domenica 13 novembre 2016

Cristina Migliaccio: un esordio su “ali di Farfalla”


Sono pochi gli editori che, al giorno d’oggi, danno fiducia agli autori emergenti, prendendosi cura di loro in modo tale da trasformarli da bruchi a farfalle. Tra le Case Editrici più attente, tuttavia, c’è, senza dubbio la Butterfly Edizioni che, rendendo giustizia al suo nome, ha permesso a molti scrittori di crescere e di spiegare le ali verso cieli colmi di soddisfazioni.
Tra gli esordienti delle ultime settimane, in classifica su tutte le principali piattaforme online ormai da più di un mese, c’è Cristina Migliaccio con la sua frizzante commedia romantica “Ti amo, stupido!”, una nuova esilarante dimostrazione che gli opposti sono destinati ad attrarsi, nonostante tutto.  
Rebecca e Scott non si vedono da anni quando, per uno strano scherzo del destino, si incontrano nuovamente nella loro città natale, dove Rebecca è costretta a fare ritorno dopo aver perso il suo posto di lavoro. Complici due cani a dir poco chiassosi, Scott e Becky tornano alle sane vecchie abitudini: litigare, litigare, litigare, in ogni occasione possibile. Ma siamo sicuri che, dietro al carattere apparentemente spigoloso della ragazza, non si nasconda, in realtà, una profonda sensibilità? Scott è sempre più incuriosito e, questa volta, non vuole lasciarsi sfuggire per nulla al mondo l’occasione di far breccia nel cuore di questa giovane donna che lo attrae almeno tanto quanto lo innervosisce.
Spassoso e divertente proprio come le grandi firme del genere, ma anche caratterizzato da un’identità ben precisa e già matura, quello di Cristina Migliaccio è uno degli esordi più riusciti degli ultimi mesi che ci auguriamo sia solo il primo romanzo di una fortunata serie, visto il successo di pubblico che questa giovane autrice sta avendo, anche grazie al passaparola della rete.



Equivoci, battibecchi e un’attrazione irresistibile: sono questi gli ingredienti di “Ti amo, stupido!”, Butterfly Edizioni, il tuo romanzo d’esordio. Raccontaci la genesi di questo libro: cosa ti ha ispirato durante la stesura?

Tutti i giorni sono costretta a passare davanti la casa di una signora che ha due cani da guardia sempre piazzati vicino il cancello e che non perdono mai l’occasione di abbaiarmi contro. Un giorno, presa dalla rabbia, gli ho urlato contro: “Stupidi cani!” e una lampadina mi si è accesa nel cervello. Ho pensato: “Perché non provare a scriverci qualcosa?” ed è così che è partita la trama di “Ti amo, stupido!”.

Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere? Che autrice sei: segui l’ispirazione a qualunque ora del giorno o hai un metodo collaudato al quale non puoi rinunciare?

Ho scritto sin da piccola, ma i veri testi di senso compiuto sono arrivati durante l’adolescenza. Mi sono allenata molto con il Web, passando dai forum alla piattaforma di EFP, e sono profondamente grata a quel periodo perché è lì che ho capito quale sarebbe potuta essere la mia strada. Non tutti hanno ben chiaro cosa vogliono dalla vita, per me è stato facile capirlo, soprattutto perché è nato come un hobby, un’esigenza di mettere su carta le parole che avevo nella testa. In alcuni momenti ho trovato la scrittura molto terapeutica: riversare le proprie emozioni all’interno di una storia è ciò che poi la rende tua.
Della mia scrittura ho capito questo: se vado in cerca d’ispirazione, sicuramente non la troverò, per questo lascio che sia lei a trovare me. Ammetto che il più delle volte vengo colta dall’estro creativo nei momenti meno opportuni, perché non posso mai appuntarmi quello a cui ho appena pensato; infatti sono tantissime le idee finite nel dimenticatoio, e dire che giro sempre con un quaderno in borsa!

Come definiresti Rebecca e Scott, i protagonisti della tua storia, tanto diversi da non poter fare a meno l’uno dell’altra? In generale, come delinei i personaggi dei tuoi romanzi?

Come li definirei? Cane e gatto, tanto per cominciare!  Per quanto diversi, entrambi hanno in comune un grande difetto: la testardaggine. Rebecca è l’acidità in carne ed ossa e riversa tutta la sua negatività sul povero Scott (che in fin dei conti non le ha fatto proprio niente) il quale, invece, nonostante i musi lunghi e la lingua tagliente, cerca di scoprire la sua vera natura. Ho voluto creare due personaggi forti che fossero diversi, ma al tempo stesso simili tra loro, trovare un equilibrio nello squilibrio, due protagonisti che si sapessero tenere testa nella vita e nell’amore. In genere, ho un debole per i rapporti di odio-amore, è il mio stereotipo letterario (non a caso una delle mie scrittrici preferite è Susan Elizabeth Phillips che in questo è una vera e propria maestra) e cerco sempre di rendere al meglio questo rapporto fatto di battibecchi fino all’ultimo istante.

Per saper scrivere bene, occorre, certamente, leggere tanto: che generi e quali autori prediligi? Che libro c’è sul tuo comodino?

Sono un’appassionata di romanzi rosa, si può dire che tutto è iniziato ai tempi in cui divoravo i volumi de “Le ragazzine” finché non è arrivato il giorno in cui ho conosciuto Sophie Kinsella e il suo “Sai tenere un segreto?”. Non è stato il primo libro che ho letto di quest’autrice, ho iniziato con la serie di “I love shopping”, ma è con “Sai tenere un segreto?” che ho capito che il nostro sarebbe stato un lungo amore. Di recente scoperta è, invece, Susan Elizabeth Phillips, una donna meravigliosa dalla penna impeccabile che per me è diventato un punto di riferimento nell’universo romance. A differenza dei miei coetanei con la passione per Harry Potter, ho passato l’adolescenza tra i libri di Nicholas Sparks, riscoprendo il piacere della lettura e il potere del buon dramma. Come penna letteraria del nostro secolo, ammiro profondamente Carlos Ruiz Zafon e la sua serie de “L’ombra del vento”, ma se devo confessarvi qual è il libro sul mio comodino, non aspettatevi nulla di complesso e doloroso: “Voglio scrivere per Vanity Fair” di Emma Travet è la mia Bibbia!

A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi programmi per il futuro.


Ho il brutto difetto di iniziare tanto e finire poco.  Ci sarebbero così tanti potenziali romanzi da concludere o sviluppare, ma il più delle volte manca il tempo o l’ispirazione adatta. Attualmente mi sto dedicando alla stesura di un nuovo romance, anche se a dirla tutta non mi dispiacerebbe approfondire le vicende di Amelia e Bea, forse perché sono troppo affezionata a “Ti amo, stupido!” per lasciarli andare così in fretta! 


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