Fortunago
è un ridente paesino dell’Oltrepò Pavese dove il tempo è scandito da ritmi che
sembrano cristallizzati in un passato ormai remoto e la nebbia cela scorci
apparentemente dimenticati tra le colline ricoperte di rugiada. Tutto scorre
imperturbabile, almeno finché un inaspettato mistero sconvolge la vita degli
abitanti del borgo. L’irreprensibile e ricchissimo conte Simeone di Oramala,
proprietario terriero e di una sontuosa villa in cui vive con la moglie
invalida e la stravagante e ipnotica cognata, scompare inaspettatamente. Quando
viene ritrovato morto, i suoi più cari amici decidono di affidarsi all’intuito
investigativo della premiata ditta Sambuco
e Dell’Oro per cercare di venire a capo delle oscure trame che, pian piano, si
dipanano di fronte agli occhi di tutti. Tra intrighi e inganni, Dell’Oro e
Sambuco saranno costretti a barcamenarsi fra una macabra esecuzione a Pavia e l’infamante
assassinio del conte, la cui cognata mette a dura prova i sentimenti del povero
Sambuco. Ma come si collegano i pezzi di questo imprevedibile mosaico
apparentemente senza senso?
“Ultima notte in Oltrepò”,
Fratelli Frilli Editori, è l’ultimo
romanzo di Alessandro Reali che ha
firmato così, grazie al grande entusiasmo dei lettori, la quinta indagine di
Sambuco e Dell’Oro. Tanto è riservato e pragmatico Sambuco, quanto è istrionico
e incosciente Dell’Oro. Ma, forse, è proprio questa diversità di indole che
rende i due investigatori inseparabili, perché in grado di compensare i
reciproci pregi e difetti, dando vita a una miscela irresistibile per il
lettore. Al di là della trama noir e del conseguente mistero da risolvere,
infatti, lo stile pulito e rassicurante di Alessandro Reali è caratterizzato da
una profondità di narrazione e di introspezione psicologica dei personaggi che
innalza il livello delle storie verso una continua crescita interiore della
quale i lettori sembrano non riuscire più a fare a meno.
Sambuco e Dell’Oro, investigatori
d’eccezione, sono giunti alla loro quinta indagine nel tuo nuovo romanzo
“Ultima notte in Oltrepò”, Fratelli Frilli Editori, nel quale faranno i conti
con la misteriosa scomparsa di un conte, ma anche con gli imprevedibili
capricci del cuore. Raccontaci la genesi di questo libro: cosa ti ha ispirato
durante la stesura?
Per
la prima volta ho scelto il luogo dove ambientare il racconto, invece di
partire dai personaggi, come faccio di solito. Conoscevo Fortunago da tempo. È
un paese incantevole in una bella valle. Dopo alcuni sopralluoghi la mattina
presto, ho deciso di raccontare una storia tra quelle case avvolte nella
foschia autunnale. La figura del conte mi è sembrata ideale: attorno a lui
ruota tutto un mondo che mi sono divertito ad analizzare dal punto di vista
psicologico. Come sempre è presente anche Pavia, dove a muoversi questa volta è
più che altro Selmo Dell'Oro, alle prese con delitti efferati.
Che autore sei: segui l’ispirazione a
qualunque ora del giorno o hai un metodo ben preciso al quale non puoi
rinunciare? Quando e da dove nasce il tuo bisogno di scrivere?
Le
idee vanno e vengono durante la giornata. Spesso prendo appunti su fogli, in
modo un po' disordinato. Scrivo diversi generi, ma per quel che riguarda il
noir è necessario, a mio parere, avere un metodo, una disciplina di lavoro
costante, per essere quotidianamente alle prese con i meccanismi che devono
reggere la trama. Il bisogno di scrivere nasce da bambino, quando mi divertivo
a raccontare storie sugli indiani d'America. Poi ho letto moltissimo, a
cominciare dai classici, e questo è senza dubbio fondamentale. Il mio grande
editore Marco Frilli, purtroppo recentemente mancato, ogni volta che ci si
sentiva mi ripeteva che io ero un narratore
puro, prestato al genere giallo. Credo si riferisse al fatto che nelle mie
storie gli aspetti ambientali, i caratteri dei personaggi e i loro sentimenti
valgono quanto l'effettiva trama.
Come definiresti Sambuco e Dell’Oro,
gli investigatori protagonisti delle tue storie? Come si fa a fidelizzare i
lettori quando si crea una serie fortunata come la tua che ha nei personaggi
principali il proprio fulcro? Svelaci il tuo segreto…
Non
c'è un segreto. Sono nati spontaneamente e la cosa più facile è stata la scelta
dei nomi. È stata quella senza mai un dubbio. Volevo fossero molto diversi tra
loro. Uno, Sambuco, è piuttosto serio, segnato da un dramma personale,
riservato, taciturno e appassionato della musica di storici cantautori. Affronta
il mestiere quasi per inerzia, ma, in realtà, non può farne a meno. Il suo
disincanto nei confronti della realtà è la caratteristica dominante. Lui è la
vera anima dell'agenzia investigativa. Dell'Oro, invece, è una specie di matto
poco raccomandabile. Non resiste al fascino femminile e si butta in ogni
avventura, anche mercenaria, con lo spirito dell'eterno ragazzo. Frequenta
delinquenti e affini e, più di una volta, è stato "salvato" da
Sambuco e dal suo vecchio amico, l'ispettore Michele Grenziana. Credo che il
buon successo della coppia sia dovuto proprio a questo loro essere, in modo
diverso, fuori dagli schemi: ideali per le storie raccontate che quasi mai
possiamo definire poliziesche. Inoltre non va dimenticata, sullo sfondo, la
città di Pavia, umida e torrida, oppure nebbiosa e gelida, ideale per
raccontare vicende un po' misteriose.
Per saper scrivere bene occorre,
certamente, leggere molto. Che autori e quali generi preferisci? Che libri ci
sono sul tuo comodino?
Come
dicevo, leggo moltissimo da sempre. Ho amato molto gli americani come Faulkner,
Steinbeck e Caldwell. Hemingway sicuramente. I grandi russi; Hamsun e Celine.
Kerouac, Bukoswki e Fante. Tra gli italiani sicuramente Pavese, Buzzati,
Fenoglio. Per quel che riguarda il noir ho un debole per Giorgio Scerbanenco e
soprattutto Georges Simenon, che ho iniziato a leggere da ragazzo grazie a mio
padre, suo grande ammiratore. Quando scrivo noir è senza dubbio l'autore a cui
faccio riferimento. Però, davvero, fare alcuni nomi è riduttivo, perché sono
tanti gli autori che amo...
A cosa stai lavorando attualmente?
Svelaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.
In
questo momento sto rifinendo una nuova avventura di Sambuco e Dell'Oro e correggendo
alcuni racconti rurali, con sfumature
macabre, molto radicati nella tradizione popolare della mia terra.
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