Dall’altra
parte della Manica, ma a sole due ore di volo da casa: che si tratti di studio
o di lavoro, Londra è, da sempre, tra le mete preferite degli Italiani che
decidono di partire in cerca di opportunità e fortuna. Ma cosa li spinge
realmente a partire? Qual è l’impatto iniziale con la Capitale inglese? Quanti
rimangono nel Regno Unito e quanti, invece, scelgono di tornare nel Bel Paese?
Venti
amici e lettori di Fatti i fatti tuoi! hanno
deciso di sottoporsi volontariamente al nostro questionario, scegliendo una
sola opzione in risposta alle seguenti domande chiuse:
1.
Perché
sei partito per Londra?
Ø Solo per imparare o migliorare il mio
inglese
Ø Per fare un’esperienza lavorativa
all’estero
Ø Perché non vedevo più prospettive per
il mio futuro in Italia.
2.
L’impatto
iniziale è stato:
Ø Negativo, ma sono riuscito a
cavarmela
Ø Positivo, ma non è stata una
passeggiata
Ø Equilibrato, tra alti e bassi.
3.
Facciamo
un bilancio della tua esperienza: quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ø Tornerò in Italia
Ø Resterò a Londra dove ho trovato la
mia dimensione ideale
Ø Londra è stata solo la prima tappa
della ricerca del mio posto nel Mondo!
I venti anonimi
partecipanti a questa Blog-Inchiesta sono ragazze e ragazzi tra i venti e i
trentacinque anni provenienti da ogni parte d’Italia, tutti diplomati e con una
conoscenza base della lingua inglese. La metà di loro, inoltre, è in possesso
di un diploma di Laurea Triennale, Specialistica o Magistrale.
Alla prima domanda,
quattro partecipanti su venti hanno scelto la prima opzione, cinque la seconda
e undici la terza, sottolineando la sfiducia nel futuro che i giovani Italiani
nutrono nella prospettiva di costruire la loro vita nel nostro Paese.
Alla seconda domanda,
otto partecipanti su venti hanno scelto la prima opzione, nove la seconda e
solo tre la terza, evidenziando la volontà di essere ottimisti anche di fronte
alle difficoltà che si incontrano trasferendosi in un Paese straniero.
Alla terza e ultima
domanda, otto partecipanti su venti hanno scelto la prima opzione, sette la
seconda e cinque la terza, mostrando chiaramente che la maggioranza di coloro
che decidono di allontanarsi dall’Italia scelgono, poi, di continuare a
costruirsi un futuro all’estero, che si tratti di Londra o di altre parti del
Mondo.
Alla domanda aperta nella
quale abbiamo chiesto ai nostri amici e lettori di raccontarci un aneddoto
della loro vita a Londra, continuando a rimanere anonimi, sono emerse storie
meravigliose, divertenti e toccanti al tempo stesso, che hanno evidenziato alla
perfezione il grande estro italiano. Dalle disavventure coi coinquilini
provenienti da ogni parte del Mondo, a chi si è trovato alla guida della sua
auto aziendale dal lato sbagliato della carreggiata, passando attraverso chi ha
avuto l’onore di servire un drink a Paul McCartney o di cucinare la cena a
Elton John, gli Italiani a Londra ne hanno fatte davvero di tutti i colori,
dimostrandosi perfino dei leali sudditi di Sua Maestà!
La crescente voglia di
migrare di molti giovani meritevoli e di talento deve davvero far riflettere
tutte le nostre autorità. Quella che, un tempo, era la cosiddetta fuga dei cervelli, oggi è sfiducia
sempre più diffusa verso sistemi logori, che sta facendo aumentare a dismisura
il desiderio di partire, anche verso mete ben più lontane di Londra. In questo
modo rischiamo di essere tutti vittime e
carnefici, in balia di flussi
migratori incontrollabili e poco fruttuosi. Allo stesso tempo, tuttavia, sono tanti
i giovani che decidono di partire e poi, costretti dalla necessità, si
ritrovano a fare all’estero le stesse esperienze lavorative poco gratificanti
che spesso hanno snobbato in Italia. Insomma, partire, lasciando la propria
terra è sempre una scelta coraggiosa, ma, alle volte, come ci hanno raccontato
alcuni dei nostri intervistati, lo è altrettanto rimanere e cercare di
migliorare le cose dove siamo nati e cresciuti, restando sempre e comunque noi
stessi.
Nessun commento:
Posta un commento