domenica 23 ottobre 2016

Patrisha Mar: il mio Mondo di Scrittrice, tra Eccezioni e Incontri

Foto di Alessandra Carretta

Come vi sentireste se il vostro nuovo fidanzato fosse il modello più famoso al mondo? Siete sicure che tutto sarebbe proprio come in una favola, tra lusso e romanticismo? O forse sareste sempre in allarme, accecate dalla gelosia per le ammiratrici e dalla paura di non sentirvi all’altezza?
Sara ci è appena passata e, da quando sta con Daniel, uno tra i modelli più ricercati, sa bene cosa si prova a doversi confrontare con differenze che sembrano incolmabili e che hanno sconvolto la sua vita, prima decisamente monotona. Dopo le prime disavventure, infatti, tutto sembra procedere a gonfie vele, tanto da spingere Sara e Daniel a pensare di fare il grande passo insieme, ma, ancora una volta, il destino si mette di traverso. Prima la proposta di entrare a far parte del cast di un nuovo film hollywoodiano, poi il ritorno decisamente inaspettato di una persona che sembrava ormai solo un ricordo, scuotono la vita di Daniel, rimettendo tutto in discussione. Riuscirà Sara a mantenere il giusto equilibrio per entrambi o davvero l’amore non può vincere su tutto? In un crescendo di esilarante comicità e grandi sentimenti, Patrisha Mar torna a stupirci con “Ti ho incontrato quasi per caso”, Newton Compton, il nuovo romanzo che continua a raccontarci le peripezie sentimentali di Sara e Daniel, la ragazza acqua e sapone e il modello più reclamato del momento, già protagonisti del bestseller “La mia eccezione sei tu”. In attesa del terzo volume di quella che si avvia a essere una delle trilogie più amate degli ultimi anni per tutti gli appassionati di commedia romantica made in Italy, Patrisha Mar indaga a fondo sul significato dei sentimenti che possono legare due persone talmente diverse tra loro, da non poter fare a meno l’una dell’altra. Lo stile scorrevole e frizzante, che si modula a seconda del punto di vista dal quale vengono narrati i fatti, e un’impeccabile struttura sorretta da spassosi personaggi secondari, rendono questa lettura davvero imperdibile per tutti gli inguaribili sognatori, convinti che improbabile non significa impossibile

Dopo il grande successo di “La mia eccezione sei tu”, Newton Compton Editore, Daniel e Sara tornano a fare i conti con le stesse diversità che li hanno fatti innamorare, in un seguito che non deluderà le aspettative dei lettori, tra equivoci, risate e romanticismo: “Ti ho incontrato quasi per caso”. Raccontaci la genesi di questi romanzi: cosa ti ha ispirato durante la stesura? Cosa vuoi comunicare?

Prima di tutto grazie ad Alessandra per avermi ospitata nel suo blog e per l'opportunità che mi ha dato di parlare un po' del mio mondo. Quando ho pensato per la prima volta al plot di “La mia eccezione sei tu”, venivo da un periodo pieno di impegni, avevo una gran voglia di scrivere commedia, di divertirmi e distrarre la mente. Ed ecco che, complice un servizio fotografico particolarmente hot di David Gandy che mi ha mostrato un'amica, ho avuto l'idea di base per il romanzo. Se fossi la ragazza di un modello famoso, che non disdegna servizi fotografici senza veli, come reagirei, come mi sentirei, come vivrei il nostro rapporto? Da lì è nata l'idea che la protagonista fosse una ragazza come tante, come noi, con una vita normale. Volevo enfatizzare questo aspetto importante delle differenze, in particolare di come si possano vivere le differenze, appunto, appartenendo a due "mondi" tanto diversi. Inoltre volevo che un altro fulcro centrale fosse la gelosia di lei, il suo modo di imparare a controllarla e a controllarsi, a mettere da parte le sue paure e i suoi dubbi per trovare un nuovo equilibrio. Per questo, per creare una maggiore empatia con la protagonista da parte del lettore, ho proposto solo il suo punto di vista, negando ai pensieri di Daniel, il protagonista maschile, di venire a galla. È stata una scelta sofferta per me, non far "parlare" Daniel è stato molto difficile perché la sua mente è più complessa di quanto possa sembrare. Non è l'uomo perfetto che Sara crede e noi con lei, vivendo nella sua testa tramite le pagine del libro.
Per questo la necessità di scrivere “Ti ho incontrato quasi per caso” è stata forte. Volevo che Daniel acquisisse agli occhi dei lettori quella tridimensionalità che in parte gli avevo negato nel primo romanzo, pur cercando sempre di arricchirlo e "spiegarlo" con i dialoghi e le situazioni vissute con Sara.
Poiché io credo nel lieto fine, nella vittoria del vero amore, e i miei romanzi ne sono la prova, volevo dimostrare che dopo un happy ending come quello di “La mia eccezione sei tu”, ci potesse essere altro, che i problemi non svaniscono all'improvviso per magia, ma che la felicità va conquistata giorno per giorno, a costo di sacrificare qualcosa di sé per andare incontro all'altro e questo proprio come nella realtà. Ho cercato di rendere reale una storia improbabile ma possibile, contestualizzandola anche grazie alla presenza di famiglie e amici che sono il sostegno dei protagonisti.
Si può dire che sia il primo sia il secondo romanzo siano commedie brillanti, ma dietro c'è qualcosa di più, anche se ho cercato di rendere i messaggi nascosti qua e là "leggeri".
Nelle mie intenzioni, fin dal tempo del self publishing, c’era di scrivere una trilogia delle eccezioni, con “La mia eccezione sei tu” appunto, “Ti ho incontrato quasi per caso” e l'ultimo che, invece, è dedicato a Virginia e Alessandro, rispettivamente la sorella di Sara e il miglior amico di Daniel.



Che autrice sei: segui l’ispirazione in qualunque momento della giornata o hai un metodo collaudato al quale non vuoi rinunciare? Quando e da dove nasce la tua esigenza di scrivere?

La mia esigenza di scrivere è lì, sempre presente. Nasce dalla mia fantasia, dalla mia voglia di immaginare vite e persone, situazioni lontane o magari più vicine, di immedesimarmi in altri caratteri e cercare di capirli. È una sorta di viaggio nella vita, e non riesco a farne a meno. Mettere tutto su "carta" lo rende più reale, lo rende possibile.
Se potessi scrivere nel momento stesso in cui l'ispirazione è all'apice, sarebbe perfetto, un vero sogno. In realtà devo piegarmi alle necessità della vita famigliare, quindi scrivo quando la mia bimba è alla scuola materna e quando fa il riposino pomeridiano. Non sempre, quindi, l'ispirazione è al top, se proprio vedo che non è giornata, mi vado a leggere un buon libro. Scrivo di getto direttamente al computer, ma quando ho delle idee e non posso scrivere al pc, segno tutto nella mia agenda, per riutilizzarle in un secondo momento. Lavoro molto sui personaggi, che diventano un vero punto di partenza, e su cui poi modello la traccia di trama che ho in mente, cambiandola in corsa, quando necessario, per adattarla all'esigenza dei personaggi stessi.

Come definiresti Daniel e Sara, i protagonisti della tua storia, così apparentemente diversi eppure tanto legati da un destino che li vuole uniti? Come delinei, in generale, i personaggi dei tuoi romanzi?

Che bella domanda! Daniel è un uomo passionale e appassionato, in tutto quello che fa. Un uomo che ha bisogno di dimostrare quanto vale, che ha sofferto in passato, ma ha saputo farne un punto di forza per costruirsi un futuro migliore. Un uomo che vuole credere nell'amore e che, alla fine, viene premiato. Sara è la ragazza della porta accanto, è noi. Piccoli sogni nel cassetto, grandi aspettative per l'amore, una donna che ha bisogno di controllare tutto per non permettere alle sue insicurezze di farla da padrona.
Per quanto riguarda i personaggi in generale, in realtà, non so neppure dire come funziona: si affacciano nella mia mente così, all'improvviso, mi suggeriscono il carattere, il background, i desideri e le paure. E io li assecondo, lasciando l'istinto libero di seguirli, aggiustando la storia che avevo in mente per permettere ai personaggi di essere se stessi e coerenti fino in fondo. Mi accorgo così, che involontariamente, i miei personaggi sono molto diversi l'uno dall'altro, proprio come le persone sono diverse nella vita reale. È un processo creativo davvero stimolante.

Per saper scrivere bene occorre, certamente, leggere tanto: che generi e quali autori prediligi? Che libri ci sono sul tuo comodino?

La lettura è la vera palestra di un autore, dove si esercita la mente e si affina la lingua, dove la fantasia è libera di volare.
Ho sempre letto fin da ragazzina, cominciando dai classici come Piccole Donne e Anna dai capelli rossi, che resteranno sempre cari al mio cuore. Crescendo sono diventata una grande fan dell'Ottocento inglese e dei suoi incredibili autori, di cui ho letto tutto il possibile: Jane Austen, Charlotte Brontë, Charles Dickens, Anne Brontë, Elisabeth Gaskell, Oscar Wilde per citarne solo alcuni. Sono state le mie letture di formazione.
A questi autori se ne sono aggiunti di contemporanei che adoro, tra cui, per fare degli esempi, Mary Balogh e Lisa Kleypas, un must per me nel romance storico, per il fantasy Cassandra Clare e Maggie Stiefvater, per le commedie brillanti Susan Elisabeth Philips per citarne una, ma ce ne sono tante altre, moltissime italiane.
Sul mio comodino si troverà sempre un romance storico, un classico inglese, un fantasy e contemporary romance, che sono anche i miei generi preferiti.



A cosa stai lavorando attualmente? Svelaci quali sono i tuoi progetti per il futuro.


In futuro uscirà una nuova commedia brillante con Newton Compton, per cui ho già firmato. Ho finito di scrivere il romanzo in cui i protagonisti sono Virginia e Alessandro, già incontrati nei primi due libri, e sono, quindi, in attesa di novità. Al momento sto scrivendo un nuovo romance, più intimistico e sentimentale, che spero verrà come voglio io. La storia mi ha totalmente avvinta! 


1 commento: