Carlo, Marco e Giacomo Frilli |
Le
storie migliori, più toccanti e intense, sono quelle che prendono spunto dalla
realtà e si mescolano con la fantasia e la creatività della penna che le ha
catturate. Così come ci sono personaggi letterari talmente vividi, da far parte
della quotidianità e non solo dell’immaginario dei milioni di lettori che li
conoscono, esistono persone che tornano a vivere tra le pagine di un libro
quando il destino se l’è portate via troppo presto e vengono celebrate così, in
punta di anima e tastiera, dagli autori che loro stesse hanno contribuito a
formare e a far esprimere.
“Una finestra sul noir”,
l’antologia edita da Fratelli Frilli
Editori e curata da Armando D’Amaro,
con la prefazione di Valerio Varesi,
fa proprio questo: in circa quaranta racconti scritti da oltre quarantacinque
tra i migliori autori della scuderia Frilli fa rinascere il fondatore di questa
Casa Editrice tanto amata dal pubblico di lettori, Marco Frilli, prematuramente scomparso poco più di un anno fa nel
giorno del suo sessantottesimo compleanno.
Chi
conosce la passione e l’impegno che Carlo
e suo fratello Giacomo hanno messo nell’affiancare il padre Marco nella
gestione della casa editrice di famiglia, conosce anche la qualità dei loro
libri e la grinta dei loro autori, fili di perle in un mondo editoriale sempre
più improvvisato e superficiale. La Fratelli Frilli Editori è la testimonianza
di come gli scrittori e gli editori più autentici e impegnati a rendere queste
professioni sempre più rigorose siano artigiani della narrazione e artisti
della fantasia, in grado di collaborare e cooperare per portare avanti i
reciproci interessi per il bene del lettore.
Il
trasporto col quale Carlo Frilli
ricorda suo padre nella chiacchierata che segue non è solo una lezione per
qualsiasi aspirante editore, ma anche lo specchio della parte migliore del
nostro Paese che è in grado di ideare, creare e costruire, giorno dopo giorno,
eccellenze perfino nei settori più complessi, facendo anche dei legami
familiari una forza con cui affrontare il mondo, con fiducia e rispetto e della
relazione tra un padre e un figlio un terreno su cui seminare qualcosa da
tramandare di generazione in generazione.
Ciò
che caratterizza la Fratelli Frilli Editori, oltre alla iniziale connotazione
territoriale che si è poi espansa su tutto il territorio nazionale, è l’esclusiva
dedizione al mondo del giallo in tutte le sue declinazioni. Dal noir, al
poliziesco, passando per il giallo classico e il thriller, il fiuto di Marco
Frilli per gli autori che si cimentano in questi generi è così proverbiale, da
essere diventato una leggenda nel settore. E la devozione con cui Carlo e suo
fratello Giacomo hanno fatto di questa peculiare tradizione, insita nel loro
stesso sangue, un segno di distinzione e professionalità è ciò che più ci fa
amare i loro autori e le loro storie. Storie appassionanti, talvolta ruvide,
talaltra nostalgiche, commoventi e allo stesso tempo ironiche, ma tutte contrassegnate
da quella magia che va oltre la creatività e la fantasia e fa sentire, tra le
pagine di ciascuno dei loro libri, l’autenticità di chi li ha resi una realtà
condivisibile da tutti.
Un
Editore in famiglia,
è proprio il caso di dirlo, vista la tradizione che accompagna la Fratelli
Frilli Editori, una Casa Editrice nata a Genova nel 2000 dall’estro creativo di
Marco Frilli, prematuramente scomparso lo scorso anno. Cosa significa oggi essere
un Editore di qualità nel nostro Paese?
Un
Editore in famiglia ma soprattutto un Editore indipendente in uno dei Paesi con
la più bassa percentuale di lettori al mondo. Sulla carta può sembrare un
suicidio premeditato, ma noi ci occupiamo invece di omicidi, delitti e crimini
e, forse proprio questo, ci ha, in parte, salvato dalla crisi e dalla penuria
di lettori. Essere editori ed esserlo, in particolare, in questi anni è
veramente impresa ardua. La Fratelli Frilli Editori, grazie al suo fondatore
Marco Frilli, ha però seminato molto bene negli anni passati e oggi al
sottoscritto amministratore delegato rimane il compito di portare avanti il
progetto nel migliore dei modi. La mancanza di una guida capace come mio padre
si fa sentire ogni giorno, si fa sentire allo stesso modo di ciò che di lui più
amavamo. Ma in quest'anno credo di aver dimostrato di poter riuscire a reggere
bene al contraccolpo e, allo stato attuale, manteniamo saldamente le nostre
posizioni faticosamente conquistate nel mercato editoriale.
Facciamo un bilancio della vostra
attività in questi anni di grande cambiamento in ambito editoriale: quali sono
gli obiettivi raggiunti e quali le difficoltà che affrontate quotidianamente?
Il
primo obiettivo raggiunto e che continua a essere la nostra priorità è quello
di offrire ai nostri lettori proposte qualitativamente alte. La ricerca di
nuovi autori è incessante e solo nell'anno in corso siamo orgogliosamente
riusciti a lanciare sul mercato sette autori esordienti con ottimi risultati di
vendite. Il lettore da tempo si fida delle nostre scelte e sperimenta i nuovi
autori acquistandoli e leggendoli con pressoché unanimi buoni giudizi. La
Fratelli Frilli Editori sta inoltre riuscendo a consolidare, anno dopo anno, la
sua immagine di editore soprattutto nel settore del giallo- noir italiano. Le
difficoltà non mancano e sono molteplici, una su tutte è la delicata questione
distributiva e promozionale. La Frilli si affida a distributori regionali e,
pur coprendo il 70% del territorio nazionale, soffre di una promozione talvolta
pigra e altre volte incapace di scardinare la diffidenza o la scarsa
conoscenza/esperienza libraria da parte delle librerie, in particolare quelle
di catena. Queste ultime oramai rappresentano la fetta più ampia del mercato ma
sono anche le più difficili da gestire. Si aggiunga poi che le librerie
indipendenti sono, invece, negli ultimi anni diminuite a vista d'occhio
lasciando un vuoto incolmabile nel già povero panorama editoriale.
Per celebrare la memoria di Marco
Frilli è appena uscita un’antologia di racconti noir intitolata “Una finestra
sul noir”, a cura di Armando D’Amaro, che coinvolge circa quaranta affezionati
scrittori della vostra scuderia: raccontaci chi era Marco, tuo padre, e la genesi di questo ambizioso progetto.
Nell'ottobre
dello scorso anno, il giorno del suo sessantottesimo compleanno, mio padre è
mancato, dopo aver combattuto la malattia dall'inizio dello stesso anno.
Qualche giorno dopo apro la mia pagina Facebook e tra i tantissimi, sentiti,
affettuosi ed emozionati commenti due mi colpiscono in particolar modo. Sono
quelli di due nostri autori Frilli, Piero Castoldi e Ippolito Edmondo Ferrario.
I due, senza nemmeno essersi preventivamente messi d'accordo, avevano avuto la
stessa originale idea. I loro protagonisti di carta e inchiostro incontrano mio
padre in una dimensione di fantasia che permette a tutti noi di far rivivere il
compianto Marco Frilli. A me e all'amico e scrittore Armando d'Amaro, divenuto
poi il curatore del volume, è piaciuto talmente tanto questo metodo di ricordarlo
che abbiamo voluto farlo nostro dando vita al progetto di un'antologia cui
abbiamo dato il titolo di “Una finestra sul noir”. La risposta da parte di
quasi tutti gli autori è stata entusiastica e immediata. Anche chi non lo
conosceva ha preso informazioni, mi ha scritto o telefonato catturando dettagli
e particolari come tanti investigatori alla ricerca di elementi per dare forma
a racconti divertenti e densi di affetto, malinconia e tanta umanità. La stima,
la riconoscenza e la gratitudine dovrebbero sempre mettere d'accordo tutti e
questo è ciò che è accaduto per i 46 scrittori che hanno voluto dare il loro
contributo scritto in questa prima antologia. Ne seguiranno altre, ogni anno a
ottobre, per far rinascere la figura di mio padre e la voglia di scoprire
ancora altri autori Frilli.
Prima Presentazione dell'antologia "Una finestra sul noir", Fratelli Frilli Editori, presso la Libreria Feltrinelli di Genova il 27 ottobre 2017 |
Com’è di solito il rapporto coi
vostri autori? È ancora possibile dedicarsi alla scoperta di nuovi talenti e
dar loro fiducia? E come ci si pone, invece, con le firme ormai note al
pubblico di lettori?
Lettori,
addetti ai lavori, librai, blogger, giornalisti hanno notato che con la maggior
parte dei nostri autori esiste un rapporto davvero splendido. Si parla sempre,
o comunque troppo spesso con grande facilità, di amicizia e amici veri (come se
poi fosse normale far coesistere una categoria di amici falsi!). Lo faceva mio
padre e lo continuo a fare anch'io e credo che, se alla base dei rapporti
professionali dimorano quelli dell'educazione e della stima reciproca, si possa
ben pensare che ci siano anche i presupposti per una durevole amicizia.
Talvolta i rapporti si possono poi incrinare, ma questo fa parte del gioco,
anche se sarebbe sempre opportuno riconoscere gratitudine e riconoscenza a chi
ci ha dato fiducia.
Come
anticipato in una delle mie precedenti risposte, abbiamo tra le nostre priorità
quelle di far conoscere tanti nuovi bravi e talentuosi autori. La risposta del
pubblico in tal senso è sempre più positiva e questo, naturalmente, ci conforta
e sprona a continuare su questa strada.
Sono
anche lettore, nei rari ritagli di tempo tra un manoscritto e l'altro, di
autori famosi e riconosciuti come importanti firme nel mondo editoriale. Dal
maestro Andrea Camilleri a Valerio Varesi, Margherita Oggero, Maurizio De
Giovanni, Marco Vichi, Carlo Lucarelli, Marco Malvaldi, Massimo Carlotto e da
tantissimi altri abbiamo solo da imparare, sono un punto di riferimento par la
nostra attività e a loro va tutta la nostra gratitudine. Con alcuni di essi
talvolta ci si incontra o ci si sente per mail o al telefono e rimango sempre
molto meravigliato e un po' imbarazzato dalle loro confortanti parole di
ammirazione e apprezzamento verso la nostra produzione.
La vostra Casa Editrice è
specializzata in tutte le declinazioni del giallo, dal noir, al thriller. Come
è nata questa scelta di genere e
quali sono i vostri progetti per il futuro in merito?
Continueremo
senz'altro a pubblicare vecchi e nuovi autori nella nostra collana noir, lo
faremo con immutato impegno, osservando e ascoltando sempre ciò che il nostro
pubblico è pronto a suggerirci. Prima che nascesse la Fratelli Frilli Editori
eravamo ingordi lettori di gialli. Mio padre ha sempre coltivato una
particolare passione per il giallo italiano, pur avendo come riferimento
Simenon e il suo Maigret. Non scorderò mai quel giorno che arrivòa casa
portando, dal rientro da lavoro, un agile volumetto in formato tascabile dal
titolo “I cioccolatini di Soziglia” un giallo ambientato a Genova con una bella
trama e con una scelta ambientale assolutamente azzeccata. Posso senz'altro
dire che la Frilli nasce da questo suo aver apprezzato quel romanzo e più in
generale il genere che poi ha saputo modellare a suo piacimento.
Ho
ereditato la passione e un po' della follia che hanno contraddistinto la
carriera di editore di mio padre. Si deve rischiare per poter tentare di dar
vita a delle imprese. Ho un progetto legato in qualche misura con quella che è
la nostra specializzazione e, se non ci saranno contrattempi, spero di potervelo
presentare ufficialmente nella prossima primavera. Sino a oggi ci siamo
proposti a un pubblico adulto, attento e spesso molto preparato in tema di
romanzi di indagine. La sfida prossima è quella di riuscire a catturare anche
il pubblico dei più giovani. Lettori ancor più difficili, poiché non ancora
coscienti di essere lettori. La nostra speranza è quella di catturare la loro
attenzione e di fargli scoprire il lettore che è dentro ognuno di loro.
Incrociamo le dita!
Raccontaci un episodio, un aneddoto,
una storia che nel tuo percorso da Editore è rimasta particolarmente impressa
nel tuo cuore di uomo e di imprenditore, anche come
insegnamento che tuo padre, Marco, ti ha lasciato in eredità.
Conservo
tanti piccoli ricordi che per me sono grandi e importantissime occasioni di
ritrovarmi serenamente a rivivere l'esperienza lavorativa con mio padre. Poi ne
custodisco gelosamente molti altri che fanno parte di una sfera più intima e
privata. Una mattina arrivai in casa editrice e, come spesso accadeva, mio
padre era già sul posto di lavoro. Mi chiamò nel suo ufficio e mi disse che
quella notte aveva portato a termine la lettura di un testo di uno scrittore
milanese di sicuro talento. Me lo disse con quella certezza che già in molte
altre occasioni aveva avuto pubblicando altri autori esordienti, ma quella volta
negli occhi e nel tono della sua voce c'era qualcosa di nuovo. A distanza di
nemmeno un anno quell'autore esordiente con il suo primo titolo “Il giallo di
via Tadino” vendette oltre ventimila copie! Seguirono altri tre titoli che
ricalcarono il medesimo successo, portandolo inevitabilmente ad essere oggetto
di curiosità e interesse di molti grandi editori italiani. Dario Crapanzano, da
lì a poco, passò alla Mondadori, dopo una serrata trattativa portata avanti
magistralmente da mio padre. Era orgoglioso del risultato portato a casa grazie
al suo innato intuito. Quando si parlava dell'affare Crapanzano, i suoi occhi,
il suo sorriso e il tono della sua voce erano gli stessi che avevo visto quella
mattina, gli stessi che non dimenticherò mai.
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