente scorrevole, ma anche ricca di spunti di
riflessione. Cosa accadrà tra Lisa e Guido, l’affascinante vicino di casa dal
quale è sempre più attratta? Riuscirà Lisa a scrollarsi di dosso i sensi di
colpa che l’accompagnano quotidianamente nell’educazione di Sofia? E come andrà
a finire, invece, il burrascoso rapporto che Lisa ha con sua madre? Il successo
di questo primo libro di Simona Leone è proprio nella ricerca alle risposte a queste domande che
nascono alla fine della lettura, quando l’enigma giallo è risolto, ma la vita
dei protagonisti sembra proseguire, proprio come quella dei lettori, in un
fantastico e non troppo lontano universo
parallelo.
Simona Leone alla prima presentazione del libro alla Libreria Feltrinelli di Piazza C.L.N., Torino |
Un bambino
misteriosamente scomparso e una giovane giornalista che si ritrova a conciliare
un’indagine sempre più torbida con una complicata vita privata: sono questi gli
elementi di “Ultimo compleanno”, Fratelli Frilli Editori, il tuo romanzo
d’esordio. Raccontaci la genesi di questa storia: cosa ti ha ispirato durante
la stesura?
Sono
sempre stata una lettrice appassionata, soprattutto di gialli e noir. Nel
momento in cui ho deciso di provare a raccontare una storia, è venuto naturale
scegliere lo stesso genere. Essendo mamma di due splendidi bambini, gli
articoli di cronaca nera sui minori mi toccano in modo particolare. Più volte
mi è capitato di pensare: “E se toccasse a me vivere una situazione simile? E
se capitasse qualcosa di brutto ai miei figli?”. Nessuno può considerarsi
immune da soprusi o abusi. Si spera di non essere mai coinvolti in fatti
violenti, è ovvio. Da questa riflessione, la scelta di incentrare il romanzo
sulla scomparsa di un bambino e relativa inchiesta. Sempre sulla scia delle
preferenze personali, ho deciso di affiancare all’indagine la vita privata
della protagonista. Temi come il precariato e i conflitti generazionali fanno
da cornice al nucleo del romanzo.
Che autrice sei: segui l’ispirazione
in qualunque ora della giornata o hai un metodo collaudato al quale non puoi
rinunciare? Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere?
Scrivo
perché non potrei farne a meno. Mi piace troppo! Ho tante storie da raccontare.
Secondo me le cose belle, per essere veramente apprezzate, vanno sempre
condivise. I libri possiedono una bellezza intrinseca. Tenere un romanzo in un
cassetto è privare il mondo di una cosa bella. Se il lettore, arrivando
all’ultima pagina, sorriderà soddisfatto, felice d’aver trascorso qualche ora
in buona compagnia, allora avrò raggiunto il mio scopo.
Purtroppo
ho poco tempo per scrivere. Lavoro, famiglia e casa assorbono la maggior parte
della mia giornata. Inoltre ho bisogno dell’ambiente adatto. Tranquillo e senza
rumori. In genere la sera, quando tutti dormono, mi ritaglio un paio d’ore per
scrivere. Non tutti i giorni, ma cerco di essere costante. Piuttosto mi
accontento di mezz’ora. Per fortuna, quando mi siedo davanti al PC, quasi
sempre ho già le idee chiare. Perché durante il giorno, quando mi è possibile,
penso a cosa scrivere. Dialoghi, colpi di scena, descrizione dei luoghi nascono
mentre guido o durante la pausa pranzo. Rosicchio ogni momento, diciamo, di
libertà mentale!
Come definiresti Lisa, la
giovane giornalista e mamma, protagonista del tuo romanzo? E come hai delineato
il mosaico di personaggi che le ruotano attorno?
Lisa
ha 25 anni, una figlia, Sofia, di 7 anni ed è una giornalista free lance.
Giovane ragazza madre con un lavoro precario. In una parola, un’eroina. Si
barcamena come riesce, senza il bagaglio di esperienze di chi ha vent’anni di
più. Riconosce gli errori commessi dalla madre e cerca di non ripeterli con la
figlia. È una ragazza molto combattuta. Vorrebbe recuperare il rapporto con la
mamma e avviare una relazione con Guido, attraente vicino di casa. Ma la paura
di fallire e di deludere, non tanto sé stessa, quanto Sofia, la trattiene anche
soltanto dal provare.
Cercavo
una protagonista in cui il lettore potesse identificarsi. Fragile e forte allo
stesso tempo. L’entourage di Lisa è nato di conseguenza. Personaggi ideali per
completare lo status della protagonista.
Oltre all’intreccio giallo, questo romanzo tocca temi
estremamente attuali che caratterizzano la vita di molti giovani che si
barcamenano tra le esigenze personali, come l’amore e la famiglia, e un mondo
del lavoro sempre più spietato e poco gratificante. Come e perché hai deciso di
trattare anche questi argomenti, raccontando le vicende che coinvolgono i tuoi
personaggi?
Come
dicevo, sono un’appassionata di noir. All’interno del genere, prediligo quei
gialli dove, accanto all’indagine investigativa, viene inserita la vita privata
di uno o più personaggi. Per citare alcuni autori, Camilla Läckberg, Alessia
Gazzola, Alicia Gimenez-Bartlett. La suspense tipica del genere, mitigata da
momenti narrativi più leggeri.
Un
protagonista con una vita complicata e costellata di problemi crea una maggiore
empatia con il lettore. Lisa è sempre in ritardo, con il conto corrente
tendente al rosso e tormentata da un senso di inadeguatezza nei confronti della
figlia. Una donna comune, eppure protagonista di un romanzo.
A cosa stai lavorando
attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.
Attualmente
sto lavorando al secondo romanzo. Si tratta di un sequel, ma non vincolato al primo. I personaggi principali saranno
gli stessi, perché i lettori hanno dimostrato un ottimo gradimento. Anche
l’ambientazione non cambierà, la provincia sonnacchiosa, ma pronta a
risvegliarsi e ad avere un duro impatto con la realtà, e qualche excursus
internazionale. Ancora una volta, la vita privata di Lisa si intreccerà con
l’indagine e il risultato, ve l’assicuro, sarà esplosivo!
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